Concetti Chiave
- L'uranio è abbondante e a basso costo, ed è principalmente estratto in paesi come Australia, Kazakistan e Canada.
- La fissione nucleare permette di generare molta energia senza emissioni di gas serra, rendendo il nucleare una scelta energetica per circa trenta nazioni.
- In Italia, l'opposizione alle centrali nucleari è stata confermata da un referendum nel 1987, ma il dibattito sulla loro reintroduzione continua.
- La gestione delle scorie nucleari è complessa e costosa, con rischi ambientali legati a possibili infiltrazioni criminali nella filiera.
- Nonostante i sistemi di stoccaggio sicuri, c'è il pericolo che le scorie vengano smaltite illecitamente, contaminando il suolo e minacciando la salute pubblica.
IL NUCLEARE
L' uranio è un metallo presente soprattutto in Australia, Kazakistan, Canada, Namibia, Russia e Niger. Ridotte quantità di questo materiale possono produrre moltissima energia tramite un processo chiamato fissione che consiste nella separazione del nucleo dell'atomo in parti più piccole e che può essere indotto artificialmente.
L'uranio è relativamente abbondante e ha costi piuttosto bassi; la fissione inoltre non produce gas serra.
Altri Paesi, tra cui l'Italia, non ospitano invece impianti nucleari; questa decisione è stata presa a maggioranza dai cittadini italiani nel novembre del 1987 in seguito a un referendum, anche se di recente si è riparlato della possibilità di tornare a produrre energia grazie al nucleare. Chi si oppone all'insediamento di centrali nucleari sostiene che i vantaggi sono minori dei rischi che riguardano da una parte la sicurezza delle centrali, dall'altra i rischi ambientali connessi al processo di smaltimento delle scorie .
Il problema della gestione delle scorie è complesso. Al giorno d'oggi esistono sistemi di stoccaggio sicuri che permettono di trattenere i rifiuti della lavorazione dell'uranio per moltissimi anni senza contaminazione dell'ambiente circostante. Il loro impiego è però molto costoso; inoltre è possibile che organizzazioni criminali si infiltrino nella filiera produttiva dell'energia nucleare per aggiudicarsi i lavori di smaltimento a prezzi elevati, per poi dirottare le scorie verso i Paesi poveri o aree poco sviluppate dei Paesi ricchi, avvelenando il suolo e mettendo a grave rischio la salute della popolazione.