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Concetti Chiave

  • I nomi o sostantivi identificano cose reali o immaginarie e sono una parte variabile del discorso, con desinenze che cambiano.
  • I nomi si classificano per significato in concreti, astratti, comuni, propri, individuali e collettivi, con distinzioni basate su esistenza materiale, specificità e numero di oggetti.
  • La forma dei nomi è composta da radice e desinenza, con possibilità di prefissi e suffissi che modificano il significato e definiscono genere e numero.
  • La struttura dei nomi include categorie come primitivi, derivati, alterati e composti, ognuno con particolari combinazioni di radici, prefissi e suffissi.
  • Le regole per il plurale dei nomi variano in base alle terminazioni, con eccezioni per nomi invariabili, difettivi e sovrabbondanti.

Questo appunto di Grammatica Italiana tratta i nomi, che vengono classificati in base al loro significato, in base alla loro forma e in base alla loro struttura. Infine, vengono anche presentate alcune regole sulla formazione del plurale. il nome e le sue regole principali

Indice

  1. Definizione e caratteristiche dei nomi
  2. La classificazione dei nomi in base al loro significato
  3. La classificazione dei nomi in base alla loro forma
  4. La classificazione dei nomi in base alla loro struttura
  5. Le regole grammaticali per la formazione del plurale dei nomi

Definizione e caratteristiche dei nomi

I nomi o sostantivi sono le parole attraverso le quali indichiamo tutte le cose reali o immaginarie

(ad esempio, persone, animali, oggetti, azioni, posti, sentimenti, sensazioni, e così via).


Il nome è una parte variabile del discorso

, nel senso che si tratta di parole in cui la desinenza può cambiare.
Il nome può essere analizzato dal punto di vista del significato, della forma e della struttura.

La classificazione dei nomi in base al loro significato

Prendendo in considerazione l’aspetto del significato del nome, è possibile operare una distinzione tra nomi concreti o astratti; tra nomi comuni o propri; tra nomi individuali o collettivi.

  • La differenza tra nomi concreti e nomi astratti è la loro esistenza materiale: i nomi concreti si riferiscono a cose, persone, oggetti, luoghi che esistono materialmente; mentre i nomi astratti si riferiscono a cose che non possono essere percepite con i nostri sensi. Ad esempio, il nome “imbuto” è concreto; mentre il nome “paura” è astratto. La differenza tra nomi concreti e astratti non è sempre scontata e immediata, infatti, a volte, è importante prendere in considerazione il contesto in cui viene utilizzato il nome.
  • I nomi comuni si riferiscono in modo generico a cose, animali, persone o luoghi; mentre i nomi propri si riferiscono nello specifico ad una cosa, un animale, una persona o un luogo. Mentre i nomi comuni, così come gli altri nomi, si scrivono con l’iniziale minuscola, i nomi propri si scrivono con l’iniziale maiuscola. Ad esempio, “Laura” è un nome proprio; “ragazza” è un nome comune.
  • La differenza tra nomi individuali e collettivi riguarda il numero di oggetti, animali, cose coinvolte. I nomi individuali si riferiscono ad un singolo oggetto; mentre i nomi collettivi si riferiscono ad un gruppo. Ad esempio, “gregge” è un nome collettivo; mentre “pecora” è un nome individuale.

Per approfondimenti sulla differenza tra nomi concreti e nomi astratti vedi anche qua

La classificazione dei nomi in base alla loro forma

Il nome è suddiviso in due parti: la radice e la desinenza.
La radice fornisce informazioni sul significato del nome; mentre la desinenza è la terminazione della parola.
I nomi possono anche presentare prefissi e/o suffissi, vale a dire particelle poste prima o dopo la radice del nome, che ne modificano il significato. In particolare:

  • Il prefisso è una particella che viene posizionata prima della radice del nome
  • Il suffisso è una particella che si posiziona dopo la radice

La desinenza del nome può cambiare in quanto il nome è una parte variabile del discorso. Attraverso i cambiamenti della desinenza vengono definiti: il genere e numero dei nomi.

  • Il genere del nome si ottiene con differenti modalità, a seconda del gruppo di appartenenza del nome. Di conseguenza, è possibile distinguere tra: nomi mobili, indipendenti, di genere comune, promiscui.
  • Per quanto riguarda la distinzione in base al numero dei nomi, i nomi al numero singolare si riferiscono ad una sola cosa, ad una sola persona o ad un solo animale; mentre i nomi al numero plurale si riferiscono a due o più cose, persone o animali.

Nella grammatica, ci sono alcuni nomi con irregolarità o mancanze per quanto riguarda il passaggio dal singolare al plurale o viceversa. In particolare, i nomi sono denominati “invariabili” nel caso in cui hanno la stessa forma singolare e plurale; mentre sono detti “difettivi” se hanno solo una delle due forme. Inoltre, vi sono anche i nomi “sovrabbondanti”, i quali presentano più forme per il singolare o per il plurale.

La classificazione dei nomi in base alla loro struttura

La classificazione dei nomi in base alla loro struttura comprende: nomi primitivi, nomi derivati, nomi alterati e nomi composti.

  • I nomi primitivi sono formati dalla radice e dalla desinenza.
  • I nomi derivati derivano da altri nomi e sono costituiti: dalla radice, da un prefisso, da un suffisso o da entrambi.
  • I nomi alterati sono costituiti dalla radice e presentano un suffisso specifico che può indicare piccolezza (suffisso diminutivo), bellezza (suffisso vezzeggiativo), grandezza (suffisso accrescitivo), bruttezza (suffisso peggiorativo o dispregiativo).
  • Infine, i nomi composti sono costituiti da due vocaboli che esprimono concetti differenti e che spesso esprimono anche differenti funzioni grammaticali.

Classificazione e caratteristiche dei nomi articolo

Le regole grammaticali per la formazione del plurale dei nomi

Vengono di seguito analizzate le principali regole grammaticali da seguire per la formazione del plurale dei nomi:

  • I nomi al genere maschile che finiscono in -a, al plurale termineranno con -i; (ad esempio: “tema” diventa “temi”)
  • I nomi di genere femminile che finiscono in -a, al plurale termineranno con -e; (ad esempio “gomma” diventa “gomme”)
  • I nomi che finiscono con -o, al plurale termineranno con -i; (ad esempio: “libro” diventa “libri”)
  • I nomi che finiscono in -e, al plurale termineranno con -i; (ad esempio: “cane” diventa “cani”)
  • I nomi che finiscono con una lettera accentata o che sono costituiti da una sola sillaba, al plurale non cambiano
  • I nomi che finiscono in -ca e -ga, al plurale finiranno in che/ghe; (ad esempio, “manica” diventa “maniche”)
  • I nomi che finiscono con -ia, al plurale termineranno con -ie; (ad esempio, “terapia” diventa “terapie”)
  • I nomi che al femminile finiscono per -cia/-gia e sono preceduti da una vocale, al plurale termineranno con -cie/-gie; (ad esempio “ciliegia” diventa “ciliegie”), mentre i nomi che finiscono in -cia/-gia e sono preceduti da una consonante, al plurale terminano con ce/ge; (ad esempio, “provincia” diventa “province”)

Per approfondimenti sul singolare e sul plurale dei nomi vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Qual è la definizione di nomi secondo il testo?
  2. I nomi, o sostantivi, sono parole che indicano tutte le cose reali o immaginarie, come persone, animali, oggetti, azioni, posti, sentimenti e sensazioni. Sono una parte variabile del discorso, poiché la loro desinenza può cambiare.

  3. Come vengono classificati i nomi in base al loro significato?
  4. I nomi sono classificati in base al loro significato in concreti o astratti, comuni o propri, e individuali o collettivi. I concreti si riferiscono a cose materiali, mentre gli astratti a concetti non percepibili con i sensi. I comuni indicano cose generiche, mentre i propri si riferiscono a entità specifiche. Gli individuali si riferiscono a un singolo oggetto, mentre i collettivi a un gruppo.

  5. Quali sono le componenti principali di un nome in base alla sua forma?
  6. Un nome è composto da una radice, che fornisce il significato, e una desinenza, che è la terminazione della parola. Può anche avere prefissi e suffissi che modificano il significato del nome.

  7. Quali sono le categorie di nomi in base alla loro struttura?
  8. I nomi sono classificati in primitivi, derivati, alterati e composti. I primitivi sono formati solo da radice e desinenza, i derivati includono prefissi o suffissi, gli alterati hanno suffissi specifici per indicare qualità come piccolezza o grandezza, e i composti sono formati da due vocaboli.

  9. Quali sono alcune regole per la formazione del plurale dei nomi?
  10. Alcune regole includono: i nomi maschili che finiscono in -a diventano -i, i femminili in -a diventano -e, quelli in -o diventano -i, e quelli in -e diventano -i. I nomi con lettere accentate o monosillabici non cambiano al plurale. Nomi che finiscono in -ca e -ga diventano -che e -ghe, e quelli in -ia diventano -ie.

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