Concetti Chiave
- Nietzsche critica le metafisiche come illusioni, collegando la "morte di Dio" alla fine delle verità assolute e alla necessità di essere fedeli alla terra.
- Il concetto di superuomo rappresenta un essere capace di accettare il nichilismo, abbracciare la vita e superare le concezioni evoluzionistiche tradizionali.
- L'eterno ritorno oppone una visione ciclica del tempo a quella lineare, suggerendo che ogni istante è destinato a ripetersi all'infinito, conferendo significato al presente.
- La volontà di potenza non è mero dominio sugli altri, ma un'affermazione creativa e auto-evolutiva, incarnata nell'arte tragica e nella figura del superuomo.
- Nella cultura greca, Nietzsche vede la competizione come elemento centrale, contestando l'immagine accademica dell'umanesimo greco e celebrando lo spirito agonistico.
Il superuomo è un nuovo tipo di uomo in grado di accettare la dimensione dionisiaca dell’esistenza, di dire di sì alla vita, di sopportare la morte di Dio e delle certezze assolute, di decidere l’eterno ritorno, di porsi come volontà di potenza e superare il nichilismo. Lo studioso Gianni Vattimo ha proposto di tradurre il termine tedesco Ubermensch con “oltre uomo”, in quanto il passaggio dall’uomo al superuomo non è da intendere in senso evoluzionistico. A conferma di questa tesi vi sono molti frammenti in cui Nietzsche critica l’evoluzionismo del suo tempo: a questo egli obietta che spesso sono i deboli, più che i forti, a prevalere nella lotta per la vita; a tali obiezioni Nietzsche aggiunge la considerazione che la società umana non costituisce un progresso, bensì sembra aver subito un processo di regressione.
→La disposizione dionisiaca verso la vita è temperata da una sorta di pessimismo coraggioso che lo rende in grado di assumere su di sé il peso delle contraddizioni della vita.
> Nella visione lineare del tempo ogni istante acquista significato solo se legato agli altri che lo precedono e seguono: il corso del tempo muove così verso un fine che trascende i singoli momenti di cui è costituito.
> Nella visione di Nietzsche del tempo ogni momento possiede in sé il proprio senso: l’attimo presente viene vissuto per se stesso come se fosse eterno. Viene ora espresso quindi il primato dell’attimo. La vita vince ogni morte perché non muore in nessun morire e anzi nel morire torna eternamente a vivere; allo stesso modo l’unità dell’attimo riassume e comprende in sé la totalità del tempo perché in essa eternamente ritorna la totalità del divenire.
Radice di questo concetto: cultura greca, di cui uno dei tempi più importanti è la competizione come principio di organizzazione della vita. Nietzsche infatti contesta l’immagine sbiadita che la tradizione accademica ha dato dell’umanesimo greco: la sua vera natura infatti non sta nel razionalismo socratico, né nella omologhia platonica (ragionamento dialettico che fa convergere i due dialoganti sulla stessa tesi), ma nella crudeltà, nell'istinto alla potenza; già Eraclito e Omero avevano compreso che l’esistenza è inseparabile dallo spirito agonistico (Eraclito-> polemos è il padre di tutte le cose). Volontà di potenza non va confusa con l’affermazione della volontà di vivere di S., che N. sostiene essere una pseudo-volontà, un’espressione pessimistica del mondo attraverso cui l’uomo cerca illusoriamente la liberazione dal dolore nell'ascesi. Protagonista della Volontà di potenza per Nietzsche è l’artista creatore che costruisce e dà forma alla materia: ritorna il tema giovanile della giustificazione estetica dell’esistenza; l’arte a cui fa riferimento Nietzsche però non è quella catartica, che ha solo lo scopo di placare le passioni, né quella romantica, che si dissolve nel sentimento esasperato, ma l’arte tragica, che esalta i valori di chi accetta di vivere nell'orizzonte dell’eterno ritorno.
La volontà di potenza si incarna nel superuomo, che è “oltre”, non solo perché supera l’uomo del passato, ma anche perché la sua essenza è il continuo auto superamento di sé, è libertà creativa: in questo senso l’arte, intesa come rappresentazione creativa, è volontà di potenza, manifestazione della libertà creativa del superuomo.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato della "morte di Dio" secondo Nietzsche?
- Chi è il superuomo e quale ruolo svolge nella filosofia di Nietzsche?
- Come si contrappone la concezione del tempo di Nietzsche a quella tradizionale?
- Cosa intende Nietzsche con "volontà di potenza"?
- Qual è la critica di Nietzsche all'evoluzionismo del suo tempo?
La "morte di Dio" rappresenta la fine delle illusioni metafisiche e delle verità assolute, dimostrando che dietro di esse non c'è nulla. È un concetto che segna l'inizio di un nuovo mattino e la necessità di essere fedeli alla terra, piuttosto che cercare significati in un altro mondo.
Il superuomo è un nuovo tipo di uomo che accetta la dimensione dionisiaca dell'esistenza, sopporta la morte di Dio e delle certezze assolute, e si pone come volontà di potenza. Non è un'evoluzione dell'uomo, ma un superamento del nichilismo attraverso la creatività e l'autoaffermazione.
Nietzsche propone una concezione ciclica del tempo, l'eterno ritorno dell'uguale, in opposizione alla visione lineare e progressiva della tradizione ebraico-cristiana e illuminista. Ogni istante è destinato a ripetersi eternamente, conferendo significato a ogni momento vissuto per se stesso.
La volontà di potenza è la spinta all'autoaffermazione e alla creatività, non semplicemente un desiderio di dominio. È un principio che si manifesta nell'artista creatore e nel superuomo, che vive nell'orizzonte dell'eterno ritorno e rappresenta la libertà creativa.
Nietzsche critica l'evoluzionismo sostenendo che spesso sono i deboli a prevalere nella lotta per la vita, e che la società umana non rappresenta un progresso, ma piuttosto una regressione. Il passaggio dall'uomo al superuomo non è evoluzionistico, ma un superamento delle limitazioni umane.