Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • La purezza linguistica evita esotismi, arcaismi e provincialismi per mantenere termini che appartengono alla lingua nazionale.
  • La proprietà di vocabolario implica l'uso preciso delle parole per esprimere idee, evitando vocaboli generici e arricchendo il proprio lessico.
  • La chiarezza è essenziale per un testo facilmente comprensibile, evitando frasi troppo lunghe e ambigue.
  • La convenienza riguarda l'adattamento del linguaggio al contesto e alla persona, modulando lo stile in base alla situazione.
  • L'armonia si riferisce al suono gradevole delle parole, evitando cacofonie e utilizzando il fonosimbolismo per evocare sensazioni fisiche.

Indice

  1. Introduzione
  2. Purezza di lingua
  3. Proprietà di vocabolario
  4. Chiarezza
  5. Convenienza
  6. Naturalezza
  7. Brevità
  8. Eleganza
  9. Armonia

Introduzione

Se il nostro obiettivo è di esprimerci in un linguaggio corretto, esistono delle caratteristiche della lingua che dobbiamo sempre sforzarci di perseguire. Esse sono: la purezza, la proprietà di vocabolario, la chiarezza, la convenienza, la naturalezza, la brevità o concisione, l’eleganza e l’armonia.

Purezza di lingua

La purezza del linguaggio è quella dote dei termini per cui essi appartengono alla lingua nazionale.
Pertanto essa esclude esotismi, arcaismi e provincialismi. Gli esotismi sono parole prese in prestito da altre lingue anche se in italiano esiste il termine corrispondente. Un esempio ci può essere fornito da meeting per dire incontro, call per indicare una chiamata telefonica, ready to live per indicare che una casa può essere abitata subito senza la necessità di fare interventi (=chiavi in mano). Tuttavia, molti esotismi sono talmente entrati nel linguaggio corrente che non li percepiamo più come estranei: alcuni esempi: garage (= autorimessa), match (= partita, incontro sportivo), abat-jour (= paralume), omelette (=frittata). Gli arcaismi sono termini antiquati, usati in sostituzione di termini correnti: viltade per viltà, giuso per giù, allotta per allora. I provincialismi sono termini propri dei dialetti regionali: tremoto invece di terremoto, tengo mal di testa invece di ho mal di testa, vadino invece di vadano. I solecismi o sgrammaticature sono un uso non appropriato della grammatica e della sintassi: speriamo che scrivesse invece di speriamo che egli scriva. I neologismi sono parole nuove che vengono via via coniate. Vengono tollerati se necessari, dato che una lingua è sempre un organismo vivente in continua evoluzione. Sono, invece, da evitare quelli non necessari soprattutto se di origine straniera se la lingua italiana dispone di un vocabolo adeguato.

Proprietà di vocabolario

La proprietà è la capacità di far corrispondere con esattezza una parola a cioè che con essa vogliamo indicare. E-. De Amici, già nell’Ottocento, faceva notare che la scelta della parola giusta e adeguata crea un sentimento di libertà e di sicurezza. In pratica, avere proprietà di linguaggio significa avere una parola adatta per ogni idea che si vuole esprimere. Tale obiettivo può essere raggiunto 1) consultando frequentemente il vocabolario e leggendo con attenzione gli scrittori per poter arricchire la nomenclatura di cui siamo già in possesso 2) evitando quanto più possibile l’uso di vocaboli generici che, adattandosi ad cosa e situazione, finiscono per essere molto poco significativi.
L’abuso di termini come cosa, parola, bello, brutto, dire, fare crea non solo monotonia di stile, ma anche imprecisione di linguaggio. Tutto ciò può essere evitato ricorrendo a dei sinonimi, scelti nel modo più opportuno.

Chiarezza

Si tratta della dote grazie alla quale un testo risulta di facile ed immediata comprensione. La chiarezza si oppone all’ambiguità e all’incertezza di significato. L’obiettivo si raggiunge evitando periodi troppo lunghi, pieni di incisi e di parentesi. Un esempio: La signora Rossi, avendo incontrato l’insegnante, gli ha chiesto notizie di suo figlio. Questa frase è ambigua relativamente al significato dell’aggettivo possessivo “suo”. “suo” di chi? il figlio della signora Rossi o il figlio dell’insegnante?

Convenienza

La convenienza è la capacità di adattare il linguaggio alla persona a cui ci si rivolge, alle circostanze dell’argomento, per cui lo stile può essere familiare, riguardoso, solenne o dimesso, allegro o flebile a seconda della situazione. Infatti, se devo salutare una persona con cui ho molta confidenza, dirò : “Salve! Tutto bene?” Se invece devo salutare una persona di riguardo mi esprimerò così: “Buongiorno, come sta?”.

Naturalezza

In base a questo principio, il discorso deve procedere senza tanta ricercatezza ed eliminando ogni artificio. Si raggiunge questo obiettivo eliminando l’uso eccessivo di superlativi o aggettivi quali: formidabile, colossale, mondiale e tanti altri di cui continuamente la gente si riempie la bocca

Brevità

Essere brevi vuol dire tralasciare tutto quanto è superfluo al pensiero che vogliamo esprimere e che servirebbe soltanto ad appesantirlo senza alcun vantaggio. Quando un discorso è stato già formulato con chiarezza e in modo completo, è inutile divagare, ripetere e dare sfoggio di erudizione, ricorrendo a sinonimi o a frasi pressoché identiche a quelle già espresse. Il discorso diventa così prolisso e noioso. Simile alla brevità è la concisione che è il carattere di alcuni scrittori come Tacito o Chiaro Davanzati.

Eleganza

Si ottiene quando lo scrittore sceglie con attenzione i termini da usare fra quelli di maggiore grazia ed eleganza, senza, ovviamente, cadere nell’affettazione.

Armonia

Si tratta del suono gradevole dal punto di vista fonetico di quanto esprimiamo. Si oppone alla cacofonia cioè al brutto suono che deriva dall’incontro di gruppi di lettere uguali: fra fratelli, con contegno. L’armonia è chiamata imitativa quando il suono delle parole produce la sensazione fisica della cosa descritta; in questo caso si parla anche di fonosimbolismo, frequente nella poesia di G. Pascoli. Anche molti vocaboli hanno la caratteristica dell’armonia imitativa, soprattutto se riferiti a voci di animali o a rumori di cose: miagolare, cinguettare, gorgogliare, frusciare. Alcuni termini diventano delle vere e proprie onomatopee

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le caratteristiche principali di una lingua corretta?
  2. Le caratteristiche principali di una lingua corretta includono purezza, proprietà di vocabolario, chiarezza, convenienza, naturalezza, brevità, eleganza e armonia.

  3. Cosa si intende per purezza di lingua?
  4. La purezza di lingua si riferisce all'uso di termini che appartengono alla lingua nazionale, escludendo esotismi, arcaismi e provincialismi.

  5. Come si può raggiungere la proprietà di vocabolario?
  6. La proprietà di vocabolario si raggiunge consultando frequentemente il vocabolario, leggendo attentamente gli scrittori e evitando l'uso di vocaboli generici.

  7. Qual è l'importanza della chiarezza in un testo?
  8. La chiarezza è importante perché rende un testo di facile e immediata comprensione, evitando ambiguità e incertezze di significato.

  9. In che modo si può ottenere l'eleganza nel linguaggio?
  10. L'eleganza si ottiene scegliendo con attenzione i termini da usare, preferendo quelli di maggiore grazia ed eleganza senza cadere nell'affettazione.

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