Concetti Chiave
- Schelling concepisce l'assoluto come un'unità indifferenziata di natura e spirito, a differenza di Fichte che parte dallo spirito.
- L'assoluto è una totalità che include soggetto e non-soggetto, spirito e natura, con due percorsi possibili: dalla natura allo spirito e viceversa.
- Schelling critica Fichte per aver privato la natura di autonomia, relegandola a un ruolo strumentale rispetto all'io.
- Secondo Schelling, lo spirito o soggetto crea la natura inconsciamente come limite e consapevolmente lo supera.
- L'unità tra attività conscia e inconscia si realizza attraverso un'intuizione intellettuale, simile alla creazione artistica.
La considerazione di Schelling nasce da una forte polemica contro Fichte che aveva elaborato un sistema filosofico in cui la natura era privata di autonomia. La natura era il non-io, schiacciata, quasi un’appendice dell’io che non appena l’io la riconosceva non esisteva più. Aveva un’esistenza strumentale, senza una sua autonoma funzione ma uno strumento di cui l’io si serviva per essere attivo. Schelling mostra come dallo spirito, dal soggetto si giunga alla realtà, la natura, l’oggetto. Riprende il paradigma fichtiano secondo il quale l’io è attività creatrice che nel porre sé stessa pone la realtà. La natura è produzione del soggetto di cui il soggetto non è però consapevole fino a che non supera l’opposizione. L’io è quindi attività conscia, ideale e inconscia, reale: nella sua attività inconscia produce la natura come suo limite mentre nella sua attività conscia supera il limite. L’attività inconscia dell’io che pone il reale è un’attività che pone il limite mentre quella ideale/conscia idealizza il limite e l’unità è colta solo attraverso un’intuizione intellettuale, vale a dire attraverso quella forma di attività, a un tempo conscia e inconscia che imita la creazione naturale e cioè la creazione artistica.