Concetti Chiave
- Nel Rinascimento, il pensiero politico si rinnova con un focus su tre correnti principali: realismo politico, utopia e giusnaturalismo.
- Il realismo politico, guidato da Machiavelli, si basa sull'osservazione della realtà e sull'analisi storica per comprendere e gestire lo Stato.
- La corrente dell'utopia, rappresentata da Moro e Campanella, immagina stati ideali che trascendono le realtà politiche esistenti senza preoccuparsi della loro realizzabilità pratica.
- Il giusnaturalismo, con esponenti come Hobbes e Grozio, si fonda sul concetto di diritti naturali, intrinseci all'uomo, che lo Stato deve proteggere e garantire.
- Queste correnti offrono visioni diverse sul ruolo e la formazione dello Stato, influenzando profondamente il pensiero politico dell'epoca.
Nel Rinascimento si ha un rinnovamento anche nell'ambito politico; alcuni filosofi si occupano di rinnovare lo Stato.
Ci sono tre correnti di pensiero politico rinascimentale:
REALISMO POLITICO: il punto di partenza è la realtà.
Il massimo esponente è Machiavelli (Principe). Egli, parte dalla 'realtà effettuale' (realtà così com'è), affermando che l’arte politica si basa su due elementi: l’osservazione del presente e lo studio del passato (esperienza diretta e indiretta).
UTOPIA: il punto di partenza è l'idea.
I massimi esponenti sono Moro e Campanella.
[Il primo esempio di utopia politica è la repubblica di Platone, considerata precursore dell'utopia politica rinascimentale].
GIUSNATURALISMO: il punto di partenza è il diritto di natura.
Il massimo esponente è Hobbes, il fondatore Grozio. Il termine, dal latino (ius: diritto, nature: natura), significa 'diritto naturale'. Gli uomini, in quanto uomini, possiedono dei diritti naturali (nascita) contrapposti ai diritti positivi (istituiti dalla società); per i giusnaturalisti lo stato nasce per garantire i diritti naturali che sono inalienabili, cioè non possono essere sottratti o ceduti.
[Il diritto alla vita è il diritto naturale per eccellenza].