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Concetti Chiave

  • Karl Marx, filosofo, politico ed economista tedesco, ha sviluppato una filosofia globale focalizzata sulla comprensione delle società e delle loro tendenze economiche per analizzare l'andamento storico.
  • Il concetto centrale della filosofia di Marx è l'emancipazione umana, criticando il capitalismo per il suo sfruttamento del proletariato e sostenendo che la libertà reale può essere ottenuta solo attraverso la rivoluzione e l'uguaglianza sociale.
  • Marx contrappone la sua visione a quella di Hegel, sostenendo che la realtà determina la ragione e non viceversa, e che solo attraverso il cambiamento si possono eliminare le disuguaglianze.
  • Il manifesto comunista di Marx descrive la storia come una lotta di classi, sostenendo che la rivoluzione è essenziale per la liberazione del proletariato, introducendo i concetti di struttura economica e sovrastruttura sociale.
  • Marx critica l'uguaglianza formale dello Stato, considerandola una facciata che perpetua le disuguaglianze reali, e promuove un sistema in cui il profitto del lavoro sia equamente distribuito tra tutti.

Karl Marx fu un filosofo, politico ed economista tedesco del 1800. Proveniente da una famiglia benestante, si dedicò in giovane età alla scrittura di articoli sul giornale che lo portarono a conoscere uno dei suoi amici storici, Friedrich Engels, e a doversi trasferire prima a Parigi, poi Bruxelles e infine a Londra dove morì nel febbraio del 1883.

Indice

  1. La filosofia di Marx
  2. Il capitale e la libertà
  3. Lavoro e uguaglianza
  4. Uguaglianza formale e velata
  5. Critica al ceto borghese
  6. Democrazia reale e comunismo
  7. Critica al liberismo di Smith
  8. Plusvalore e capitalismo
  9. Alienazione religiosa
  10. Manifesto e lotta di classi
  11. Struttura e sovrastruttura
  12. Conclusione sul lavoro

La filosofia di Marx

La filosofia di Marx è incentrata nel voler studiare e comprendere la società e a cosa sono dovute le tendenze economiche, per capire l’andamento della storia.

Questi aspetti che analizza sono di tutti, sono globali.

Per questo la filosofia di Marx viene definita globale.

Il capitale e la libertà

L’opera più famosa di Marx è “Il capitale.

In questo suo libro il tema principale è la libertà, definita da Marx “il bene più prezioso”.

Marx vuole che l’uomo sia reso libero. Da chi? Da che cosa? Dallo sfruttamento fatto dagli altri uomini. Ci sono al mondo uomini che dominano su altri.

Domina chi possiede i mezzi di produzione (il ceto borghese), che sottomette il lavoratore (il proletariato) che produce la merce tramite i mezzi di produzione che non possiede.

L’uomo nella società moderna non è più uomo, ma solo un mero strumento per produrre la ricchezza per altri.

Lavoro e uguaglianza

“Il lavoro è emancipazione” diceva Marx, ma fin quando vi sarà un dominatore e un lavoratore [fin quando vi saranno classi sociali], questa libertà non esisterà.

Se il lavoratore non possiede i frutti del suo lavoro non è libero, ma è solo un oppresso.

Quando il lavoro porterà a una reale emancipazione, allora esisterà anche l’uguaglianza, che farà in modo che tutti possano partire dallo stesso livello e possano vincere e se le persone avranno difficoltà dovranno aiutarsi tra loro. Nessuno deve perdere.

Il lavoro diventa vera emancipazione solo se non è di sussistenza, se permette di soddisfare solo i bisogni primari non si è liberi.

Es: lavorare per poter pagare la casa, il cibo e i vestiti (lavoro senza libertà)

- Lavorare per permettermi delle vacanze o comprare la borsa firmata piuttosto che quella del mercato

Uguaglianza formale e velata

Oggi esistono due tipi di uguaglianze secondo Marx, una formale (quella scritta su carta, le leggi) e una velata (una finta libertà, che esiste su carta ma non nella vita reale). Basti pensare al lavoratore ben stipendiato, al disoccupato, a colui che prende 2 spicci lavorando 10 ore al giorno, ecc...

L’uguaglianza velata dunque è una finta uguaglianza, cioè una disuguaglianza e se lo Stato non vorrà sanare queste disuguaglianze, esisteranno per sempre guerre e anche dittature.

Critica al ceto borghese

Seppur Marx sia stato ispirato molto dalle idee di Hegel, non era d’accordo con la sua teoria del mondo e della razionalità.

Hegel: Guarda il fiume razionalmente e descrivilo per quello che è.

Marx: guarda il fiume, entraci e costruiscici una diga. Cambia la realtà.

Per Marx l’irrazionalità non è quello che non si capisce, ma quello che non si può cambiare perché non si vuole farlo.

L’irrazionalità ai tempi di oggi potrebbe essere che i paesi del terzo mondo non possono permettersi i vaccini o che muoiono di fame.

Una realtà di questo genere non è razionale, ma irrazionale in quanto ingiusta.

(Dunque la realtà non è sempre razionale, la disuguaglianza è irrazionale)

Sarà il cambiamento a portare all’uguaglianza, ad un mondo dove non esisterà lo sfruttamento ma la libertà.

E come si rende la libertà reale? Con le rivoluzioni che porteranno alla vittoria del proletariato.

Il reale e la ragione.

Hegel: La ragione determina il reale.

È grazie alla ragione che abbiamo l’idea di come descrivere razionalmente lo scorrere del fiume.

Marx: Il reale determina la ragione

È grazie alla visione che noi abbiamo del fiume che possiamo avere un’idea su come descriverlo.

Marx: Inizialmente non conosciamo il concetto di frutta, ma sappiamo che mele, pere e fragole sono frutti.

Hegel: Ho bisogno del concetto di frutta per dire che la mela è un frutto.

Marx è dunque:

1. Critico verso il ceto borghese (che sfrutta l’uomo e non lo rende libero);

2. A muovere la storia è l’economia (materiale);

3. Oltre ai bisogni primari, il lavoro deve soddisfare anche i bisogni secondari;

4. La storia è una lotta di classi: dai padroni agli schiavi, dai patrizi ai plebei, dalla borghesia al proletariato;

5. La rivoluzione nella storia porterà al dominio delle classi subalterne

Democrazia reale e comunismo

Secondo Marx, viviamo in una società dominata dall’egoismo (Hegel), in cui esiste solo una democrazia formale, come quella dei voti, ma non una democrazia reale, ovvero quella di una società in cui non esistono le disuguaglianze.

Per arrivare a una democrazia reale, chiamata da Marx “Comunismo”, dovrebbe essere abolita la proprietà privata sui mezzi di produzione, in quanto produce una società capitalista che permette solo ai ricchi di continuare ad arricchirsi.

Critica al liberismo di Smith

Con questa affermazione Marx va contro i principi del liberismo di Smith.

Smith sosteneva che:

“Il liberismo è un’economia sempre in crescita in quanto esiste un equilibrio tra offerta e domanda”

Questo venne aspramente criticato da Marx, che considerò il caso di sovrapproduzione. Quando si produce più del necessario di un bene si ha una recessione che porta alla disoccupazione.

Inoltre considera l’economia capitalista il male dell’uomo, in quanto l’uomo si ritrova quasi costretto a lavorare, non per emanciparsi ma per vivere (cioè per soddisfare i bisogni primari). Ciò lo rende schiavo del suo lavoro , lo rende frustrato, lo porterà poi ad alcolizzarsi e ad essere violento. Il lavoro lo renderà una bestia.

In questa raccolta di articoli scritti tra Francia e Germania, Marx si sofferma ancora una volta sul concetto di uguaglianza e disuguaglianza.

Viene paragonata l’uguaglianza formale (democrazia formale) ad un’uguaglianza celestiale, in quanto tutti sono uguali in Paradiso e tutti sono uguali davanti allo Stato (La legge è uguale per tutti).

La disuguaglianza, invece, è presente nella società di oggi, nella vita di tutti i giorni, è la democrazia su carta che non esiste nella realtà. Questa è la disuguaglianza terrena.

Una società del genere guidata dai borghesi ha l’appoggio dello Stato, che promuove l’egoismo, schiacciare gli altri per vincere …

Questa Marx la definisce una “società individualista

Plusvalore e capitalismo

L’aumento del capitale avviene tramite merce. Dunque il capitalismo ruota attorno alla merce.

La merce ha due valori:

- valore di uso: Es l’uso di una penna è quella di scrivere;

- valore di scambio: valore della merce, determinato dal lavoro necessario per produrre quella merce (Esempio: per produrre una Lamborghini ci vorrà più tempo, più lavoro e verranno scelti i migliori ingegneri rispetto alla Panda)

Attenzione: il valore non è il prezzo di una merce.

Valore: misura soggettiva dell’importanza o dell’utilità di un bene per un individuo. Il valore è influenzato da fattori come i bisogni, i desideri, le preferenze e le circostanze;

Prezzo: valore monetario associato ad un bene. Il prezzo è spesso determinato dalle forze del mercato e può variare nel tempo.

La merce prodotta permette di produrre plusvalore.

Esso è la quantità di lavoro gratuito che un lavoratore dà al suo imprenditore.

Un esempio di plusvalore:

Un’azienda produce sciarpe:

- Ci sono 10 lavoratori.

- Ogni lavoratore guadagna 1 euro per sciarpa prodotta

- Ogni lavoratore produce 10 sciarpe al giorno nell’arco di 10 ore.

- Ogni sciarpa viene poi venduta al costo di 5 euro

Calcoli:

-10 lavoratori X 10 sciarpe = 100 sciarpe prodotte al giorno

-100 sciarpe X 5 euro = 500 euro complessivi

- 500 euro – 100 euro (soldi da dare ai lavoratori) = 400 euro di plusvalore (che andrà in mano al proprietario dell’azienda)

Nella società capitalista spesso siamo spinti a voler comprare qualcosa di cui non abbiamo bisogno e per averla risparmiamo per comprare l’oggetto del desiderio.

Alienazione religiosa

Le tesi su Feurbach, sono un breve scritto in cui Marx tratta dell’alienazione religiosa.

Per Marx Dio è un prodotto dell’uomo, nato per riporre in lui paure, desideri e sogni.

Dio diventa l’oppio dei popoli, un calmante della rabbia e la distrazione dal dolore e sofferenza.

Studiando una religione, come quella cristiana o calvinista, si può capire la storia di una società.

Secondo i calvinisti gli uomini sono nati dannati e possono trovare liberazione nel successo tramite il lavoro. È una dottrina nata in Svizzera, un luogo in cui esisteva la borghesia, vi erano le banche ed un’economia capitalista.

(Dio che giustifica la ricchezza)

Il cristianesimo, invece, prende piede nelle aree più povere d’Europa. Una religione che rende beati i poveri

[Dio salverà i poveri e li renderà beati nell’aldilà]

Solo quando esisterà l’uguaglianza, la religione verrà meno fino a scomparire, perché il posto di Dio verrà preso dal denaro e dalla tecnologia.

Manifesto e lotta di classi

O semplicemente “Manifesto” è un saggio scritto per gli operai.

Viene ribadito nell’opera che la storia è da sempre stata una lotta tra classi, tra oppressi e oppressori.

Ma quando è nata la borghesia? È nata nel momento in cui è stata scoperta l’America, dando inizio ad un mercato globale in cui gli schiavi delle colonie venivano sfruttati per produrre merce.

Eppure, riferendosi anche ad Hegel nel suo esempio dello schiavo e del padrone, più la borghesia vorrà crescere, più dovrà sfruttare il proletariato che diventerà sempre più ostile nei confronti della borghesia, fino a fare una rivoluzione.

La rivoluzione è un passo fondamentale verso la libertà e senza rivoluzione si vivrà eternamente infelici.

“La borghesia esiste grazie a quella che sarà la sua nemesi, il suo seppellitore. Essa produce la classe sociale che la estirperà. Sarà inevitabile.”

Struttura e sovrastruttura

Oltre questo vengono spiegati per la prima volta i concetti di struttura e sovrastruttura.

Struttura: è la base economica di ogni società.

Sovrastruttura: ciò che deriva ed è influenzato dalla struttura: religione, cultura, rapporti sociali, ecc...

Lo Stato promuove l’uguaglianza formale e questo lo fa, ad esempio, col suffragio universale, in cui il voto di un uomo fermo alla terza elementare e quello di una donna con 2 lauree hanno lo stesso valore, ma fa comunque esistere la disuguaglianza nella società, nella realtà, questo perché lo stato fa l’interesse dei pochi, ovvero della borghesia e se la borghesia è riuscita a prendere piede in politica è perché prima ci è riuscita economicamente ed è proprio chi sta in politica, la classe dominante, che plasma le idee.

Nella società moderna, per eliminare in parte queste disuguaglianze dovute a chi possiede i mezzi di produzione (i ricchi), le scuole e la sanità sono gratuite, così che anche gli sfortunati e i poveri possano emanciparsi, ma solo pochi di loro ci riusciranno. Ma Marx non vuole che solo pochi fortunati possano emanciparsi, vuole che tutti possano farlo, possano vincere.

Conclusione sul lavoro

In conclusione:

“Il lavoro è di tutti, ma il profitto che deriva dal lavoro è di pochi”.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il pensiero centrale della filosofia di Karl Marx?
  2. La filosofia di Marx si concentra sullo studio e la comprensione della società e delle tendenze economiche per capire l'andamento della storia, con l'obiettivo di emancipare l'uomo dallo sfruttamento.

  3. Come Marx definisce la libertà e quale ruolo gioca nel suo pensiero?
  4. Marx definisce la libertà come "il bene più prezioso" e ritiene che l'uomo debba essere liberato dallo sfruttamento da parte di altri uomini, in particolare dal ceto borghese che possiede i mezzi di produzione.

  5. Qual è la differenza principale tra le idee di Hegel e Marx?
  6. Mentre Hegel vede la ragione come determinante del reale, Marx sostiene che il reale determina la ragione, enfatizzando la necessità di cambiare la realtà attraverso l'azione e la rivoluzione.

  7. Cosa critica Marx riguardo al sistema economico capitalista?
  8. Marx critica il capitalismo per il suo focus sulla merce e il plusvalore, che porta allo sfruttamento del lavoratore e alla disuguaglianza, rendendo l'uomo schiavo del lavoro per soddisfare solo i bisogni primari.

  9. Qual è la visione di Marx sulla democrazia reale e il comunismo?
  10. Marx vede la democrazia reale come una società senza disuguaglianze, raggiungibile attraverso il comunismo, che abolisce la proprietà privata dei mezzi di produzione e contrasta l'egoismo e l'individualismo promossi dal capitalismo.

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