pexolo
Ominide
2 min. di lettura
Vota 3 / 5

Concetti Chiave

  • Hobbes utilizza il concetto di natura umana basandosi su un fondamento empiristico, privo di valore normativo intrinseco.
  • La normatività, secondo Hobbes, è costruita attraverso leggi positive e un potere artificiale, evidenziando la dimensione dell'artificio in politica.
  • Lo stato di natura è un'ipotesi artificiale che serve a mettere ordine nel disordine naturale, mediante un accordo razionale.
  • Hobbes introduce una rottura con il paradigma aristotelico, sostenendo che non esiste continuità tra natura umana e ordine politico.
  • Contrariamente ad Aristotele, Hobbes nega che esista una naturalità innata nello stare insieme tra gli esseri umani.

Indice

  1. La natura umana secondo Hobbes
  2. L'artificio e l'ordine politico
  3. Rottura del paradigma aristotelico

La natura umana secondo Hobbes

Non viene cancellata la natura umana, ma viene cancellato ogni suo fondamento ontologico o morale. Hobbes non ha paura di usare “natura umana”, ma lo usa in un senso dato dal suo fondamento empiristico, dal suo funzionamento e dal fatto che quella categoria, per quanto ancora esista, non ha in sé alcun valore normativo; tant’è che per costruire normatività deve costruire leggi positive, cioè un potere artificiale, un artificio.

L'artificio e l'ordine politico

La dimensione dell’artificio riguarda la costruzione dello stato, della politica, perché riguarda l’obbligatorietà e una produzione artificiale di sicurezza, ma è addirittura qualcosa che riguarda la costruzione dello stato di natura: esso è infatti un’ipotesi artificiale, mentale. Ad unire questi due aspetti c’è l’idea hobbesiana che l’artificio sia ciò che mette ordine là dove ordine non c’è: la natura è il luogo del disordine, mentre l’accordo razionale è il luogo dell’ordine. Il patto non è un patto di associazione ma di sottomissione.

Rottura del paradigma aristotelico

C’è una radicale rottura del paradigma aristotelico: tra natura umana e ordine politico non c’è più alcun tipo di continuità, ma addirittura contraddizione. Come lo stesso Hobbes scrive: «È vero che certe creature viventi, come le api e le formiche, vivono fra loro in società (e sono perciò annoverate da Aristotele tra le creature politiche) e tuttavia non hanno altra direzione che i loro giudizi e appetiti particolari, e non hanno la parola con la quale l’una possa significare all’altra che cosa pensa sia vantaggioso per il beneficio comune; alcuni perciò possono forse desiderare di sapere perché il genere umano non può fare lo stesso». L’idea aristotelica secondo la quale c’è una naturalità dello stare insieme, così radicale da essere attribuita persino alle api e alle formiche, non vale in nulla per l’essere umano, non è per nulla così.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la visione di Hobbes sulla natura umana?
  2. Hobbes non elimina la natura umana, ma nega qualsiasi fondamento ontologico o morale, vedendola come priva di valore normativo e necessitante di leggi positive per costruire normatività.

  3. Come Hobbes concepisce l'artificio nell'ordine politico?
  4. L'artificio è essenziale per Hobbes nella costruzione dello stato e dell'ordine politico, poiché rappresenta un potere artificiale che impone ordine dove naturalmente c'è disordine, attraverso un patto di sottomissione.

  5. In che modo Hobbes rompe con il paradigma aristotelico?
  6. Hobbes rompe con il paradigma aristotelico negando la continuità tra natura umana e ordine politico, sostenendo che, a differenza di api e formiche, gli esseri umani non vivono naturalmente in società politiche.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community