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Concetti Chiave

  • Hegel dedica ampio spazio ad Antigone nella Fenomenologia dello Spirito, vedendola come un simbolo dell'opposizione tra leggi divine e leggi statali.
  • Antigone rappresenta il conflitto tra le leggi non scritte della giustizia e le norme arbitrarie dello Stato, incarnato da Creonte.
  • Nella visione di Hegel, la figura storica di Antigone diventa un simbolo artistico, perdendo i suoi tratti individuali per rappresentare un concetto universale.
  • L'arte, secondo Hegel, eleva la realtà sensibile a un livello spirituale più alto, rimuovendo l'illusione del mondo transitorio.
  • Antigone è vista come una manifestazione della libertà umana, non una figura naturale o divina, ma un'espressione universale della condizione umana.

Indice

  1. Hegel e Antigone
  2. La tragedia di Sofocle
  3. Antigone e l'arte
  4. L'essenza di Antigone

Hegel e Antigone

Personaggio molto amato da Hegel da dedicargli, sebbene non lo nomini direttamente, intere ed essenziali pagine della Fenomenologia dello Spirito.

La tragedia di Sofocle

Alla tragedia di Sofocle, in cui Antigone sfida le leggi dello Stato per dare una degna sepoltura al fratello in nome degli agrapha dogmata (le leggi non scritte del giusto), che si contrappongono alle leggi mutevoli ed arbitrarie degli uomini, dello Stato, impersonato da Creonte, il quale appunto aveva vietato la sepoltura del nemico.

Antigone e l'arte

I caratteri propri della persona di Antigone, così com’essa è stata (carattere, vizi, debolezze), secondo Hegel sono scomparsi: nell’opera d’arte, di lei non rimane altro che la scelta di morire pur di seppellire il fratello che, altrimenti, non avrebbe potuto vivere in pace per l’eternità.

L'essenza di Antigone

Non si nega l’esistenza storica di Antigone, ma essa viene «tipicizzata»: il tipico si distingue dall’universale astratto, ma non porta più con sé i caratteri particolari appartenenti alla sua storicità (Antigone, l’opera d’arte è più vera della realtà sensibile, non è sottoposta alla contingenza della biologia). «L’arte rimuove la parvenza e l’illusione di questo mondo malvagio e transitorio, da quel vero contenuto dei fenomeni e conferisce loro una realtà più alta, di origine spirituale». Mentre l’arte è una creazione specificamente umana, Antigone non è né una creatura della natura, né di Dio: nella natura non c’è la tipica forma della sorella che sfida le leggi dello Stato, ma questa non è nemmeno un’essenza spirituale, bensì Antigone è una di quelle figure in cui si realizza la libertà umana. L’essenza dev’essere trasfigurata in una figura che manifesta l’essenziale, che fa cioè trasparire, traducere la realtà (→Cristo: sembra un uomo qualunque ma, trasfigurandosi, appare come Dio, nella sua vera essenza). Essa non è una donna, ma è “Antigone”, cioè un contenuto umano universale che, proprio in quanto tale, appartiene a tutti; con Antigone assistiamo ad un’universalità che si particolarizza.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo di Antigone nella "Fenomenologia dello Spirito" di Hegel?
  2. Antigone è un personaggio centrale nella "Fenomenologia dello Spirito" di Hegel, rappresentando la sfida alle leggi dello Stato in nome delle leggi non scritte del giusto, incarnando così la libertà umana.

  3. Come Hegel interpreta la figura di Antigone rispetto alla sua storicità?
  4. Hegel considera Antigone non come una figura storica con caratteri particolari, ma come un'opera d'arte che rappresenta un contenuto umano universale, trasfigurando la realtà sensibile in una forma più vera e spirituale.

  5. In che modo l'arte, secondo Hegel, trasforma la figura di Antigone?
  6. L'arte, secondo Hegel, rimuove l'apparenza e l'illusione del mondo transitorio, conferendo ad Antigone una realtà più alta e spirituale, manifestando l'essenziale e l'universalità umana.

Domande e risposte

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