Concetti Chiave
- Schopenhauer considera il suicidio non come una negazione della volontà, ma come un'affermazione della stessa, poiché è un tentativo di sfuggire alla sofferenza.
- Il suicidio sopprime solo l'individuo, una manifestazione della volontà di vivere, ma non altera la volontà stessa, che continua a esistere.
- La vera liberazione dal dolore, secondo Schopenhauer, è possibile solo attraverso la rinuncia alla volontà di vivere.
- Personaggi eccezionali come santi o eremiti mostrano il cammino verso la liberazione dai bisogni e dall'egoismo della volontà di vivere.
- Schopenhauer identifica arte, morale e ascesi come i tre momenti essenziali del processo di liberazione dalla volontà.
La visione di Schopenhauer
Lo scenario della vita che emerge dalla concezione schopenhueriana, si materializza nello spettro del dolore e della sofferenza. Ciò potrebbe far pensare che il suo sistema determini una “filosofia del suicidio universale”. Tuttavia, Schopenhauer condanna e rifiuta il suicidio:
1.
Il paradosso del suicidio
Il suicidio anziché essere una negazione della volontà, in realtà è un atto di forte affermazione della volontà stessa. Infatti, il suicida al posto di negare la volontà, sopraffatto da tale principio, si sottrae alla vita stessa;
2. Il suicidio, sopprime l’individuo, cioè una manifestazione fenomenica della volontà di vivere, lasciando intatta la cosa in sé, che rinasce in mille individui.
La vera risposta al dolore
Perciò, secondo il filosofo, la vera risposta al dolore del mondo non consiste nell’eliminazione, tramite il suicidio, della vita, ma nella liberazione dalla stessa volontà di vivere. Per sospendere l’azione della volontà, che costituisce allo stesso tempo l’essenza e la struttura metafisica della realtà, Schopenhauer richiama l’esistenza di personaggi eccezionali (santi, geni dell’arte, eremiti ecc…) che, nella’arco della loro vita, hanno sperimentato il cammino della liberazione dai bisogni e dell’egoismo della volontà di vivere; dimostrando in tal modo che quando la voluntas perviene alla «coscienza di sè» essa tende a farsi noluntas, ossia negazione progressiva di se medesima. Schopenhauer articola l’iter salvifico dell’uomo in tre momenti essenziali: l’arte, la morale e l’ascesi.