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Concetti Chiave

  • La filosofia di Cartesio si basa sull'affermazione "cogito ergo sum", che deriva dal dubbio metodico e stabilisce che il pensiero è la prova dell'esistenza.
  • Cartesio risponde alle critiche al cogito affermando che è un'evidenza immediata, non un ragionamento, poiché pensare di non pensare è contraddittorio.
  • Il metodo cartesiano si fonda su quattro regole: evidenza, analisi, sintesi, e revisione, per distinguere il vero dal falso con certezza.
  • Cartesio introduce l'idea di dualismo tra res cogitans (pensante) e res extensa (estesa), con l'anima e il corpo come entità separate ma connesse.
  • Le passioni, divise in azioni volontarie e affezioni involontarie, devono essere dominate dalla ragione, nonostante possano stimolare miglioramenti personali.

Indice

  1. Il dubbio cartesiano
  2. La certezza del pensiero
  3. Il genio maligno
  4. Critiche al cogito
  5. La risposta di Cartesio
  6. Hobbes e la critica materialista
  7. Le regole del metodo
  8. Il dubbio metodico e iperbolico
  9. Le idee innate e Dio
  10. La certezza dell'esistenza di Dio
  11. La visione dualistica di Cartesio
  12. La res cogitans e res extensa
  13. La ragione e la volontà
  14. La fisica cartesiana
  15. La morale provvisoria
  16. Le passioni e la saggezza

Il dubbio cartesiano

Penso dunque sono.

Non è banale dire che la filosofia di Cartesio si basa su questa affermazione, siccome è il prodotto di un dubbio applicato a tutto, di un travaglio interiore. Egli è riuscito ad affermare ciò seguendo un ragionamento lineare del tipo: anche se tutto ciò a cui penso è falso, cio che è vero è che io penso. Il sillogismo sarebbe dubito ergo cogito, cogito ergo sum. Tutto ciò che pensa esiste, dubita pensando e pensa essendo, il che risulta quindi un intuizione più che un sillogismo, infatti in molti lo criticheranno.

La certezza del pensiero

Alla domanda “cosa sono?” Cartesio risponde “una cosa che pensa”, si è completamente certi di se stessi poiché il pensiero è un attributo che ci appartiene, l'uomo esiste per tanto tempo quanto pensa. L'uomo è intelletto, una cosa che pensa e quindi una cosa esistente.

Il genio maligno

Una volta superato questo scoglio però Cartesio non è certo di ciò che lo circonda, ciò che vediamo possiamo essercelo inventato, e ancora, possiamo dubitare di ciò che vediamo, ma non del fatto che vediamo. Supponendo che esista un genio maligno, che ci inganna e ci fa credere cose non vere, come si può essere certi di tutto? Cartesio dubita di tutto ciò di cui prima era convinto, compresa la matematica, poiché potrebbe essere il genio maligno a farmi credere che, per esempio, 2+2=4.

Il genio maligno può farmi credere alle cose più assurde, ma non può imbrogliarmi sul fatto che non esisto, perché può imbrogliarmi solamente se esisto.

Atti della coscienza, tutti li abbiamo, il soggetto che le ha deve esistere. Non posso dubitare di avere una coscienza. Io, anima (non forma perché si può dubitare di avere un corpo). La frase “io sono, io esisto” è necessariamente vera tutte le volte che la pronuncio o la concepisco nella mia coscienza)

Critiche al cogito

Il cogito cartesiano venne criticato da chi pensava, come Antoine Arnauld, che se il cogito ergo sum venisse accettato in quanto ragionamento evidente, allora la regola dell'evidenza sarebbe risultata anteriore a questo e non in sua virtù, e anche da chi pensava, come Gassendi, che questo principio fosse la conclusione del sillogismo: “tutto ciò che pensa esiste. Io penso, dunque esisto.” e in quanto conclusione non potesse costituire un principio.

La risposta di Cartesio

A questi due tipi di critiche Cartesio rispose nello stesso modo, ovvero enunciò che il cogito è un'autoevidenza, un ragionamento immediato, poiché l'io è certo di essere “qualcosa che pensa” in quanto affermare che “penso di non pensare” sarebbe contraddittorio, il cogito non è un ragionamento ma l'esito di una deduzione che risulta evidente e logicamente necessaria.

Hobbes e la critica materialista

L'ultima critica che ricevette fu quella di Hobbes, il quale sosteneva l'affermazione “cogito ergo sum” ma criticò la pretesa di Cartesio di pronunciarsi su come l'io esiste, ovvero definendolo spirito e anima, quando il soggetto pensatore potrebbe essere qualcosa di materiale nel nostro corpo. Hobbes lo paragonò a chi dice che “chi passeggia è una passeggiata”.

Per cui Cartesio rispose che l'uomo non cessa mai di pensare, a differenza dell'azione del passeggiare, e che il pensiero, il quanto facoltà di pensare, ha bisogno di un sostegno, una sostanza che vi stia sotto e che sia definita in modo essenziale da questa facoltà; per cui siccome il pensiero è immateriale, anche il soggetto lo deve essere.

Le regole del metodo

Il discorso sul metodo

le meditazioni metafisiche

le passioni dell'anima

Come faccio, nel momento in cui dubito di tutte le mie conoscenze a distinguere il vero dal falso?

Come ho la stessa certezza matematica in ambiti non matematici?

Qual è il fondamento delle certezze matematiche?

Quelle lunghe catene di ragionamenti, semplici e facili, di cui i geometri si servono per giungere alle loro più difficili dimostrazioni, mi dettero motivo a supporre che tutte le cose di cui l'uomo può avere conoscenza si seguano nello stesso modo.

Regola dell'evidenza: Non raccogliere mai nulla per vero che non conoscessi essere tale per evidenza. Bisogna evitare la precipitazione e la presunzione, e accogliere come vero solo ciò che risulta evidente, ossia chiaro e distinto.Non comprendere nei miei giudizi niente di più di ciò che si presentasse così chiaramente, così distintamente al mio spirito che io non devo aver motivo di porre nessun dubbio. Non devo avere dubbi sulla chiarezza di questa verità. Non c'è niente di cui non si può dubitare.

Regola dell'analisi: Dividere ciascuna delle difficoltà da esaminare nel maggior numero di parti possibili e necessarie per meglio risolverle. Bisogna suddividere ogni problema complesso nei suoi elementi più semplici.

regola della sintesi: Condurre i miei pensieri ordinatamente, cominciando dagli oggetti più semplici e più facili a conoscersi per risalire poco a poco, quasi per gradi, fino alle conoscenze più complesse, supponendo che vi sia un ordine anche tra gli oggetti tra cui non vige alcuna precedenza naturale. Bisogna risalire, nell'analizzare le cose, dal semplice al complesso.

Regola dell'enumerazione e revisione: Fare in ogni caso enumerazioni così complete e revisioni così generali da essere sicuro di non omettere nulla. Bisogna enumerare tutti gli elementi individuati mediante l'analisi e rivedere tutti i passaggi della sintesi.

Il dubbio metodico e iperbolico

Data la prima regola ci si può chiedere cosa può essere messo in discussione, e la risposta è che si può mettere in dubbio tutto ciò che è percepito dai sensi, ovvero la conoscenza sensibile, e questo è il dubbio metodico, relativo al mondo esterno.

Cartesio dubita anche della matematica, facendo diventare il dubbio, da metodico, a iperbolico. Egli suppone l'esistenza di un genio maligno che fa credere l'uomo alle cose più assurde.

Per trovare una certezza devo prima metterla in dubbio.

L'unica certezza che rimane è che dubito e quindi che esisto. Cogito ergo sum. Non ci sono momenti in cui non si pensa.

Le regole del metodo furono scritte prima del cogito, e il cogito è l'evidenza che il metodo è funzionante.

Secondo Cartesio il dubbio iperbolico consiste nel dubitare, non solo di ciò che viene percepito tramite i sensi, come nel dubbio metodico, ma anche delle verità matematiche, poiché potrebbe esserci un genio ingannatore che convince l'uomo a pensare che queste siano verità quando non lo sono.

Le idee innate e Dio

Idee avventizie: provengono da ciò di cui ho esperienza

idee fattizie: provengono da me stesso, le creo io

idee innate: non possono venire d fuori, ma non posso essermele create io. (idea di dio) se posso pensare alla perfezione, all'onnipotenza e all'onniscenza, mi sarei creato perfetto e tutto mi sarebbe certo.

Se ho un'idea innata ed è perfezione (dio), ciò che me l'ha messa in testa deve essere perfetto. Se la conseguenza è perfetta, anche la causa lo è.

La certezza dell'esistenza di Dio

L'altra certezza a cui arriva Cartesio è l'esistenza di Dio, appunto per questo ragionamento. La prima certezza (io penso) è servita per trovare il punto certo su cui poter basare tutte le conoscenze. Indagando sulla prima certezza, Cartesio ha ricavato la seconda.

Lo scopo della seconda certezza è avere un punto di riferimento certo nei confronti di ciò che non è la prima certezza. Prima di questa certezza si ipotizzava l'esistenza di un genio maligno e si aveva i propri sensi, entrambi dei quali sono ingannatori. L'uomo ha bisogno un garante che dica che le cose che vede sono vere ed esistono.

La visione dualistica di Cartesio

Cartesio si fida di Dio, perché è un essere talmente buono, perfetto e giusto che non può ingannare l'uomo, e perciò Cartesio smette di dubitare.

Secondo Cartesio l'ordine gerarchico delle cose che esistono è:

io

dio

il mondo

La res cogitans e res extensa

Cartesio ha una visione dualistica del mondo: tutto si divide in res cogitans e res extensa, la res cogitans è costituita dal pensiero, tutto ciò che pensa è res cogitans, invece la res extensa è tutto ciò che è dotato di estensione, ovvero i corpi.

Cartesio è stato criticato perché ha usato Dio come strumento, e dopo averlo usato come garante non gli serve più. Infatti la res extensa funziona senza interventi divini, ma secondo leggi meccaniche. La res extensa è una grande macchina, tutto è meccanico, anche il moto dei pianeti.

Cartesio cercò anche di definire come si unissero le due res e analizzando il corpo umano trovò una ghiandola, che chiamò pineale, e la definisce come il punto di unione tra i due.

La ragione e la volontà

Secondo la seconda certezza, Dio esiste, i nostri sensi commettono errori, perché non sono perfetti, ma la certezza che le cose che esistono la ho grazie a Dio e alla mia ragione. Su cosa si basa quindi la ragione?

La ragione è fondata sull'esistenza di Dio. Dio e la ragione mi portano a pensare che il mondo esista, dio serve a dimostrare che ciò che percepisco esiste, ma i sensi possono ingannarmi perché posso vedere male per esempio e questo è un errore. L'intelletto umano è limitato, mentre Dio lo ha illimitato. Tuttavia abbiamo un'altra facoltà: la volontà. La volontà ci fa affermare per vere cose anche se il nostro intelletto non l'ha dimostrato. Gli errori nascono da questo, le persone vogliono raggiungere conclusioni in modo immediato, anche se non ne si ha la certezza.

L'errore dipende dal libero arbitrio.

Res cogitans:

incorporea

inestesa

consapevole

libera

La res extensa è unica, ogni corpo è un modo d'essere della stessa sostanza, perché ogni cosa occupa spazio.

Modi d'essere= determinazioni diverse dello spazio=modi di occupare lo spazio

errore=eccesso di volontà.

La fisica cartesiana

Secondo Cartesio il mondo si identifica con l'insieme dei corpi. Nella fisica di cartesio non c'è matematica.

Dio ha creato il mondo, e fa si che si muova, ma non in modo diretto. Dio è il motore primo da cui derivano gli altri moti.

Noi siamo res cogitans e quindi ci muoviamo come desideriamo. Invece ciò che è privo di res cogitans è sottoposto alle leggi meccaniche decise da Dio, che una volta stabilite le leggi non interviene più. Le leggi meccaniche sono due: il principio di inerzia e il principio della conservazione della quantità di moto.

mondo= spazio infinitamente divisibile

la materia non può essere costituita da atomi, lo spazio è continuo, non c'è vuoto. Le qualità della materia sono tutte soggettive, tranne l'estensione.

Lo spazio è infinito e pertanto è infinita anche la sostanza estesa. Lo spazio geometrico è infinitamente divisibile e quindi la materia non può essere costituita da atomi. Lo spazio è continuo, non ammette interruzioni e di conseguenza non è concepibile il vuoto. Le qualità che attribuiamo alla materia oltre all'estensione sono soggettive.

Ciò deriva dal fatto che Cartesio identifica la materia con l'estensione.

La morale provvisoria

Obbedire a leggi e costumi dei paese in cui ci si trova, osservando la religione e regolarsi secondo le opinioni più moderate

essere fermi e risoluti nell'azione e seguire con costanza anche l'opinione più dubbiosa nel caso in cui la si sia accettata

cercare di vincere se stessi piuttosto che la fortuna e il resto del mondo → cambiare se stessi. I nostri pensieri sono del tutto in nostro potere.

Obbiettivo= ragionare in maniera disinteressata, senza distrazioni e disturbi → per una vita pacifica.

Le passioni e la saggezza

Cartesio sentì l'esigenza di fissare una morale provvisoria per continuare a vivere in modo sereno nonostante il fatto che non riusciva a trovare delle risposte alle domande che si poneva, e quindi per non rimanere indeciso sulle azioni da compiere quando la sua ragione gli imponeva questo suo essere indeciso.

secondo Cartesio le passioni si dividono in azioni e affezioni. Le azioni sono volontarie e le affezioni sono involontarie, l'uomo le subisce in quanto i corpi sono determinati da leggi meccaniche.

La forza dell'anima risiede nel saper vincere le proprie emozioni, nonostante non siano per forza negative in quanto ci spronano al miglioramento di se. Inoltre, se non ci fossero le affezioni non si sarebbe in grado di capire il proprio valore.

Le affezioni principali sono la gioia e la tristezza, si odia ciò che ci da tristezza e si ama ciò che ci da gioia. Con l'odio si capisce cosa ci nuoce e con l'amore cosa ci fa bene.

Il dominio delle emozioni è identificabile con la saggezza. L'obbiettivo dell'etica è il progressivo dominio della ragione sulle passioni, l'uomo si deve far guidare dalla ragione e dall'esperienza e per dominare le passioni bisogna avere conoscenza chiara e distinta delle cose. Cartesio non suggerisce l'ascetismo, la soppressione delle passioni e non vede il corpo come una prigione per l'anima.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato del "Cogito ergo sum" di Cartesio?
  2. "Cogito ergo sum" significa "Penso dunque sono" e rappresenta il fondamento della filosofia di Cartesio, basato sul dubbio metodico. Cartesio afferma che, anche se tutto ciò che pensa potrebbe essere falso, il fatto che pensa è una verità indubitabile, dimostrando così la propria esistenza.

  3. Come risponde Cartesio alle critiche al suo "cogito"?
  4. Cartesio risponde alle critiche affermando che il "cogito" è un'autoevidenza e non un ragionamento deduttivo. Sostiene che l'affermazione "penso di non pensare" sarebbe contraddittoria, quindi il "cogito" è un'esperienza immediata e logicamente necessaria.

  5. Quali sono le regole del metodo cartesiano?
  6. Le regole del metodo cartesiano includono la regola dell'evidenza, dell'analisi, della sintesi e dell'enumerazione e revisione. Queste regole guidano il pensiero dal semplice al complesso, assicurando che nulla venga omesso e che solo ciò che è chiaro e distinto venga accettato come vero.

  7. Come Cartesio giustifica l'esistenza di Dio?
  8. Cartesio giustifica l'esistenza di Dio attraverso l'idea innata di perfezione. Egli sostiene che se può concepire un essere perfetto, allora deve esistere una causa perfetta, cioè Dio, che garantisce la verità delle percezioni e delle conoscenze umane.

  9. Qual è la visione di Cartesio sul dualismo tra res cogitans e res extensa?
  10. Cartesio distingue tra res cogitans, che è il pensiero e la consapevolezza, e res extensa, che è l'estensione fisica dei corpi. Egli vede il mondo come diviso in queste due sostanze, con la res cogitans che è immateriale e la res extensa che opera secondo leggi meccaniche.

Domande e risposte

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