Concetti Chiave
- Vico trae ispirazione da Platone, Tacito, Bacone e Grozio, ognuno dei quali contribuisce a una diversa dimensione del suo pensiero.
- Critica il cogito cartesiano, sostenendo che la vera conoscenza risiede nel "verum et factum", cioè nella creazione concreta piuttosto che in idee astratte.
- Sostiene che la storia è la vera scienza per l'uomo, poiché è un'autobiografia collettiva co-creata con Dio, il quale ha dotato l'uomo di ragione.
- Descrive tre età evolutive dell'umanità: età del senso (primitivo), età della fantasia, ed età della ragione (scienza e organizzazione sociale).
- Introduce la teoria dei corsi e ricorsi storici, secondo cui le forme storiche si ripetono ciclicamente nel tempo, pur con eventi differenti.
Indice
Ispirazioni filosofiche di Vico
Vico riconosce 4 autori come suoi diretti ispiratori: Platone che contempla l’ uomo come deve essere; Tacito che contempla l’ uomo com’è; Bacone che contempla il metodo sperimentale e fa compiere progressi alla scienza del mondo degli uomini; Grozio il quale unendo filosofia e filologia ha dato luogo al diritto universale.
Critica al cogito cartesiano
Il rilievo critico più importante Vico lo muove al cogito di carteggio. Gli scettici non negano il cogito, negano la possibilità che dal cogito possa costituirsi una scienza. L’errore di fondo di Cartesio consiste nell’aver posto il criterio di verrà nell’idea nell’ idea chiara e distinta. La verità per Vico è nella conversine del vero nel fatto; norma del vero è averlo fatto( verum et ipsum factum reciprocantur sedur conventuntur).
Conoscenza e divinità secondo Vico
La vera conoscenza consiste nel fare le cose e quindi vera conoscenza può averla solo Dio. Egli ha la scienza del mondo mentre l’uomo conosce le caratteristiche esterne delle cose non conosce la natura delle cose. Ne deriva che la scienza vara per gli uomini è la storia, perché è la loro autobiografia, l’ uomo è creatore immediato della storia ma non da solo, infatti ha un compagno in Dio o provvidenza. Dio è il cooperatore dell’ uomo dal momento che ha lasciato in lui il lumen o ragione, grazie al quale l’ uomo ha potuto portarsi dall’oscurità delle barbarie alla luce della moderna civiltà.
Le tre età dell'umanità
Per lui il divenire si è svolto attraverso tre tappe:
1)à del senso o degli Dei;
2) eta della fantasia;
3)età della ragione.
L'età del senso e della fantasia
Quella del senso è l’età del primitivo, l’età in cui l’uomo era un bestione che sentiva senza avvertire,cioè aveva sensazione senza che esse costituissero un atto di conoscenza. Era un selvaggio senza consapevolezza di avere un avvenire perché non aveva coscienza di se stesso. Tutta la sua conoscenza era conoscenza empirica, frammentaria, sensoriale.Proprio nel momento in cui questo bestione era tutto senso e di facile impressionabilità di fronte ai fenomeni naturali e di fronte certe difficoltà inspiegabili, subì le prime emozioni e nacque in lui il sentimento religioso. Subito dopo con la religione nacque l’arte; l’ uomo ha acquisito una sensibilità nuova per cui di fronte ai fenomeni naturali avverte una certa commozione, cioè “avverte con animo perturbato e commosso”, sente il bisogno di esprimere questo turbamento per dare quiete ad esso. In questo sforzo nasce la lingua che è lo strumento per esprimere i sentimenti. La commozione mette in movimento la fantasia e non la ragione. Con questa affermazione Vico si fa sostenitore dell’autonomia della fantasia dalla ragione.
L'età della ragione e i corsi storici
L’età della ragione è l’età della scienza, della filosofia, dell’organizzazione sociale, dei linguaggi definiti. queste 3 età nel tempo si ripetono, perciò abbiamo in Vico la teoria dei corsi e ricorsi storici.Il medioevo ad esempio per i suoi costumi e per la sua bellicosità non è altro che l’età di Pericle, la decadenza del 600 rappresenta il periodo ellenistico. I corsi e ricorsi storici indicano la ripetizione dell’età e non degli accadimenti che sono differenti, si tratta di ripetizioni di determinate forme storiche.
Domande da interrogazione
- Quali sono gli autori che Vico riconosce come suoi ispiratori diretti?
- Qual è la critica principale di Vico al pensiero di Cartesio?
- Come Vico descrive la vera conoscenza e chi può possederla?
- Quali sono le tre tappe del divenire secondo Vico?
- Cosa rappresentano i corsi e ricorsi storici nella teoria di Vico?
Vico riconosce Platone, Tacito, Bacone e Grozio come suoi ispiratori diretti, ciascuno per il loro contributo alla comprensione dell'uomo e della scienza.
Vico critica Cartesio per aver posto il criterio di verità nell'idea chiara e distinta, mentre per Vico la verità risiede nella conversione del vero nel fatto.
Vico sostiene che la vera conoscenza consiste nel fare le cose, e solo Dio può possederla completamente, poiché l'uomo conosce solo le caratteristiche esterne delle cose.
Le tre tappe del divenire secondo Vico sono l'età del senso o degli Dei, l'età della fantasia e l'età della ragione.
I corsi e ricorsi storici rappresentano la ripetizione delle età storiche, non degli eventi specifici, indicando la ciclicità di determinate forme storiche.