Concetti Chiave
- Nel meccanicismo del Settecento, vi era una disputa tra i seguaci di Cartesio e Leibniz sulla conservazione della quantità di moto e della forza viva.
- I leibniziani prevalsero, affermando il principio della conservazione della forza viva come fondamentale nella meccanica.
- Nel XIX secolo si evidenziò l'urgenza di comprendere l'unità dei fenomeni naturali attraverso nuove scoperte sperimentali.
- Scoperte come quelle di Oersted e Faraday rivelarono connessioni tra elettricità, magnetismo e movimento, espandendo le conoscenze sui fenomeni di conversione.
- Le ricerche di Faraday sull'elettrolisi sottolinearono l'interazione tra chimica ed elettricità, suggerendo un principio unificatore dei fenomeni naturali.
Nel meccanicismo questa questione si era presentata come ricerca di una quantità meccanica che rimanesse inalterata nel corso del movimento della grande macchina dell'universo. Nel Settecento vi era stata una lunga disputa tra i seguaci di Cartesio, secondo i quali in ogni mutamento naturale si conserva la quantità di moto (prodotto della massa per la velocità), e i partigiani di Leibniz, per i quali invece si conserva la forza viva (prodotto della massa per il quadrato della velocità).
Nella disputa avevano prevalso i leibniziani e il principio di conservazione della forza viva era stato affermato come principio generale della meccanica da Jean Bernoulli attorno alla metà del Settecento.
I fenorneni di conversione
Il problema dell'unità dei fenomeni naturali si pose con particolare urgenza a partire dal terzo decennio del XIX secolo, a seguito di una serie di scoperte sperimentali che misero in luce l'esistenza di connessioni e di trasformazioni reciproche tra settori apparentemente distinti dell'esperienza. Queste scoperte rivelarono nuovi fenomeni di con-versione, che vennero ad aggiungersi a quelli già noti da tempo (la produzione del calore da parte della luce e del movimento, quella dell'elettricità da parte del movimento per strofinio, quella del movimento da parte dell'azione magnetica, quella della luce e del calore dall'elettricità). Se all'inizio del secolo la pila di Volta aveva rivelato come si potessero ottenere effetti elettrici da processi chimici, dopo il 1820 le scoperte di Oersted (relative all'azione di una corrente elettrica su una calamita) e di Faraday (riguardanti il fenomeno dell'induzione di una corrente elettrica per mezzo del movimento di un magnete) rivelarono inaspettati nessi tra elettricità, magnetismo e movimento. Lo stesso Faraday, con le sue ricerche sull'elettrolisi, mise in rilievo gli effetti chimici della corrente elettrica. Queste indagini formarono una nuova rete di connessioni fra parti apparentemente distinte della scienza, e suggerirono la possibilità di cogliere la totalità dei fenomeni secondo un solo principio unificatore.Domande da interrogazione
- Qual era la disputa principale nel meccanicismo del Settecento?
- Quali scoperte sperimentali del XIX secolo hanno evidenziato connessioni tra fenomeni naturali?
- Qual è stato l'impatto delle ricerche di Faraday sull'elettrolisi?
La disputa principale riguardava la conservazione della quantità di moto, sostenuta dai seguaci di Cartesio, contro la conservazione della forza viva, sostenuta dai partigiani di Leibniz. Alla fine, prevalsero i leibniziani con il principio di conservazione della forza viva.
Le scoperte di Oersted e Faraday hanno rivelato connessioni tra elettricità, magnetismo e movimento, mentre la pila di Volta ha mostrato effetti elettrici da processi chimici. Queste scoperte hanno evidenziato nuove connessioni tra settori distinti dell'esperienza.
Le ricerche di Faraday sull'elettrolisi hanno messo in rilievo gli effetti chimici della corrente elettrica, contribuendo a formare una nuova rete di connessioni tra parti apparentemente distinte della scienza e suggerendo un principio unificatore per comprendere la totalità dei fenomeni.