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Concetti Chiave

  • Schopenhauer, nato a Danzica, ebbe una vita segnata da eventi drammatici e raggiunse il riconoscimento filosofico solo in tarda età.
  • La sua filosofia, influenzata da Kant, distingue tra fenomeno e noumeno, con il noumeno considerato conoscibile attraverso il corpo e la volontà.
  • Schopenhauer è noto per il suo pessimismo, vedendo il mondo come un pendolo tra dolore e noia, con la volontà di vivere al centro della sua visione.
  • Le vie di liberazione dalla sofferenza includono l'arte, che offre un sollievo temporaneo, e la morale basata sulla compassione e pietà.
  • L'ascesi mistica rappresenta il rifiuto della volontà e dei desideri, un percorso intrapreso da monaci ed eremiti per trovare pace interiore.

Indice

  1. Schopenhauer
  2. Morale

Schopenhauer

Egli nacque a Danzica e condusse una vita segnata da eventi molto forti (come il suicidio del padre). Con la filosofia ebbe subito seguito solo verso la fine della sua vita. Come Hegel, anche lui insegnava, anche se le ore coincidevano e nessuno seguiva le sue lezioni, infatti veniva deriso. A causa di ciò, Schopenhauer nutriva antipatia nei confronti di Hegel; Le loro filosofie avevano temi uguali ma analizzate diversamente (come l’infinito o il sogno), ma analizzati diversamente.

Il suo pensiero era spesso associato a quello leopardiano per via del suo pessimismo. Per elaborare la sua filosofia, Schopenhauer si ispirava a filosofi come Kant, dicendo che secondo lui, era stato il filosofo in grado di individuare la caratteristica della realtà, suddivisa tra fenomeno e noumeno. Anche Schopenhauer fa lo stesso, dicendo però che il noumeno, a differenza del pensiero di Kant, è conoscibile. All’interno dell’opera ‘il mondo come volontà di rappresentazione’ il mondo viene inteso come volontà (noumeno) e rappresentazione (fenomeno). Schopenhauer afferma “il mondo è mia rappresentazione”, poiché secondo lui il mondo fenomenico sarà diverso per ognuno. Anche nella sua filosofia, come in quella di Kant, si possono individuare le forme a priori di spazio e tempo, ossia, i principi di individuazione della rappresentazione (quindi del fenomeno). Le 12 categorie di Kant, per Schopenhauer possono essere alla causalità, che serve per avere conoscenza delle cose al di fuori di me, e a volte viene prima dello spazio e del tempo. Per Schopenhauer il fenomeno è illusione, ed è lontano dal noumeno, perciò il mondo noi lo possiamo vedere solo attraverso ciò (illusione). Il noumeno però può essere conosciuto (non con le nostre facoltà teoretiche e quindi a priori, poiché ci illuderebbero) attraverso il corpo (concentrazione). Tutti noi siamo ridotti ad una serie di desideri (in quanto desideriamo continuamente), perciò alla fine siamo ciò che desideriamo. Tutto ciò è riconducibile al noumeno, che non consiste nel raggiungimento del desiderio, ma nel desiderio stesso: quindi la nostra volontà sarà uguale al noumeno, ed è guidata dalla volontà di vita. Tutti gli esseri viventi sono caratterizzati dagli istinti di sopravvivenza (fame, accoppiamento e volontà di autoconservazione).

La nostra vita non avrebbe senso se al suo interno non ci fosse un alternarsi di dolore e noia, perché noi siamo esseri desideranti, viviamo per istinto e siamo qualcosa di irrazionale. Se non avessimo questi istinti, e quindi se non fossimo legati alle forme di spazio e tempo, saremmo degli esseri perfetti ed eterni (Pensiero opposto a quello di Hegel, che invece diceva che tutto era razionale). La volontà di vivere si soggettiva su più livelli: nel primo abbiamo le forze della natura, dove l’uomo si trova all’apice, percependo la volontà e gli si presentano due ipotetiche scelte:
Angoscia profonda.
• Le vie di liberazione.
Il mondo è una mia interpretazione, il fenomeno è un’illusione, mentre il noumeno è vero e volontà di vivere. La volontà di vivere è l’unica forma che si manifesta attraverso le idee che non è non soggetta allo spazio e al tempo. Da ciò deriva una posizione pessimista ed irrazionale di Schopenhauer, che afferma alla fine che “tutto è dolore”: questo rappresenta un punto di vista cinico della sua visione, dove dice che alla fine è tutto volontà di vivere e desiderio. Persino l’istinto sessuale è un desiderio, e nell’atto di riproduzione la natura vi associa il piacere, poiché l’amore non esiste ma è solo un’illusione, che cerca di aggirare la presa di coscienza che compie l’uomo. L’uomo quindi è un essere desiderante e la sua vita è un pendolo tra il dolore e noia. Quando desidero qualcosa significa che mi manca e che la sua mancanza mi crea dolore e solo quando la ottengo, il dolore svanisce temporaneamente derivandone il mio piacere. Il piacere però, anch’esso è temporaneo, perché desidero subito qualcos’altro che mi manca e quindi il dolore ritorna, diventando l’elemento caratterizzante della nostra vita. Il dolore ha un’esistenza ontologica: tutto nella natura soffre ma gli altri ordini lo fanno inconsapevolmente. Anche la storia è piena di dolore, (ingiustizie o violenza) perciò alla fine ha più consistenza del piacere. Dunque Schopenhauer si chiede: se esistesse un ente buono creerebbe così tanto dolore? Dunque anche la religione è un’altra illusione come l’amore per non farci sentire il dolore. Si hanno 3 vie di liberazione della volontà:
• Arte: si ha quando contemplo un’opera e mi dimentico di ciò che mi circonda, esternandomi e diventando un tutt’uno con l’opera. Ha una funzione catartica (ti guarisce quando guardi qualcosa di bello) che dà un senso di pace. La musica è l’arte superiore, poiché non è così tanto legata alla materia come le altre arti. La via di liberazione dell’arte ha breve durata

Morale

La morale è fondata sulla compassione e sulla pietà. È diversa da quella di Kant (che vedeva una legge morale uguale per tutti), in quanto si basa sulla sofferenza: io, come tutti, non mi accontento mai, ma devo pensare che c’è chi sta peggio di me, quindi attraverso ciò cerco di alleviare il dolore degli altri per far sì che io possa aiutare anche me stesso, legandomi meno alle mie sofferenze. Questa è una via migliore della precedente, ma ancora non quella definitiva.
• Ascesi mistica: quest’ultima consiste nella scelta di rinunciare alla volontà, rinunciando quindi a ciò di cui si ha bisogno (sesso, cibo ecc.). Un esempio è quello di alcuni monaci, o degli eremiti, che si ritirano e vivono in contemplazione, estraniandosi da tutto ciò che desiderano e quindi smettendo di volere/desiderare.
Schopenhauer tra le vie di liberazione parla anche del suicidio del padre, dicendo che quando qualcuno si suicida, non nega la sua volontà di vivere ma dal momento che è molto desideroso e non riesce ad ottenere nulla, ricorre al suicidio per calmare il desiderio stesso, quindi non si tratta di negazione della propria volontà di vivere.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'origine del pessimismo di Schopenhauer?
  2. Il pessimismo di Schopenhauer deriva dalla sua visione del mondo come volontà e rappresentazione, dove il fenomeno è un'illusione e il noumeno è la vera volontà di vivere. Egli crede che la vita sia un pendolo tra dolore e noia, e che il desiderio sia la causa principale del dolore.

  3. Come Schopenhauer differisce da Kant nella sua filosofia?
  4. Schopenhauer si ispira a Kant ma differisce nel considerare il noumeno conoscibile attraverso il corpo e la concentrazione, mentre per Kant il noumeno è inconoscibile. Inoltre, Schopenhauer vede il fenomeno come un'illusione e il noumeno come la volontà di vivere.

  5. Quali sono le vie di liberazione dalla volontà secondo Schopenhauer?
  6. Le vie di liberazione dalla volontà secondo Schopenhauer includono l'arte, che offre una funzione catartica e un senso di pace, e l'ascesi mistica, che consiste nella rinuncia ai desideri e ai bisogni materiali per raggiungere uno stato di contemplazione.

  7. In che modo Schopenhauer vede la morale?
  8. Schopenhauer fonda la morale sulla compassione e sulla pietà, in contrasto con la legge morale universale di Kant. Egli crede che alleviare il dolore degli altri possa aiutare a ridurre le proprie sofferenze, promuovendo una morale basata sulla sofferenza condivisa.

  9. Qual è la visione di Schopenhauer sul suicidio?
  10. Schopenhauer vede il suicidio non come una negazione della volontà di vivere, ma come un tentativo di calmare un desiderio insoddisfatto. Egli ritiene che il suicidio sia una risposta al desiderio intenso che non riesce a trovare soddisfazione.

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