beatriceinnaro
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Concetti Chiave

  • Schopenhauer condanna il suicidio perché non libera dalla volontà di vivere, ma nega solo la vita fisica.
  • L'arte offre una via di liberazione temporanea dal dolore, permettendo di contemplare idee ideali e distaccarsi dalla realtà.
  • La morale, basata su compassione e giustizia, supera l'egoismo ma non elimina il dolore legato alla volontà di vivere.
  • L'ascesi è la via finale che estirpa il desiderio di esistere, portando alla libertà autentica attraverso la rinuncia materiale.
  • Il nirvana, o noluntas, rappresenta l'annullamento del volere, permettendo di raggiungere una vera quiete e negazione del mondo.

Indice

  1. Il dilemma del suicidio
  2. Le vie di liberazione
  3. L'arte come via di fuga
  4. La morale e la compassione
  5. L'ascesi e il nirvana

Il dilemma del suicidio

Poiché l’esistenza di Schopenhauer è sostanzialmente dolore, la soluzione più logica sarebbe quella di un “suicidio universale”. Ma il filosofo condanna il suicidio, in quanto non è un rifiuto, una liberazione dalla volontà, ma un’affermazione di essa stessa (invece che negare la volontà, egli nega la vita e si libera dal corpo).

Inoltre, il suicidio sopprime solo una delle tante manifestazioni fenomeniche della volontà di vivere, lasciando intatta la stessa volontà che, pur morendo in un individuo, rinasce in mille altri.

Le vie di liberazione

La vera risposta al dolore dell’esistenza non consiste nell’eliminazione di una o più vite, ma nella liberazione dalla volontà di vivere stessa. Schopenhauer individua tre vie di liberazione dal dolore:

L'arte come via di fuga

-L’arte: l’arte, come sosteneva Kant nella Critica del giudizio, è la conoscenza libera e disinteressata, che permette di sollevare lo sguardo dal mondo fenomenico, rivolgendolo alle idee, ai modelli ideali ed eterni delle cose. Attraverso la contemplazione delle idee, quindi, l’arte consente all’individuo di estraniarsi dai bisogna e dai desideri quotidiani, staccandosi dalla realtà (l’uomo non vive la vita ma la contempla, elevandosi al di sopra della volontà e del dolore). Le arti sono organizzate gerarchicamente, dall’architettura (livello più basso = volontà si manifesta nella materia inorganica), alla scultura, alla pittura, alla poesia e infine alla musica (immediata rivelazione della volontà, non riproduce le idee mimeticamente). L’arte ha però un carattere temporaneo e parziale, non definitivo (conforto alla vita).

La morale e la compassione

-La morale: la morale è per Schopenhauer, non è un imperativo categorico fondato sulla scelta della ragione sull’istinto (Kant), ma nasce da un superamento dell’egoismo e da un sentimento di compassione e pietà (Hume) nei confronti del prossimo, tramite il quale avvertiamo come nostre le sofferenze degli altri e ne condividiamo i dolori. Essa si concretizza in due virtù: la giustizia, che consiste nel non fare il male e riconoscere all’altro ciò che riconosciamo a noi stessi (lato negativo); e la carità, la volontà positiva e attiva di agire per gli altri e fare del bene al prossimo. La morale, però, rimane lo stesso all’interno della vita, presupponendo un attaccamento ad essa, in quanto ci si libera dall’egoismo ma non dal dolore connesso alla volontà.

L'ascesi e il nirvana

-L’ascesi: l’ascesi è l’ultima via di liberazione dal dolore, che nasce dall’orrore dell’uomo per l’essere di cui egli stesso è manifestazione (volontà). Essa è quindi l’esperienza attraverso la quale l’individuo tenta di estirpare il desiderio di esistere, godere e volere, tramite la castità, l’umiltà, il digiuno, la povertà, il sacrificio e l’automacerazione. La rinuncia alla dimensione materiale e corporea, legata alla volontà, provoca la morte del corpo e, quindi, della volontà di vivere (vinta completamente in un solo individuo perirebbe tutta poiché è una sola). Vinta la dimensione materiale l’uomo diviene autenticamente libero.

Raggiunta l’ascesi con le pratiche ascetiche, il cammino per la salvezza giunge al nirvana, che Schopenhauer identifica con la noluntas, l’annullamento del volere (essenza profonda del mondo), che permette di sperimentare il nulla (nulla relativo al mondo, una negazione del mondo stesso che consente di trovare l’autentica quiete).

Domande da interrogazione

  1. Qual è la posizione di Schopenhauer sul suicidio come soluzione al dolore dell'esistenza?
  2. Schopenhauer condanna il suicidio perché non rappresenta una vera liberazione dalla volontà di vivere, ma piuttosto un'affermazione di essa, eliminando solo una manifestazione fenomenica della volontà.

  3. In che modo l'arte contribuisce alla liberazione dal dolore secondo Schopenhauer?
  4. L'arte permette di sollevarsi dal mondo fenomenico e contemplare le idee eterne, estraniandosi dai bisogni quotidiani e staccandosi dalla realtà, offrendo un conforto temporaneo e parziale.

  5. Come si manifesta la morale nella filosofia di Schopenhauer?
  6. La morale si manifesta attraverso il superamento dell'egoismo e un sentimento di compassione, concretizzandosi nelle virtù della giustizia e della carità, pur rimanendo legata alla vita e al dolore.

  7. Qual è il ruolo dell'ascesi nella liberazione dal dolore?
  8. L'ascesi è l'ultima via di liberazione, che implica il rifiuto del desiderio di esistere e godere, attraverso pratiche come la castità e il digiuno, portando alla morte della volontà di vivere e alla libertà autentica.

  9. Cosa rappresenta il nirvana nella filosofia di Schopenhauer?
  10. Il nirvana è identificato con la noluntas, l'annullamento del volere, che consente di sperimentare il nulla relativo al mondo e trovare l'autentica quiete.

Domande e risposte

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