Concetti Chiave
- Fichte è il fondatore dell'idealismo romantico, che si basa sulle idee di Kant, enfatizzando un idealismo morale dove l'uomo deve agire contro la natura e gli istinti.
- L'idealismo di Fichte abolisce il concetto di "cosa in sé" di Kant, affermando che la realtà esiste solo attraverso l'intelletto umano, rendendo l'Io infinito e creatore della realtà.
- Fichte sostiene un monismo spiritualistico, dove lo spirito coincide con Dio e l'uomo, e l'intera realtà è un momento dialettico della vita dello spirito.
- Nel suo idealismo etico, Fichte pone il primato della ragion pratica, enfatizzando l'azione dell'uomo per modificare il mondo e superare il non-io per realizzare la libertà.
- Fichte promuove un'educazione innovativa per trasformare la società, vedendo nel popolo tedesco il veicolo ideale per diffondere libertà e ragione a livello globale.
Indice
L'idealismo morale di Fichte
Fichte è l’iniziatore dell’idealismo romantico, il cui pensiero si innesta sulla riflessione di Kant. La filosofia di Fichte è un idealismo morale, un moralismo che vede nel dovere morale il compito fondamentale dell’uomo, ovvero l’agire contro la natura, gli istinti e gli impulsi naturali.
Fichte pensa infatti che l’uomo debba imporsi sulla natura, sulla materia e su tutto ciò che è privo di ragione.La rivoluzione copernicana di Kant
Fichte radicalizza la rivoluzione copernicana di Kant, il quale sosteneva che non era l’uomo a conformarsi alla realtà, ma era la realtà che si conformava all’uomo, invertendo in questo modo i rapporti tra soggetto e oggetto. Kant sosteneva che ci fosse comunque un limite del soggetto al conoscere e al sapere e questo limite del soggetto era il noumeno, cioè il limite invalicabile. L’io penso di Kant si limitava a plasmare e ad ordinare il mondo secondo gli “a priori”.
L'abolizione della cosa in sé
L’idealismo invece è l’abolizione della cosa in sé, cioè l’abolizione della realtà intesa come autonoma ed indipendente da noi e in questo modo si riconduce tutta la realtà al pensiero. Secondo Fichte bisogna abolire la cosa in sé perché non è possibile attingere ad essa, quindi per noi esiste solo la realtà che creiamo attraverso l’intelletto. E’ assurdo pensare che ci sia una cosa in sé, autonoma a noi. Se si togliesse la cosa in sé, l’io penso non sarebbe più finito e limitato ma diventerebbe un principio infinito e non plasmerebbe soltanto la realtà, ma la creerebbe.
Nell’idealismo tutta la realtà viene ricondotta all’ideale e non c’è più una scienza dell’essere, ma una metafisica del soggetto.
Il panteismo spiritualistico di Fichte
Secondo Fichte, tutto è spirito e lo spirito è l’uomo e la natura esiste come momento dialettico necessario della vita dello spirito. In questo senso, l’uomo o lo spirito coincide con Dio.
Con l’idealismo di Fichte ci si ritrova di fronte ad una forma di panteismo spiritualistico, che identifica Dio con lo spirito operante nel mondo, ovvero con l’uomo, e di monismo dialettico, che ammette l’esistenza di una sola sostanza, appunto lo spirito.
Idealismo e dogmatismo a confronto
Secondo Fichte esistono solo due grandi sistemi filosofici, ovvero l’idealismo e il dogmatismo o naturalismo. Mentre l’idealismo parte dall’io per spiegare la cosa o l’oggetto, il dogmatismo parte dall’oggetto per spiegare il soggetto. Per Fichte l’idealismo è da preferire perché si configura come una dottrina della libertà, mentre il dogmatismo finisce sempre per ricadere nel fatalismo e nel determinismo.
Il primato della ragion pratica
L’idealismo di Fichte è anche detto etico, perché mostra un primato della ragion pratica (il dovere morale) sulla ragione teoretica, cioè quella che si pone il compito di conoscere.
Fichte pensa che l’uomo non debba limitarsi a conoscere il mondo, ma agire per modificarlo. Secondo lui, l’uomo stabilisce qual è la natura e questo significa che l’uomo è ATTO, quindi il suo compito è quello di agire in vista di scopi e di lottare per poterli conseguire. Fichte ritiene che il motivo per cui l’Io crei in mondo sia di carattere pratico: la posizione del non-io, ossia di un ostacolo da superare, è una condizione indispensabile affinché l’Io, che è libertà, possa realizzare se stesso.
La dottrina della scienza
Fichte scrive un’opera importante che si chiama “la dottrina della scienza” dove individua i 3 principi fondamentali della scienza, che sono:
-L’Io pone se stesso: l’Io spirito umano è assoluto, non deriva da nulla, ma si autocrea attraverso attraverso un’intuizione. Fichte, come Cartesio, pensa che l’unica verità indiscutibile sia il “cogito ergo sum”, ovvero la verità fondamentale che io sono io. (l’Io di cui parla Fichte è l’Io penso di Kant)
-L’Io pone il non-io: l’Io dopo aver posto sé stesso, cioè la sua identità, si distingue da qualcos’altro. (principio di non contraddizione: se Io=Io, allora l’Io è diverso e non uguale al non-io). Quest’altro è l’oggetto, la natura, il non-io.
-L’Io oppone nell’Io ad un Io divisibile un non-Io divisibile: l’Io infinito (l’umanità) ponendo la natura si autolimita, si scopre cioè limitata dal non-io, pertanto si determina nello spazio e nel tempo come individuo (cioè come io finito ed empirico). L’umanità non è altro che l’insieme di individui finiti che lottano per imporre la loro libertà su non-io altrettanto finiti. L’essenza dell’uomo è quella di essere libero.
La dialettica dell'Io
L’Io vive di lotta e opposizione, secondo una struttura dialettica composta da TESI, ANTITESI e SINTESI: i momenti opposti di tesi e di antitesi si riferiscono rispettivamente all’Io e al non-io, mentre la sintesi è la loro reciproca determinazione. Ogni sintesi è poi il punto di partenza di una nuova opposizione.
Questo significa che ogni uomo, essendo parte dell’Io infinito, lotta continuamente per affermare la sua libertà su ogni ostacolo e limite, in una corsa che non ha mai fine, perché se questa lotta cessasse, cesserebbe anche la vita dell’Io che è, essenzialmente, azione morale, perfezionamento continuo di se stessi e dell’umanità.
Fichte e l'educazione del popolo tedesco
Fichte era anche un padagogista e credeva nell’educazione. Sosteneva che il mondo moderno avesse bisogno di una nuova azione pedagogica capace di mettersi al servizio della maggioranza del popolo e della nazione, trasformando la struttura fisica e spirituale delle persone. Fichte argomenta che soltanto il popolo tedesco risulta adatto a promuovere questa nuova educazione, poiché ha mantenuto intatta la sua lingua e la sua identità culturale originaria. La Germana ha la missione di diffondere la libertà e la ragione per il bene di tutta l’umanità. Quest’opera divenne un testo chiave sia per il patriottismo, ma anche per il nazionalismo tedesco, che trasformò la supremazia spirituale di Fichte in supremazia si razza e di potenza.
Domande da interrogazione
- Chi è considerato l'iniziatore dell'idealismo romantico e quale pensiero influenza la sua filosofia?
- Qual è il compito fondamentale dell'uomo secondo Fichte?
- Come Fichte radicalizza la rivoluzione copernicana di Kant?
- Quali sono i tre principi fondamentali della scienza secondo Fichte?
- Qual è la visione di Fichte sull'educazione e quale popolo ritiene adatto a promuoverla?
Fichte è considerato l'iniziatore dell'idealismo romantico, e la sua filosofia si innesta sulla riflessione di Kant.
Secondo Fichte, il compito fondamentale dell'uomo è agire contro la natura, gli istinti e gli impulsi naturali, imponendosi sulla materia e su tutto ciò che è privo di ragione.
Fichte radicalizza la rivoluzione copernicana di Kant abolendo la cosa in sé, sostenendo che la realtà esiste solo attraverso l'intelletto umano e che l'io penso diventa un principio infinito.
I tre principi fondamentali della scienza secondo Fichte sono: l'Io pone se stesso, l'Io pone il non-io, e l'Io oppone nell'Io ad un Io divisibile un non-Io divisibile.
Fichte crede in una nuova azione pedagogica per il mondo moderno, e ritiene che solo il popolo tedesco, avendo mantenuto intatta la sua lingua e identità culturale, sia adatto a promuovere questa educazione per il bene dell'umanità.