Concetti Chiave
- Nietzsche reinterpreta l'antica concezione del tempo ciclico, dove l'essere è un eterno divenire privo di scopo finale.
- L'eterno ritorno suggerisce che la vita, se non ripetuta, è priva di significato e peso, simile a un'ombra.
- Questa idea annulla la teleologia e la redenzione, ponendo l'uomo di fronte alla responsabilità delle proprie azioni.
- Il concetto di eterno ritorno implica che la vita non ha senso intrinseco; l'uomo deve attribuirle significato e responsabilità.
- La dottrina si avvicina al pensiero spinoziano, unendo necessità e libertà come riconoscimento della natura.
Concezione arcaica del tempo
Nietzsche recupera la concezione arcaica di un ritorno circolare del tempo, già presente in alcune cosmologie presocratiche (Anassagora, Empedocle e negli stoici). In essa l’essere non deriva dal nulla e non va verso uno scopo, ma è caratterizzato da un incessante ed eterno divenire delle cose attraverso ripetitivi cicli cosmici.
Eterno ritorno e responsabilità
L’eterno ritorno afferma, per negazione, che la vita che scompare una volta per sempre, che non ritorna, è simile a un'ombra, è priva di peso, è morta già in precedenza, e che, sia stata essa terribile, bella o splendida, quel terrore, quello splendore, quella bellezza non significano nulla. Le cose sono ora prive della loro circostanza attenuante, la fugacità; l’idea si staglia come un fardello terribile ed opprimente poiché su ogni gesto grava il peso di una insostenibile responsabilità. Esso spezza qualsiasi teleologia e qualunque redenzione: in quest’idea Nietzsche vede un autentico inveramento dell’attività dell’uomo, che non è sorretta da valori i quali trascendono questa stessa attività, in quanto tale attività prende senso dall’attività stessa, dal fare stesso dell’uomo, tanto più che le vicende si ripetono uguali; l’uomo colora la propria attività attraverso la propria responsabilità. «La vita è l’eterna clessidra dell’esistenza e tu, con essa, sei un granello di polvere»: non c’è un senso, né per il singolo granello, né per i singoli avvenimenti.
Libertà e necessità
Non viene tuttavia negata la libertà dell’uomo, perché pur senza punti di riferimento o speranze siamo comunque posti di fronte a noi stessi, non ci sono fatti che hanno più valore di altri: noi dobbiamo ricostruirli, dargli un colore, responsabilizzarci. Tale dottrina, che pone un’identità, una coincidenza essenziale fra ontologia ed etica (dimensione ontologica della temporalità=condizione etica del vivere), corrisponde almeno in parte alla dottrina spinoziana, che afferma l’uguaglianza di libertà e necessità (la suprema libertà è il riconoscimento della necessità della natura, amor dèi intellectualis=amor fati).
Domande da interrogazione
- Qual è il concetto centrale dell'eterno ritorno secondo Nietzsche?
- Come si relaziona l'eterno ritorno con la libertà umana?
- In che modo l'eterno ritorno si collega alla dottrina spinoziana?
L'eterno ritorno è l'idea di un tempo circolare in cui l'essere è caratterizzato da un incessante divenire attraverso cicli cosmici ripetitivi, negando la teleologia e la redenzione, e ponendo l'accento sulla responsabilità individuale.
Nonostante l'assenza di punti di riferimento o speranze, l'eterno ritorno non nega la libertà umana, poiché ci pone di fronte a noi stessi, richiedendo di ricostruire e dare significato alle nostre azioni attraverso la responsabilità personale.
L'eterno ritorno si collega alla dottrina spinoziana attraverso l'idea di un'identità tra ontologia ed etica, dove la libertà suprema è il riconoscimento della necessità della natura, simile al concetto di amor fati di Spinoza.