Concetti Chiave
- I primi scritti di Hegel, tra il 1793 e il 1800, esplorano il cristianesimo e l'etica kantiana, che inizialmente sente affine ma poi critica.
- Hegel critica l'etica kantiana per il suo legalismo, paragonandola alla religione ebraica, entrambe focalizzate sull'obbedienza razionale.
- Nel "Lo spirito del cristianesimo e il suo destino", Hegel contesta i postulati di Kant, che legano moralità e felicità, inquinando la purezza morale.
- Nel "Frammento di sistema", Hegel afferma la superiorità della religione sulla filosofia per la sua capacità di cogliere l'unità molteplice della vita.
- La filosofia hegeliana futura si concentrerà sulla capacità di pensare le opposizioni e riconciliarle in un'unità, con il primato della ragione sulla religione.
I primi scritti di Hegel sono un gruppo di abbozzi sul cristianesimo pubblicati tra il 1793 e il 1800 con il titolo "Scritti teologici giovanili". Nello scritto "La vita di Gesù", Gesù è visto come una sorta di apostolo dell'etica razionalistica kantiana, con la quale Hegel sembra sentire una profonda affinità; tuttavia in seguito egli abbandonerà questa tesi. Infatti, la prima critica fatta dal filosofo è nei confronti dell'etica kantiana e riguarda il legalismo.
Mettendo a confronto l'etica di Kant e la religione ebraica, si nota che in entrambe tutta la moralità si esaurisce nell'obbedienza a un comando che proviene dalla natura razionale dell'uomo, e non si considera il fatto che lo spirito possa non aderire pienamente al comando della ragione. La seconda critica di Hegel viene invece esplicitata nello scritto "Lo spirito del cristianesimo e il suo destino". Qui il filosofo afferma che non riesce ad accettare la soluzione data da Kant al problema della felicità, che rappresenta l'antinomia della ragione pratica, con la dottrina dei postulati. Per poter garantire agli uomini la possibilità di raggiungere la felicità, Kant ha postulato l'immortalità dell'anima e l'esistenza di Dio: con tali postulati ha fatto credere che se si agisce per il dovere si agisce moralmente e se si agisce moralmente, allora si è meritevoli della felicità. In merito a ciò Hegel dichiara che sebbene la soluzione kantiana sia rassicurante, essa è filosoficamente inaccettabile perché contrasta con la teoria dello stesso Kant, secondo la quale si deve seguire l'imperativo morale soltanto per dovere e non per un fine. Il fine della felicità, posto con i postulati, inquina la purezza della legge morale e nega l'incondizionatezza, che è il carattere fondamentale della morale kantiana. Nell'ultimo degli scritti giovanili, il "Frammento di sistema" del 1800, Hegel afferma la superiorità della religione sulla filosofia, in quanto, secondo il filosofo, la religione coglie con immediatezza e in maniera intuitiva l'unità molteplice della vita, che costituisce il principio che unifica la realtà. La vita, per il giovane Hegel, è l'Assoluto, che comprende al proprio interno le opposizioni. Sarà questo, da ora in poi, il grande tema della filosofia hegeliana: la capacità di pensare la molteplicità e le opposizioni e, al tempo stesso, ricomprendere in un'unità. Ma ben presto lo Hegel maturo darà alla filosofia (cioè la ragione) il primato sulla religione (ossia l'intuizione).Domande da interrogazione
- Qual è la critica principale di Hegel all'etica kantiana?
- Come Hegel vede la soluzione di Kant al problema della felicità?
- Qual è la posizione di Hegel riguardo alla religione e alla filosofia nei suoi scritti giovanili?
Hegel critica il legalismo dell'etica kantiana, sottolineando che essa si basa sull'obbedienza a un comando razionale, senza considerare che lo spirito possa non aderire pienamente a tale comando.
Hegel ritiene che la soluzione kantiana, che postula l'immortalità dell'anima e l'esistenza di Dio per garantire la felicità, sia filosoficamente inaccettabile perché contraddice l'imperativo morale kantiano, che dovrebbe essere seguito solo per dovere e non per un fine.
Nei suoi scritti giovanili, Hegel afferma la superiorità della religione sulla filosofia, poiché la religione coglie intuitivamente l'unità molteplice della vita, ma successivamente darà il primato alla filosofia, ossia alla ragione.