Concetti Chiave
- Hegel esplora il Cristianesimo, inizialmente come religione privata e morale, per poi vederlo come riconciliazione tra uomo e Dio, a differenza della religione greca che rappresentava l'unità originaria.
- Critica l'Illuminismo per la sua astrazione e schematismo, sottolineando l'importanza della ragione nella storia, contrariamente alla visione illuminista della ragione presente solo in certe epoche.
- Apprezza il Romanticismo per la ricerca dell'assoluto, ma critica la sua natura astratta, proponendo un assoluto razionale e concreto.
- Critica Fichte per non raggiungere l'unità tra Io e non-Io e distingue tra intelletto analitico e ragione sintetica, promuovendo un assoluto concreto che include le contraddizioni della realtà.
- Condivide con Schelling l'idea che l'assoluto comprenda tutta la realtà, ma insiste che il processo verso l'assoluto è razionale e dialettico, strutturato in tesi, antitesi e sintesi.
Hegel - introduzione
Negli scritti giovanili Hegel si interessa di quali valori attribuire al Cristianesimo. Contrappone la religione cristiana alla religione popolare, cioè una religione condivisa da tutto il popolo. Questa era tipica delle polis greche in cui c’era armonia tra l’uomo e la divinità, la cosiddetta unità originaria. Il Cristianesimo è invece una religione privata, vissuta cioè in un rapporto personale tra l'individuo e Dio, ma è anche oggettiva, ossia fondata sugli scritti testamentari e su dogmi.
Scrive la Vita di Gesù nella quale riprende l’interpretazione kantiana della religione, presentando l’insegnamento di Gesù come dottrina morale. Più avanti Hegel muta la sua posizione trovando nella religione ebraica l’espressione della scissione tra l’uomo e Dio, ovvero la rottura dell’unità espressa dalla religione greca. Vede quindi il Cristianesimo come la riconciliazione tra l’uomo e Dio.
Hegel vive il suo tempo in una sorta di unione tra l’Illuminismo e il Romanticismo.
Critica agli illuministi: Apprezza l’importanza storica dell’Illuminismo, base della civiltà occidentale, e della ragione illuministica, ma non ne condivide l’astrattezza. Nella filosofia illuministica c’è un forte schematismo, che separa i concetti e non li integra. Inoltre mentre per Hegel la ragione è una costante della Storia ed ogni periodo storico va ben valutato, per gli illuministi la ragione è presente solo in determinate epoche storiche, contrapponendo le età illuminate alle epoche buie. La critica ai Romantici: Apprezza la ricerca di unità, di infinito e quindi di assoluto. Ma per Hegel l’assoluto non deve essere astratto, estetico, del sentimento, bensì razionale.
Il suo scritto puramente filosofico è la Differenza tra il sistema filosofico di Fichte e quello di Shelling.
Critica a Fichte: Hegel critica la filosofia di Fichte in quanto egli ha ammesso l’opposizione tra Io e non-Io, prodotta dall’Io, ma non ristabilisce l’unità tra i due termini, ammettendo solamente un’aspirazione all’unità che non si realizza mai. Il pensiero di Fichte è analitico, che si basa sull’intelletto e non sulla ragione. Di questi due aspetti Hegel fa una distinzione: l’intelletto fissa i concetti nella loro identità, agisce separando i contrari fissandoli nella loro unicità (A è A e A non è B), è astratto perché la realtà nella sua concretezza è fatta di sintesi dei contrari, c’è un movimento continuo di sintesi dei contrari e non di separazione; la ragione, invece, lavora dinamicamente per sintesi, quindi arriva all’assoluto concreto. L’idealismo di Hegel, infatti, non vuole arrivare ad un principio assoluto astratto (come l’Io assoluto di Fichte), ma vuole arrivare ad un assoluto concreto, che ha in sé tutte le contraddizioni della realtà, perché la realtà è contraddizione.
Critica a Shelling: condivide con Schelling sul fatto che l’assoluto comprenda tutta la realtà, sia unione tra materia e spirito, tra finito e infinito ma per Hegel l’assoluto non è un’unità indifferenziata, perché la realtà è piena di contraddizioni e nell’assoluto tale contraddittorietà non è annullata, ma superata. Schelling, inoltre, arriva all’assoluto attraverso l’arte, attraverso l’intuito, mentre per Hegel il processo che porta all’assoluto è razionale.
Il processo che porta all’assoluto è la ragione. L’assoluto si identifica con essa, assoluto e ragione sono la stessa cosa. La ragione agisce dialetticamente attraverso un processo formato da una tesi, da un’antitesi e da una sintesi. La tesi è un momento astratto, è l’idea in sé, non è calato nella contraddittorietà della realtà, l’antitesi, invece, è il momento della concretezza, è l’dea che si cala nelle contraddizioni della realtà; la sintesi concilia tesi e antitesi in una unità superiore, è l’idea che, arricchita delle contraddizioni della realtà, riemerge come spirito. Questa sintesi sarà poi la tesi di un nuovo momento a cui verrà contrapposta un’antitesi e ci sarà un’altra sintesi andando a formare un processo a spirale con il quale si arriva ad una realizzazione (da Hegel non specificata). Su tesi, antitesi e sintesi Hegel fonda tutto il suo sistema filosofico.
Domande da interrogazione
- Qual è la visione di Hegel sul Cristianesimo rispetto alla religione greca?
- Come Hegel critica l'Illuminismo?
- Qual è la critica di Hegel ai Romantici?
- In che modo Hegel critica la filosofia di Fichte?
- Qual è la differenza tra Hegel e Schelling riguardo all'assoluto?
Hegel vede il Cristianesimo come una religione privata e oggettiva, che riconcilia l'uomo e Dio, a differenza della religione greca che rappresentava un'unità originaria tra l'uomo e la divinità.
Hegel critica l'Illuminismo per la sua astrattezza e schematismo, che separa i concetti senza integrarli, mentre per lui la ragione è una costante della Storia.
Hegel apprezza la ricerca di unità e assoluto dei Romantici, ma critica il loro approccio astratto ed estetico, sostenendo che l'assoluto deve essere razionale.
Hegel critica Fichte per non ristabilire l'unità tra Io e non-Io, limitandosi a un'aspirazione mai realizzata, e per un pensiero analitico basato sull'intelletto anziché sulla ragione.
Hegel condivide con Schelling l'idea che l'assoluto comprenda tutta la realtà, ma critica l'unità indifferenziata di Schelling, sostenendo che l'assoluto supera le contraddizioni attraverso un processo razionale.