beatriceinnaro
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Concetti Chiave

  • Pascal sostiene che l'esistenza di Dio non può essere dimostrata razionalmente poiché la ragione è limitata, e Dio si percepisce con il cuore piuttosto che attraverso prove logiche.
  • Il cristianesimo è visto da Pascal come l'unica religione capace di rispondere al disagio esistenziale della condizione umana, spiegando la contraddizione tra l'essere e il dover essere.
  • L'esprit de finesse rappresenta l'intuizione e la comprensione dell'esperienza quotidiana, in contrasto con la pura razionalità dell'esprit de geometrie, mostrando che la fede va oltre le argomentazioni matematiche.
  • I due infiniti di Pascal, l'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo, provocano nell'uomo una consapevolezza che genera disagio esistenziale, spingendolo a cercare Dio attraverso la fede.
  • Il concetto di Dio nascosto implica che la fede deve essere una scelta libera e morale, non forzata da prove evidenti dell'esistenza di Dio, preservando così la libertà umana.

Indice

  1. Limiti della ragione e fede
  2. Esprit de finesse e geometrie
  3. I due infiniti di Pascal
  4. Divertissment e distrazione
  5. Duplicità dell'esistenza umana
  6. Condizione umana e cristianesimo
  7. Dio nascosto e libertà di fede
  8. La scommessa di Pascal

Limiti della ragione e fede

Secondo Pascal non è possibile dimostrare razionalmente l’esistenza di Dio perché la ragione ha limiti precisi e non può comprendere l’infinito. Dio lo si avverte con il cuore, lo si sente, non è necessario dimostrare la sua esistenza.

Il cristianesimo è l’unica religione che possa risolvere il disagio esistenziale della condizione umana, la contraddittorietà del contrasto tra l’essere e il dover essere della natura umana.

Esprit de finesse e geometrie

L’esprit de finesse è l’intuizione, rivolta alla comprensione dell’esistenza quotidiana, il sentimento che da risposta alle domande sull’esistenza che l’esprit de geometrie, la ragione, non può indagare in quanto limitato all’ambito matematico.

Essa dimostra che la fede non può essere argomentata in base a principi matematici, ma deve essere sentita, in quanto in ambito religioso ed esistenziale il metodo matematico è impotente rispetto alla volontà.

I due infiniti di Pascal

I due infiniti di cui parla Pascal sono l’infinitamente grande (scoperto grazie al cannocchiale di Galileo) e l’infinitamente piccolo (sondato grazie alle scoperte in materia microscopica da Newton). Di fronte a questo infinito l’uomo di Pascal non è un punto medio, un’unione tra questi due infiniti, ma un uomo consapevole di un infinito che non può dominare e che trasforma questa consapevolezza in un disagio e un’inquietudine esistenziale, poiché egli aspira alla verità e alla certezza. La reazione dell’uomo, di fronte a questi due infiniti l’uomo può reagire accettando la propria condizione rimuovendo l’esigenza dell’infinito o la può far propria, cercando Dio attraverso la fede.

Divertissment e distrazione

Il divertissment è il cercare attività frenetiche che distolgano l’uomo dal confronto tra la propria pochezza e l’infinito. Esso si propone finalità illusorie, poiché se l’oggetto del divertissment fosse offerto senza la necessità di conquistarlo perderebbe la propria attrattiva. Esso finisce quindi con l’allontanare l’uomo da se stesso, distrarlo dalla noia (strettamente congiunta con la disperazione ma spinge anche l’uomo verso la ricerca della fede) e dallo stare a riposo e senza occupazioni che equivarrebbe a essere di fronte a sé, a prendere coscienza della propria natura rispetto all’infinito.

Duplicità dell'esistenza umana

Pascal sostiene che l’esistenza è caratterizzata da una duplicità di fondo: la nullità dell’uomo davanti all’infinito e la sua precarietà di fronte alla morte da un lato, e la coscienza di sé e dell’infinito stesso dall’altro. Per spiegare questa duplicità dell’uomo, Pascal utilizza la metafora della canna di bambù: l’uomo è come una canna al vento, che può spezzarsi da un momento all’altro e può essere in qualsiasi momento schiacciata dall’universo. Ma in essa c’è una dignità che l’universo non possiede: è un essere pensante, consapevole e cosciente di sé e dell’universo stesso, e perciò è superiore ad esso.

L’uomo è un re decaduto in quanto è consapevole della propria origine ma anche della sua condizione attuale di miseria. Il suo conflitto interiore nasce dal ricordo di ciò che era prima del peccato originale, e non avrebbe coscienza della propria miseria se non avesse termini di paragone: si sente misero poiché è stato grande e ha in sé il ricordo di una diversa condizione. Il contrasto tra l’essere attuale e le sue aspirazioni testimoniamo che questa non è la vera natura dell’uomo, ma il peccato originale ha portato l’uomo ad una condizione di inadeguatezza che non gli appartiene, e la sua sensazione di disagio è un istinto che rende coscienti di questo problema ma che non indica alcuna via di uscita.

Condizione umana e cristianesimo

Il cristianesimo è l’unica religione che possa offrire una spiegazione della condizione umana: non è dimostrabile ma è ciò che occorre perché la vita mostri un senso al di là delle apparenti contraddizioni. Essa spiega la duplicità della natura umana: l’uomo, creato santo e innocente, ha commesso il peccato che ne ha determinato la caduta e la miseria attuale, conservando per quell’impulso a riconquistare la condizione originaria. La Bibbia non può però essere assunta come dimostrazione di questa condizione ma, piuttosto, lo stato attuale dell’uomo è comprensibile solo ammettendo la verità del cristianesimo, quindi l’uomo è una contraddizione che solo la fede riesce a spiegare.

Dio nascosto e libertà di fede

Pascal parla di un Dio nascosto perché se Dio si potesse dimostrare l’esistenza di Dio, o se lui stesso ci apparisse, l’uomo perderebbe la propria libertà di credere o meno, sarebbe obbligato a scegliere di credere in Dio, ma così non sarebbe più un essere morale e la fede non avrebbe così alcun merito. Esso è un Dio che si mostra quanto basta per suscitare la fede, ma non tanto da costringere a credere in lui, altrimenti l’uomo non potrebbe non sceglierlo, venendo però meno la libertà e, così, anche la moralità stessa.

La scommessa di Pascal

Pascal teorizza la scommessa per provare l’esistenza di Dio: egli ipotizza un dialogo con uno scettico discutendo l’esistenza di Dio alla luce della ragione e proponendo una scommessa sulla sua esistenza o non esistenza. Il rapporto tra rischio e posta in gioco fa propendere la scommessa sulla sua esistenza, poiché se non esiste rischiamo soltanto qualche rinuncia inutile, ma se esiste e viviamo come se non ci fosse rischiamo la dannazione eterna. Questa è una posizione basata su un forte utilitarismo (convenienza esistenza di Dio), ma che mira a far comprendere che di fronte alla fede siamo obbligati a scegliere e non possiamo astenerci da questa scelta, poiché questa scommessa è, prima ancora della possibilità della vita eterna, una scelta sul modo di essere della persona.

Domande da interrogazione

  1. Secondo Pascal, è possibile dimostrare razionalmente l'esistenza di Dio?
  2. Pascal sostiene che non è possibile dimostrare razionalmente l'esistenza di Dio, poiché la ragione ha limiti e non può comprendere l'infinito. Dio si percepisce con il cuore, non è necessario dimostrarne l'esistenza.

  3. Che ruolo ha l'esprit de finesse nella conoscenza secondo Pascal?
  4. L'esprit de finesse è l'intuizione che risponde alle domande sull'esistenza che la ragione, limitata all'ambito matematico, non può indagare. Dimostra che la fede non può essere argomentata matematicamente, ma deve essere sentita.

  5. Quali sono i due infiniti di cui parla Pascal e come reagisce l'uomo di fronte a essi?
  6. Pascal parla dell'infinitamente grande e dell'infinitamente piccolo. L'uomo, consapevole di questi infiniti che non può dominare, prova disagio e inquietudine esistenziale, aspirando alla verità e alla certezza.

  7. Che cosa intende Pascal con il termine divertissment?
  8. Il divertissment è l'attività frenetica che distoglie l'uomo dal confronto con l'infinito. Esso allontana l'uomo da se stesso, distraendolo dalla noia e spingendolo verso la ricerca della fede.

  9. In cosa consiste la scommessa di Pascal?
  10. La scommessa di Pascal è un dialogo con uno scettico sull'esistenza di Dio, proponendo di scommettere sulla sua esistenza. Se Dio esiste, si guadagna la vita eterna; se non esiste, si perde poco. La scommessa sottolinea l'importanza di scegliere di credere.

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