Concetti Chiave
- Il positivismo, sviluppatosi nel XIX secolo, promuoveva la scienza e il progresso come basi per una società migliore, influenzato da pensatori come Comte e Mill.
- Si divide in due fasi: il positivismo sociale della prima metà del secolo e l'evoluzionista della seconda, con influenze da Darwin e Spencer.
- La parola "positivismo" deriva dal latino "positum", indicando una filosofia basata sulla realtà concreta e contrapposta a speculazioni astratte.
- Condivide con l'illuminismo una visione laica della vita, ma differisce nell'approccio al cambiamento sociale, opponendosi alle rivoluzioni armate.
- Critiche al positivismo includono l'accusa di dogmatismo, come osservato da Abbagnano, che lo vede come limitante per l'esperienza umana.
In questo appunto viene descritto il positivismo, di cui vengono descritti i principali argomenti, come per esempio una descrizione del contesto storico-culturale in cui si sarebbe sviluppato, la sua etimologia, il positivismo nei suoi legami con l'illuminismo.
Indice
Evoluzione del positivismo
Il positivismo è una corrente filosofica e culturale sviluppatasi dalla prima metà dell’Ottocento alla fine della guerra di Crimea in Francia, fautrice della scienza e del progresso tecnologico (macchine a vapore, ferrovie, elettricità) e sociale ponendo le basi al periodo di pace e prosperità tra il 1871 e il 1914 della Belle Époque.
Rifacendosi alle teorie di Charles Darwin il positivismo si presenta in due aspetti nel corso del secolo. Nella prima metà il positivismo viene definito sociale vedendo come suoi maggiori esponenti Henri de Saint-Simon, fondatore del socialismo francese e autore del “Catechismo degli industriali” dove compare per la prima volta il termine positivista, Auguste Comte, autore del “Piano dei lavori scientifici necessari per riorganizzare la società” nonché iniziatore del positivismo, John Stuart Mill, sostenitore del liberismo e dell’utilitarismo. C’è la necessità di questi uomini di ristrutturare la società dopo la crisi illuministica e della rivoluzione francese oltre alla volontà di trovare delle basi solide su cui poggiare la società futura che vadano al di là delle labili concezioni idealiste e del Romanticismo. La scienza deve sanare i mali passati per poter progredire.
Nella seconda metà il positivismo viene definito evoluzionista vedendo i suoi maggiori esponenti in Herbert Spencer, teorico del darwinismo sociale, e Roberto Ardigò che struttura la sua filosofia sul fatto fisico o psichico e nell’argomentazione induttiva. In questa seconda fase si può notare un legame stretto con le ideologie della classe borghese non solo francese ma anche inglese, italiana e tedesca in cui vengono esaltati il pensiero economico liberista, il metodo scientifico applicato ad ogni ambito socio-umanitario, l’ottimismo della rivoluzione e capitalismo industriali condannati dal marxismo in quanto porterebbero a dei “costi umani” non indifferenti ma ignorati. D’altra parte, come suggerisce Ludovico Geymonat, non si deve far coincidere positivismo e borghesia perché il primo è stato sia sostenuto che ostacolato dalla seconda. Per i critici moderni, però, la suddivisione darwiniana del positivismo non è del tutto corretta e si preferisce individuare e studiare gli effetti che essa ha portato in ogni nazione anche se il medesimo è l’atteggiamento degli uomini verso il progresso tanto da far nascere dal positivismo stesso le scienze umane (psicologia, sociologia, antropologia), il verismo, il positivismo, una nuova concezione della pedagogia laica e della filosofia che, impossibilitata nel risolvere problemi metafisici poiché non può fare riferimento alla realtà concreta, si occupi di trovare una visione unitaria e generale dell’uomo.
Etimologia e significato del positivismo
Il termine positivismo viene dal latino positum che significa “fondato” ovvero che ha le sue radici nella concretezza della realtà. Un’analisi più approfondita del significato della parola viene fatta da Comte nel “Discorso sullo spirito positivo”. Si dice che l’accezione più antica sia legata al senso di cosa reale in contrasto al chimerico. Questo è la base di tutto perché permette di studiare solo concetti accessibili alla comprensione umana eliminando le astrusità su cui si ragionava soprattutto in età infantile.
La seconda accezione è legata alla prima ed è caratterizzata dal contrasto utile-inutile in quanto in questo modo si incanalano le energie intellettuali non nella soddisfazioni di aride curiosità ma nella ricerca di un miglioramento collettivo e individuale. La terza accezione riguarda l’opposizione certezza-indecisione al fine di trovare un’unione logica e spirituale dell’intera specie contro inutili speculazioni mentali. La quarta accezione è il contrasto preciso-vago perché il vero filosofo non è colui che attraverso la vaghezza delle sue opinioni soddisfa un qualcosa di soprannaturale ma colui che lavora con schemi conformi alla natura per soddisfare bisogni tangibili. La quinta accezione, meno usata delle altre, vede il concetto di contrario di negativo ovvero una filosofia che intrinsecamente non distrugge ma organizza. Ciò è particolarmente importante perché differenzia questa nuova concezione con la metafisica, portatrice solo di critiche, mentre i quattro termini precedenti la differenziano dalla filosofia delle origini.
Contrasti e critiche al positivismo
Queste correnti filosofiche hanno delle similitudini riguardo la visione laica e immanente della vita, nel volere "Keine Metaphysik mehr!" ("non più metafisica!") ma scienza, nell’utilizzo della ragione per giungere ad una “pubblica felicità” non trovata dagli illuministi.
Da una parte, però, gli illuministi combattevano utilizzando la scienza, seppur limitata nella verità, contro i privilegi aristocratici, la metafisica e la religione anche in forme che sfociavano nella rivoluzione armata, dall’altra i positivisti si schierano contro gli stessi avversari con le stesse armi della ragione, in cui vengono innestate certezze assolute e globali avvicinandosi al romanticismo in cui il valore assoluto era nella poesia, già ben innestate nella società laica per cui il loro sarebbe un atteggiamento anacronistico oltre che anti-rivoluzionario come dimostra la contrarietà alle rivoluzioni proletarie e al rifiuto di accettare la scientificità del socialismo.
Critiche di Nicola Abbagnano
A tale proposito Nicola Abbagnano crede che il positivismo: “ha finito per sembrare un nuovo dogmatismo, avente la pretesa di racchiudere l'uomo negli schemi riduttivi della scienza” producendo delle risposte antipositivistiche spiritualiste come quella di Henri Bergson.
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto storico-culturale in cui si è sviluppato il positivismo?
- Qual è l'etimologia del termine "positivismo"?
- Quali sono le principali differenze tra positivismo e illuminismo?
- Chi sono stati i principali esponenti del positivismo nella sua fase sociale?
- Come viene criticato il positivismo da Nicola Abbagnano?
Il positivismo si è sviluppato dalla prima metà dell'Ottocento fino alla fine della guerra di Crimea in Francia, promuovendo la scienza e il progresso tecnologico e sociale, e ha posto le basi per la Belle Époque.
Il termine "positivismo" deriva dal latino "positum", che significa "fondato", e si riferisce alla concretezza della realtà, come analizzato da Comte nel "Discorso sullo spirito positivo".
Entrambe le correnti condividono una visione laica e immanente della vita, ma mentre gli illuministi usavano la scienza contro i privilegi aristocratici, i positivisti si opponevano agli stessi avversari con certezze assolute, avvicinandosi al romanticismo.
Nella fase sociale del positivismo, i principali esponenti sono stati Henri de Saint-Simon, Auguste Comte e John Stuart Mill, che cercavano di ristrutturare la società dopo la crisi illuministica e la rivoluzione francese.
Nicola Abbagnano critica il positivismo definendolo un nuovo dogmatismo che racchiude l'uomo negli schemi riduttivi della scienza, portando a risposte antipositivistiche come quella di Henri Bergson.