Concetti Chiave
- Spinoza critica Cartesio per la sua definizione incoerente di sostanza, sostenendo che la vera sostanza è unica, increata, eterna e tutto esiste all'interno di Dio.
- La felicità per Spinoza è la consapevolezza della dignità della propria vita, raggiungibile attraverso una conoscenza adeguata e chiara delle connessioni universali.
- Il pensiero di Spinoza è monistico, considerando tutto derivato da un unico principio, Dio, con una visione panteista che nega la degradazione e il tempo.
- L'etica di Spinoza guida alla felicità tramite la comprensione della necessità universale, dove la libertà è intesa come comprensione e condivisione di questa necessità.
- Spinoza vede lo Stato come un sistema che non deve negare i diritti individuali ma coordinarli, promuovendo la libertà di pensiero come fonte di progresso e consapevolezza sociale.
Indice
- L'influenza di Cartesio su Spinoza
- La definizione di sostanza secondo Spinoza
- La visione panteista di Spinoza
- La critica di Spinoza alla visione antropomorfa di Dio
- I gradi della conoscenza secondo Spinoza
- L'etica e la felicità in Spinoza
- La libertà e le passioni
- Lo stato e la religione secondo Spinoza
L'influenza di Cartesio su Spinoza
Parte da un'idea di Cartesio. è un personaggio singolare. Spinoza non ha avuto una vita facile, perché ha manifestato la più ostinata libertà di pensiero, andando verso dove il suo pensiero lo conduceva.
La sua famiglia di ebrei aveva dovuto abbandonare la Spagna e si erano rifugiati in olanda.
La felicità è consapevolezza che la propria vita è degna di essere vissuta.
La felicità è qualcosa di stabile e non dipende da qualcosa di esterno. La vita è qualcosa di degno.
L'Etica è la costruzione della felicità.
Spinoza segue la linea aperta da Cartesio.
Rimprovera a Cartesio una cattiva deduzione.
La definizione di sostanza secondo Spinoza
Parte dalla definizione di sostanza (dicesi sostanza ciò che è per se e in se concepito) e ponendosi nella stessa linea deduttiva di cartesio rimprovera a Cartesio una deduzione incoerente la sostanza (è ciò che non dipende se non da se stesso definizione di sostanza di cartesio).
Ciò che non dipende da nulla se non da se stesso è Dio
Ma perche chiama sostanza le due res dal momento che hanno bisogno del atto creativo di Dio? Cartesio è consapevole di ciò e quando le introduce dice che le chiama sostanze perchè non hanno bisogno che di Dio per esistere.
Spinoza che questo ragionamento di Cartesio sia debole e incoerente.
Parte dalla definizione di sostanza e ne trae una serie di attributi.
La sostanza è increata: perchè se fosse creata dipenderebbe da qualcos altro che la crea
La sostanza è eterna: perchè se non fossero eterne dovrebbero avere un inizio e sarebbe una causa da cui dipendere
La sostanza è finita: perchè se è finita vuol dire che è limitata e se avesse dei limiti dipenderebbe da qualcosa.
La visione panteista di Spinoza
La sostanza è unica: perchè se non fosse l'unica dipenderebbe dall'altra. Ma se la sostanza è una tutto ciò che esiste è interno alla sostanza, perchè se fosse fuori sarebbe in contraddizione con l'unicità della sostanza. Tutto ciò che esiste esiste in Dio, visione panteista.
è ancora meglio acosmismo: il miondo non può essere pensato da solo deve essere condotto ad un insieme più grande che è Dio.
Dio contiene il mondo e non coincide solo con il mondo, Dio è molto di più.
La visione era organistica cioè si fondava sul SINOLO, la cui spiegazione è data dalla forma. Non è importante il riferimento al resto ogni individuo si spiega da solo.
Nella fisica che è venuta a maturare con la scienza si è fondata la visione di tipo meccanicistico. Quindi si fa strada nel pensiero moderno il concetto di sistema.
Per capire la singola stella noi dobbiamo capire la legge del sistema. Ogni cosa va spiegata all'interno del complesso di cui fa parte. Il sinolo fa parte di un sistema se viene tolto il sistema va in crisi. Questa è una visione sia metafisica che conoscitiva. Per conoscere qualcosa devo conoscere la regola del sistema di cui fa parte. per capire ogni cosa dobbiamo capire il sistema di cui fa parte, ma noi non possiamo vedere un singolo individuo in tutto il sistema, perciò alcuni avvenimenti ci sembrano negativi perchè non riusciamo a vedere un singolo individuo in un intero sistema.
Secondo spinoza tutto è bene, non esite il male, un nostro limite ci fa vedere il male dove non c'è il bene.
L'estensione(res estensa) che riguarda la materia è una connessione di tipo fisico.
Il pensiero (res cogitas) è un altro tipo di connessione.
Ogni pensiero è frutto di collegamenti con altri pensieri.
Spinoza è un razionalista pensa che la conoscenza derivi da un'opera della mente (conoscenza deduttiva). Anche il pensiero è una connessione di atti logici.
Ogni connessione la chiama attributo di Dio, perchè è dentro di se.
Ciascuno di essi è una connessione infinita di elementi finiti, ogni elemento si chiama modo.
Noi che siamo una mente finita vediamo solo due connessioni: estensione e modo, ma Dio non ha solo questi 2 atrributi, ma dio contiene in se infiniti attributi infiniti a sua volta. Ed è in dio che questi si connettono. Dio è connessio di connessione. Ogni connessione è una sorta di declinazione.
I due attributi che concepiamo sono il penisero e connessione
Dio è connessione di connessione. Tra il pensiero e la realt´la conoscenza attinge da se stessa.
La critica di Spinoza alla visione antropomorfa di Dio
Vi è una critica alla visione antropomorfa di Dio. è una visone finalistica perchè un dio A PERSONA è un Dio finalistico.
Secondo Spinoza un dio che agisce finalisticamente è un dio imperfetto. Il concetto di connessione non è un concetto meccanicistico. Dio non è persona Dio non crea liberamente il mondo. Dio è necessità. Noi tendiamo a pensare e ad agire finalisticamente, cioè per uno scopo. Peccando di antropocentrismo finiamo per attribuire a Dio caratteristiche che sono tutte nostre (come agire secondo fine, scopo). Chi agisce secondo obiettivi non può essere perfetto. se qualcono deve raggiungere qualcosa di cui si sente privo deve agire secondo fini, secondo necessità.
Cartesio pensa che dio sia la bontà della realtà e la realtà non ci sembra degna è perchè noi non riusciamo a vedere l'insieme.
Spinoza critica fino in fondo questa visione antropomorfa di Dio.
In che modo le varie cose derivano da Dio?
La visione è una visione monistica (cioè esiste un unico principio). Tutto è fatto dello stesso tessuto. Nel principio monistico di Dio si riteneva che le cose fossero a un livello di degradazione.In Spinoza ogni cosa è all'interno di Dio non ne rappresenta una degradazione. In Dio non vi è tempo la degradazione richiede tempo. tutto va pensato nel contesto di tutto--->è una perfezione in atto
In che modo dal principio tutto deriva. è come se dio fosse una formula e tutto ciò che esiste ne fosse una degradazione.
La realtà è l'esplicitarsi di Dio. Nel sistema spinoziano nulla viene a caso. Non vi è assolutamente il caso non vi è l'imperfezione vi è un fondamentale ottimismo metafisico.
Conoscenza per Spinoza.
I gradi della conoscenza secondo Spinoza
Per spinoza i gradi della conoscenza sono 3:
1)Leggere le cose in maniera sconessa, dove noi vediamo l'ultimo anello della concatenazione, ma non siamo in grado di cogliere la legge. è un'idea inadeguata perchè è sconessa parziale. L'errore nasce da ciò perchè ha una natura negativa perchè nasce da una mancanza, cioè in questo caso la mancanza di collegamento tra una cosa e l'altra.
2) Coglie la verità nella connesione. é costituito da idee adeguate, chiare, distinte, conesse. il nostro pensiero è collegato a tutta una serie di pensieri e io sono in grado di cogliere la legge del collegamento.
3) Coglie un pensiero all'interno di Dio, quindi infinite connessioni. è solo quì che una cosa è spiegata fino in fondo. Non posso capire perchè quella cosa è bene assoluto. questo è un grado mistico. Quando l'uomo riesce di un'esperienza eccezzionale l'uomo può spogliarsi dei suoi limiti e può provare l'ebbrezza di essere in collegamento con Dio: è UN MOMENTO MISTICO. La felicità è l'assoluta consapevolezza della felicità. Conoscere vuol dire cogliere la perfezione.
L'Etica
L'etica e la felicità in Spinoza
Tutta l'opera di Spinoza si chiama etica. Il motivo per cui si chiama etica è condurre l'uomo alla felicità, alla felicità conduce la conoscenza perché è ciò che accompagna la vita degna di essere vissuta. Cogliersi come collegati al sistema significa essere felici. Non si tratta di fare o non fare qualcosa. Io sento la mia vita degna quando compio il terzo gradino di conoscenza.
Ilare vuol dire ridente, perciò ci da proprio l'idea di qualcuno che ha spostato la sua dimensione da se stesso al ridente. Ilare è la gioconda.
Spinoza in fondo non si è mai allontanato dal tema della felicità. La felicità non sta in tutto ciò che ti rende dipendente. Nel massimo di felicità sta anche il massimo di libertà. Non è libero chi viene guidato da motivi confusi.
Se io capisco il perchè della mia esistenza, la mia esistenza non mi sembra come una forzatura. Tutto è necessario, ma è una necessità che ha senso e non mi sento forzato. In questo senso nel sistema di Spinoza non c'è nulla di vagabondo. Il massimo di necessità è anche il massimo di desiderabilità. Chi si fa trascinare da qualcosa in realtà non sceglie. Ciò che è assolutamente necessario è anche libero. La coincidenza è tra la volontà, la ragione e la realtà.
l'uomo non agisce solo con la ragione, ma anche con le passioni. se tutto è perfetto lo sforzo è quello di auto conservazione, perché la tendenza sarà quella di mantenere la perfezione.
In questo Spinoza non di ce nulla di diverso da Cartesio. Vi sono 2 tipi di situazioni:
situazioni che presentano una conferma ci attireranno
situazioni che presentano una minaccia non ci attireranno.
Ogni volta che confermo me stesso canto le lodi a Dio. Sottolineo la diserabilità del mio esistere.
La mente si chiama volontà. Quando si riferisce a mente e corpo insieme si chiama appetito. Se questo appetito che coinvolge mente e corpo (che sono in sintonia) è consapevole si chiama Cupidità (cupiditas).
La laetitia e la Tristitia sono 2 emozioni fondamentali.
Laetitia: affetto Maggiore perfezione
Tristezza:minore perfezione
Non esiste una perfezione minore e una perfezione maggiore. La perfezione maggiore o minore si collega al livello di consapevolezza che abbiamo.
è sempre la consapevolezza della cosa a fare la cosa. è il livello di consapevolezza che cambia non la realtà.
Il bene e male non sono assoluti.
Il bene è ciò che conferma il nostro essere
Il male è ciò che danneggia il nostro essere.
Quando agiamo per passione agiamo per una spinta meccanica (attrazione, repulsione).
Idee inadeguate: sono quelle che colgono solo l'ultimo anello della concatenazione.
Quando siamo presi da passioni ci facciamo cogliere da idee inadeguate o parziali.
(L'amore è una laetitia che viene da una causa esterna
L'odio è una tristezza (percezione di nocività) accompagnata dall'idea di una causa esterna.
La propensione: non è nata per essere causa di felicità, ma comunque giova per rendermi felice
L'avversione: è tristezza non è nata per minacciarmi, ma comunque io mi sento minacciata
Devozione: è amore verso colui che ammiriamo, quindi giova al nostro essere, perchè ne riceve un modello.
Irrisione: è l'odio più disprezzo
Disperazione: è tristezza nata da una cosa futura o passata su cui non c'è dubbio.)
La libertà e le passioni
C'è una sorta di meccanicismo delle passioni, però noi abbiamo la capacità di non subire solo le passioni, ma anche di condividerlo. Qui c'è il passaggio dalla costrizione alla libertà. La libertà non è libero arbitrio (capacità di scegliere in una scelta che mi sembra indifferente). La libertà come libero arbitrio è una libertà ben povera. La nostra libertà sta nella necessità di condividere. Io ho 2 modi per avere la libertà :
subirla: ma non è più una libertà
Farla mia: la rendo una libertà
Nel momento in cui capisco questo perfezione in quel momento sono libero. Infelice è l'uomo che subisce gli eventi senza coglierne il senso profondo.
C'è una concatenazione di cause che mi portano a desiderare una passione. Noi non riusciamo a vedere le concatenazioni che sono a monte. Si possono subire passivamente gli eventi della nostra vita, oppure cercare di concepire.
Il male non c'è è un'idea sconnessa.
C'è un nesso tra l'etica e la conoscenza. L'etica guidata dalle passioni che sono comunque positive, perchè tendono ad autoconservarci, però agire secondo le passioni implica di agire al primo stadio della conoscenza.
Lo stato e la religione secondo Spinoza
Secondo Spinoza c'è uno stato di natura secondo cui ciascuno si comporta secondo una tendenza fisica. Lo stato di natura genera una situazioni di guerra. Occorre fare sistema: guardare se stessi in un sistema sociale, dove gli uomini agiscono alla base di un diritto comune e di un accordo fondamentale tra gli uomini. Lo stato non deve negare i diritti degli individui, ma semplicemente coordinarlo. Ogni individuo fa parte di un sistema e sottomettersi alle leggi di uno stato, se l'uomo ne riconosce la ragione, non vive quelle leggi come costrittive. Lo stato è uno stato negativo quando non organizza la convivenza dei cittadini, ma abusa.
La religione è uno strumento per indurre obbedienza, quando invece il comportamento dovrebbe essere indicato dalla libertà. La Bibbia ha fini fondati su un timore di Dio, non ha scopi conoscitivi. Solo la conoscenza è generatrice di virtù. La religione è fatta per coloro che non sono in grado di elevarsi alla conoscenza
Lo stato non deve ostacolare o impedire la libertà di pensiero. La libertà del singolo non può che essere positiva per uno stato. Un pensiero ben guidato e libero non diventerà mai un pensiero arcaico. Lo stato deve mantenere se stesso in una situazione di maggiore consapevolezza.
Quello di Spinoza è un ottimismo integrale dove il male non esiste. è un sistema dove tutto è necessario (Einstein non è superiore allo scemo del villaggio). L'uomo non è più dell'animale, del vegetale.
Domande da interrogazione
- Qual è la visione di Spinoza sulla felicità?
- Come Spinoza critica la concezione di sostanza di Cartesio?
- Qual è la concezione di Dio secondo Spinoza?
- Come Spinoza definisce i gradi della conoscenza?
- Qual è la posizione di Spinoza sulla libertà di pensiero e sullo stato?
Spinoza vede la felicità come la consapevolezza che la propria vita è degna di essere vissuta, una condizione stabile che non dipende da fattori esterni.
Spinoza critica Cartesio per la sua deduzione incoerente della sostanza, sostenendo che la sostanza è ciò che non dipende da nulla se non da se stessa, e quindi solo Dio può essere considerato tale.
Spinoza concepisce Dio come una connessione infinita di attributi, un'entità che contiene tutto e non coincide solo con il mondo, ma è molto di più.
Spinoza identifica tre gradi di conoscenza: la conoscenza inadeguata e sconnessa, la conoscenza adeguata e connessa, e la conoscenza mistica che coglie le connessioni infinite in Dio.
Spinoza sostiene che lo stato non dovrebbe ostacolare la libertà di pensiero, poiché un pensiero libero e ben guidato è positivo per lo stato e contribuisce a una maggiore consapevolezza.