Concetti Chiave
- La parola "entusiasta" è invariabile al singolare per entrambi i generi, mentre al plurale diventa "entusiaste" o "entusiasti".
- Gli aggettivi italiani possono avere diverse declinazioni e posizioni nella frase, influenzando il significato complessivo.
- Il superlativo assoluto non è applicabile a tutti gli aggettivi, come nel caso di "entusiasta", che esprime già un'intensità massima.
- Esistono molti errori comuni nella grammatica italiana, come l'uso scorretto dell'accento e delle desinenze degli aggettivi.
- Alcuni aggettivi, come "irruente", possono avere forme irregolari o derivare da verbi latini, influenzando la loro declinazione.
In questo appunto di Grammatica Italiana si tratta di alcuni errori commessi nella grammatica italiana e da non commettere più, con esempi come "entusiasto, entusiasta".
Indice
Entusiasta: gli aggettivi nella grammatica italiana
Spesso ci si chiede quale sia il maschile e il femminile di alcune parole che in realtà hanno un solo genere, è il caso di "entusiasta".
La parola "entusiasta" (persona che accoglie o persegue ideali con trasporto, fiducia e dedizione), è una di quelle parole che possono riferirsi sia al sostantivo maschile sia a quello femminile con la finale neutra in "a", dunque non è possibile declinarlo con -o. Mentre, al plurale, diventa un aggettivo declinabile: "entusiaste", "entusiasti".
Si possono infatti distinguere quattro diversi gruppi di aggettivi in base alla loro declinazione:
- aggettivi con quattro desinenze per ciascun genere e numero: bravo/a bravi/e;
- aggettivi con due desinenze per ciascun numero: singolare -e plurale -i: semplice/i;
- aggettivi invariabili sia per genere che per numero: si tratta solitamente di colori (lilla, viola, rosa) o aggettivi esportati (beige, chic, snob, standard);
- aggettivi con due desinenze per ciascun genere: maschile e femminile singolare -a, -i o -e per maschile e femminile plurale.
Oltre alla suddivisione degli aggettivi, non incorrere in un errore grammaticale è possibile conoscendo innanzitutto il significato della parola "aggettivo": qualcosa che si aggiunge al nome per qualificarlo, specificarne una determinata qualità o mancanza o quantità. Primo dato da tener conto e su cui focalizzarsi è il numero e il genere dell'aggettivo. Nella morfologia si tenga presente che l'aggettivo è parte variabile del discorso: incinta (una donna) incinte (più donne).
A differenza della lingua inglese, la posizione dell'aggettivo qualificativo nella lingua italiana può avere diverse posizioni, senza modificarne il significato della frase. Però attenzione ad alcune frasi, per esempio: "un alto dirigente" è un funzionario di livello avanzato, mentre "un dirigente alto" è una persona che lavora come dirigente ed è fisicamente molto alto. Per evitare errori di significato, valuta e studia bene il significato del singolo aggettivo, prima dell'intera frase.
Il significato della parola entusiasta
L'origine della parola entusiasta ha origine dal greco enthousiastḗs che letteralmente significa "ispirato (da dio)". Nell'antica Grecia, infatti, il termine serviva a designare colui che, come in preda all'ispirazione divina, era entusiasta della vita: i sacerdoti, gli indovini, i poeti, gli artisti.
Gli articoli in soccorso agli aggettivi
In soccorso ad alcune tipologie di aggettivi appena descritte, arrivano gli articoliindeterminativi che, come nel caso di entusiasta (femminile e maschile con -a, quindi appartenente al quarto gruppo sopra citato) fanno dell'aggettivo una parola di senso compiuto: un entusiasta, una entusiasta.
Il superlativo assoluto
Secondo la grammatica italiana, il superlativo assoluto degli aggettivi è possibile solo con alcuni aggettivi che possono accrescere o diminuire di qualità: bello = bellissimo, grande = grandissimo. Il caso sopra citato, ovvero "entusiasta", non può contenere, dunque, il superlativo assoluto, perché esprime già una qualità nel massimo della sua intensità, come "eccellente", "immenso", "straordinario"... L'unica intensità maggiore che si può dare all'aggettivo "entusiasta" è possibile aggiungendo "molto" ad "entusiasta" ma non -issimo, come nel caso degli aggettivi che esprimono il colore di un qualcosa: "blu" non può diventare "bluissimo".
Altri errori diffusi nella grammatica italiana
Numerosi sono gli errori che si possono commettere nella lingua italiana, tanti da poter fare altrettante liste.
Eccone alcuni esempi:
- sto male e non stò male
- non lo so e non non lo sò
- un po' e non un pò
- qual è e non qual'è
- un'altra e non un altra
- dappertutto e non d'appertutto
- a volte e non avvolte
- non ce la faccio e non non c'è la faccio
- davvero e non d'avvero
Questi solo alcuni degli errori grammaticali relativi all'uso dell'accetto, questione ancora piuttosto ostica per alcuni italiani. Vediamone altri:
- dà (verbo dare) da (preposizione)
- né (congiunzione) ne (avverbio o pronome)
- sì (affermazione) si (avverbio o pronome)
- lì (avverbio di luogo) li (pronome)
- là (avverbio di luogo) la (pronome)
- sé (pronome) se (congiunzione) o se stesso
- Poiché
- Finché
- Allorché
- Perché
- Do (verbo)
- Qui e qua (avverbi)
- Sa, va, fa, so, sto
- Po' (abbreviazione di poco)
Ma ci sono anche molti errori relativi agli aggettivi, e in particolare ai superlativi irregolari, come:
- acre = acerrimo
- aspro = asperrimo
- celebre = celeberrimo
- misero = miserrimo
- salubre = saluberrimo
Un altro degli errori più comuni riguarda un altro aggettivo rispetto a "entusiasta" e cioè "irruente", colui che ha eccessi di ira, che si arrabbia facilmente e che fa confusione anche fisicamente. Ma qual è il maschile di questa parola? Irruente deriva dal verbo latino "irruere" e cioè "correre verso". La forma del verbo ci serve per capire che la desinenza finale è -e, come in qualsiasi altro participio presente. Alcuni esempi: Giorgia è irruente quando non le vai a genio, oppure, Giorgio è irruente quando gioca a calcio. Tuttavia, in questo caso si accetta anche il maschile con la desinenza finale in -o, perché il verbo irruere è soltanto latino, oggi infatti non usiamo il verbo irruere, che è considerata una parola non di uso comune nella lingua italiana. Per questo motivo irruente diventa un aggettivo della prima classe/gruppo di aggettivi elencati prima, ovvero quelli che hanno quattro desinenze declinabili in base al genere e al numero. Insomma, è possibile utilizzare irruento o irruenta, irruenti o irruente.
Altri errori che riguardano la sfera del plurale sono:
- C'era un'infinità di cose - C'erano un'infinità di cose.
- Una serie di parole vennero pronunciate - Una serie di parole venne pronunciata.
- La gran parte degli uomini è volgare - Gran parte degli uomini sono volgari.
Questi sono casi accettati, anche se di rado si utilizzano, mentre:
- La gente salutò
- Ce n'è una serie
- La maggior parte rimase stupita
sono esempi in cui è accettato solo il singolare, perché il sostantivo non specifica il numero.
Infine la grande sfera della lettera "i", spesso dimenticata, altre volte ricordata, sbagliando.
Ecco alcuni esempi di parole che necessitano la lettera "i" all'interno della loro composizione: scienza, coscienza, superficie, sufficiente, efficienza, usciere. Altre, invece, che non la necessitano: province, conoscenza.
Per approfondimenti sugli errori grammaticali vedi anche qua
Domande da interrogazione
- Qual è la particolarità della parola "entusiasta" nella grammatica italiana?
- Come si può intensificare l'aggettivo "entusiasta"?
- Qual è l'origine della parola "entusiasta"?
- Quali sono alcuni errori comuni nella grammatica italiana riguardanti l'uso degli accenti?
- Come si declina l'aggettivo "irruente" in italiano?
La parola "entusiasta" è un aggettivo che ha un solo genere, con la finale neutra in "a", e può riferirsi sia al maschile che al femminile. Al plurale diventa "entusiaste" o "entusiasti".
L'aggettivo "entusiasta" non può avere un superlativo assoluto come "entusiastissimo". L'unico modo per intensificarlo è aggiungere "molto" davanti, come in "molto entusiasta".
La parola "entusiasta" deriva dal greco "enthousiastḗs", che significa "ispirato (da dio)", e in origine designava persone come sacerdoti, indovini, poeti e artisti.
Alcuni errori comuni includono "sto male" invece di "stò male", "un po'" invece di "un pò", e "qual è" invece di "qual'è".
L'aggettivo "irruente" può essere declinato come "irruento" o "irruenta" al singolare e "irruenti" o "irruente" al plurale, accettando anche la forma maschile con la desinenza in -o.