gigiobevi99
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Concetti Chiave

  • Il criticismo di Kant esplora i limiti della ragione umana, stabilendo la legittimità delle esperienze attraverso le condizioni di possibilità, validità e limiti.
  • Kant distingue tra fenomeno e cosa in sé, affermando che la realtà fenomenica è mediata dalle forme a priori, mentre la cosa in sé è indipendente dalla nostra percezione.
  • La rivoluzione copernicana di Kant ribalta i rapporti tra soggetto e oggetto, suggerendo che il mondo si adatta all'uomo, indicando una visione antropocentrica.
  • La critica della ragion pratica introduce l'imperativo categorico, che definisce il dovere morale come un comando universale e incondizionato, basato sull'autonomia della volontà.
  • Kant sostiene che la legge morale impone un rispetto per la dignità umana, enfatizzando il formalismo e il rigorismo, dove il dovere è fine a se stesso, non legato alla felicità.

Criticismo: “giudicare, distinguere” : interrogarsi programmaticamente riguardo il fondamento di determinate esperienze umane, chiarendone:

la possibilità (le condizioni che ne permettono l’esistenza)

La validità (i titoli di legittimità e non legittimità che le caratterizzano)

I limiti (i confini di validità)

Il criticismo si configura come una filosofia del limite: il riconoscimento e l’accettazione del limite divengono la norma che dà legittimità e fondamento alle varie facoltà umane.

Egli si interroga in profondità sui fondamenti del sapere, della morale e dell’esperienza.

Estetica e sentimentale: critica della ragion pura, della pratica e del giudizio.

Indice

  1. Fondamenti del kantismo
  2. Critica della ragion pura
  3. Rivoluzione copernicana kantiana
  4. Concetto di trascendentale
  5. Logica trascendentale
  6. Noumeno e fenomeno
  7. Esperienza e conoscenza
  8. Critica della ragion pratica
  9. Principi pratici e imperativi
  10. Imperativo categorico
  11. Formalismo e rigorismo
  12. Rispetto per la legge
  13. Dialettica della ragion pura pratica
  14. Postulati della ragion pratica

Fondamenti del kantismo

Il Kantismo si distingue dall’empirismo perché rifiuta gli esiti scettici e spinge più a fondo l’analisi critica. Egli si propone di portare davanti al tribunale della ragione la ragione stesa, per chiarirne in modo esauriente strutture e possibilità.

I limiti della ragione tendono a coincidere con quelli dell’uomo.

Critica della ragion pura

Critica della ragion pura: Egli si domanda se sia possibile individuare il fondamento della scientificità della matematica e della fisica, profilandosi la necessità di un riesame globale della conoscenza. Egli respinge lo scetticismo scientifico, ritenendo che ormai il valore della scienza sia un dato di fatto e non condivide nemmeno lo scetticismo metafisico.

Secondo Kant, pur derivando dall’esperienza, la scienza presuppone alcuni principi immutabili (giudici sintetici a priori)

Giudizi: connettono un predicato con un soggetto

Sintetici: il predicato dice qualcosa di nuovo del soggetto

A priori: sono universali e non possono derivare dall’esperienza

Quindi i giudizi fondamentali non sono né giudizi analitici a priori, né sintetici a posteriori perché

i giudizi analitici a priori: non dicono nulla di nuovo del soggetto, sono universali e necessari ma infecondi perché non amplificano la conoscenze

i giudizi analitici a posteriori: dicono qualcosa di nuovo del soggetto, sono fecondi, ma poggiano solo sull’esperienza

Kant si pone contro il razionalismo, secondo cui la scienza deriva dall’esperienza, e contro l’empirismo, secondo cui ci sono principi ultimi che non derivano dall’esperienza.

Quindi, scienza = esperienza + principi sintetici a priori

La rivoluzione copernicana kantiana

Rivoluzione copernicana kantiana

Kant si domande da dove provengano i giudizi sintetici a priori, dimostrato che non vengono dall’esperienza.

Egli distingue fenomeno e la cosa in sé. Il fenomeno è la realtà che ci appartiene tramite le forme a priori, mentre la cosa in sé è la realtà considerata indipendentemente da noi e dalle forme a priori.

Così, come Copernico aveva ribaltato i rapporti tra lo spettatore e le stelle, così Kant ribalta i rapporti tra soggetto e oggetto.

Secondo Kant, quindi, il mondo si adatta all’uomo e quest’ultimo non è ospite del mondo e non deve rispettare le regole imposte. Notiamo una visione del tutto antropocentrica, secondo cui l’uomo decide cosa vuole fare, indipendentemente dal luogo in cui vive.

Il concetto di trascendentale

Concetto di trascendentale

Nella terminologia scolastica del Medioevo si intendeva con questo aggettivo quelle proprietà universali (essere, il bene etc..) comuni a tutte le cose.

Egli connette questo concetto con quello di forma a priori.

Il significato di trascendentale secondo Kant è lo studio filosofico degli elementi a priori. Ecco perché egli attua una critica della ragion pura: esame critico generale della validità dei limiti che la ragione umana possiede in virtù dei suoi elementi a priori.

La logica trascendentale

Logica trascendentale

Questa logica ha come oggetto specifico l’indagine delle conoscenze a priori che sono proprie dell’intelletto e della ragione.

Se le intuizioni sono affezioni, i concetti sono “funzioni” ovvero operazioni attive e possono essere empirici (con i materiali ricatti dall’esperienza) o puri (con i contenuti a priori nell’intelletto).

I concetti puri si identificano nelle categorie, cioè con quei concetti basilari della mente che costituiscono le supreme funzioni unificatrici dell’intelletto. Questi hanno una portata solo gnoseologico-trascendentale perché rappresentano dei modi di funzionamento che valgono solo per il fenomeno.

Poiché pensare è giudicare, ci saranno tante categorie quante sono le modalità di giudizio.

Noumeno

Noumeno e fenomeno

Contrapposto al fenomeno, significa dal greco “realtà pensabile” e ha due significati.

Positivo: oggetto di intuizione non sensibile —> possibile esistenza di intelletto superiore al nostro

Negativo: concetto della cosa in sé.

Concetto-limite: Serve ad originare le nostre pretese conoscitive.

Esperienza

Esperienza e conoscenza

Questo termine si usa con due significati distinti

Intuizione sensibile: fonte di conoscenza sensibile

Totalità della conoscenza fenomenica: organizzazione complessiva della conoscenza

La critica della ragion pratica

Critica della ragion pratica

La ragione serve a dirigere non solo la conoscenza, ma anche l’azione.

Nell’uomo esiste una legge morale ed etica valida per tutti, la quale non deve essere spiegata ma semplicemente contestata dal filosofo. Seguono due conseguenze:

libero arbitrio

validità della legge

Questa etica è prescritta e deontologica, cioè non spiega come gli uomini si comportano, ma come dovrebbero comportarsi, quindi vale la forma, ma non il contenuto.

Principi pratici

Principi pratici e imperativi

Sono regole che disciplinano la nostra volontà e si dividono in massime e in imperativi.

Massima: prescrizione di valore puramente soggettivo

imperativo: prescrizione di valore oggettivo

Gli imperativi si dividono in ipotetici e categorici.

Quelli ipotetici prescrivono dei mezzi in vista di determinati fini e hanno la forma del “se… devi..”

Imperativo categorico

Quelli categorici ordinano il dovere in modo incondizionato e hanno la forma del “devi”. Questi ultimi costituiscono le leggi, ovvero dei comandi che valgono per tutti e per ogni circostanza.

Da ciò deriva la formula base dell’imperativo categorico, secondo cui un comportamento è moralmente giusto se è universale.

Segue la seconda formula dell’imperativo categorico, secondo cui si deve rispettare la dignità umana che è in noi e negli altri, mettendo sempre l’umanità come fine e non come mezzo.

Per ultima c’è la terza formula dell’imperativo categorico che sottolinea in modo particolare l’autonomia della volontà, evidenziando come il comando morale non debba essere un imperativo esterno, ma il frutto spontaneo della volontà razionale.

Sottomettendoci alla volontà non facciamo che obbedire a noi stessi, in quanto essa è parte di noi.

Formalismo

Formalismo e rigorismo

La legge non ci dice cosa dobbiamo fare, ma come dobbiamo farlo. Quindi, quando si agisce, bisogna sempre considerare gli altri e rispettare la dignità umana che è in noi e nel prossimo.

Rigorismo

Kant esclude la ragione e i sentimenti perché svierebbero la ragione.

Es. il dovere ha come fine la felicità —-> NO —-> il dovere ha come fine il dovere

Il rispetto per la legge

Rispetto per la legge

L’etica di kant ammette un solo sentimento: il rispetto. E’ un sentimento prodotto dalla ragione perché un azione sia morale e lo si ha con la sola intenzione di obbedire alla legge.

LEGALITA’: azione visibile (es. pagare le tasse)

MORALITA’: azione invisibile (es. puro dovere) —> intenzione di volersi conformare alla legge morale per propria volontà e non per guadagno (volontà buona)

Dialettica della ragion pura pratica

Dialettica della ragion pura pratica

Prende in considerazione il sommo bene che è l’insieme di virtù e felicità.

In questo modo, però, non sono mai congiunte perché lo sforzo di essere virtuosi e la ricerca della felicità sono due azioni distinte —> costituiscono l’antinomia etica e l’unico modo per uscirne è “postulare” un mondo nell’aldilà, in cui poter realizzare ciò che qua non si può.

Postulati della ragion pratica

Postulati della ragion pratica

Immortalità dell’anima: solo la santità (conformità totale alla legge) rende degno del sommo bene. Non è mai realizzabile nel nostro modo perché ci vuole un tempo infinito per raggiungerla.

Esistenza di Dio: “volontà santa ed onnipotente”: merito

Libertà: condizione stessa dell’etica. “Devi dunque puoi” se c’è una legge morale che prescrive il dovere, deve per forza esserci la libertà.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato del criticismo secondo Kant?
  2. Il criticismo è una filosofia del limite che si interroga sui fondamenti delle esperienze umane, chiarendone la possibilità, la validità e i limiti, riconoscendo e accettando i limiti come norma di legittimità delle facoltà umane.

  3. Come Kant distingue tra fenomeno e cosa in sé?
  4. Il fenomeno è la realtà percepita attraverso le forme a priori, mentre la cosa in sé è la realtà indipendente da noi e dalle forme a priori, rappresentando un concetto-limite per le nostre conoscenze.

  5. Qual è la differenza tra giudizi sintetici a priori e giudizi analitici secondo Kant?
  6. I giudizi sintetici a priori sono universali e non derivano dall'esperienza, ampliando la conoscenza, mentre i giudizi analitici a priori non aggiungono nulla di nuovo al soggetto e sono infecondi.

  7. Cosa rappresenta l'imperativo categorico nella critica della ragion pratica di Kant?
  8. L'imperativo categorico è una legge morale universale che ordina il dovere in modo incondizionato, rispettando la dignità umana e promuovendo l'autonomia della volontà.

  9. Quali sono i postulati della ragion pratica secondo Kant?
  10. I postulati della ragion pratica includono l'immortalità dell'anima, l'esistenza di Dio e la libertà, che sono necessari per realizzare il sommo bene e giustificare la legge morale.

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