Concetti Chiave
- Nietzsche's philosophy is controversial, questioning traditional values and challenging the existence of God, while being misunderstood for its radical ideas.
- His relationship with Lou Salomé and Paul Rée was intellectually stimulating yet tumultuous, influencing his work, "Thus Spoke Zarathustra."
- Nietzsche's concept of the "superman" or "übermensch" represents an evolution of humanity, transcending traditional moral values and embracing life's challenges.
- His philosophical journey is marked by different phases, starting from the Wagnerian-Schopenhauerian period to the mature phase epitomized by the declaration of the death of God.
- The interplay between Apollonian and Dionysian elements in Greek tragedy symbolizes the balance between order and chaos, a theme central to Nietzsche's early work.
Nietzsche
Non sappiamo con precisione se la sua filosofia sia frutto della sua pazzia o la sua pazzia frutto della filosofia. E’ stato ricoverato in ospedali psichiatrici. Nasce nel 1844 e muore nel 1900.
Foto in bianco e nero: foto storica che vede 3 personaggi: Nietzsche, Paul Rèe e la donna Salomé. Salomè ha rappresentato nella vita di Nietzsche un momento importante di piacere e di dispiacere insieme. Sono tutti vestiti di nero in particolare la donna e porta in mano una frusta “Vai dalle donne e portati una frusta”.
Salomè fino a 33 anni rimase vergine.
Quello di Nietzsche è un caso. La sua filosofia è originale, chiude tutto il processo di demistificazione iniziato con Feuerbach. Tutti i valori sui quali l’uomo ha sempre posto dei punti di riferimento con Nietzsche sono caduti.
La mia è una filosofia a colpi di martello: la sua filosofia va a colpire lentamente tutte le certezze della filosofia occidentale. Tutto quello in cui i filosofi hanno creduto è stato ridotto all’osso. Lui piano piano, colpo su colpo, ha cambiato tutto.
Io non sono un uomo, sono una dinamite: una dinamite perché distrugge tutto quello che incontra, quando lui arriva la sua presenza si sente forte.
Uomo del destino: auspica un avvenire con la presenza di uomo che è oltre la dimensione umana.
Vengo troppo presto. Non è ancora il mio tempo: l’epoca nella quale viene (metà 800) non è ancora pronta per accogliere un’identità così particolare e una filosofia nuova. Non è ancora arrivato il tempo in cui lui possa essere capito. Fin quando rimarremo ancorati al passato non possiamo proporre questa nuova dimensione del superuomo. Nessuno lo capisce perché il terreno non è abbastanza pronto.
Profeta inattuale: profeta perché è in grado di rivelare la verità, inattuale perché è troppo presto.
Io contraddico come nessuno ha contraddetto la menzogna che si ripete da millenni: la più grande menzogna è Dio, tutte le metafisiche, tutti gli uomini hanno avuto bisogno di avere un Dio ed è questo l’errore più grosso. Quello che ci dobbiamo chiedere è come fare a staccarci da Dio, lui proporrà di uccidere Dio. Anche la scienza è una grande menzogna. Platone ha detto una grande fesseria quando ha detto che c’è un aldilà, Kant ha detto una scemenza quando ha parlato del regno dei fini ecc. Tutte le menzogne sono state dette da quei filosofi che hanno parlato di metafisica. L’unica verità è la quotidianità, il nostro mondo, quello in cui noi viviamo fisicamente.
Io sono di gran lunga l’uomo più terribile che sia mai esistito, ciò non esclude che io debba essere il più benefico: è il più terribile perché è stato in grado di dire le cose come stanno. E’ molto presuntuoso dovuto anche alle sue insicurezze.
Chi sa respirare l’aria dei miei scritti sa che questa è un’aria delle alture, un’aria forte: nelle sue opere è presente l’aforisma, per poterli comprendere bisogna leggerli tante volte. La questione delle alture è una questione molto ricorrente. Nelle alture è più difficile respirare e per arrivarci bisogna andarci lentamente perché il corpo si deve abituare al cambiamento di pressione. Per poter capire la sua filosofia bisogna leggere i suoi scritti “a pagu a pagu”, lentamente. Chi è in grado di procedere piano piano e abituare il corpo alla pressione dell’aria riesce a beneficiare del panorama, ti senti onnipotente quasi come una montagna. Si guarda dall’alto in una maniera diversa, solo in quel momento riesci a vedere le cose più chiare. Chi si addentra in questa scalata può ricorrere alle vertigini.
E’ mio buon lettore colui che di volta in volta viene profondamente ferito: non si può non leggere Nietzsche senza esserne colpiti in bene o in male. La sua filosofia ti ferisce, non si può rimanere indifferente perché che ti piaccia o che non ti piaccia ti porta comunque a cambiare la tua prospettiva, a cambiare visione. Non devi per forza condividerlo ma per un attimo devi cambiare altrimenti non capisci niente.
Nietzsche è:
Antipositivista: rifiuta il dogma assoluto della scienza, la scienza non può dare ragione su tutto. E’ vicino a Kant che aveva affermato che la scienza potesse spiegare tutto.
Democratico: tutti trovano le stesse difficoltà interpretative della realtà e dunque tutti siamo nella stessa posizione di ignoranza, inficiati dalla menzogna che ci ha caratterizzato da sempre.
Irrazionalista: nega la verità della ragione, condivide con Schopenhauer l’idea che la realtà non è conosciuta attraverso la ragione. Tutto è frutto del sentimento, non dei sensi.
Vitalista: professa una filosofia di vita e non di morte. Filosofia che distingue il qui e ora dall’aldilà, la vita è quella che stiamo vivendo in questo momento, non esista un aldilà. Lui è per la vita, non la noluntas ma la voluntas. Volontà di vivere.
Esistenzialista: porta avanti una filosofia esistenziale. Tutta l’indagine filosofica si basa sull’esistenza dell’uomo.
Profeta del nazismo: la mole di opere che lui ha scritto è stata organizzata nella biblioteca di casa dalla sorella la quale ha organizzato le sue opere dando uno schema che ha in qualche modo fatto credere che il suo pensiero si è sviluppato in un’ottica totalitaria, dittatoriale. In realtà Nietzsche non ha, molto probabilmente, detto qualcosa che potesse preparare il terreno al nazismo, ancora non si parlava nel suo periodo di totalitarismo, di nazismo ecc. Il termine totalitarismo nasce con il nazismo e con lo stalinismo. L’organizzazione delle sue opere, per l’errore o per la scelta della sorella, ha fatto si che qualche nazista abbia utilizzato il pensiero di Nietzsche a suo uso e consumo e inoltre ha fatto credere che Nietzsche fosse il loro profeta. Appena Hitler prese il potere fece visita alla sorella di Nietzsche e lei gli regalò un bastone e fece credere che questo dono fosse la consegna del pensiero di Nietzsche al nazismo.
Perse il padre e la mancanza di una figura maschile è stata determinante nel suo percorso di vita.
“Come pianta sono nata vicino al camposanto come uomo nella casa del pastore”: vita e morte insieme sempre vicine, nato nella casa di un pastore vicino al camposanto.
La filologia è lo studio della lingua antica, usa questo metodo perché niente dev’essere lasciato al caso, niente dev’essere dato per scontato. Legge “Il mondo come volontà e rappresentazione” di Schopenhauer, un’opera che per lui fu illuminante. Dopo una prima fase di forte amicizia con Shop. si staccherà da lui perché piano piano cambia il suo pensiero e si vedono sempre di meno. Shop. propone un iter salvifico mentre secondo Nietzsche la vita va vissuta così com’è, solo chi ha il coraggio di vivere il dolore della vita è un oltre uomo, la vita va vissuta nel suo dolore. Diventa un oltre uomo perché è in grado di superare il proprio limite, accetta di vivere la propria vita altre volte. A 24 anni si laurea. Nel 1876 è costretto a lasciare l’insegnamento a causa dei forti mal di testa. Amico carissimo di Wagner, la loro amicizia è uno dei motivi per i quali hanno fatto credere che Nietzsche fosse un profeta del nazismo perché i nazisti si sono ispirati alla musica di Wagner. Con Wagner tiene un rapporto di amicizia fortissimo ma se ne distaccherà quando si distaccherà da Schopenhauer. Nel 1889 cade in una grave forma di pazzia e morirà infine il 25 Agosto 1900.
I titoli delle sue opere indicano l’inizio di un nuovo cammino “Aurora” “Il crepuscolo degli idoli” ecc.
Nietzsche può essere considerato un filosofo illuminista con un eccezione diversa però da quella che diamo sempre. L’illuminismo è una corrente che utilizza la ragione funzionale alla conoscenza. Nietzsche è un illuminista perché per lui la ragione, pur non essendo unico strumento di conoscenza e pur non essendo un dogma di verità, consente di criticare tutti i valori morali e religiosi, la ragione per lui è strumento di critica. Non critica di Kantiana come capacità della ragione di riconoscere i propri limiti ma è la critica a tutti quei valori morali e religiosi che fino a questo momento si sono creduti come verità indiscusse. Modello di riferimento tra gli illuministi per Nietzsche è stato Voltaire perché è stato lui che ha introdotto l’idea di tolleranza, lui ha messo in evidenza la differenza tra teismo e deismo, è stato lui ad aver parlato tanto di religione. Nietzsche lo prende come modello proprio per la capacità di mettere in discussione (religione teista e deista ecc.) tuttavia Voltaire è rimasto legato alla fede mettendo in evidenza il limite della fede teista e dunque Nietzsche se ne distacca.
Il metodo che lui utilizza nell’usare la ragione come strumento di conoscenza è il metodo storico-geneaologico. Lui fa un’analisi critica della storia mettendo in evidenza i limiti della storia, la storia non è una verità indiscussa, la storia che è un succedersi di situazioni non è una verità eterna, la storia dev’essere criticare perché quello che è accaduto è successo per un motivo e dobbiamo cercare le cause per capire che i valori non sono ne eterni ne immutabili. Genealogico perché fa un’analisi della storia in tutte le sue faccettature dall’inizio.
Nel periodo illuminista scrisse “La gaia scienza” dove gaia significa liberante, la scienza ci libera dai dolori ed è il metodo scientifico a dover essere utilizzato, l’uomo dev’essere viandante nel senso che dev’essere libero di fare le esperienze che vuole, non ci devono essere ostacoli, chiusure ecc. L’uomo deve sperimentare se stesso mettendosi continuamente alla prova.
“I miei scritti sono una scuola di sospetto e di disprezzo, ma anche di coraggio e di temerarietà”: concetto associato al metodo storico-geneaologico. Scuola di sospetto perché tutto è mosso dal dubbio. Il dubbio per Cartesio aveva mosso il metodo della ricerca per portare a una consapevolezza che chi dubita esiste perché pensa. Secondo Nietsche il dubbio non porta alla certezza di qualcosa ma porta ad altri dubbi, è un continuo sospettare di quello che si trova. Tutto dev’essere sempre messo in discussione, sospettare di tutti. Il sospetto è la costante della sua filosofia. Sospettare ha qualcosa di Machiavellico, non soltanto non ci fidiamo di fronte all’evidenza ma costantemente c’è un senso di incertezza di fronte alle cose e pensi che gli altri stiano sempre “macchinando” qualcosa. Il sospetto è una preparazione nei confronti degli altri che, secondo lui, stanno sempre tramando qualcosa. Lui dubita prima di tutto di se stesso ma ritiene che lui possa superare se stesso.
“Io sono il primo uomo decente che ha il coraggio di svelare la falsità che dura millenni”: Lui è l’unico degno di essere chiamato uomo “decente” perché dice le cose come stanno.La filosofia di Nietzsche è divisa in 4 periodi.
Wagneriano-schopenhaueriano: è il periodo giovanile della vita di Nietzsche dove racconta della sua simpatia e attenzione per questi due personaggi e per la musica e nell0attenzione che l’uomo pone nei contenuti del mondo, lo fa attraverso l’opera di Schopenhauer “Il mondo come volontà e rappresentazione”. Opera che ha dato a Nietzsche la possibilità di vedere un nuovo mondo e un nuovo modo di vedere la realtà. L’opera più importante di questo periodo è “La nascita della tragedia”, opera nella quale farà un’analisi precisa della tragedia greca, di come è nata e come è avvenuta la decadenza. Mentre tutti i filosofi precedenti hanno idealizzato il mondo greco come mondo ideale, Nietzsche che deve smascherare le verità dice che quel mondo greco non è il migliore dei mondi, quindi non è il modello ideale al quale fare riferimento.
Periodo illuministico: è il periodo in cui si distacca da Wagner e si distacca da Schopenhauer, è il periodo genealogico. L’opera più importante di questo periodo è “La gaia scienza”. Una scienza che è gaia nel senso che la scienza ci da gli strumenti per guardare la realtà, essa non è un dogma di verità. É un periodo intermedio, è a metà strada tra il periodo giovanile e quello della maturità.
L’epoca del meriggio, o periodo della maturità o di Zarathustra: infatti l’opera più importante è “Così parlò Zarathustra”. Profeta che deve annunciare il superuomo. Con “La gaia scienza” si apre la giornata, il pomeriggio è a metà della giornata ed è rappresentato dalla presenza di questo profeta e che viene a preparare il terreno per accogliere questo superuomo: l’oltre-uomo; visto che l’umano è troppo umano, bisogna dare spazio a spiriti liberi.
Ultimo Nietzsche: ci sono gli ultimi scritti, è il periodo in cui la malattia è molto più forte, è il periodo del tramonto: quando esplode la sua filosofia del superuomo e dell’eterno ritorno nell’uguale e del nichilismo.
La nascita della tragedia
La tragedia greca è una rappresentazione teatrale.La tragedia rappresenta i dolori della vita e ci sono due modi di affrontare la vita: vengono identificate due divinità Apollo e Dionisio che rappresentano la realtà, ognuno di questi cerca, con i caratteri che lo definiscono, la realtà della vita. Che a seconda da dove la si guarda non è necessariamente una realtà di dolore ma può anche essere vista come un passaggio inevitabile.
Dioniso è il dio dell’ebbrezza , della fugacità, della gioia e della salute. Vive ogni momento della vita con tutto se stesso, gode di ogni istante, non lasciandosi scalfire da niente. Trasforma la vita in una situazione di festa continua.
Apollo è il dio dell’arte, della poesia. É un dio molto più moderato e razionale. Secondo la tradizione la tragedia è nata dalla combinazione tra Apollo e Dioniso ( ordine, misura e sentimento). Secondo la tradizione è Apollo che c’è stato prima e poi Dioniso si è posto in opposizione ad Apollo. Invece secondo Nietzsche è Dioniso che è primo rispetto ad Apollo, quindi vuole raccontarci come è avvenuta questa cosa.
La tragedia è morta suicida. Colpevole di questa morte è Euripide. Se è vero che Dioniso è venuto prima di Apollo, nel momento in cui Apollo è arrivato a contrapporsi contro Dioniso ha ucciso tutto ciò che era gioia e sentimento. Allora, se la tragedia doveva essere la combinazione di momenti contrapposti; nel momento in cui viene meno uno di questi elementi allora la tragedia si suicida. Una parte del corpo è monca, perché manca una parte. La tragedia ha perso la sua identità nel momento in cui ha messo da parte uno degli elementi che la caratterizzavano, il riferimento è Euripide, che con Sofocle ed Eschilo sono i protagonisti della tragedia antica. Euripide racconta dello scollamento tra Apollo e Dioniso.
Quello che veniva fatto a livello pratico viene sostituita da un semplice sentimento con calore e passione di Dioniso, ma questo non era sufficiente per poter realizzare la tragedia. Chi più di tutti è stato elemento distruttore della tragedia è stato Socrate. L’errore di Socrate è stato quello di dare ragione di tutto, attraverso il “ti estì”. Ha speso tutta la sua vita “che cos’è” e a definire la realtà secondo una logica razionale. Ha portato la realtà della Grecia alla perdita della sua razionalità, per via del rigore introdotto da Socrate. Euripide spiega qual è stato l’origine della perdita dell’identità propria della tragedia, per dire che Socrate è stato la causa di questa fine.
Socrate ha fatto un altro errore: ha accettato di morire, quindi dicendo si alla morte ha detto no alla vita. Dire di no alla vita significa dire no alla bellezza della vita stessa che è rappresentata mediante la tragedia con questa combinazione. Per Nietzsche non bisogna dire no alla vita ma SI a tutto (alla vivacità come all’ordine e alla misura). La vita dovrebbe essere accettata anche in un eterno ritorno all’uguale. Il proposito sarebbe quello di voler rovere ogni istante nello stesso modo.
Il terso errore di Socrate è quello che da Socrate in poi è nata la scienza. É nato quell’ordine e quella razionalità propria della scienza e che toglie una parte di quello che è il carattere irrazionalità della tragedia.
É stato Euripide a proporre quest’analisi.
I tre errori di Socrate sono quindi:
razionalità
no alla vita
inizio della scienza
Apolineo: ordine, bellezza, armonia, scultura
Dioniso: caos, irrazionalità, disordine, musica
La nascita della tragedia venne scritta da Nietzsche nel periodo Wagneriano- Schopenhaueriano, propende per Dioniso, amico di Wagner, perché la musica è l’elemento che da il quid in più alla tragedia stessa. Sono due elementi che devono esistere entrambi, non può esistere l’uno senza l’altro.
Eschilo e Sofocle descrivono l’equilibrio di questo due momenti, Euripide racconta della prevalenza dell’elemento Apollineo a causa di Socrate e inizia così la decadenza della tragedia.
Apollo vs Dioniso
Impulso alla forma —> Impulso alle ebbrezza
Impulso alla moderazione —> Gioia e canto
Razionalità —>Ottimismo
Forma—>Caos
Stasi—>Divenire
Finito—>Infinito
Ragione—> Istinto
Luce—> Oscurità
Serenità—> Inquietudine
Sogno—> Realtà
All’origine della tragedia tutti questi elementi erano presenti. Mancando anche solo uno di questi elementi, non c’è più la tragedia.
Nella prima fase, periodo pre-socratico, i due spiriti convivono separati.
Nella seconda fase gli istinti incominciamo ad unirsi.
Nella terza fase c’è la prevalenza dell’apollineo sul dionisiaco e la tragedia si suicida.
Sempre nel primo periodo, Nietzsche fa un lavoro sulla storia, andando ad analizzare la storia come altri filosofi avevano fatto, dandoci una definizione della storia stessa. La storia, diversamente dalla poesia, racconta fatti realmente accaduti, è frutto della sequenza di avvenimenti che non sono concezioni astratte ma raccontano la storia di personaggi per poter ricostruire i fatti.
Nietzsche attribuisce due accezioni alla storia:
res gestae
historia rerum gestarum
Cioè l’insieme delle gesta, le azioni degli uomini, i fatti che sono accaduti non inventati o idealizzati e non perché doveva accadere.
Inoltre il resoconto di ciò che è avvenuto. La storia è ciò che ha caratterizzato gli uomini che l’hanno vissuta ma va raccontato per come è avvenuta, ci deve essere il racconto storico: tendo conto sia dei fatti che della ricostruzione dei fatti storici. La storia ci mette in collegamento con il passato, fondamentale per avere un’identità. La storia è una realtà fondamentale dalla quale non possiamo prescindere
Qual è il problema della storia? Nel ricordo del passato si compie l’errore di vivere nel passato, senza riuscire a vivere nel presente, senza proiettarsi nel futuro, perché il passato diventa una malattia. Si vive di ricordi. Siamo inchiodati e indeboliti da questo passato. Nietzsche dice di evitare di pensare alla storia come qualcosa che ci imbroglia e ci impedisce di proiettarci nel futuro, per tanto genealogicamente fa un resoconto dei danni della storia e classifica la storia secondo un quadro.
Storia monumentale
Storia antiquaria
Storia critica
Ognuno di questi ha aspetti positivi e aspetti negativi, un aspetto fisiologico e uno patologico.
La storia non va dimenticata ma presa così com’è.
Storia monumentale: è la ricostruzione di fatti storici attraverso l’esaltazione di imprese monumentali, quindi le grandi opere costruite e i grandi uomini della storia. La storia monumentale è la ricostruzione della storia attraverso i grandi monumenti. tuttavia, questo non deve cadere in patologia perché il rischio è che tutte le nuove costruzioni e i nuovi personaggi non sono mai alla stessa altezza di quelli del passato. Si rischia di non riuscire a trovare nessuno perché nessuno è all’altezza. É giusto avere dei punti di riferimento per sapere costruire il futuro ma senza ancorarsi troppo.
Storia antiquaria: è una storia maniacale, vuole una conservazione delle cose del passato conservando oggetti e pietre. Il rischio è quello di conservare tutto senza avere spazio per le cose nuove. Metaforicamente significa che se si vive la storia in questo modo non entra niente di nuovo. Rischia di chiudersi nella dimensione passata.
Storia critica: la storia dovrebbe essere vissuta criticamente, il passato deve essere conservato e ricordato ma con un atteggiamento di dubbio e critica in modo tale che il passato serva da preparazione per il futuro. Il rischio è che criticando troppo il passato smettiamo di fare storia, pensando che il passato non ci permette di aprirci al futuro e allora dimentichiamo involontariamente tutto il passato, con il rischio che senza quel passato torniamo avanti rifacendo scoperte già fatte.
Si chiude con questo passaggio la prima fase.
Periodo illuminista
La prima opera di riferimento è “Umano troppo umano”. Viene indicato come periodo illuminista perché c’è un’attenzione particolare alla ragione come capacità critica, ma mentre Kant utilizza la ragione esclusivamente per dare ragione delle filosofie precedenti invece Nietzsche per criticare in senso negativo le filosofie precedenti. Per evidenziare i limiti delle filosofie precedenti, della filosofia platonica, della filosofia cristiana, dello stesso positivismo. Per mettere in evidenza i limiti:
della metafisica
della teologia
della religione
della scienza
Questi sono gli ambiti secondo cui si muove. Pertanto la scienza non viene più idealizzata come specificità di conoscenze ma utilizzata come metodo di ricerca e strumento per ricercare quelle certezza che sino a questo momento sono state conseguite. Il modello di riferimento in questo periodo è Voltaire.
Voltaire tra i filosofi illuministi è quello più illuminato che non ha semplicemente idealizzato la natura, ma ha portato a compimento il progetto di conoscenza. Non ha idealizzato o dustunto una scienza da un’altra come aveva fatto Aristotele, è sapere il generale che conta. Ciò che ha fatto grande Voltaire è il fatto che si è voluto mettere in evidenza i limiti del passato: l’illuminismo contro il medioevo, ma “noi” contro tutto.
Il periodo illuminar è quello conosciuto come filosofia del mattino. inizia una nuova giornata, tutta l’epoca passata è nuovo rispetto al passato. Chi inizia questa nuova giornata sono gli uomini capaci di affrontare la giornate come i viandanti (anche chiamata filosofia del viandante). Per il viandante la vita è un esperimento continuo, il viandante è colui che vive la sua vita dionisiacamente. Sono uomini liberi che viaggiano con poche cose a disposizione, lasciando alle spalle tutto ciò che ci ha condizionato. Il viandante non sa a che cosa andrà incontro. Non ha un’idea programmata. Il filosofo che personifica bene l’idea dionisiaca e che dice “SI” alla vita e sa accettare tutto è quella del viandante che non cerca la comunità. Nietzsche propone chi lascia le comunità, lasciando le certezza della fisica, della metafisica etc, verso una meta che non conosce per fare esperienza.
La filosofia del mattino è quello del periodo illuminista in cui lasciato il medioevo, lasciato il passato, si apre un nuovo giorno. Adesso il filosofo si identifica con l’uomo libero, proprio di chi è capace di mettersi in viaggio e fare il viandante.
L’uomo che è in grado di fare questo è colui che accetta che il passato è stato un’illusione o un sogno.
É il periodo in cui si distacca fortemente da Schopenhauer, il metafisico che trova una strategia per allontanarsi dal dolore del mondo è che ha dato un valore ideale all’arte. Nega Schopenhauer perché ha voluto trovare una strategia per non accettare il dolore, dalla voluntas è passato alla noluntas, ha preferito una condizione che lo distacca dal dolore.
Si distacca anche dall’altro metafisico dell’arte è Wagner, con la musica lui ha idealizzato la realtà. Riconosce in Wagner il suo limite. Questo periodo è il cosiddetto periodo Nietzschiano, perché non c’è nessuna influenza dagli altri filosofi.
Il tratto distintivo di quest’epoca è la menzogna, mette in evidenza quali sono le menzogne. La più grande delle menzogne è Dio.
Dio personifica tutte le menzogne, parlando di Dio si parla in generale di tutta la metafisica, di tutta la prospettiva oltreumana.
Testi del paragrafo “La morte di Dio e la fine delle illusioni metafisiche” (pag.401)
Il mondo nel quale abbiamo vissuto è una realtà falsa, crudele. Noi ci siamo illusi di un mondo che non esiste. Noi abbiamo vissuto fino ad adesso inventandoci delle menzogne perché questo era l’unico modo per poter vivere in questo mondo. I cristiani si sono inventati Dio, Platone si è invitato il mondo ideale, i positivisti si sono inventati una scienza per dare ragione di questa realtà, Kant si è inventato il regno dei fini. Ogni filosofia si è inventata questa duplice realtà del mondo per poter dare ragione di qualcosa, ma quello che si è indicato non corrisponde al vero.
La realtà è costituita da un solo livello. Nessuno aveva il coraggio di dirlo, lo dice Nietzsche anche se i tempi non sono maturi. La scienza ha giustificato la realtà a modo suo, la religione idem, la morale a modo suo, la metafisica idem, ma non sono altro che menzogne. Quella che racchiude tutte le menzogne è Dio.
Noi abbiamo voluto dare ordine a ciò che ordinato non è, tutto nasce dal disordine. Dioniso prima di Apollo.
Noi abbiamo pensato che i difetti dovessero essere colmati con la perfezione, la perfezione non è umana e l’abbiamo ricercata in Dio e nella scienza. In realtà, il difetto non è qualcosa di manchevole ma è la condizione umana. Nietzsche dice che l’imperfezione non è un difetto ma il difetto è dato dalla forma, dalla bellezza e dalla sapienza. per passare dal mondo al mondo che non è vero per l’idea che noi abbiamo del mondo vero, abbiamo bisogno di una nuova giornata, aprendoci ad un altro mondo.
Fino ad adesso ci siamo sedimentati nella certezza che Dio esiste, non c’è bisogno di dimostrare che Dio non esiste perché nella nostra idea Dio esiste anche se non è condiviso da tutti. Allora non ci interessa sapere se Dio esiste o meno, perché l’idea di Dio esiste e dobbiamo capire come siamo arrivati a quell’idea e rendere superflua quell’idea. Abbiamo allora bisogno di uccidere Dio per poter cancellare quest’idea.
Il grande annuncio.(testo pagina 402)
Il libro di riferimento è l’Aurora. Nell’aurora si prepara il terreno a quello che verrà detto nell’altra opera “La gaia scienza”. La scienza gaia, la scienza libera e liberante, quella scienza che ci libera dalle menzogne, ci libera in quando viandanti che si muovono liberamente senza ancorarsi alle certezza del passato. Il metodo della ricerca scientifica è quella che ci libera, genealogicamente, dalle certezze e menzogne del passato.
L’uomo folle è il filosofo profeta, quelli come i viandanti che hanno il coraggio di abbandonare il passato. Quest’annuncio del filosofo-profeta prepara il terreno al superuomo, ma c’è bisogno anche di Zarathustra prima che arrivi il superuomo.
“Siamo stati tutti, voi e io, ad uccidere Dio.” Coloro che ridono di fronte all’uomo folle sono gli atei. Si presenta come un uomo folle perché in pieno giorno, come Diogene che cercava l’uomo, lui con la lanterna in mano va al mercato e dice di cercare Dio. Nella mente c’è oscurità perché non sono ben chiare le cose e allora usa la lanterna, quelle luci sono necessarie per fare chiarezza. Scelse il mercato perché è dove il volgo si riunisce. Lì incontra quelli che lo deridono sono gli atei, ma non tutti, solo i superficiali atei dell’800. Il mercato è il luogo dove non c’è un’identità di popolo ma ci sono coloro che si conformano.
Abbiamo ucciso piano piano Dio e dobbiamo capire perché l’abbiamo ucciso e quale è stata la conseguenza. Abbiamo ucciso Dio, quindi abbiamo ucciso un’idea perché lo pensiamo in spirito.
C’è il mare, c’è la spugna, ci sono i soli, l’eterno precipitare è la montagna. Si parla di infinito e di freddo.
Il mare è la conoscenza, come abbiamo potuto ad uccidere Dio, come abbiamo potuto uccidere tutte le nostre conoscenze. Come abbiamo potuto togliere tutta l’acqua, non è possibile togliere tutta l’acqua del mare. Quindi sta dicendo come abbiamo potuto fare una cosa che non è possibile. Per eliminare l’idea di Dio, per uccidere Dio abbiamo dovuto togliere l’acqua del mare quindi è un’impresa difficilissima. Togliere l’acqua del mare significa toglierci ciò che ci da vita. Sta sottolineando cosa dobbiamo fare per essere liberi, per vivere questa gaia scienza.
La spugna ha strusciato l’intero orizzonte. L’orizzonte è tutto quello che si vede ma si sposta sempre, la spugna cancellerebbe quella che noi chiamiamo la “linea” dell’orizzonte. Ma la cancellazione dell’orizzonte non è possibile, significa cancellare tutte le nostre prospettive di vita. Noi abbiamo costruito la nostra vita pensando ad un’aldilà, che per noi era il mondo vero. Chi ha dato la spugna per cancellare il mondo vero?
Il sole è la verità, il bene, tutti i soli sono le divinità, le certezze. Tutti i soli non ci sono più.
Senza più l’orizzonte, il mare e il sole noi che fine facciamo? Precipitiamo, è un eterno precipitare. nel momento in cui vengono meno tutte le certezze incominciamo a barcollare. L’uomo folle dice che noi tutti abbiamo ucciso Dio e ci troviamo in questa situazione. Lo spazio è vuoto perché non c’è più niente su cui appigliarci, siamo fragili. Ecco il viandante che non sa dove andare.
C’è freddo perché il calore del sole è sparito, non c’è più quel riferimento. Si è fatto buio, si è fatta notte. La mattina dobbiamo accendere le lanterne perché non ci sono più soli.
L’uomo folle dice che anche gli dei si decompongo. Il vuoto è dato perché non c’è più la “certezza” di Dio, dice che i becchini fanno rumore perché stanno mettendo Dio nella tomba. L’immortalità era propria degli dei ora si decompongono. Dio è morto e resta morto. Non c’è la possibilità della resurrezione, l’angoscia più grande è quella della mancata resurrezione. É morto ma di lui rimane la puzza. La puzza di lui è l’idea di Dio che continua a rimanere, perché qualcuno continua a dire che Dio esiste. Fino a che noi continueremo a sentir parlare di Dio, l’idea di Dio sarà ancora viva ma Dio è morto e resta morto.
C’è un problema perché da umani vogliamo sere consolati per l’assenza di qualcuno.
“Ci siamo macchiati del sangue dei coltelli che abbiamo usato per uccidere Dio”, l’unico modo per pulirli sarebbe quello di usare l’acqua, ma l’acqua l’abbiamo eliminata tutta. Quel sangue non può essere tolto, rimarrà indelebile in noi e quindi non c’è consolazione. L’abbiamo ucciso perché ci eravamo illusi che lui potesse dare risposte a quelle domande e l’abbiamo ucciso a partire da quegli atei che non credevano in lui, e anche noi ci siamo mischiati a loro e l’abbiamo ucciso. L’abbiamo ucciso in due modi: fisicamente e con la dimenticanza. Avendo eliminato Dio, dovremmo diventare noi dei.
L’uomo pazzo getta a terra lanterna perché ormai siamo tutti consapevoli che Dio è morto, però l’uomo pazzo viene troppo presto perché le coscienze non sono ancora pronte ad accettare che Dio è morto. Paragona il tempo che ci vuole ad accogliere la morte di Dio alle costellazioni, al tuono e al fulmine, perché le costellazioni sono lontane e quando una stella è morta si continua a vedere la sua luce. Così come in natura ci vuole un lungo tempo, allo stesso modo affinché tutti prendono coscienza che Dio è morto devono averlo sentito con le loro orecchie. Fintanto che c sarà una sola persona che non l’ha sentito Dio continuerà ad esistere. Chi ha ucciso è ancora più stupito di chi non l’ha fatto perché l’ha fatto e non crede in quello che ha fatto, rimane l’incertezza. C’è una crisi moderna della religione. La chiesa è il sepolcro di Dio. Non ci interessa dimostrare se Dio è esistito o meno, affinché venga cancellata questa menzogna bisogna cancellare l’idea di Dio. Il corpo di Dio continua con la sua putredine a emanare odore e sentiamo il rumore dei becchini che l’hanno sepolto.
(Testo del paragrafo “La morte di Dio e l’avvento del superuomo”)
C’è il passaggio all’altra fase. Piano piano con la nuova aurora abbiamo costruito un nuovo mare che non è più chiuso dall’orizzonte, ma è un mare aperto e libero, siamo finalmente viandanti che liberamente si possono muovere. É il momento del passaggio dalla fase illuminista a quella di Zarathustra.
Il periodo di Zarathustra
Si arriva alla terza epoca di Nietzsche che prepara l’ultimo periodo che chiude il meriggio e annuncia, Zarathustra, in qualitá di profeta sia il superuomo e gli altri temi cari a Nietzsche. Quelli che sentono la puzza sono gli “umani troppo umani”, quelli che non hanno uno spirito liberante.
Zarathustra non è il superuomo, sostituisce la religione con la morale, deve preparare ad annunciare il superuomo. Paragona Zarathustra a Gesú. Gesù annuncia Dio e Zarathustra annuncia il superuomo. Lo stesso Zarathustra ha commesso un grosso errore perchè ha detto una menzogna, consapevole di dire una menzogna ma poiché era necessario perchè lui stesso non era pronto. Anche Zarathustra ha bisogno di tempo per prepararsi. La peggiore delle menzogne é stato Dio. Sono necessari questi errori perché altrimenti non siamo in grado di capire le menzogne. La morale è necessaria per spiegare i comportamenti e conoscere l’errore. Per superarci dobbiamo ascoltare quello che Zarathustra ci annuncia e ci annuncia il superuomo.
Zarathustra quando si ritira ha 30 anni. Si ritira in montagna, perchè ha bisogno di stare solo. La solitudine é il momento del raccoglimento e dell’introspezione.
(Testo del paragrafo La filosofia del meriggio)
È giunto vicino all’essenza del suo tramonto. Una volta che ha saputo tutto quello che deve sapere, ha bisogno di fare questo tipo di ricerche ed è arrivato alla sua fine e può presentarsi tra gli uomini. Una volta che ha capito l’errore che lui stesso ha invitato, allora può andare tra gli uomini e annunciare chi deve arrivare.
“Non ha ancora gli orecchi aperti e svegli”. Non sono pronti ad ascoltare e vedere metaforicamente la verità. Prima di annunciare l’eterno ritorno dell’uguale, l’uroboro, il serpente che si morde la coda. Per poter capire il pensiero del ritorno bisogna prima spiegare altre cose. È necessario preparare il terreno. Il tempo non si muove verso un fine, ma è senza fine. Il tempo è circolare, non lineare. Il circolo è un tempo senza tempo, una fine senza fine. Tutto si ripete in innumerevoli volte nello stesso modo, per capire questo e per accettare questo, per dire di sì, bisogna conoscere altre cose. É il tentativo degli uomini superiori, quelli che hanno idealizzato di Dio e hanno idealizzato una realtà senza Dio e hanno vissuto pienamente il vuoto: la terribile angoscia del vuoto. Li chiama nichilisti perché hanno annullato qualunque realtà. L’altro tema caro a Nietzsche è il nichilismo, dirà: “io sono il nichilista”. Lui si ritiene superiore a qualsiasi altro nichilista perché non ha nulla la realtà e rimane di questa idea, ma annulla la realtà per proporne un’altra.
Il pensatore supera i nichilisti. La cena è l’ultimo momento insieme ai suoi seguaci. Questa cena parodiata è un festeggiamento con tutti i nichilisti. É arrivato il momento in cui lui se ne deve andare lasciando il posto a qualcun altro. Zarathustra se n’è andato e al suo posto ci sarà il superuomo, che non è un uomo super, ma un oltre uomo. Il superman dei fumetti sono uomini con i superpoteri.
Il superuomo d’annunziano è quell’uomo che ha idealizzato il valore della guerra, il superuomo è identificato come homo bellicus (bah, libera interpretazione).
Il superuomo per Hitler è quello che fisicamente è di “razza” superiore.
Per Nietzsche il superuomo è colui che è in grado di andare oltre se stesso, oltre i nichilisti tradizionali e capire e accettare l’eterno ritorno dell’uguale, gli altri rimangono umani troppo umani.
(Lettura della scheda)
Il superuomo è per l’uomo quello che è la scimmia per l’uomo: è un’evoluzione. Il ghigno è un’espressione di soddisfazione del superuomo nei confronti dell’uomo, perché l’ha superato. Il passaggio dall’uno al superuomo è un passaggio di metamorfosi, qui ch’è il richiamo a Darwin (positivismo evoluzionistico).
É un’evoluzione dal:
cammello
leone
fanciullo
Il cammello ha le gobbe che servono per conservare l’acqua, porta in sè quello che gli serve. Il cammello è la tradizione dell’uomo che porta con sé tutte quelle cose di cui l’uomo si è illuso, lo fa passivamente. Risponde all’”io devo”. Il cammello deve obbedire, deve credere in quello che gli dicono di credere.
Si evolve l’uomo e arriva al leone, dal “tu devi” passa a “io voglio”. Il leone si libera dalla tradizione, si è liberato ed è diventato viandante. La terza metamorfosi è quella del fanciullo, è il superuomo che risponde in maniera consapevole a quell’ “io voglio”, dicendo “io sono”, è un’identità tutta nuova, dice sì alla vita. Accetta la vita in questo suo eterno ritorno dell’uguale.
L’uomo è una vergogna per il superuomo.
Non c’è un’aldilà, il mondo vero è sulla terra. Coloro che esercitano il veneficio, sono coloro che cercando di far credere alle persone dell’esistenza della metafisica e diffondono cattive informazioni. Sono quelli che non accettano la vita perché cercano un’aldilà. Prima si riteneva che l’anima fosse superiore al corpo, ora si torna alla terra, il corpo è superiore all’anima. L’anima muore con il corpo è crudele e macilenta.
Il superuomo è il mare, che prima abbiamo prosciugato e poi è diventato un mare aperto dopo aver rotto la lanterna. Quel mare aperto è il superuomo, gli altri corsi d’acqua che derivano dal mare sono gli altri uomini.
É arrivato un momento in cui avete detto della compassione. Abbiamo provato la compassione quando abbiamo ucciso Dio, la compassione come la intende Zarathustra non è quella che si prova con la crocifissione. La compassione è quella che il superuomo prova per l’uomo, il disprezzo che ha nei confronti dell’uomo.
Poi arriva il superuomo.
Cambia la prospettiva del tempo. C’è stato un passaggio nella concezione del tempo dalla filosofia antica alla filosofia cristiana, il tempo anticamente veniva considerato nella logica dell’uroboro, ovvero il serpente che si morde la coda. Con il Medioevo, con la filosofia cristiana, cambia la visione del tempo perché non è più ciclico ma lineare. Con Nietzsche, avendo ucciso Dio, abbiamo riportato la visione del tempo secondo quell’antica ciclicità, ritorna l’uboro, con il ripetersi degli eventi. Questo senso della ripetibilità fa parte della vita umana. La ciclicità è un continuo ritorno di situazioni e contesti che si accavallano.
Zarathustra è il messaggero del fulmine.
Pg. 8 (schede) punto 4. L’uomo è semplicemente uno strumento per poter arrivare al superuomo. Il superuomo è il compimento dell’uomo. Il passaggio che avviene tra le 2 figure è il passaggio del tramonto che serve a far tramontare l’idea di uomo per andare oltre quell’idea e arrivare al superuomo. Qui c’è un ponte, nel senso che l’uomo è necessario al superuomo, non si può essere superuomini senza essere stati uomini, c’è bisogno di questo ponte per passare dall’uomo al superuomo affinché l’uomo superi se stesso, va oltre l’uomo stesso.
E’ necessario il tramonto per passare da una condizione all’altra. Se non ci sono i vari passaggi (meriggio ecc) non si potrebbe arrivare al superuomo.
Pg. 9. E’ necessario volere il proprio tramonto ma questo lo vuole soltanto chi conosce. Bisogna essere consapevoli del fatto che ci dev’essere questa transizione per arrivare al superuomo. Se non c’è l’accettazione dell’eterno ritorno non si è capaci di accogliere il superuomo. Soltanto chi conosce può diventare superuomo.
Le virtù sono i valori dell’uomo e secondo Nietzsche non bisogna averli perché la virtù segna dei punti limite. Chi ha dei punti di riferimento è incapace di andare avanti perché è prigioniero di questi riferimenti. L’unica virtù che bisogna avere è la virtù della conoscenza.
L’uomo passa volentieri al di là del ponte ma prima l’uomo deve fare una scelta Dionisiaca (sì alla vita). L’anima non deve pensare a una via per liberarsi dal mare del mondo ma ha detto sì alla vita, ha accettato anche di morire per fare da ponte a un uomo diverso. Zarathustra ama tutto questo, è il messaggero del fulmine e il fulmine si chiama oltreuomo.
L’uomo è troppo umano perché spesso non sa dire sì alla vita.
La visione e l’enigma: La visione è del filosofo, del solitario, del viandante che alla prime luci del mattino si è mosso. Deve risolvere l’enigma. La filosofia del sospetto muore l’agire del viandante. Dobbiamo risolvere l’enigma dell’eterno ritorno dell’uguale, per poterlo risolvere dobbiamo salire in un’altra montagna. Per descrivere la montagna usa espressioni che possiamo attribuire agli esseri viventi, la montagna è personificata: solitaria, dispettosa ecc. Nel sentiero solitario non si addicevano più erbe e cespugli perché è arido, non c’è più acqua, non c’è niente, è morto, non c’è vita. E’ talmente arido che quando passa con i piedi si sente il rumore delle pietre perché si sgretola. Deve andare in alto perché deve andare oltre e dall’alto si può vedere tutto, hai una visione chiara a 360°, dalla montagna c’è un panorama strepitoso. Lo spirito umano troppo umano tende verso il basso mentre l’uomo che dice sì alla vita tende verso l’alto. Zarathustra non è solo, è insieme alla talpa. C’è una talpa nella sua spalla che rappresenta ciò che lo tiene legato all’essere uomo. Tutte le idee, concetti, credenze che fino a questo momento l’hanno tenuto con i piedi per terra sono dati dal mezzo nano e mezzo talpa. A mano a mano, salendo nel sentiero, questo mezzo nano e mezzo talpa pesa sempre di più nei confronti di Zarathustra. Questo coso è storpio storpiante perché rende sempre più faticosa la salita, diventa faticoso averlo e sentirlo. Il nano continua a parlare a Zarathustra e lo disturba. Quando tace disturba ancora di più perché sa che è lì ed è come andare con qualcuno e l’altro non ti parla, è una presenza, è fastidioso. La solitudine di 2 è peggio della solitudine di 1. Bisogna fare una scelta, o il nano o Zarathustra. O si salva il nano o si salva Zarathustra perché insieme non si possono salvare. Il coraggio è quello che caratterizza chi sceglie di vivere, il nano forse è meglio se ne sia per conto suo, bisogna avere il coraggio di scrollarlo dalla spalla. Il coraggio ammazza anche la morte e la compassione perché bisogna andare oltre, non c’è una vita per la morte ma c’è una vita per la vita. Non bisogna vivere con l’angoscia della morte, la vita è suono di fanfare: gioia, tristezza ecc. Ha il coraggio di buttarsi in un abisso, non sa cosa c’è nel fondo, è tutto un mistero ed è proprio questo che Nietzsche ama degli uomini, chi sa buttarsi in tutto ciò che è misterioso. Il nano si è scrollato di dosso e sono arrivati nella porta carraia dove si fermano. Di fronte questa porta c’è scritto “attimo”, l’attimo indica il tempo, in quella porta ci sono 2 strade che nessuno ha mai percorso fino alla fine, si può scegliere se andare a destra o a sinistra. Tutti si ritrovano nello stesso punto di partenza. La porta rappresenta il fatto che devi passare questo tempo dell’eterno ritorno per poter andare oltre. Zarathustra vede soltanto situazioni sfuocate, suoni strani ecc. Zarathustra vede un giovane pastore rotolare che stava per morire, soffocato dalla bocca di un serpente che lo sta uccidendo. Zarathustra incita il pastore a mordere il serpente perché deve assimilare e condividere con pienezza l’idea della circolarità del tempo, deve assaporare l’idea dell’eterno ritorno. Il pastore non è altro che l’uomo diventato oltreuomo.
L’uomo più brutto: L’uomo più brutto ha ucciso Dio. Parla di valle del serpente perché il serpente è astuto nel suo essere viscido, l’aquila è un animale orgoglioso mentre il serpente è furbo, viscido e astuto. Nella valle avviene l’incontro tra l’uomo più brutto e il serpente. Zarathustra ha vergogna di vedere qualcosa che non ha mai visto, lui si vergogna e arrossisce di fronte tanto orrore. Quel posto, la valle del serpente, sembrava deserta ma ora inizia ad animarsi. Zarathustra prova ad andarsene ma la valle si anima, la vergogna rimane soltanto per un momento. Zarathustra ha provato compassione nei confronti dell’uomo, lui si è vergognato non solo perché era l’uomo più brutto ma perché ha riconosciuto in quell’uomo l’assassinio di Dio. Lui prova compassione perché si rende conto di quello che ha fatto. Gli uomini hanno ucciso Dio perché hanno avuto paura di lui. L’uomo ha bisogno di spiegare quali siano le motivazioni che l’hanno portato a fare questo gesto, ha bisogno di comunicarlo a qualcuno di particolare ovvero Zarathustra, gli ha preso il lembo del vestito dicendogli di ascoltarlo. Ha scelto proprio lui perché Zarathustra fa tramite del ponte, è solo lui il messaggero, il profeta, solo lui è in grado di capirlo e cogliere fino in fondo l’essenza del gesto. L’uomo non vuole essere guardato perché si vergogna, gli dice di onorarlo nella sua bruttezza perché se lo guardasse sarebbe condizionato dal suo orrore, se invece l’ascolta e basta è in grado di capire. L’onore si prova per chi si ha un’ammirazione.
L’uomo è perseguitato da tutti gli altri uomini che non hanno il coraggio di fare ciò. L’uomo se ne frega di questi uomini ma ha bisogno che Zarathustra lo ascolti. Lo perseguitano i cristiani.
Zarathustra è il suo unico rifugio perché, a differenza di quelli che l’hanno perseguitato, è l’unico che prova compassione. Avendo ucciso Dio, può capitare che potrebbe pentirsene. Gli uomini non hanno bisogno di testimoni e qualunque testimone dev’essere ucciso. Zarathustra gli dice di andare nella caverna e parlare con l’aquila. L’uomo più brutto ha un amore grande per se uguale al disprezzo di se, per questo si vergogna. L’uomo non è pentito, si vergogna di farsi vedere da quegli uomini che non lo capiscono a differenza di Zarathustra.
Volontà di potenza
Abbiamo pensato all’uomo come essere che vuole auto conservarsi, tutto quello che ha fatto l’ha fatto con l’obiettivo di conservarsi come individuo e specie. Secondo Nietzsche l’uomo si deve auto potenziare, nel superuomo c’è una volontà di potenza. E’ la volontà che porta l’uomo a dire sì alla vita. Ogni strategia che può essere utilizzata per auto potenziarsi va benissimo e infatti le espressioni attraverso le quali la volontà di potenza si racconta sono: volontà di potenza come vita, morale, politica e scienza. Ciò significa che l’arte, la politica, la scienza e la morale sono tutte dimensioni con le quali l’uomo può esprimere la volontà di potenza.
Nell’arte la volontà di potenza è la possibilità che l’uomo ha di creare qualcosa. L’uomo crea, produce, fa e artisticamente esprime la sua volontà di potenza.
Nella politica la volontà di potenza è il dominio. Ha un’accezione negativa. E’ l’opposto di Marx, la volontà di potenza vuole creare differenze sociali, vuole dominare e ci devono essere schiavi.
Nichilismo: fare dal libro
Domande da interrogazione
- Qual è il legame tra la filosofia di Nietzsche e la sua presunta pazzia?
- Chi era Salomé e quale ruolo ha avuto nella vita di Nietzsche?
- Come Nietzsche vedeva la storia e quali erano le sue critiche principali?
- Qual è il significato della "morte di Dio" nella filosofia di Nietzsche?
- In che modo Nietzsche è stato associato al nazismo e qual è la verità dietro questa connessione?
Non è chiaro se la filosofia di Nietzsche sia il risultato della sua pazzia o viceversa. È noto che fu ricoverato in ospedali psichiatrici, ma la sua filosofia rimane originale e rivoluzionaria.
Salomé era una donna affascinante e intelligente che ha avuto un impatto significativo su Nietzsche, rappresentando un mix di piacere e dispiacere. La loro relazione non corrisposta influenzò profondamente Nietzsche, portandolo a scrivere "Così parlò Zarathustra".
Nietzsche considerava la storia come una sequenza di eventi che non devono essere idealizzati. Criticava la storia monumentale, antiquaria e critica, sottolineando che il passato non deve ostacolare il presente e il futuro.
La "morte di Dio" rappresenta la critica di Nietzsche alla metafisica e alla religione, che considera le più grandi menzogne. Propone di superare la dipendenza da Dio per abbracciare una nuova visione della vita basata sulla realtà quotidiana.
Nietzsche è stato erroneamente associato al nazismo a causa dell'organizzazione delle sue opere da parte della sorella, che ha dato un'interpretazione totalitaria al suo pensiero. Tuttavia, non ci sono prove che Nietzsche abbia sostenuto idee naziste.