Concetti Chiave
- Tommaso Campanella si interessa di filosofia, politica e teologia, fondando una metafisica che include la teologia, influenzato da Aristotele, Tommaso d'Aquino e Giordano Bruno.
- Accusato di eresia e magia, Campanella viene imprigionato per 26 anni a Napoli, dove scrive molte opere, tra cui "La Città del Sole".
- Campanella crede che l'universo sia animato e che tutta la conoscenza derivi dai sensi, con l'uomo dotato di una mente incorporea di origine divina.
- Propone una riforma politico-religiosa, immaginando una teocrazia universale con il pontefice come capo del genere umano e la Chiesa cattolica come unificatrice delle fedi.
- La sua filosofia si basa su tre principi fondamentali, detti primalità: saper essere, poter essere e amare il proprio essere, che nelle cose finite si associano a primalità negative.
Indice
La vita di Tommaso Campanella
Tommaso Campanella vive in un periodo di mezzo, in quanto non c'è una ricerca scientifica vera e propria. La natura ha a che fare con la magia e può essere modellata dall'uomo a suo vantaggio.
Interessi e influenze filosofiche
Campanella fonda una compiuta metafisica, che contiene al suo interno la teologia. Si interessa di filosofia, politica, logica e retorica.
Nasce in Calabria nel 1568 e a 14 anni entra nell'ordine dei domenicani.
Legge le opere di Aristotele e Tommaso d'Aquino e si interessa alla filosofia naturalistica. Una parte del suo pensiero deriva da Giordano Bruno, infatti spiega l'universo attraverso un pensiero vitalistico. Egli ci parla di un principio immanente che anima l'universo.
Accuse di eresia e condanna
Campanella si interessa a diversi argomenti ed è accusato di eresia e di magia, infatti viene condannato. La magia, il nuovo sapere, è vista come eresia e va contro la concezione della Chiesa aristotelico-tolemaica.
Campanella vuole creare un nuovo sapere all'interno del quale non ci sia solamente la speculazione filosofica, ma vuole che questo nuovo sapere abbia anche un carattere pratico. Tant'è vero che lui ipotizza un nuovo tipo di assetto ecclesiastico, civile e politico. In questo periodo l'astrologia influenza ancora la sua filosofia.
Nel 1599, quando la Calabria viene assediata dagli Spagnoli, egli pensa che ci sia una catastrofe imminente e combatte contro il governo spagnolo. La congiura è scoperta e viene condannato a morte. Pur di non morire Campanella si finge pazzo e anziché morire viene imprigionato a Napoli per 26 anni. Qui scrive tante opere, tra cui La Città del Sole.
Nel 1626 scrive a Roma Apologia per Galileo, ovvero una difesa della dottrina galileiana. Galileo sostiene che scienza e religione debbano essere separate e che le Sacre Scritture non possano essere interpretate dal punto di vista scientifico. Successivamente per evitare di essere arrestato va prima a Parigi dove sarà accolto alla corte di Luigi XIII e muore lì nel 1639.
La filosofia di Campanella
Campanella pensa che tutto l'universo sia animato, sia vivo. Tutte le cose hanno un senso, che permette ai vari enti anche ai livelli più bassi di distinguere ciò che è positivo e ciò che è negativo.
Non tutti gli enti hanno lo stesso valore. Per lui ci sono enti celesti che hanno un senso più puro e gli enti formati dai metalli o dai minerali che a causa del loro peso hanno un senso meno puro, più ottuso.
Gli esseri animali hanno una sensibilità esercitata dallo spirito, un fluido corporeo sottile e caldo che si trova nel cervello e scende attraverso le cavità nervose permettendo agli animali di provvedere a tutte quelle funzioni vitali e conoscitive.
Conoscenza e metafisica
Per Campanella conosciamo attraverso i sensi. Anche la nostra conoscenza avviene attraverso i sensi: lo spirito conserva le impressioni, le confronta e le inserisce nella memoria. Dalla memoria passano all'immaginazione, a ragione e a intelletto. L'uomo ha qualcosa in più rispetto agli altri animali: è dotato di una mente incorporea di origine divina. Essa fa sì che l'uomo pensi all'infinito: pensa anche alle cose che non vede nella realtà e non percepisce. A questa sensibilità universale si lega la magia naturale: ci sono quindi elementi al limite tra scienza e magia.
I maghi intercettano questa sensibilità e la modellano a favore dell'uomo.
La materia è un mezzo attraverso il quale l'uomo plasma e modifica la realtà a suo vantaggio.
Tutta la nostra conoscenza parte dai sensi.
Essa è sempre limitata alle cose che conosciamo, ma abbiamo questa tendenza all'infinito, anche se questo non vuol dire che possiamo conoscere l'infinito.
Nel momento in cui conosciamo abbiamo coscienza della sensazione: siamo consapevoli di quello che siamo facendo: questa consapevolezza, illustrata nella metafisica, è spiegata attraverso la dottrina delle primalità.
Nella metafisica abbiamo i principi del sapere, poi dell'essere e poi dell'operare.
Scienza e metafisica
Secondo Tommaso Campanella la scienza ha a che fare con la storia: anch'essa ha un processo evolutivo. Essa è caratterizzata dalla storicità.
La scienza è divisa in teologia, studio di Dio
e la micrologia, ovvero lo studio di ciò che è piccolo rispetto a Dio. Essa si divide tra scienza nodale e scienza naturale, tra le quali c'è la metafisica.
La scienza indaga come avvengono le cose, la metafisica studia perché avvengono le cose.
Il compito della metafisica è trovare le ragioni autentiche della realtà in sé per sé.
Parte dalle aporie, ovvero dei problemi senza soluzione: la nostra conoscenza ha un carattere relativo e non assoluto, poi i sensi sono sempre relativi e non possono dare conoscenza assoluta, il problema del rapporto tra conoscente e conosciuto, gli errori nella scienza, i contrasti tra i filosofi a livello linguistico.
Autocoscienza e primalità
A questo proposito si rifà ad Agostino, che dice che è vero che si può dubitare di tutto, ma proprio il dubbio è alla base della conoscenza. Facendo così anche Campanella confuta gli scettici. La certezza della conoscenza si basa sull'autocoscienza e su questo non si può dubitare.
Il motivo per cui siamo è che possiamo, sappiamo e vogliamo.
L'autocoscienza è una sapienza innata tramite la quale tutte le cose sanno di essere. Questa conoscenza di sé è indebolita dalle sensazioni.
In noi l'autocoscienza non si rivela completamente, in Dio si.
Per conoscere c'è bisogno di un essere che sente se stesso e le altre cose. Nel momento in cui conosciamo perdiamo un po' di noi stessi.
Ogni ente sa, può e vuole. Nella metafisica ci dice che l'essenza di tutte le cose è formata da tre principi detti primalità: poter essere, saper essere e amare il proprio essere.
Esse non hanno un valore superiore all'altra ma sono un principio unico nell'essenza ma triplice nell'aspetto.
Se in Dio queste tre primalità rappresentano la sua stessa natura, negli altri enti queste primalità positive sono associate a primalità negative: non essere, insipienza e odio, che caratterizzano le cose finite.
Riforma politico-religiosa
La filosofia ha anche uno scopo pratico, infatti Campanella immagina una riforma politico-religiosa. Egli vorrebbe che tutto il genere umano potesse riunificarsi nella Chiesa cattolica. Egli converte eretici, luterani, calvinisti e ugonotti.
Considera una teocrazia universale in cui tutto il potere temporale è sottoposto al potere alla Chiesa. Egli riconosce nel pontefice l'unico capo del genere umano. La fede cristiana è l'unica a far fronte ai nemici. Egli si propone una prospettiva ecumenica, cioè di riunione si tutte le chiese nella figura di Cristo. In essa si uniscono ragione naturale e ragione divina.
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto storico e culturale in cui vive Tommaso Campanella?
- Quali sono le principali influenze filosofiche nel pensiero di Campanella?
- Come si articola la conoscenza secondo Campanella?
- Qual è la visione di Campanella sulla scienza e la metafisica?
- Qual è l'obiettivo pratico della filosofia secondo Campanella?
Tommaso Campanella vive in un periodo di transizione in cui la ricerca scientifica non è ancora sviluppata e la natura è associata alla magia, che può essere manipolata dall'uomo.
Campanella è influenzato da Aristotele, Tommaso d'Aquino e Giordano Bruno, e sviluppa un pensiero vitalistico che spiega l'universo attraverso un principio immanente che lo anima.
La conoscenza, per Campanella, avviene attraverso i sensi e si sviluppa dalla memoria all'immaginazione, alla ragione e all'intelletto, con l'uomo dotato di una mente incorporea di origine divina.
Campanella vede la scienza come un processo evolutivo legato alla storia, divisa in teologia e micrologia, mentre la metafisica studia le ragioni autentiche della realtà.
Campanella immagina una riforma politico-religiosa con una teocrazia universale, dove il potere temporale è subordinato alla Chiesa, e promuove l'unificazione delle chiese sotto la figura di Cristo.