Concetti Chiave
- Kierkegaard è considerato un precursore dell'esistenzialismo, opponendo la filosofia dell'esistenza all'idealismo razionale di Hegel.
- La sua filosofia enfatizza la singolarità dell'esistenza, rifiutando l'idea che l'individuo debba dissolversi nell'universale.
- Kierkegaard critica la visione hegeliana della vita come un percorso razionale e necessario, proponendo invece una vita di discontinuità e divenire.
- Contesta l'idealismo che sostiene che l'esistenza derivi dal pensiero, sottolineando la mancanza di coerenza tra realtà e categorie logiche del pensiero.
- La sua filosofia evidenzia la rottura tra il pensiero universale e la vita individuale, con l'esistenza segnata dal tempo e dalla contingenza.
C’è chi sostiene che l’esistenzialismo abbia avuto in Kierkegaard il suo precursore.
La sua può essere definita una filosofia dell’esistenza che non si identifica con la razionalità come in Hegel (secondo il quale reale e razionale coincidono e da questo deriva una esistenza attraversata da una razionalità, da un percorso necessario, un dover essere).
La visione di Kierkegaard è incentrata sulla sottolineatura del singolare, l’esistenza è sempre singolare.
1. la concezione della vita: la vita è discontinuità, movimento, la vita è divenire, non esiste un percorso obbligato né un paradigma necessario né una meta finale in cui tutti devono arrivare. La sua filosofia punta sull'esistenza non sull'essenza.
2. la forte critica rivolta a Hegel e per estensione all'idealismo alla presunzione che l'esistenza discenda dal pensiero.
Da questo momento in poi nessun filosofo crederà che la vita discenda dal pensiero complici forse le vicende storiche. L'idea è che la realtà non abbia del pensiero le sue categorie logiche, che la realtà non abbia coerenza. L'esistenza non è coerente. Possiamo non riuscire a fare quello che il pensiero ci indica. Rottura di una continuità tra essere e pensiero. Il pensiero pensa sui specie eternitatis, senza tempo, l'esistenza è drammaticamente segnata dal tempo. La rottura tra pensiero universale e la vita individuale. Certo Hegel dice che la vita è inter esse, io sono coinvolto, implicato, non ho uno sguardo contemplativo del pensiero. Gli stoici sono emblematici in questo: presupponevano il suicidio. Sono due mondi diversi, non comunicabili. La coscienza rimane lacerata.
La sua può essere definita una filosofia dell’esistenza che non si identifica con la razionalità come in Hegel (secondo il quale reale e razionale coincidono e da questo deriva una esistenza attraversata da una razionalità, da un percorso necessario, un dover essere).
La visione di Kierkegaard è incentrata sulla sottolineatura del singolare, l’esistenza è sempre singolare. Contrariamente a quello che diceva Hegel e cioè che l’individuo doveva volere l’universale e risolversi in esso, Kierkegaard sottolinea che il tratto peculiare è sempre e solo la singolarità irriducibile a schemi universali. Ha una forte reazione contro l’idealismo: contrappone la singolarità individuale all’universalità stucchevole, singolarità che è anche contingenza, non necessità, è contraddizione irrisolta e magari risolvibile anziché sintesi, conciliazione degli opposti. Mette in luce tratti della condizione umana antitetici rispetto alla visione hegeliana. Kierkegaard affronta poi la critica più esplicitamente anti-hegeliana, contenuta in 'Briciole di filosofia' e 'Postilla conclusiva non scientifica'. In queste sue opere, due sono le questioni da mettere in luce:
1. la concezione della vita: la vita è discontinuità, movimento, la vita è divenire, non esiste un percorso obbligato né un paradigma necessario né una meta finale in cui tutti devono arrivare. La sua filosofia punta sull'esistenza non sull'essenza.
2. la forte critica rivolta a Hegel e per estensione all'idealismo alla presunzione che l'esistenza discenda dal pensiero.
Da questo momento in poi nessun filosofo crederà che la vita discenda dal pensiero complici forse le vicende storiche. L'idea è che la realtà non abbia del pensiero le sue categorie logiche, che la realtà non abbia coerenza. L'esistenza non è coerente. Possiamo non riuscire a fare quello che il pensiero ci indica. Rottura di una continuità tra essere e pensiero. Il pensiero pensa sui specie eternitatis, senza tempo, l'esistenza è drammaticamente segnata dal tempo. La rottura tra pensiero universale e la vita individuale. Certo Hegel dice che la vita è inter esse, io sono coinvolto, implicato, non ho uno sguardo contemplativo del pensiero. Gli stoici sono emblematici in questo: presupponevano il suicidio. Sono due mondi diversi, non comunicabili. La coscienza rimane lacerata.
Domande da interrogazione
- Qual è la principale differenza tra la filosofia di Kierkegaard e quella di Hegel?
- Come Kierkegaard descrive la vita nella sua filosofia?
- Qual è la critica di Kierkegaard all'idealismo hegeliano?
- Cosa significa la rottura tra pensiero universale e vita individuale secondo Kierkegaard?
- Quali opere di Kierkegaard contengono la sua critica anti-hegeliana?
La filosofia di Kierkegaard si concentra sulla singolarità dell'esistenza individuale, mentre Hegel sostiene che l'individuo debba risolversi nell'universale. Kierkegaard critica l'idealismo hegeliano, sottolineando la contingenza e la contraddizione dell'esistenza.
Kierkegaard descrive la vita come discontinuità e movimento, un divenire senza un percorso obbligato o una meta finale. La sua filosofia si focalizza sull'esistenza piuttosto che sull'essenza.
Kierkegaard critica l'idealismo hegeliano per la presunzione che l'esistenza discenda dal pensiero. Egli sostiene che la realtà non possiede le categorie logiche del pensiero e che l'esistenza è incoerente.
La rottura tra pensiero universale e vita individuale implica che il pensiero, che opera in una dimensione senza tempo, non può comprendere pienamente l'esistenza, che è segnata dal tempo e dalla contingenza.
Le opere di Kierkegaard che contengono la sua critica anti-hegeliana sono 'Briciole di filosofia' e 'Postilla conclusiva non scientifica', dove affronta la discontinuità della vita e critica l'idea che l'esistenza discenda dal pensiero.