Concetti Chiave
- Tommaso Campanella ritiene che l'anima possieda una conoscenza innata di sé, che è la base per ogni altra conoscenza e che si manifesta in tutte le cose naturali dotate di sensibilità.
- La conoscenza innata, secondo Campanella, è oscurata dalla conoscenza acquisita proveniente dall'esterno, mentre in Dio, privo di conoscenza acquisita, essa rimane pura e potente.
- L'autocoscienza di Campanella si discosta dal pensiero cartesiano, poiché è basata sulla sensibilità piuttosto che sul pensiero e non affronta la problematicità della realtà esterna come fa Cartesio.
- Campanella identifica tre primalità fondamentali della realtà: potere, sapienza e amore, che costituiscono l'essenza di tutte le cose e su cui si fonda l'armonia universale.
- Dio, attraverso le tre primalità, crea e governa il mondo, con la potenza, la sapienza e l'amore che determinano necessità, fato e armonia, rispettivamente.
In questo appunto viene spiegato il pensiero filosofico di Tommaso Campanella. come per Tommaso Campanella inizia la sua Metafisica riproducendo il pensiero di S. Agostino, anche lo scettico, che sa di non sapere nulla conosce almeno questa verità, così si presuppone che esiste un sapere originario di cui non si può dubitare. Questo sapere originario è la conoscenza innata che l'anima ha di se stessa. La conoscenza originaria di sé è la condizione di ogni altra conoscenza.
Conoscenza innata e autocoscienza
Le cose esterne producono nell'anima modificazioni che rimarrebbero estranee all'anima e non conosciute da essa, se l'anima non avesse originariamente coscienza delle proprie modificazioni. Ma questa conoscenza originaria non è propria solo dell'anima umana, ma appartiene a tutte le cose naturali in quanto queste sono dotate di sensibilità. L'anima è oscurata dalla conoscenza acquisita che è prodotta dalle cose esterne. In Dio soltanto, che è privo di ogni conoscenza acquisita, la conoscenza innata conserva tutta la sua potenza. La Metaphysica di Tommaso Campanella fu pubblicata a Parigi nel 1638. Nel 1637 Cartesio pubblicava il Discorso del metodo nel quale riconosceva il principio dell'autocoscienza come la condizione e il fondamento di ogni sapere scientifico.
Ma alla teoria dell'autocoscienza di Tommaso Campanella mancano i tratti che costituiscono la vitalità del principio cartesiano. In primo luogo l'autocoscienza di Campanella non è pensiero, ma sensibilità, e come tale non è propria solo dell'uomo ma di tutti gli esseri della natura. Di conseguenza è assente dalla dottrina di Tommaso Campanella la problematicità della realtà esterna al pensiero che costituisce il tratto caratteristico della dottrina cartesiana. Così com'è il principio di Campanella rappresenta l'ultima formulazione del presupposto animistico del naturalismo rinascimentale. L'autocoscienza rivela secondo Tommaso Campanella i principi fondamentali della realtà naturale. Noi siamo consapevoli di sapere, di potere, di amare e dobbiamo ammettere che l'essenza di tutte le cose è costituita da queste tre primalità. Ogni cosa è in quanto può essere, e il poter essere è la condizione dell'essere e dell'azione di ogni cosa. Inoltre ogni cosa è dotata della conoscenza di sé e della conoscenza delle altre cose in quanto è provvista di sensibilità. Su questa sensibilità è fondato l'universale consenso delle cose, l'armonia che regge il mondo.
Le primalità e l'armonia universale
Infine tutti gli enti amano il loro essere e desiderano conservarlo, così l'amore è la terza primalità del mondo. Ma potenza, sapienza e amore, nelle cose finite sono limitate dal non essere, quindi dalle tre primalità del non essere quali, impotenza, insapienza e odio. Solo in Dio che è infinito le primalità non sono limitate dal non essere. Attraverso le tre primalità Dio crea il mondo e lo governa. Dalla potenza Dio deriva la necessità per cui una cosa può essere o agire diversamente da come prescrive la sua natura; dalla sapienza deriva il fato, che è la catena delle cause naturali; dall'amore deriva l'armonia dalla quale tutte le cose sono indirizzate al fine supremo. Questi sono i tre grandi influssi attraverso la quale Dio crea e sorregge il mondo.
Domande da interrogazione
- Qual è il sapere originario secondo Tommaso Campanella?
- Come si differenzia l'autocoscienza di Campanella da quella cartesiana?
- Quali sono le tre primalità fondamentali secondo Campanella?
- Come si manifesta l'amore nel pensiero di Campanella?
- In che modo Dio utilizza le tre primalità per governare il mondo?
Il sapere originario è la conoscenza innata che l'anima ha di se stessa, ed è la condizione di ogni altra conoscenza.
L'autocoscienza di Campanella è sensibilità e non pensiero, ed è propria di tutti gli esseri naturali, non solo dell'uomo, a differenza del principio cartesiano.
Le tre primalità fondamentali sono sapere, potere e amore, che costituiscono l'essenza di tutte le cose.
L'amore è la terza primalità del mondo, e tutti gli enti amano il loro essere e desiderano conservarlo.
Dio crea e governa il mondo attraverso potenza, sapienza e amore, che derivano rispettivamente necessità, fato e armonia.