Concetti Chiave
- L'etica di Herbert Spencer si basa sull'utilitarismo, che collega la bontà di un'azione al suo contributo al benessere sociale e al bene comune.
- Spencer sostiene che l'utilitarismo è ideale per una società evoluta, ma le società meno avanzate devono adottare una morale relativa adattata alle loro condizioni specifiche.
- Jeremy Bentham e John Stuart Mill supportano l'utilitarismo, promuovendo l'intervento statale per proteggere i più deboli e migliorare il bene comune.
- La morale relativa, secondo Spencer, giustifica azioni altrimenti dannose, come il mantenimento di eserciti, in società non ancora evolute.
- Henry Sidgwick critica la distinzione tra morale assoluta e relativa, considerandola ambigua e inefficace nel derivare norme etiche pratiche.
In questo appunto di filosofia viene descritta molto dettagliatamente quella che è l'etica di Herbert Spencer. Vengono descritti i principali assunti del suo celebre pensiero filosofico. Si descrivono anche i principali assunti del cosiddetto utilitarismo, per cui una determinata azione umana può essere utile quando ovviamente conduce al benessere sociale e di conseguenza conduce ad un accrescimento del bene comune. Sono nelle linee generali anche esposte le critiche al pensiero filosofico di Herbert Spencer, così come anche al pensiero utilitaristico. Si descrivono anche alcuni principi del pensiero filosofico del celebre filosofo Bentham.
Concezione etica di Bentham e Spencer
Bentham (fondamentalmente illuminista) e Mill (positivista) condividono una concezione etica chiamata utilitarismo, concezioni secondo la quale un'azione umana è buona quando è utile per il benessere sociale, quando accresce il bene comune. Il bene coincide con il socialmente utile. Bentham aveva introdotto l'utilitarismo contro il liberismo (cioè la dottrina che sostiene che lo Stato non deve intervenire nell'economia): credeva che lo Stato dovesse intervenire per tutelare e proteggere i più deboli.
Se uno nega il liberismo, lo Stato deve fare leggi per correggere ispirandosi a un criterio di utilitarismo (aumento del bene comune). Quando Spencer scrive i principi dell'etica sostiene che l'utilitarismo in astratto è il sistema migliore per un società evoluta. Secondo Spencer l'evoluzione è graduale e solo ad uno stadio avanzato dell'evoluzione si può pensare che gli uomini convivano seguendo le regole dell'utilitarismo. Nella seconda metà dell'800 (quindi in una società poco evoluta) la società deve usare una morale relativa o provvisoria.
Esempio: la guerra, gli eserciti sono una cosa dannosa e inutile (consumano risorse, comportano spese molto alte) ma nella sua società, se l'Inghilterra non avesse un esercito verrebbe distrutta, oppure non potrebbe mantenere un impero coloniale, quindi è moralmente utile spendere per la guerra, nell'ambito della morale relativa. In una società evoluta i Paesi non avranno più eserciti.
Quindi l'utilitarismo sarà applicato in futuro ad una società evoluta. Si devono perciò porre delle regole della morale relativa. Le regole della morale relativa si stabiliscono adattando quelle della morale utilitaristica alle particolari condizioni di tempo e di luogo.
Critiche di Sidgwick alla morale
Henry Sidgwick, il più grande moralista inglese dell'ottocento, autore dei Metodi dell'etica, accusava la distinzione tra morale assoluta e relativa di essere ambigua e che il metodo di ricavare le norme della morale provvisoria da quelle della morale assoluta non funzionava.
Domande da interrogazione
- Qual è il concetto principale dell'etica di Herbert Spencer?
- Quali sono le critiche principali al pensiero di Spencer e all'utilitarismo?
- Come si differenzia l'approccio di Bentham rispetto al liberismo?
L'etica di Herbert Spencer si basa sull'utilitarismo, che sostiene che un'azione è buona quando è utile per il benessere sociale e accresce il bene comune. Spencer ritiene che l'utilitarismo sia il sistema migliore per una società evoluta, ma che in una società meno evoluta si debba applicare una morale relativa.
Henry Sidgwick critica la distinzione tra morale assoluta e relativa di Spencer, definendola ambigua. Inoltre, sostiene che il metodo di derivare le norme della morale provvisoria da quelle della morale assoluta non sia efficace.
Bentham si oppone al liberismo, che sostiene la non interferenza dello Stato nell'economia, e crede che lo Stato debba intervenire per proteggere i più deboli, ispirandosi a un criterio di utilitarismo per aumentare il bene comune.