henry0894
Ominide
8 min. di lettura
Vota 3 / 5

Concetti Chiave

  • Nietzsche critica l'immagine idealizzata della grecità come equilibrio, sottolineando la presenza di elementi apollinei e dionisiaci nella tragedia greca.
  • Attribuisce a Socrate la rottura dell'equilibrio greco, inaugurando una filosofia che reprime gli istinti vitali e porta alla morale della rinuncia culminata nel cristianesimo.
  • Nell'opera "La volontà di potenza", Nietzsche introduce il concetto di "Oltreuomo" come evoluzione morale autonoma e critica la moralità tradizionale come inganno.
  • Il prospettivismo di Nietzsche nega l'oggettività, proponendo che la conoscenza è una serie di interpretazioni basate sulla volontà e le passioni individuali.
  • La critica al linguaggio e alla conoscenza sottolinea il loro carattere illusorio e arbitrario, essendo metafore e astrazioni prive di verità univoca.

Indice

  1. La nascita della tragedia
  2. Critica alla morale socratica
  3. Hegel e la divinizzazione della storia
  4. Nietzsche e l'inconscio
  5. Verità e razionalità secondo Nietzsche
  6. Critica alla conoscenza oggettiva
  7. Il concetto di Oltreuomo
  8. Volontà di potenza e morale
  9. Prospettivismo e conoscenza
  10. Critica alla metafisica e al cristianesimo
  11. Il linguaggio e la verità
  12. La conoscenza come illusione

La nascita della tragedia

Nel saggio “La nascita della tragedia dallo spirito della musica”, Nietzsche coniuga la sua formazione da filologo con la speculazione filosofica. L’Occidente si è creato in una immagine idealizzata della grecità, vista come equilibrio e controllo delle passioni. Nella cultura greca esiste anche la dimensione orfico-dionisiaca.

Elementi dello spirito greco:

- Apollineo, visione del mondo fondata sulla ragione ed autocontrollo;

- Dionisiaco, l’esaltazione dell’entusiasmo della vita.

Entrambi si uniscono nella tragedia, in cui sono presenti da una parte l’elemento apollineo della trama, dall’altro il dionisiaco della musica e del coro.

Critica alla morale socratica

Questo equilibrio si è rotto con Socrate, responsabile di aver inaugurato una filosofia che reprime gli istinti vitali. Questa repressione ha determinato la nascita della morale che ha raggiunto il suo culmine nel cristianesimo. Il limite maggiore della morale socratica è il fatto di essere una morale della rinuncia. Nell’Ottocento questa concezione è stata riaffermata dalla divinizzazione della storia (Hegel). Secondo tale concezione il divenire si svolge autonomamente e non può essere modificato. Nel mondo moderno, lo “scientismo” e lo storicismo hanno funzione negativa, in quanto alimenta l’illusione che la vita abbia un corso razionale.

Hegel e la divinizzazione della storia

• Hegel: è il maggiore responsabile della divinizzazione della storia, contro l’affermazione della vita e l’iniziativa dell’individuo. Il presente risulta necessitato dal passato e il passato è privo di significato proprio in quanto teleologicamente indirizzato verso il presente.

Nietzsche e l'inconscio

• Nietzsche è il primo ad utilizzare il termine “Es” per identificare l’inconscio, anticipando Freud.

Il periodo giovanile del filosofo è stato definito illuministico, in quanto pone al setaccio della ragione tutti i valori secolari.

Verità e razionalità secondo Nietzsche

• Importante è il rapporto tra verità-razionalità e vita.

L’uomo è condizionato dalla morale, prodotta a sua volta da istinti sublimati: è necessario quindi recuperare l’impulso vitale.

Critica alla conoscenza oggettiva

• La critica alle certezze storiche riguarda anche la conoscenza. Secondo Nietzsche, la logica, e in generale la scienza, non produce una vera conoscenza del mondo ma un’interpretazione di esso. Questa interpretazione è utile nelle sue conseguenze pratiche, essendo essa un’insieme di valori.

• Nietzsche nega ogni criterio di oggettività e ogni pretesa di verità. La fede nella possibilità di accertare dati oggettivamente fondati (Positivismo) viene contestata. Queste certezze sono solo forme di adattamento all’ambiente, che si sono rivelate efficaci nella vita quotidiana.

Il concetto di Oltreuomo

Il concetto di “Oltreuomo” viene concepito nell’opera “La volontà di potenza”, pubblicata postuma e rimaneggiata dalla sorella di Nietzsche. L’oltreuomo viene presentato come un’evoluzione biologica dell’uomo ancora non compiuta. La caratteristica principale è il fatto che sarà egli stesso il fondamento della morale, non più derivante da principi esterni.

Volontà di potenza e morale

• Volontà di potenza, presente in tutti gli esseri viventi: è l’impulso istintivo ad espandere il proprio essere.

La volontà di potenza sostituisce completamente la morale, che è solo un inganno. Ogni comportamento è spiegato in termini di affermazione di sè, di potenziamento. Attraverso la trasvalutazione è possibile rovesciare ogni valore e tornare alla volontà di potenza.

Dopo essere stata rimaneggiata dalla sorella, l’opera divenne uno degli scritti teorici del nazismo.

Nell’uomo la volontà di potenza è il rifiuto di accettare un senso del mondo dato dall’esterno, in modo da raggiungere la pienezza dell’essere.

Prospettivismo e conoscenza

• Prospettivismo: ogni individuo è punto di riferimento e origine di ogni valore.

Il mondo non ha così un significato univoco, ma un’infinità di significati diversi. La conoscenza deve essere ricondotta ad una pluralità di prospettive ed è in creazione continua. Vi sono solo interpretazioni di fatti, quindi la conoscenza è ermeneutica (Heideger). La conoscenza è, tuttavia, utile all’uomo, sono illusioni necessarie. Questa è determinata dalla volontà e dalle passioni dell’individuo e varia a seconda dell’individuo stesso.

La volontà di potenza è negazione di un mondo esistente di per sè, affinchè l’uomo stesso diventi senso del mondo.

Critica alla metafisica e al cristianesimo

Emblema della metafisica è Platone, che ha considerato il mondo sovrasensibile come il mondo vero, alimentando uno spirito rinunciatario rispetto alla vita. Il Cristianesimo ha dato origine ad una religione della rinuncia.

Il linguaggio e la verità

La facoltà conoscitiva, l’intelletto, è considerata da Nietzsche come un qualcosa di arbitrario, che causa principalmente tracotanza in ogni essere. Questa inganna gli uomini sul valore dell’esistenza. Tutta la vita degli uomini è un inganno, basata su falsità e comportamenti menzogneri. In nessun uomo può emergere un impulso puro verso la verità. Tuttavia, l’uomo, o per bisogno o per noia, vuole esistere e per questo stipula un contratto di pace per eliminare la guerra contro tutti. Viene così istituita una verità, una connotazione vincolante e uniformemente valida delle cose, basata inizialmente sulle norme del linguaggio. Il mentitore si serve delle connotazioni valide, le parole, per far apparire l’irreale come reale. L’uomo, tuttavia, ha un atteggiamento ostile verso le verità che possono essere dannose e distruttrici. Il linguaggio stesso è privo di una verità univoca e senza scopo, tutte le associazioni sono arbitrarie. La cosa in sè risulta inconcepibile per un inventore del linguaggio, in quanto inconoscibile. Tutta la conoscenza, espressa con il linguaggio, è metafora delle cose, non le rappresenta in modo veritiero. Il linguaggio è illogico. La parola diventa quindi concetto, si deve adattare a innumerevoli casi, sopprimendo le diseguaglianze.

La conoscenza come illusione

Allo stesso modo deve esistere una forma originaria per ogni cosa esistente in natura. Dimenticando ciò che è reale e individuale, si arriva al concetto e alla forma; in natura non esiste nè concetto nè forma. La verità è illusione, della quale si è dimenticato che è un’illusione; è un insieme di metafore, metonimie e antropomorfismi. L’uomo a questo punto pone il suo agire sotto il dominio delle astrazioni, è un genio costruttivo, in quanto costruisce tutta la conoscenza sulla sottile materia dei concetti. Tutta la conoscenza è basata sull’antropocentrismo, tuttoè analizzato come immagine dell’uomo. Le leggi di natura non ci sono note in sè ma solo in relazione alle altre, creando una rete infinita. Eliminando una di queste, tutto l’apparato conoscitivo umano, di per sè convenzionale e non veritiero, crollerebbe.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la visione di Nietzsche sulla cultura greca e come si manifesta nella tragedia?
  2. Nietzsche vede la cultura greca come un equilibrio tra l'apollineo e il dionisiaco, che si manifesta nella tragedia attraverso la trama razionale e il coro musicale.

  3. Come Nietzsche critica la morale socratica e il cristianesimo?
  4. Nietzsche critica la morale socratica e il cristianesimo per la loro repressione degli istinti vitali e per essere morali della rinuncia, culminando in una visione storica che limita l'iniziativa individuale.

  5. Cosa rappresenta il concetto di "Oltreuomo" secondo Nietzsche?
  6. L'"Oltreuomo" rappresenta un'evoluzione dell'uomo che fonda la propria morale su se stesso, superando i principi esterni e incarnando la volontà di potenza.

  7. Qual è la posizione di Nietzsche sulla conoscenza e la verità?
  8. Nietzsche nega l'oggettività e la verità assoluta, vedendo la conoscenza come un insieme di interpretazioni e illusioni necessarie, influenzate dalla volontà e dalle passioni individuali.

  9. Come Nietzsche interpreta il linguaggio e la sua relazione con la verità?
  10. Nietzsche considera il linguaggio come illogico e privo di verità univoca, un sistema di metafore e concetti che non rappresentano la realtà in modo veritiero, ma servono a costruire una conoscenza convenzionale.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community