Concetti Chiave
- La Cina è il principale Paese produttore di pesce, con la maggior parte destinata al consumo interno.
- Il Giappone è il leader nel consumo pro capite di pesce, seguito da Stati Uniti, Indonesia e Cina.
- Nei Paesi in via di sviluppo, la pesca di autoconsumo è fondamentale per l'apporto proteico, mentre nei Paesi sviluppati prevale la pesca commerciale.
- Il crescente consumo mondiale di pesce minaccia la sopravvivenza delle specie, spingendo verso l'allevamento invece della pesca di animali selvatici.
- L'acquacoltura è in espansione come alternativa sostenibile alla pesca intensiva, limitando l'impatto sulle popolazioni marine naturali.
La pesca e l'acquacoltura
La Cina è il Paese nel quale viene pescata la maggior quantità di pesce, destinato al consumo interno: seguono Perù, India, Stati Uniti, Indonesia e Giappone.
Riguardo al consumo è invece il Giappone il Paese in cui si mangia a testa più pesce in un anno, seguito da Stati Uniti, Indonesia e Cina.
La pesca di autoconsumo costituisce la principale fonte di proteine in molti Paesi in via di sviluppo, mentre nei Paesi sviluppati prevale la pesca a scopo commerciale, praticata utilizzando flotte di pescherecci sui quali il prodotto viene lavorato e congelato.
Il consumo mondiale di pesce sta crescendo in tale misura da mettere a rischio la sopravvivenza di molte specie. Per ovviare a questo problema si pensa di non destinare al consumo gli animali che vivono allo stato naturale portando sui mercati esclusivamente pesci, molluschi e crostacei allevati, così come stanno facendo il Giappone e molti Stati europei. La pesca intensiva produce effetti dannosi per la fauna marina. Nel nord Atlantico la popolazione di merluzzi e sogliole è al limnite dello sfruttamento. Sta diffondendosi anche l'acquacoltura, cioè l'allevamento in fasce costiere, lagunari e paludose ben delimitate.