Concetti Chiave
- Le proposizioni condizionali sono subordinate che esprimono una condizione da cui dipende la realizzazione della proposizione principale.
- Esistono tre tipi di periodo ipotetico: della realtà (condizione reale), della possibilità (condizione possibile) e dell'irrealtà (condizione impossibile).
- Le proposizioni condizionali possono essere esplicite, introdotte da congiunzioni come "se" e "qualora", o implicite con gerundio, participio passato o infinito.
- Nella lingua parlata è comune l'uso dell'indicativo al posto del congiuntivo, ma è consigliabile seguire le regole grammaticali nel linguaggio scritto formale.
- Nonostante l'uso colloquiale dell'indicativo imperfetto nelle condizionali del terzo tipo sia diffuso, è preferibile evitarlo in contesti formali.
In questo appunto di italiano vengono descritte le cosiddette proposizioni condizionali, ciò che esprimono, con analisi delle principali regole e anche con degli esempi pratici di frasi in cui queste sono presenti.
Indice
Le proposizioni condizionali in italiano
Nell’analisi del periodo, le proposizioni condizionali in italiano sono le proposizioni subordinate che esprimono un fatto o una situazione (la condizione o ipotesi) da cui dipende la possibilità che avvenga o no quanto espresso nella principale.
Queste proposizioni sono chiamate anche ipotetiche, perché subordinano ad una condizione la realizzazione di quanto è indicato dalla principale. Tradizionalmente, la proposizione condizionale o ipotetica viene detta pròtasi (dal greco ‘premessa’), quella principale apòdosi (dal greco ‘restituzione’). La condizionale (o protasi) quasi sempre è alla forma esplicita (indicativo o congiuntivo) ed è retta da “se”, “qualora”, “a condizione che”, “a patto che”, “nel caso in cui”. Le due frasi insieme formano il periodo ipotetico. → La proposizione principale + la dipendente = periodo ipotetico.
- Se in montagna nevicherà, potremo sciare per tutte le vacanze natalizie.
In questa frase l’azione espressa nella reggente (potremo sciare per tutte le vacanze natalizie) si potrà realizzare solo se si verificherà l’ipotesi o la condizione necessaria nella subordinata (Se in montagna nevicherà).
Di solito si possono classificare tre tipi di periodo ipotetico:
- 1° tipo, della realtà: l’ipotesi è presentata come reale o vera. La condizione è presentata come un fatto che certamente si realizza, si è realizzato o si realizzerà. In questo caso, anche la conseguenza è certa. La protasi ha l’indicativo e l’apodosi può avere tutti i modi delle proposizioni principali:
- Se conosci la verità, dimmela
- Se sarai promosso, ti regalerò una bici nuova
- Se ti ho danneggiato, l’ho fatto involontariamente = il danno è avvenuto
- Se piove, stasera non usciamo = Infatti sta piovendo
- 2° tipo, della possibilità: l’ipotesi è presentata come possibile. Se la condizione è posta come un fatto che può avvenire o non avvenire, anche la conseguenza è solo possibile. La protasi ha il congiuntivo imperfetto e l’apodosi il condizionale:
- Nel caso in cui facesse cattivo tempo, resteremo a casa
- Sarei venuto volentieri con voi, se avessi potuto
- Se ti fossi offeso per cos’ poco, avresti fatto male = È possibile che tu ti sia offeso
- Se stasera andassi in discoteca, mi divertirei = È possibile che vada in discoteca
Raramente, la dipendente può essere alla forma implicita (infinito, gerundio, participio passato):
- A dire la verità, ci guadagneresti = Se dicessi la verità, ci guadagneresti;
- Avvertito prima, non sarei partito = Se fossi stato avvertito prima, non sarei partito.
- Trascurando (= se si trascurano) le norme di sicurezza, si corrono dei pericoli
- 3° tipo, dell’irrealtà: l’ipotesi è presentata come impossibile o irreale (perché sappiamo che non si può verificare o perché sappiamo che non si è verificata nel passato). Se la condizione indica un fatto che non si realizza né si è realizzata, quindi anche l’apodosi è irreale. La protasi ha il congiuntivo imperfetto o trapassato, e l’apodosi ha il condizionale presente o passato:
- Su tu avessi studiato di più, saresti stato promosso = Ormai non hai studiato e non c’è più nulla da far e
- Se tu fossi stato promosso, ti avrei fatto un bel regalo = Ormai non sei stato promosso, quindi il regalo non te lo farò
- Se fossi un alieno, verrei a trovarti usando un disco volante
- Se avessi conosciuto Alessandro Magno, gli avrei chiesto un autografo
Come si formano le condizionali
Le proposizioni condizionali possono presentarsi:
- in forma esplicita, introdotte dalle congiunzioni e dalle locuzioni condizionali: se, purché, qualora, ove, a condizione che, a patto che, seppure, quando, nel caso che, nell'eventualità in cui, nell'ipotesi che, assunto che ecc. I modi verbali consueti sono l'indicativo e il congiuntivo, a seconda che esprima una condizione reale o possibile:
- Qualora ti stancassi, fai una pausa per distrarti
- L'acqua bolle se raggiunge i cento gradi
- Lo farò, sempreché si possa effettivamente fare
- Qualora mi dovessi decidere, andrò in montagna
- in forma implicita, con il verbo al gerundio, al participio passato o all’infinito (introdotto da "a"). La forma implicita è possibile solo quando la proposizione condizionale ha lo stesso soggetto della reggente:
- Avendo studiato di più, avresti superato l’esame
- Conosciutolo prima, non gli avrei prestato il mio appartamento
- A dargli retta, farai una brutta fine
Uso nella lingua parlata
I periodi ipotetici in italiano vengono costruiti con tre modi verbali: l’indicativo, il congiuntivo e il condizionale. Oggi è sempre più frequente l’uso dell’indicativo nelle proposizioni subordinate al posto del congiuntivo, che invece è più corretto grammaticalmente. Così capita di poter dire: Se correvi, arrivavi in tempo al posto della frase corretta: Se avessi corso, saresti arrivato in tempo.
Nella lingua scritta però è bene conservare l’uso dei modi verbali previsti dalle regole grammaticali.
Nell’uso parlato e nello scritto informale è molto frequente, nelle proposizioni condizionali del terzo tipo, l’uso dell’indicativo imperfetto:
- Se me lo dicevi, non sarei venuto
- Se me lo dicevi, non venivo
Questo uso colloquiale è molto usato e lo è sempre stato anche nella nostra tradizione letteraria, ma è bene evitarlo (nel parlato e a maggior ragione nello scritto) in situazioni comunicative che richiedano un uso formale della lingua.
Per ulteriori approfondimenti sulle proposizioni vedi anche qua.
Domande da interrogazione
- Qual è la funzione delle proposizioni condizionali in italiano?
- Quali sono i tre tipi di periodo ipotetico descritti nel testo?
- Come si formano le proposizioni condizionali in forma esplicita?
- Qual è l'uso comune dei modi verbali nelle proposizioni condizionali nella lingua parlata?
- Quando è possibile usare la forma implicita nelle proposizioni condizionali?
Le proposizioni condizionali esprimono un fatto o una situazione da cui dipende la possibilità che avvenga quanto espresso nella proposizione principale, formando il periodo ipotetico.
I tre tipi di periodo ipotetico sono: della realtà, della possibilità e dell’irrealtà, ciascuno con specifiche regole verbali.
Le proposizioni condizionali in forma esplicita sono introdotte da congiunzioni come "se", "qualora", "a condizione che" e usano l'indicativo o il congiuntivo.
Nella lingua parlata, è comune l'uso dell'indicativo al posto del congiuntivo, anche se grammaticalmente meno corretto.
La forma implicita è possibile quando la proposizione condizionale ha lo stesso soggetto della reggente, usando il gerundio, il participio passato o l’infinito.