Concetti Chiave
- Sant'Anselmo è considerato il padre della scolastica, sostenendo il primato della ragione e introducendo la prova ontologica per dimostrare l'esistenza di Dio.
- Nelle sue opere, Sant'Anselmo esplora due vie contraddittorie: il primato della ragione e il primato della fede, influenzando successivamente filosofi razionalisti e misticisti.
- Pietro Abelardo, concettualista e logico, mette in risalto l'etica e la definizione del peccato come intenzione del male, entrando in contrasto con Pietro Lombardo.
- Nell'opera "Lettere a Eloisia", Abelardo enfatizza che il giudice divino giudica le intenzioni piuttosto che gli atti concreti.
- San Bonaventura, frate francescano misticista, propone un cammino dell'anima non razionale, articolato in tre vie ascensionali: purgativa, illuminativa e unitiva.
Indice
Il pensiero di Sant'Anselmo
Può essere considerato il padre della scolastica, essendo uno dei fondatori ed è uno dei principali filosofi del realismo estremo. Nelle opera “De Incarnatione” afferma che la ragione deve essere principe e giudice di tutte le cose (esprime il primato della ragione). Nell’opera “Monologio” afferma che la verità della religione si deve appoggiare sulla ragione e non su un’autorità (no ipse dixit) e cerca di dimostrare l’esistenza di Dio a posteriori (=partendo dall’esperienza). Nell’opera “Proslogio” dimostra l’esistenza di Dio a priori (=prima dell’esperienza; basata solo sulla ragione e non sull’esperienza) ed essa è una “prova ontologica”. Nel monologio il processo è induttivo, mentre nel proslogio il processo è deduttivo.
Contraddizioni nel pensiero di Sant'Anselmo
Sant’Anselmo afferma la “prova ontologica”, dicendo che dato che è impossibile concepire il non essere, deve esserci per forza l’essere assoluto e Dio esiste perché deve esistere l’essere assoluto. L’essenza dell’essere implica necessariamente la presenza dell’essere assoluto. Infine afferma che la fede prevale su tutto il resto, anche sulla ragione e quindi rinnega ciò che aveva detto in precedenza (principio “credo ut intelligam”). Si aprono due vie contraddittorie nel suo pensiero e i filosofi successivi seguiranno il primato della ragione (“razionalisti” es: San Tommaso) o della fede (“misticisti” es: San Bonaventura). Per i razionalisti la fede resta superiori ma la ragione ha comunque un ruolo fondamentale mentre per i misticisti conta solo la fede (la ragione è opera del diavolo).
Il concettualismo e l'etica
Fu un concettualista che abbracciò la corrente razionalistica di Sant’Anselmo. Fu principalmente un logico ma la sua opera principale è “conosci te stesso” ed è un’opera etica. In essa definisce e descrive cos’è il peccato e lo intende come l’intenzione del male. Con quest’opera si mette in contrasto con Pietro Lombardo, pur facendo parte della sua stessa corrente. Nell’opera “lettere a Eloisia”, ossia la suora di cui si era invaghito, sono raccolte le corrispondenti lettere che si inviavano e anche qua descrive il peccato (considera il desiderio di consumare un peccato perché anche se non è avvenuto, lo avevano desiderato). Il giudice divino giudica le intenzioni e non gli avvenimenti concreti (affermano che gli uccisori di Gesù non furono peccatori perché era considerato un millantatore). La ragione esprime se stessa ma non si sa se esprime anche l’essenza di Dio.
Il misticismo francescano
Fu un frate francescano misticista che riteneva che la conoscenza dei dogmi di fede o realtà è possibile con il sentimento mediante la meditazione e non con la ragione. È possibile aspirando ad un triplice scopo, ossia la tre vie ascensionali/del cuore ed esse sono quella della purificazione (purgativa), poi salendo quella dell’illuminazione (illuminativa) e infine quella unificativa a Dio (unitiva). Si tratta di un cammino dell’anima non razionale e di un discorso mistico. Ciò avviene secondo tre tappe:
1) le cose che ci circondano sono segni di Dio e bisogna riconoscerli; esse non sono ispirate dal male e sono segni di ordine e bontà;
2) il passaggio dalle cose esterne all’anima interna; l’anima dentro di noi percepisce il bene e lo desidera (segue il sentimento diversamente dalla ragione);
3) la contemplazione; l’anima ha bisogno di amare dio e non di conoscerlo ed Egli ci attrae con il bene; non si tratta di un’unione razionale ma spirituale.
Come gli altri misticisti abbandona la parte razionale perché non la ritiene necessarie.
Domande da interrogazione
- Chi è considerato il padre della scolastica e quale ruolo ha avuto nella filosofia del realismo estremo?
- Qual è la differenza tra il "Monologio" e il "Proslogio" di Sant'Anselmo?
- Come Pietro Abelardo definisce il peccato nella sua opera principale?
- Qual è l'approccio di San Bonaventura alla conoscenza dei dogmi di fede?
- Quali sono le tre tappe del cammino mistico secondo San Bonaventura?
Sant'Anselmo è considerato il padre della scolastica e uno dei principali filosofi del realismo estremo. Ha affermato il primato della ragione e cercato di dimostrare l'esistenza di Dio sia a posteriori che a priori.
Nel "Monologio", Sant'Anselmo dimostra l'esistenza di Dio a posteriori, partendo dall'esperienza, con un processo induttivo. Nel "Proslogio", invece, utilizza un processo deduttivo per dimostrare l'esistenza di Dio a priori, basandosi solo sulla ragione.
Pietro Abelardo definisce il peccato come l'intenzione del male nella sua opera "conosci te stesso". Sostiene che il giudice divino giudica le intenzioni piuttosto che gli avvenimenti concreti.
San Bonaventura, come misticista, ritiene che la conoscenza dei dogmi di fede sia possibile attraverso il sentimento e la meditazione, non con la ragione. Propone un cammino dell'anima attraverso tre vie ascensionali: purificazione, illuminazione e unificazione a Dio.
Le tre tappe del cammino mistico secondo San Bonaventura sono: riconoscere i segni di Dio nelle cose che ci circondano, passare dalle cose esterne all'anima interna, e la contemplazione, dove l'anima ama Dio e viene attratta dal bene.