Concetti Chiave
- La società industriale è caratterizzata da un soggetto antagonista e trascendente, non conciliato con l'oggetto.
- La produttività, espressione della razionalità strumentale, diventa una forma di dominio e alienazione.
- La divisione del lavoro orientata verso l'apparato produttivo contraddice il principio di piacere.
- La vera libertà non deriva dalla riduzione del lavoro, ma dalla qualità delle attività extra-lavorative.
- È necessaria una trasformazione radicale che superi il principio di prestazione per una nuova civiltà.
Indice
Il concetto di soggetto nella società industriale
Non è soltanto un concetto economico, ma è così pervasivo da arrivare a permeare la definizione del soggetto. È l’impostazione esistenziale della società industriale. Un Io sempre trascendente, sempre antagonista e opposto in quanto soggetto all’oggetto. Un soggetto che non è conciliato con l’oggetto. L’Io della razionalità strumentale.
La produttività e il dominio
Il corrispettivo economico della razionalità strumentale è poi la produttività, che è misura del soggetto, della razionalità strumentale applicata alla trasformazione della natura. La produttività, ad un certo punto, diventa una forma di dominio, di sfruttamento, nella misura in cui è legata all’alienazione e alla forma del dominio stesso. Tanto più la divisione del lavoro (cioè forma di dominio) è orientata non ai singoli ma all’apparato produttivo (quindi alienazione), tanto più la produttività tende a contraddire il principio di piacere.
La trasformazione della civiltà
Non è la riduzione del lavoro in quanto tale che determina la libertà, ma la qualità di ciò che facciamo al di fuori di esso. Anche se questo non basta ancora. Evidentemente, il cambiamento di prospettiva, a livello economico ha delle conseguenze sul dominio da cui dipende il principio di prestazione, quindi implica una nuova idea di razionalità. Ciò non è limitato al lavoro, ma alla totalità dell’esistenza umana. Non bisogna lasciarsi ingannare, credendo che basti, per introdurre una nuova forma di civiltà, mantenere invariato lo stesso sistema fondato sul principio di prestazione ma addolcendolo con idee di tipo culturale, una nuova dorma di vita, con delle aggiunte cultura, artistiche e così via. Occorre invece una trasformazione radicale dal di fuori che poi si ripercuote anche sulla sfera lavorativa.
Principio di realtà e piacere
Un principio di realtà non represso in cui prevale il principio di piacere, sebbene non quello precivile. Tutto ciò che è contrario a Eros e Thanatos viene a soccombere (sempre e comunque nell’ottica di una fase molto avanzata dello schema delle vicessitudini degli istinti, nella massima espressione della civiltà).
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo della produttività nella società industriale secondo il testo?
- Cosa implica un cambiamento di prospettiva economica secondo il testo?
- Qual è la critica del testo verso il principio di prestazione?
La produttività è vista come una misura della razionalità strumentale applicata alla trasformazione della natura, diventando una forma di dominio e sfruttamento legata all'alienazione.
Un cambiamento di prospettiva economica implica una nuova idea di razionalità che non si limita al lavoro, ma coinvolge la totalità dell'esistenza umana, richiedendo una trasformazione radicale.
Il testo critica il principio di prestazione, affermando che non basta addolcirlo con idee culturali per una nuova civiltà, ma è necessaria una trasformazione radicale che coinvolga anche la sfera lavorativa.