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Concetti Chiave

  • La distribuzione ineguale delle risorse naturali può causare tensioni geopolitiche, con conflitti legati all'acqua in regioni come il Nilo, Giordano, e Tigri-Eufrate.
  • L'acqua dolce è una risorsa limitata e mal distribuita, con solo il 3% dell'acqua terrestre non salata e due terzi di essa intrappolati in ghiacciai e calotte polari.
  • Le risorse minerarie sono distribuite in modo non omogeneo, con zone ricche come l'Africa centro-meridionale e l'Asia centrale, ma molte miniere europee sono in esaurimento.
  • Le fonti energetiche rinnovabili, come l'energia solare, eolica, e geotermica, rappresentano una piccola parte del fabbisogno energetico, con sviluppo limitato da costi elevati e difficoltà tecniche.
  • L'estrazione di risorse minerarie in paesi in via di sviluppo è spesso legata a conflitti e sfruttamento, con il coltan in Congo come esempio di risorsa contesa e dannosa per l'ambiente.

Le risorse naturali

Una risorsa è qualunque bene esistente in natura adatto ad essere utilizzato dall’uomo; la vita di tutti i paesi e lo sviluppo dipendono dalle risorse e la loro ineguale distribuzione può minare il mantenimento della pace (es. scoppio di guerre)
Alla conquista dell’Oro Blu (p.172 – 173) : Quando il corso di un fiume attraversa più stati vi sono lotte per accaparrarsi l’acqua; infatti l’approvvigionamento idrico è in grado di scatenare conflitti armati tra Paesi e non solo in quelli con zone aride.

Esempi di conflitti :
1)le acque del Nilo sono contese tra Egitto e Sudan (vi sono accordi per l’utilizzo dell’acqua; questi accordi dovranno essere rinegoziati perché l’Egitto vuole produrre più cereali pertanto necessità di più acqua)
2)il controllo delle acque del giordano tra Israele e i palestinesi.
3)le acque del Gange contese tra India e Bangladesh
4)le acque del Rio Grande e del Colorado sono contese tra Stati Uniti e Messico.
Medio Oriente : Qui l’acqua è vitale per lo sviluppo dell’agricoltura quindi l’80% delle risorse idriche è destinato a irrigare le coltivazioni mentre la domanda d’acqua nelle aree urbane è in aumento. Siccome non esistono nuove fonti idriche bisogna risparmiare quelle esistenti e usarne di alternative(falde d’acqua salmastra, acqua marina..)
Dighe turche : Sia il bacino del Tigri che quello dell’Eufrate sono contesi tra vari paesi. La Turchia ha dato il via a un progetto di sviluppo (“Progetto dell’Anatolia sud-orientale”) per trasformare un’area vasta quasi un decimo del Paese in un’enorme regione coltivata a cereali per cui i turchi hanno in costruzione decine di dighe attraverso cui si impossesseranno delle acque del Tigri e Eufrate mettendo in funzione una ventina di centrali idroelettriche; questo progetto ridurrà del 60% la portata del fiume e comprometterà l’agricoltura siriana e irachena.
Il caso del Nilo : gran parte delle acque del fiume dipende dalle precipitazioni in Etiopia
la disponibilità d’acqua degli abitanti dell‘ Egitto dipende quasi interamente dal Nilo, il fiume più lungo del mondo che rifornisce 9 Paesi di cui per ultimo l’Egitto. Sulla base di un accordo con il Sudan l’Egitto deve integrare l’acqua del Nilo con l’uso sempre più intenso di falde freatiche, dell’acqua del drenaggio agricolo e di acque di scolo trattate.
Il Giordano : secondo i palestinesi la politica israeliana di suddivisione dell’acqua li penalizza fortemente pregiudicando lo sviluppo urbano, industriale e agricolo.
Israele con l’occupazione della Cisgiordania nella guerra del 1967 ha animato i palestinesi che rivendicano lo sfruttamento delle acque del Giordano e anche delle falde acquifere che nascono in Cisgiordania.
I criteri per classificare le risorse (p.174) : si differenziano per:
1)Accessibilità : alcune risorse sono fruibili con maggior facilità rispetto ad altre oppure una risorsa può esserlo in misura differente a seconda del luogo; ad es. l’acqua è facilmente accessibile in alcune zone e rarissima in altre
2)Durata : alcune risorse sono rinnovabili e quindi disponibili nel tempo ed altre sono esauribili a breve, medio o lungo termine; ad es. l’acqua e la vegetazione sono rinnovabili mentre il suolo no poiché il tempo di ricostruzione è superiore alla scala di vita dell’uomo; infine alcune risorse sono anche riciclabili
3)Provenienza e impiego : in funzione della provenienza e dell’impiego le risorse si distinguono in ambientali, energetiche e minerarie; se consideriamo il rapporto con le attività produttive si distinguono in : -materie prime o stock= costituite dalla somma totale di tutte le componenti materiali dell’ambiente, -risorse= che sono le materie prime quando vengono usate per soddisfare bisogni mentre quando il loro uso decade son materie prime, -riserve= parte di risorse sfruttabili con i mezzi e le tecnologie disponibili in un dato momento storico
Un esempio di risorsa ambientale : l’acqua (p. 175 – 176 – 177 – 178 – 179) : le risorse ambientali vanno gestite con cura per non comprometterne la disponibilità futura
La disponibilità di acqua dolce : è una risorsa limitata ma al tempo stesso rinnovabile attraverso il suo eterno ciclo (evaporazione, condensazione, precipitazione, infiltrazione, ruscellamento, traspirazione); cambiano i tempi del ciclo dell’acqua ma non cambia il tot. Della quantità di essa. 97% acqua salata, 3% dell’acqua totale della Terra è dolce e i 2/3 di essa sono accumulati nelle calotte polari.
Una risorsa mal distribuita : non è uniforme la distribuzione di acqua dolce
Alcune aree sono ricche di precipitazioni, bacini fluviali, laghi e altre aree sono semi-aride, aride o desertiche con precipitazioni scarse o nulle e bacini di portata irregolare. I fattori che condizionano la distribuzione dell’acqua sono:
-ambientali = altitudine, latitudine, morfologia del suolo, vegetazione, venti, abbondanza di precipitazioni
-antropici= disboscamento e cementificazione (l’acqua in presenza del cemento scivola via)
La situazione di disponibilità peggiorerà nelle aree già carenti mentre altre raggiungeranno gli stessi livelli di elevata scarsità. Paesi con grandi quantità d’acqua: Brasile, Canada, Russia, Islanda, Nuova Zelanda (popolaz. Ridotta), Africa Occidentale. Paesi con scarse quantità d’acqua: nord Africa, Medio Oriente, India, Sud Africa, Cina settentrionale, Asia Centrale, paesi del corno d’Africa (situazione critica)
I consumi d’acqua : sono aumentati nel tempo e sono elevati nei paesi di antica industrializzazione (USA)
Il fabbisogno e il consumo d’acqua sono molto differenti da area ad area. Questi consumi dipendono da vari fattori: -numero di abitanti, -tasso di popolazione urbana, -sviluppo economico.
Più alto è il tenore di vita, maggiore è il consumo d’acqua dolce: l’ONU o l’OMS hanno constatato che vengono usati 40-50 litri d’acqua minimi pro-capite al giorno..il limite di sopravvivenza è 5litri.
Dove vi è scarsità e dove è possibile sono stati costruiti impianti di desalinizzazione delle acque marine, invasi e dighe per la raccolta, canalizzazioni per il traporto e impianti moderni per la distribuzione.
I consumi dell’agricoltura : l’utilizzo dell’acqua può essere per uso domestico,urbano, agricolo o industriale. Per risparmiare la risorsa acqua sono stati studiati sistemi di irrigazione in grado di ridurre gli sprechi (ad es. l’irrigazione a goccia porta l’esatto quantitativo di acqua necessaria attraverso buchi nelle tubature di plastica; Israele è all’avanguardia: è riuscito a trasformare il deserto in aree coltivabili utilizzando anche acque reflue per l’agricoltura; inoltre 1/3 dell’acqua che utilizza x uso domestico è ricavata dal mare).
L’automazione computerizzata ha permesso di raddoppiare la produzione con la stessa quantità d’acqua.
La carenza d’acqua : se rimane tutto invariato entro il 2025 2 persone su 3 vivranno in condizioni di carenza moderata o grave d’acqua. Oggi:
-800.000.000 di persone non hanno accesso sicuro all’acqua
-il 40% della popolazione non dispone di impianti igienici adeguati
-1,8 milioni di bambini muoiono all’anno a causa di malattie derivanti dall’inquinamento dell’acqua
Obbiettivi della comunità internazionale (che fanno anche parte dell’obbiettivo n.7 del vertice del millennio) sono:
-dimezzare entro il 2015 la % di persone che non ha accesso sicuro all’acqua potabile (obbiettivo raggiunto)
-dimezzare entro il 2015 la % di personeche non hanno accesso agli impianti igienici di base (obbiettivo non ancora raggiunto).
Le politiche delle acque : per attuare una corretta politica delle acque è necessario:
-ridurre gli sprechi nelle reti di distribuzione (agricole,domestiche,industriali)
-sensibilizzare l’opinione pubblica al risparmio e al controllo dei consumi
-riutilizzare le acque attraverso processi di riciclo (es. Israele)
I progetti miranti ad aumentare la disponibilità d’acqua potabile nei paesi più poveri sono falliti quando erano di più vasta portata mentre i progetti su scala minore (micro dighe,pozzi poco profondi..) si sono rivelati più efficaci.
La dissalazione dell’acqua di mare (p.178) : fornisce nuova acqua dolce fabbricata dal mare
I dissalatori si avvalgono di soluzioni tecniche, innovative ma molto dispendiose perché richiedono un elevato consumo di energia. L’Arabia Saudita è la nazione con la maggiore produzione al mondo.
Il prezzo dell’acqua (p.179) : esiste la scarsità economica dell’acqua (è disponibile dal punto di vista fisico ma ha prezzi elevati per cui non è accessibile dalla popolazione); A Cochamba sulle Ande Boliviane per migliorare l’approvvigionamento idrico il governo ha ottenuto un prestito milionario dalla banca a condizione di vendere il sistema pubblico delle acque ai privati. La Betchel Corporation ha vinto l’appalto e ha aumentato il prezzo dell’acqua del 300% (monopolio assoluto). Nell’aprile 2000 son state fatte delle proteste popolari.
Le dighe della discordia (p.180 - 181) : la costruzione delle grandi dighe provoca lo sradicamento di milioni di individui che vengono così privati delle loro terre, spesso in cambio di rimborsi irrisori. Dal 1950 sono state costruite circa 45mila dighe per rispondere ai crescenti bisogni di acqua o di energia elettrica, quindi tantissime persone sono state mandate via dalle loro terre per far posto a una diga.
La costruzione delle dighe modifica la portata dei fiumi, la quantità di materiale alluvionale trasportato dai fiumi si riduce provocando l’arretramento delle coste, gli invasi delle dighe alterano il clima dell’area, rendendolo più umido e obbligano a modificare le specie vegetali caratteristiche della zona, alcune volte scompaiono anche siti archeologici come in Turchia e in Cina. In teoria nel progettare una diga andrebbero rispettate delle priorità strategiche: valutazione dell’impatto complessiva; tentativo di sfruttamento più ampio delle dighe già esistenti; conservazione dell’ecosistema; allargamento dei benefici a fasce più ampie di popolazione. Tutto ciò però non viene rispettato, specialmente in India e in Cina dove ci sono molti progetti di realizzazione di nuove dighe. Le dighe sulla Narmada: il fiume Narmada attraversa 3 stati dell’India centrale ed era teatro di una protesta non violenta per fermare la costruzione di 3 dighe che dovrebbero fornire elettricità, acqua potabile e per irrigare provocando però l’allagamento di vaste terre sommergendo ettari di foresta e di suolo fertile, obbligando migliaia di famiglie ad abbandonare i propri villaggi. È stata completata nel 2007 nonostante le varie proteste. La diga delle Tre Gole: costruita nella provincia cinese del Sichuan, ha l’obiettivo di favorire lo sviluppo economico dell’intera regione, alimentando la più grande centrale idroelettrica del mondo, migliorando il controllo delle acque del Fiume Azzurro e i tempi di trasporto fluviale di merci e materie prime. I costi sociali ed ambientali sono molto ingenti però, perché oltre 1milione di persone dovrà abbandonare la loro casa e il delicato ecosistema del fiume cambierà radicalmente mettendo a rischio alcune specie animali e vegetali.
Impronta idrica: misura quanta acqua consuma un processo produttivo, una popolazione o una nazione, in particolare essa equivale al volume totale di acqua utilizzata per produrre i beni e i servizi consumati dagli abitanti di una nazione, Cina e India sono i paesi con la maggior impronta idrica e sono responsabili per il 30% dell’impronta idrica globale. Acqua virtuale: è l’acqua contenuta nei cibi, negli alimenti.
Le risorse minerarie(p. 182 - 183 – 184 – 185)
L’attività mineraria : si svolge in 4 fasi:
-prospezione geologica: consiste in tutte quelle attività preliminare di riconoscimento sul terreno:rilievi topografici e geofisici per analizzare la presenza di certi elementi.
-esplorazione: l’esplorazione si effettua per verificare gli indizi emersi nella prospezione e consiste in campionature e sondaggi che permettono di conoscere qualità ed estensione del giacimento, affinché un giacimento venga sfruttato occorre valutarne la convenienza economica sulla base di condizioni economiche e di acquisizioni tecnologiche.
-estrazione: avviene in galleria o se possibile a cielo aperto, un sistema meno costoso e meno pericoloso ma più devastante per l’ambiente quindi molto inquinante
-trasporto: esso rappresenta a volte un problema complesso, gran parte delle risorse è trasportata per via marittima e ciò rende necessaria la presenza di una efficiente rete di infrastrutture.
La distribuzione delle risorse : le risorse minerarie esistenti sulla Terra sono enormi e molte di esse sono sfruttabili, la loro distribuzione però non è affatto omogenea. Le zone più ricche sono: l’Africa centro-meridionale; la fascia occidentale del continente americano; la catena dei monti Urali in Russia e la Siberia; l’Asia centrale in Kazakistan(petrolio e gas naturale). Alcune aree europee sono costellate di giacimenti, però le miniere sono spesso esaurite o in via di esaurimento.
Le importazioni : i paesi più industrializzati sono forti importatori di risorse minerarie, alcuni sono obbligati ad acquistarli perché ne sono privi, altri invece pur avendone li acquistano per conservare le proprie riserve. Questi paesi tentano di limitare la propria dipendenza attraverso la ricerca di materiali sostitutivi o l’instaurazione di rapporti bilaterali. L’estrazione mineraria nei Paesi a sviluppo intermedio e in quelli meno avanzati ha avuto inizio, in molti casi, durante il periodo coloniale, poi con l’indipendenza ha sentito la mancanza di conoscenze scientifiche, tecnologiche e delle disponibilità finanziarie indispensabili in questo settore. Questi paesi quindi non hanno una propria industria in grado di impiegare i materiali estratti pertanto sono solo esportatori.
L’esaurimento delle riserve : l’importanza delle risorse minerarie è tale che i Paesi più industrializzati hanno eseguito un censimento delle riserve esistenti per calcolarne la possibile durata e per molti minerali la disponibilità prevista è poca. Per ritardare l’esaurimento sono state prese in considerazione nuove aree geografiche come l’Antartide, dove sono stati trovati depositi di noduli polimetallici, inoltre si cerca di trovare altri materiali che sostituiscono i metalli in via di estinzione come il rame con fibre ottiche nelle telecomunicazioni, ma spesso sono derivati del petrolio quindi il problema verrebbe semplicemente spostato. È indispensabile attuare 3 politiche: quella del risparmio con miglioramento dell’efficienza degli impianti, quella del riciclaggio per recuperare metalli importanti e quella dell’allungamento del ciclo di vita dei prodotti, raddoppiando la vita media dei prodotti di dimezzano il consumo di energia, la produzione dei rifiuti, l’inquinamento e l’esaurimento dei materiali stessi.
L’oro del terzo millennio (p.186) : il coltan(risorsa insanguinata) è una sabbia nera leggermente radioattiva formata da minerali di colombite e tantalite. Da esso viene estratto il tantalio un metallo rato sempre più utilizzato nell’industria elettronica. Il suo prezzo è aumentato notevolmente e per rispondere alla crescente domanda è stato avviato lo sfruttamento dei ricchi giacimenti presenti nella Repubblica Democratica del Congo. La sua estrazione però sta avendo forti impatti ambientali, infatti secondo gli ambientalisti le miniere a cielo aperto danneggiano l’ecosistema della foresta, causano migliaia di vittima tra la popolazione indigena oltre all’uccisione di elefanti e gorilla. Il traffico di coltan insieme a quello di oro e diamanti finanzia i guerriglieri(i ribelli) che da anni combattono contro il governo di Kinshasha e presidiano parte del territorio, si combatte per controllare le miniere per la vendita illegale di oro, diamanti e coltan in cambio di armi e munizioni che alimentano un conflitto ben più vasto con coinvolge i paesi confinanti. Si ha un saccheggio sistematico di queste risorse preziose oltre che uno sfruttamento. In molti paesi africani la presenza di risorse naturali non rappresenta un’opportunità di sviluppo ma una causa di instabilità e tensioni all’origine di inesauribili conflitti civili.
Le risorse energetiche (p.187)
La produzione di energia : i combustibili fossili coprono circa l’80% del fabbisogno energetico mondiale, altre fonti di energia sono quelle derivate dal movimento dei venti, dell’acqua dei fiumi e delle maree oppure dal calore accumulato all’interno della Terra. Tutto ciò può essere trasformato in diverse forme di energia: termica: si sviluppa dalla combustione di legno, carboni fossili o idrocarburi; geotermica :ricavata dal riscaldamento di fluidi o gas presenti nel sottosuolo a contatto con masse rocciose ad altissima temperatura; meccanica : prodotta dal movimento del vento e dell’acqua fluente ; nucleare: si libera dalla materia come reazione tra le particelle che la costituiscono per scissione dei nuclei di elementi pesanti(uranio) o per unione dei nuclei di elementi leggeri.
I consumi di energia : i maggiori consumatori di energia sono i Paesi industrializzati, il cui alto tenore di vita dipende dalla disponibilità di energia. La domanda di energia è continuamente aumentata a causa del continuo sviluppo.
Le principali fonti energetiche (p.188 – 189 – 192 – 193)
Il carbone : l’impiego di carbone fossile pur soddisfacendo ancora ¼ del fabbisogno globale di energia di è ridotto rispetto a mezzo secolo fa per i seguenti motivi: l’esaurimento di molti giacimenti ; il rapido aumento dei costi d’estrazione e di trasporto che è effettuato molto via mare, ma si stanno sperimentando nuove tecnologie per ridurre i costi di strasporto; l’alto tasso di inquinamento dell’ambiente; la forte concorrenza di altre fonti come il petrolio e il gas naturale.
Il petrolio : ha bassi costi di estrazione; è facilmente trasportabile; è meno inquinante del carbone e ha un alto potere calorifero. Usato fin dall’antichità, è stato determinante per la diffusione dell’uso dell’automobile.
Produzione e consumi : i luoghi di produzione del petrolio non coincidono con quelli di consumo: i Paesi sviluppati che utilizzano le massime quantità di esso devono importarlo specie dal Medio Oriente. Il livello massimo di consumo di petrolio è stato raggiunto negli anni 70. La produzione annua di esso copre oltre 1/3 del fabbisogno energetico complessivo, assegnandogli il primo posto tra i combustibili fossili. I consumi di petrolio hanno dinamiche diverse: nei Paesi più sviluppati sono in genere stabili, in quelli a sviluppo intermedio sono aumentati e in quelli in via di transizione si è registrato un rilevante calo. I paesi con le maggiori riserve sono: Emirati Arabi Uniti, Iraq, Arabia Saudita, Venezuela, Kuwait, Iran, Russia, Libia, Messico, Nigeria, Algeria.
Il gas naturale : ha iniziato ad essere utilizzato come fonte energetica da poco più di 30 anni, ma sembra essere quella più dinamica. Copre il 24% del fabbisogno mondiale. Il suo utilizzo è in crescita perché: ha un basso costo di estrazione ; è facilmente trasportabile utilizzando i gasdotti ; ha un alto potere calorifero ; è il combustibile meno inquinante. Le più rilevanti riserve di esso sono concentrate in poche aree come in Siberia occidentale, in Medio Oriente e nel Nord Africa, nei fondali del Mare del Nord(Europa settentrionale), nella parte settentrionale dell’Alaska.
L’energia nucleare : deriva dai processi di fissione atomica, si basa sull’uso dell’uranio, minerale relativamente raro. Non esiste il problema dell’esaurimento di questa materia prima perché sono stati messi a punto reattori autofertilizzanti, cioè impianti in grado di produrre combustibile nucleare in quantità maggiore rispetto a quello che viene consumato dai reattori. La produzione di essa è pari al 7% del fabbisogno mondiale, dopo l’incidente di Chernobyl alcuni paesi hanno rallentato la sua produzione. I grandi produttori di essa sono: Francia, Giappone, India, Cina, Usa, Russia. I costi per produrla sono bassi ma la difficoltà sta nello smaltimento di scorie radioattive, nella sicurezza degli impianti e nel costo elevato di costruzione della centrale. Lo smaltimento delle scorie deve essere gestito in modo tale da proteggere la salute umana e l’ambiente perché emettono radiazioni anche per milioni di anni, le scorie in genere vengono blindate in bidoni di ferro e rinchiuse in depositi scavati sottoterra.
La sete di petrolio (p.190-191) : la sete mondiale di petrolio sembra implacabile, gli Stati Uniti sono i maggiori consumatori e si prevede che la domanda continuerà a crescere. La produzione di esso è notevolmente aumentata ma la paura è che la produzione di petrolio convenzionale, cioè facile da estrarre, sta per raggiungere al culmine e una volta toccato il picco l’offerta non sarà in grado di soddisfare la domanda col un vertiginoso aumento del prezzo. Le economie dei paesi che si basano su di esso avranno delle forti crisi ed instabilità quando esso finirà. I prezzi del petrolio negli anni sono sempre stati molto fluttuanti e i paesi importatori ne risentono molto. l’OPEC , organizzazione di 13 paesi che producono petrolio, si mettono d’accordo sul prezzo del barile. 1 barile oggi costa circa 95-96$.
Le fonti energetiche rinnovabili (p. 194-195)
L’energia idroelettrica : è l’unica fonte rinnovabile in uso da molti decenni, è una forma di energia pulita in quanto non emette sostanze inquinanti ai danni dell’ambiente ed è efficace perché presenta un alto rendimento nella trasformazione dell’energia idraulica in energia elettrica. In tutti i Paesi, con l’eccezione di quelli desertici e privi d’acqua, si sono dotati di centrali idroelettriche: nelle nazioni sviluppate le possibilità di incrementare la produzione sono ormai nulle, nei paesi in via di sviluppo invece esistono ancora notevoli potenzialità che però per essere sfruttate richiedono l’investimento di grandi capitali. Sono stati poi realizzati numerosi impianti per lo sfruttamento delle maree e delle correnti di maree, le centrali mareomotrici: servono maree con un’ampiezza maggiore di 10m.
Le altre energie rinnovabili : la restante quota del fabbisogno energetico mondiale è coperta dal Sole, vento, energia geotermica e biomasse. Sono tutte fonti rinnovabili, tuttavia la loro diffusione risulta limitata per le difficoltà tecniche di applicazione, per gli elevati costi di produzione e per il rendimento inferiore a quello delle fonti convenzionali. La percentuale di apporto energetico di esse potrà aumentare se cresceranno gli investimenti nella ricerca di nuove tecnologie.
L’energia solare : il sole è una fonte inesauribile di energia pulita. La produzione di elettricità mediante pannelli fotovoltaici è ancora molto modesta, a causa del costo degli impianti e dei vasti spazi necessari per raccogliere questa energia.
L’energia eolica : il vento è abbondante, economico, inesauribile, ampiamente distribuito, non danneggia il clima ed è pulito. Molte regioni ventose scarsamente popolate potrebbero essere utilizzate per generare energia eolica: le grandi pianure del nord America, il nord-ovest della Cina.
L’energia geotermica : si ottiene dai vapori(calore, vapore) prodotti grazie all’elevatissima temperatura di masse rocciose profonde, che riscaldano acqua o gas del sottosuolo. Il vapore così formato aziona turbine e generatori per produrre energia elettrica. I costi d’impianto e produzione sono molto bassi e l’inquinamento è quasi assieme, però le sedi idonee sono rare, campi geotermici sono in Italia, Islanda, Finlandia, Usa, Giappone, Messico.
Le biomasse : sono materiali organici che possono essere utilizzati direttamente come combustibili o trasformati in altre sostanze.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le principali cause di conflitti legati alle risorse idriche?
  2. I conflitti legati alle risorse idriche spesso sorgono quando il corso di un fiume attraversa più stati, portando a lotte per l'accaparramento dell'acqua. Esempi includono le acque del Nilo contese tra Egitto e Sudan, e il controllo delle acque del Giordano tra Israele e i palestinesi.

  3. Come viene classificata l'accessibilità delle risorse naturali?
  4. L'accessibilità delle risorse naturali varia a seconda della facilità con cui possono essere fruite. Alcune risorse sono facilmente accessibili in certe aree, mentre in altre sono rare, come l'acqua che è abbondante in alcune zone e scarsa in altre.

  5. Quali sono le sfide legate alla distribuzione dell'acqua dolce?
  6. La distribuzione dell'acqua dolce è ineguale, con alcune aree ricche di precipitazioni e altre semi-aride o desertiche. Fattori ambientali e antropici, come la morfologia del suolo e la cementificazione, influenzano questa distribuzione.

  7. Quali sono le principali fonti di energia rinnovabile e le loro limitazioni?
  8. Le principali fonti di energia rinnovabile includono l'energia idroelettrica, solare, eolica, geotermica e biomasse. Tuttavia, la loro diffusione è limitata da difficoltà tecniche, costi elevati e rendimento inferiore rispetto alle fonti convenzionali.

  9. Quali sono le conseguenze sociali e ambientali della costruzione di grandi dighe?
  10. La costruzione di grandi dighe provoca lo sradicamento di milioni di persone, altera il clima locale e l'ecosistema, e può portare alla scomparsa di siti archeologici. Le priorità strategiche spesso non vengono rispettate, causando impatti negativi su larga scala.

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