Concetti Chiave
- Hobbes integra la filosofia con la politica, enfatizzando la politicità intrinseca della filosofia moderna centrata sulla questione dell'ordine.
- La politica per Hobbes è il volto pratico della filosofia, offrendo soluzioni stabilizzanti al disordine dello "stato di natura".
- Il Leviatano di Hobbes esplora la costruzione di un ordine pacifico per la conservazione della vita terrena e per il bene della vita eterna.
- Nel contesto terreno, l'ordine è facilitato dalla ragione e dalla coercizione, mentre nei conflitti religiosi la coercizione diventa inefficace.
- I conflitti religiosi rappresentano il culmine dei conflitti, poiché si basano su valori ultraterreni che giustificano il sacrificio della vita terrena.
Indice
La filosofia politica di Hobbes
«A differenza di Machiavelli, Hobbes associa la filosofia alla politica in modo nuovo ma del tutto cogente. La sua non è una deduzione della politica dalla filosofia, ma l’intrinseca e originaria politicità della filosofia moderna, strutturata intorno a un’unica questione che la forma, e che forma sia la filosofia che la politica: la questione dell’ordine; una questione alla quale viene ridotta tutta la politica, ridisegnando lo spazio politico e semplificandolo more geometrico. Hobbes, insomma, fa della politica l’altro volto della filosofia, e di entrambe fa da risposta a un problema concreto: una risposta non spiritualistica come quella di Cartesio, né trascendentale come quella di Kant, ma nata dalla domanda stessa; se il problema, il punto di partenza, è il disordine (la materia in movimento senza un fine), allora la risposta di Hobbes consiste nell’individuare i movimenti che vanno verso una possibile, benché transitoria, soluzione stabilizzante. Quel movimento (il disordine) è lo stato di natura; quella pausa (stabilizzante) è lo Stato» (Carlo Galli, All’insegna del Leviatano).
L'ordine pacifico secondo Hobbes
La costruzione di un ordine pacifico è la base dello sviluppo del Leviatano in due parti: nella prima Hobbes si interroga su come sia possibile costruire un ordine pacifico che sia relativo alla vita prima della morte, cioè a quel bene che è la conservazione della vita; come è possibile costruire un ordine pacifico tra individui che hanno come bene primario il conservare la propria vita? Dall’altra parte, Hobbes si sofferma a riflettere sul come sia possibile costruire un ordine pacifico sul terreno di un bene, che è propriamente quel bene di cui si occupano le religioni, che è il bene della vita dopo la morte (rappresentato dalla vita eterna).
Conflitti religiosi e ordine politico
Mentre nella prima parte ci muoviamo in un ambito in cui è più facile trovare e riconoscere un interesse comune, un ambito in cui il riconoscimento dell’interesse comune non soltanto è un’operazione rispetto al quale la nostra ragione ha competenza (ci può aiutare), ma anche rispetto a cui (a fianco della ragione) si colloca l’efficacia della coercizione: su questo terreno il potere ha efficacia, valore, riesce a mettere ordine. Invece, nell’ambito dei conflitti religiosi (tra quelle visioni del bene che hanno come bene la prevalenza della vita eterna su quella terrena) succede innanzitutto che ci si muove tra aspirazioni ad un bene che non possiede la propria condizione necessaria nella conservazione della vita terrena e ci si muove in relazione ad un bene in cui la coercizione diventa un’arma spuntata, viene resa inefficace dal fatto che si rende razionale, si accetta su di sé, si ammette come possibile il sacrificio della vita terrena: questo rende il conflitto tra le religioni la vetta dei conflitti, perché è un conflitto relativo a quel bene (la vita) che però è ultraterreno, cioè che rende razionale il sacrificare questa vita (terrena).
Domande da interrogazione
- Qual è la principale differenza tra l'approccio di Hobbes e quello di Machiavelli riguardo alla politica e alla filosofia?
- Come Hobbes concepisce la costruzione di un ordine pacifico?
- Qual è il ruolo della coercizione secondo Hobbes nella costruzione dell'ordine politico?
- Perché i conflitti religiosi rappresentano la "vetta dei conflitti" secondo Hobbes?
Hobbes associa la filosofia alla politica in modo intrinseco, concentrandosi sulla questione dell'ordine, mentre Machiavelli non lo fa in modo così cogente.
Hobbes esplora la costruzione di un ordine pacifico attraverso la conservazione della vita e la gestione dei conflitti religiosi, distinguendo tra l'ordine terreno e quello ultraterreno.
La coercizione è efficace nel contesto dell'ordine terreno, dove la ragione e l'interesse comune prevalgono, ma diventa inefficace nei conflitti religiosi dove il sacrificio della vita terrena è razionalizzato.
I conflitti religiosi sono considerati la vetta dei conflitti perché riguardano il bene ultraterreno della vita eterna, rendendo razionale il sacrificio della vita terrena e complicando l'uso della coercizione.