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Concetti Chiave

  • Il punto e virgola è un segno di interpunzione che indica una pausa intermedia, utile per chiarire enunciati complessi e delineare continuità narrativa.
  • Storicamente, il punto e virgola ha origini medievali e si è affermato nel XVI secolo con l'avvento della stampa a caratteri mobili, grazie a tipografi come Aldo Manuzio.
  • Il suo uso moderno è regolato da linee guida grammaticali, ma può variare in base al gusto stilistico dell'autore, soprattutto in contesti di enumerazione e periodi complessi.
  • Viene utilizzato per separare frasi lunghe in un periodo complesso per evitare ambiguità, mantenendo un legame semantico tra i vari elementi.
  • L'anadiplosi è un contesto in cui il punto e virgola riprende un concetto o un'espressione alla fine di una frase, creando una connessione con l'enunciato precedente.

Questo appunto di italiano si focalizza sul segno di interpunzione del punto e virgola con particolare riferimento alla sua evoluzione nel corso della storia, alla sua definizione non sempre univoca e all'uso nella grammatica facendo ricorso anche a degli esempi. Punto e virgola - Definizione, storia, usi nella punteggiatura italiana articolo

Indice

  1. Definizione di un segno dai confini semantici sfumati
  2. Storia dal greco e latino al Settecento
  3. Uso del punto e virgola tra regole generali e gusto soggettivo

Definizione di un segno dai confini semantici sfumati

Il punto e virgola è uno dei segni di interpunzione presenti nella lingua formatosi dal porre sopra alla virgola, in basso, un punto.

Nonostante ci sia la tendenza a non inserirlo negli enunciati, ha un valore molto rilevante sintatticamente parlando poiché fa comprendere visivamente al lettore che c’è uno stacco netto tra i vari elementi di un periodo che può risultare particolarmente complesso o confusionario per la presenza di tante virgole e, di conseguenza, può chiarirne il significato.
Il punto e virgola, quindi, si presenta come una pausa intermedia in grado di indicare un confine linguistico visto che è più lunga di una virgola ma meno incisiva di un punto. Secondo alcune interpretazioni questo permetterebbe di segnalare che c’è una continuità narrativa pur essendoci una variazione dei soggetti dell’azione.

Storia dal greco e latino al Settecento

Nell’età classica il segno del punto e virgola non esisteva così come oggi è propriamente conosciuto.
Nel greco antico, infatti, si potrebbe intendere come un sostituto dei due punti anche se, a seconda della natura della frase, poteva segnalare un’interrogativa o un’esclamativa.
Ciò che ad esso si potrebbe avvicinare nella lingua latina delle origini, invece, è il media distinctio, un punto che si trova a metà della riga. Nell’Alto Medioevo, intorno all’VIII secolo, si sviluppa, invece, quello che viene denominato il punctus versus con lo scopo di segnalare la fine di una frase dichiarativa.
L’uso moderno di questo segno di interpunzione vede il suo inizio nel corso del XVI secolo. È strettamente connesso alla diffusione della stampa a caratteri mobili che con Guttenberg ha terminato la sua fase sperimentale ed è, quindi, ormai matura per essere adoperata in tutte le tipografie nascenti. Tra queste, una delle più rinomate appartiene ad Aldo Manuzio il quale stampa sia il “De Aetna” di Pietro Bembo nel febbraio del 1496 sia “Le cose volgari di messer Francesco Petrarca” dello stesso autore introducendo questo nuovo segno di cui c’era bisogno per indicare una pausa intermedia.
In realtà proprio per la complessità insita nella sua natura, il punto e virgola viene introdotto nelle stampe costantemente solamente intorno agli anni settanta del Cinquecento quando nasce l’esigenza di demarcare chiari segni di interpunzione. Giungerà persino nella curia romana, curata dal figlio di Aldo Manuzio, di Papa Pio IV.
Particolare è il caso del XVIII secolo in cui si fa un uso eccessivo del punto e virgola in quanto viene usato come se fosse una virgola o come antecedente di relative e congiunzioni.

Per maggiori informazioni sulla punteggiatura nell'antica Grecia vedi anche qui

Uso del punto e virgola tra regole generali e gusto soggettivo

La scelta stilistica di come scrivere un testo influenza in parte il contesto in cui usare o meno il punto e virgola ma grammaticalmente sono state stabilite delle regole, delle linee guida che permettono di utilizzare al meglio questo segno di interpunzione.
Il primo caso riguarda l’uso nelle enumerazioni (la scomposizione di un discorso in parole o frasi che porta all’accumulo di questi elementi legati tra loro da delle congiunzioni coordinanti) per far avvenire due effetti: mettere in evidenza il legame semantico delle componenti dell’elenco e unire sintagmi intricati al loro interno.
Alcuni esempi possono essere:

  • “Sara beveva l’acqua; Gino mangiava la pasta; Elisa cantava una canzone”
  • “Il capo sbadigliò per la stanchezza, per il sonno; e rimandò la decisione alla mattina seguente”
  • “Quando la vidi, la riconobbi subito: portava una giacca bianca con i bottoni tutti chiusi; aveva gli occhi stanchi, ma vispi; la sua pettinatura era rimasta quella di sempre; la pelle era abbronzata come se fosse stata in vacanza fino al giorno prima; i pantaloni, forse troppo larghi, le coprivano le caviglie; e la prima cosa a cui pensai è che mi era mancata”

Il secondo caso è quello spiegato da Giuseppe Patota: “Nei periodi complessi per separare frasi lunghe dove, anche se c’è un’interruzione sul piano della forma, il contenuto rimane invariato”. Generalmente, quindi, si cerca di evitare che lo stesso segno di interpunzione si trovi in un enunciato con valenze differenti. Fa parte di questa categoria anche l’inserimento di un inciso o una precisazione.
Alcuni esempi possono essere:

  • “Nel corso del trimestre si è osservato un aumento delle vendite, oltre a una più elevata richiesta da parte dei fornitori; i proventi sono aumentati, grazie anche all’arrivo di nuove sovvenzioni richieste durante l’anno precedente; e il bilancio è nettamente positivo”
  • “Nei Fight Club la cui “prima regola è che non si parla dei Fight Club” giovani sconosciuti si picchiano furiosamente fino a devastarsi la faccia, “a mani nude, senza camicia e senza scarpe”; sono descritti come se facessero parte del mondo reale, ma sembrano soggetti di realtà virtuale ed esistono solo cinque ore, dalle due di notte del sabato alle sette della domenica mattina.” (Fight Club, Chuck Palahniuk)
  • “Luca non verrà con noi al mare: sta studiando continuamente chimica da giorni, chiuso nella sua stanza, questo esame è davvero importante per lui; il libro glielo ha prestato Simone, un ragazzo che ha dato lo stesso esame l’anno scorso ed è passato a pieni voti”.

Punto e virgola - Definizione, storia, usi nella punteggiatura italiana articolo

Il terzo caso riguarda l’utilizzo del punto e virgola nell’anadiplosi ovvero la ripresa, nell’ultima parte della frase, di un’espressione o un concetto presentato in un precedente enunciato.
Alcuni esempi sono:

  • “L’orologio non era rotto; funzionava perfettamente, con un solo particolare: andava al contrario.” (Il Principe della Nebbia, Carlos Ruiz Zafón)
  • “Ogni sabato Caterina va al mercato con l'amica dai bei boccoli biondi di vecchia data che abita in una villetta circondata da ciliegi in fiori a pochi metri da casa sua; non rientra mai a casa prima di aver comprato un regalo per le figlie, di solito della squisita cioccolata al latte”

Domande da interrogazione

  1. Qual è la definizione del punto e virgola e quale ruolo svolge nella sintassi?
  2. Il punto e virgola è un segno di interpunzione che si forma ponendo un punto sopra una virgola. Serve a indicare una pausa intermedia, più lunga di una virgola ma meno incisiva di un punto, aiutando a chiarire il significato di periodi complessi.

  3. Come si è evoluto l'uso del punto e virgola dalla sua origine fino al Settecento?
  4. Il punto e virgola non esisteva nell'età classica. Nel greco antico, poteva sostituire i due punti, mentre nel latino antico esisteva il media distinctio. L'uso moderno iniziò nel XVI secolo con la stampa a caratteri mobili, diventando comune nel Cinquecento e usato eccessivamente nel XVIII secolo.

  5. Quali sono le regole generali per l'uso del punto e virgola nella grammatica?
  6. Il punto e virgola si usa nelle enumerazioni per evidenziare il legame semantico tra elementi e unire sintagmi complessi. Si utilizza anche per separare frasi lunghe in periodi complessi, mantenendo il contenuto invariato, e nell'anadiplosi per riprendere concetti precedenti.

  7. Quali sono alcuni esempi di utilizzo del punto e virgola nelle enumerazioni?
  8. Esempi includono frasi come "Sara beveva l’acqua; Gino mangiava la pasta; Elisa cantava una canzone" e "Il capo sbadigliò per la stanchezza, per il sonno; e rimandò la decisione alla mattina seguente".

  9. In che modo il punto e virgola viene utilizzato nell'anadiplosi?
  10. Nell'anadiplosi, il punto e virgola riprende un'espressione o concetto presentato in un enunciato precedente, come in "L’orologio non era rotto; funzionava perfettamente, con un solo particolare: andava al contrario."

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