Concetti Chiave
- La concezione dualistica dell'anima emerge con Platone, che la vede separata dal corpo e affine al mondo delle idee.
- Platone influenzò i Padri della Chiesa, come Agostino, che considerano l'anima immortale e indipendente dal corpo.
- Aristotele propone una visione diversa, vedendo l'anima come forma del corpo con funzioni distinte: vegetativa, sensitiva e intellettiva.
- Tommaso d'Aquino tenta di conciliare la visione di Aristotele con quella cristiana, mentre il Rinascimento vede un revival di posizioni platoniche.
- Con Cartesio, il dualismo tra anima e corpo si evolve, ma successivi filosofi come Locke, Hume e Kant criticano l'idea di anima come sostanza.
Indice
Origine e significato del termine
Termine di origine latina che indica in generale il principio vitale di ogni vivente, principio che costituisce una entità a sé, una sostanza, che guida e governa tutti gli eventi o le operazioni dette psichiche.
Concezioni filosofiche dell'anima
Se nelle concezioni antropologiche prefilosofiche questo principio spirituale non è apposto al corpo, con la filosofia greca e precisamente con Platone inizia la concezione dualistica che si ritroverà nel corso della storia del pensiero contrapposta all'altra. Platone concepisce l’anima come principio di natura diverso dai corpi e affine al mondo delle idee: essa è semplice, incorporea, si muove da sé, vive e dà la vita.
Evoluzione del pensiero sull'anima
Attraverso la mediazione della filosofia stoica e neoplatonica questa concezione è accettata dai Padri della Chiesa p.e. da Agostino e da tutta la successiva tradizione cristiana: l’anima come sostanza indipendente che regge il corpo, non muore con esso ma continua a vivere fino alla resurrezione finale.
Dualismo e visioni contrastanti
Un certo superamento del dualismo invece era presente in Aristotele che parla dell’anima come forma (entelechia) del corpo, ma essendo tante le operazioni e i fenomeni vitali, l’anima avrà capacità e funzioni diverse: Anima vegetativa, sensitiva e intellettiva, distinte fra loro. Tommaso d’Aquino sistemerà organicamente la teoria aristotelica cercando di conciliarla con la visione cristiana, comunque nel Rinascimento si manifestano ancora posizioni contrapposte: i platonici (p.e. Marsilio Ficino) che sostengono l’immortalità dell’anima e gli aristotelici (p.e. Pomponazzi) che la negano.
Cartesio e il cambiamento terminologico
Rinnovato dualismo sarà espresso da Cartesio che parla di res cogitans (anima), coscienza pura, e res extensa (corpo) materiale. Ma a partire da Cartesio si parlerà sempre meno di anima preferendo il termine coscienza per indicare la totalità dell’esperienza interna, fino a concludere prima con la critica di Locke e Hume al concetto di sostanza e poi di Kant che nega all’anima le caratteristiche tradizionali di sostanzialità, semplicità, unità.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine e il significato del termine "anima"?
- Come si è evoluto il pensiero sull'anima nella filosofia?
- Qual è stato il contributo di Cartesio al concetto di anima?
Il termine "anima" ha origine latina e indica il principio vitale di ogni vivente, una sostanza che guida e governa le operazioni psichiche.
Il pensiero sull'anima si è evoluto dal dualismo di Platone, attraverso la filosofia stoica e neoplatonica, fino alla tradizione cristiana che vede l'anima come sostanza indipendente. Aristotele ha proposto una visione diversa, considerandola come forma del corpo con diverse capacità.
Cartesio ha rinnovato il dualismo parlando di res cogitans (anima) e res extensa (corpo), ma ha anche avviato un cambiamento terminologico preferendo il termine "coscienza" per descrivere l'esperienza interna, influenzando successivamente Locke, Hume e Kant.