chanel00_
Ominide
5 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Il superuomo di Nietzsche è colui che accetta la morte di Dio e crea nuovi valori vitali, abbracciando l'amore per la vita.
  • L'eterno ritorno è centrale nella filosofia di Nietzsche, dove il superuomo accetta di rivivere eternamente il presente.
  • La visione ciclica del tempo, ispirata dalla filosofia stoica, contrasta con la visione lineare del tempo ebraico-cristiana.
  • Nella concezione ciclica, il presente assume un'importanza fondamentale, distinto dal presente effimero della visione lineare.
  • Nietzsche usa la metafora del serpente che si morde la coda per rappresentare la ciclicità del tempo e la trasformazione del pastore in superuomo.

Indice

  1. Nietzsche, Friedrich - filosofia del meriggio
  2. Cosa comporta ciò?

Nietzsche, Friedrich - filosofia del meriggio

In quest’opera, Nietzsche parla del superuomo. Il superuomo è colui che è in grado di uccidere Dio, anzi di accettare la morte di Dio, superare la perdita dei valori di riferimento tradizioni e costruire nuovi valori, che sono anzitutto valori vitali, perché l’amore per la vita è una caratteristica fondamentale della filosofia di Nietzsche.
Con questo amore per la vita ha a che fare anche l’eterno ritorno; il superuomo è colui che riesce ad accettare l’eterno ritorno (ancora una volta il riferimento è alla filosofia classica, in maniera particolare alla filosofia stoica).
Gli stoici avevano una visione ciclica del tempo estrema, perché per loro ogni ciclo storico ripercorreva esattamente tutte le tappe che erano state già percorse, quindi
la ciclicità del tempo diventava un eterno ritorno dell’uguale, la storia dunque ricominciava da capo esattamente come si era svolta, quindi sarebbe rinato Socrate, sarebbe rinato Platone, ecc.

Cosa comporta ciò?

Tutto ciò comporta vivere in eterno ciò che si vive in questo momento, quindi vivere in eterno il presente.
Questa visione si distingue fortemente dalla visione ebraico-cristiana del tempo
che era una visione lineare (la visione lineare fu introdotta da Agostino D'ippona, secondo cui c’è un momento in cui c’è il nulla, poi Dio crea il mondo, nasce la storia, e poi ci sarà anche una fine, ossia il giudizio universale).
Nella concezione lineare del tempo il presente si perde tra il passato e il futuro, è un attimo che non ha nessun tipo di consistenza, perché non appena lo pensiamo, è già passato.
Quindi il presente viene vissuto nella concezione lineare come prodotto del passato, ed è sempre in attesa del futuro (noi viviamo il presente sempre pensando a ciò che dovremo realizzare, non lo viviamo mai per quello che è).
Al contrario, nella concezione dell’eterno ritorno il presente assume un’importanza fondamentale, visto che lo si deve rivivere in eterno; conviene dunque viverlo bene, altrimenti toccherà rivivere in eterno qualcosa di cui non siamo soddisfatti.
La differenza tra la concezione lineare e quella ciclica del tempo sta proprio nell’importanza data al momento presente.
L’unico che riesce a vivere pienamente e che è pienamente soddisfatto di quello che ha vissuto è il superuomo.
Per gli uomini comuni l’eterno ritorno è dunque una tragedia, un dramma perchè si deve rivivere in eterno la frustrazione del momento presente; solo il superuomo riesce ad accettare l'idea dell’eterno ritorno dell’uguale.
Per descrivere questo, che lui definisce il suo pensiero più abissale, Nietzsche utilizza ancora una volta una metafora, un racconto di “Così parlò Zarathustra”.
Racconta che Zarathustra è in compagnia di un nano e si ritrovano di fronte ad una porta carraia che va ad unire due vie: una rappresenta il passato, l’altra il futuro.
Sulla porta c’è scritto “attimo”, perché appunto la porta rappresenta il presente. Zarathustra chiede al nano di cosa si tratti, il nano dice che queste due strade a un certo punto si incontrano, quindi passato e futuro s'incontrano, e vi è dunque una visione ciclica. Proprio mentre il nano dice questo, c’è una visione nella visione e Zarathustra si ritrova in un campo dove vede un pastore che si era addormentato mentre pascolava il suo gregge, si era addormentato con la bocca aperta e un serpente, entrato nella sua bocca, lo aveva morso in gola. Questo pastore stava soffocando poiché non riusciva a staccare il serpente dalla gola, lo tirava, a un certo punto Zarathustra iniziò a gridare dicendogli di mordergli la testa. Il pastore stacca dunque la testa del serpente e riesce a sputarla.
In quello stesso momento si illumina e diventa superuomo. Il serpente che si morde la coda è la rappresentazione tradizionale della ciclicità del tempo; è frequente infatti la visione del serpente che rappresenta il circolo.
Questa immagine del serpente che rappresenta la ciclicità ritorna più volte.
Il superuomo è l'unico in grado di sopportare la ciclicità del tempo perché è l’unico ad essere soddisfatto della propria vita e a vivere il presente con pienezza.
(l’unica obiezione sarebbero in Nietzsche la madre e la sorella, però tolte loro Nietzsche è pienamente soddisfatto della sua vita, e come scrive nelle sue opere, rifarebbe tutto quello che ha vissuto).

Domande da interrogazione

  1. Chi è il superuomo secondo Nietzsche?
  2. Il superuomo è colui che accetta la morte di Dio, supera la perdita dei valori tradizionali e costruisce nuovi valori vitali, vivendo il presente con pienezza.

  3. Qual è la concezione del tempo nell'eterno ritorno?
  4. L'eterno ritorno implica una visione ciclica del tempo, dove il presente è vissuto in eterno, a differenza della visione lineare ebraico-cristiana.

  5. Qual è la differenza tra la visione ciclica e quella lineare del tempo?
  6. La visione ciclica dà importanza al presente, che si rivive eternamente, mentre la visione lineare vede il presente come un attimo tra passato e futuro.

  7. Come viene rappresentata la ciclicità del tempo nel racconto di Zarathustra?
  8. La ciclicità del tempo è rappresentata dal serpente che si morde la coda, simbolo del tempo ciclico, e dalla visione di Zarathustra con il pastore e il serpente.

  9. Perché l'eterno ritorno è una tragedia per gli uomini comuni?
  10. Per gli uomini comuni, l'eterno ritorno è una tragedia perché devono rivivere eternamente la frustrazione del presente, mentre solo il superuomo accetta questa ciclicità.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community