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Concetti Chiave

  • Kant distingue tra mondo fenomenico deterministico, noto alla scienza, e mondo noumenico finalistico, postulato dall'etica, evidenziando la tensione tra conoscenza scientifica e libertà morale.
  • La Critica del Giudizio analizza i giudizi riflettenti, studiando il sentimento come esperienza autonoma che non sintetizza le altre due critiche ma permette l'incontro tra fenomenico e noumenico.
  • I giudizi estetici riflettenti si dividono in giudizi estetici e teleologici, entrambi a priori, interpretando la natura secondo esigenze universali di finalità e armonia.
  • La bellezza è definita come piacere senza interesse, universale, frutto di un libero gioco di armonie formali, e non può essere spiegata con concetti razionali o schemi precisi.
  • Kant distingue tra piacere sensoriale empirico e piacere estetico puro, con l'arte bella derivante dal genio, non legata a canoni rigidi, e il sublime che evoca grandezza e impotenza.

Critica della Ragion Pura: (mondo fenomenico e deterministico “conosciuto” dalla scienza).
• Realtà in termini meccanicistici.
• Natura appare come una struttura causale e necessaria (non c’è posto per la libertà umana).

Critica della Ragion Pratica: (mondo noumenico e finalistico “postulato” dall’etica)
• Realtà in termini indeterministici e finalistici.
• Si postulano, come condizioni della morale, la libertà dell’uomo e l’esistenza di Dio.

• Critica del Giudizio: (analisi dei giudizi riflettenti).
• In essa Kant studia il sentimento, come nella Critica della Ragion Pura aveva studiato la conoscenza e nella Critica della Ragion Pratica la morale.
• Sentimento:
• Terza facoltà secondo Kant e un campo di attività autonoma.
• È la facoltà mediante cui l’uomo fa esperienza di quella finalità del reale esclusa dalla Critica della Ragion Pura e postulata dalla Critica della Ragion Pratica.
*Attenzione: il sentimento e la Critica del Giudizio non fanno da sintesi (superamento) alle altre due critiche.
• Il sentimento è, secondo Kant, una esigenza umana (no valore conoscitivo e teorico).
• Permette, nel soggetto, l’incontro (non la conciliazione) tra i due mondi (fenomenico e noumenico).

• Giudizi determinati: giudizi conoscitivi e scientifici studiati nella critica della ragion pura.
• Determinano gli oggetti fenomenici con forme a priori universali (spazio, tempo, categorie).
• Giudizi sentimentali: costituiscono il campo dei giudizi riflettenti.
• Interpretano la natura, mediante i giudizi determinati, attraverso le nostre esigenze universali di finalità ed armonia.
• Giudizio (con la maiuscola), come facoltà intermedia tra intelletto e ragione, tra conoscenza e morale.
• Organo dei giudizi riflettenti.
• Giudizi riflettenti divisi in: 1) estetico, che verte sulla bellezza; 2) teleologico*, riguardo i fini della natura.
• Entrambi sono giudizi sentimentali puri, ossia derivanti a priori dalla nostra mente.

* Nel giudizio teleologico, la finalità non è un dato verificabile, ma solo un nostro modo di vedere il reale.

Analisi del bello
Estetica assume il significato di “dottrina dell’arte e della bellezza”.
• Quattro definizioni di bellezza:
• 1) Secondo la qualità: il bello è l’oggetto di un piacere senza alcun interesse.
• Non serve sapere l’utilità dell’oggetto, ma soltanto che la semplice rappresentazione dell’oggetto è accompagnata in me da piacere.
• 2) Secondo la quantità: ciò che piace universalmente senza concetto (senza spazio, tempo o categorie).


• Il bello non deve rifarsi ad un ragionamento o ad una serie di concetti.
• 3) Secondo la relazione: la bellezza è un libero gioco di armonie formali che non rimanda a concetti precisi e non risulta imprigionabile in schemi conoscitivi.
• 4) Secondo la modalità: ciò che senza concetto è riconosciuto come oggetto di un piacere necessario.
• Il giudizio estetico deve essere universale (pretesa di universalità).
• Il bello è qualcosa che tutti percepiscono intuitivamente ma che nessuno riesce a spiegare intellettualmente.
• Non essendoci principi razionali del gusto o ideali rigidi di bellezza, l’educazione alla bellezza non può avere manuale tecnico.

• Sofisti: bellezza relativa, soggettiva, dovuta ad una serie di convinzioni attribuite ad un gruppo di appartenenza.
• Senofane: gli uomini scolpiscono gli Dei secondo il loro aspetto fisico.
• Platone: 1) Imitazione, ente imita l’idea di uomo; 2) Partecipazione, ogni ente è parte rispetto all’idea.
• Aspetto formale (Aristotele): bellezza data dalla composizione delle parti costitutive che danno armonia.
• Oggettività: neoclassicismo, 1700, è bello in sé (intelletto formalizza le caratteristiche dell’oggetto, che sono già esistenti).

• Kant distingue il piacevole (ciò che piace ai sensi) dal piacere estetico.
• Il piacevole si basa su giudizi estetici empirici, scaturiti dai sensi.
• Il piacere estetico si basa invece su giudizi estetici puri, scaturiti dalla semplice contemplazione della forma dell’oggetto.

• Il bello ha una forma unitaria ed autonoma (compostezza formale).
• Il sublime è inquietante (uomo piccolo ed impotente di fronte alla forza della natura).
• Diviso in: 1) sublime matematico, qualcosa di smisuratamente grande; 2) sublime dinamico, strapotenti forze naturali.
• Proviamo dispiacere-piacere (grandezza-elevarsi verso infinito, grandezza spirituale), impotenza-potenza.
• L’intelletto non comprende i fenomeni rispetto alla sensibilitàla ragione ci fa elevare al di sopra di questi fenomeni.
• L’arte bella deriva dal genio.
• Legato ad artisti non scolastici, quindi non legati a canoni e non riproducesti forme già stabilite.
• Impossibilità di mostrare scientificamente la sua produzione.
Universalità del giudizio di gusto
• Se il giudizio di gusto non si basa su concetti (non è giudizio di conoscenza), si basa sulla facoltà del Giudizio, comune ad ogni uomo.
• Il bello non è una proprietà oggettiva, ma è qualcosa che nasce solo per la mente e in rapporto alla mente.

• Critica agli empiristi: la bellezza non deriva dai sensi, ma da giudizi estetici a priori.
• Critica al razionalismo estetico: conoscenza confusa, data dalla perfezione formale degli oggetti.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo del sentimento nella "Critica del Giudizio" di Kant?
  2. Nella "Critica del Giudizio", Kant esplora il sentimento come una facoltà autonoma che permette all'uomo di fare esperienza della finalità del reale, esclusa dalla "Critica della Ragion Pura" e postulata dalla "Critica della Ragion Pratica". Il sentimento non ha valore conoscitivo e teorico, ma consente l'incontro tra i mondi fenomenico e noumenico.

  3. Come Kant definisce la bellezza nella sua analisi estetica?
  4. Kant definisce la bellezza attraverso quattro aspetti: qualità (piacere senza interesse), quantità (piace universalmente senza concetto), relazione (libero gioco di armonie formali), e modalità (piacere necessario senza concetto). La bellezza è percepita intuitivamente e non può essere spiegata intellettualmente.

  5. Qual è la differenza tra il piacevole e il piacere estetico secondo Kant?
  6. Il piacevole si basa su giudizi estetici empirici derivati dai sensi, mentre il piacere estetico si fonda su giudizi estetici puri, scaturiti dalla contemplazione della forma dell'oggetto. Il bello ha una forma unitaria e autonoma, distinta dal semplice piacere sensoriale.

  7. Come Kant distingue il sublime dal bello?
  8. Kant distingue il sublime dal bello in quanto il sublime è inquietante e provoca un misto di dispiacere e piacere. È diviso in sublime matematico (grandezza smisurata) e sublime dinamico (forze naturali strapotenti). Il sublime eleva spiritualmente l'uomo, mentre il bello è legato a una forma unitaria e armoniosa.

  9. Qual è la critica di Kant agli empiristi e al razionalismo estetico riguardo alla bellezza?
  10. Kant critica gli empiristi sostenendo che la bellezza non deriva dai sensi, ma da giudizi estetici a priori. Critica anche il razionalismo estetico, affermando che la conoscenza estetica non è basata su concetti formali, ma su un giudizio di gusto universale che non si fonda su proprietà oggettive.

Domande e risposte

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