Concetti Chiave
- Hegel è riconosciuto come uno dei filosofi più influenti, con il suo pensiero che ha segnato una distinzione tra un "prima" e un "dopo" nella filosofia tedesca ed europea.
- Il sistema hegeliano si basa sull'idea che la realtà non è un insieme di sostanze autonome, ma un organismo unitario in continua evoluzione, dove il finito e l'infinito sono dinamiche interconnesse.
- Hegel sostiene che la ragione e la realtà sono identiche, affermando che tutto ciò che è razionale è reale e viceversa, implicando una necessità intrinseca in ogni evento.
- La dialettica hegeliana è un processo di sviluppo attraverso tesi, antitesi e sintesi, dove la realtà è vista come uno scontro-incontro tra opposti, con ogni sintesi che diventa una nuova tesi.
- La "Fenomenologia dello spirito" di Hegel esplora il processo di crescita della coscienza umana, culminando nella comprensione dell'assoluto, attraverso un percorso di autocoscienza e ragione.
Indice
Hegel
Nasce nel sud della Germania (Stoccarda) nel 1770, e muore nel 1831.In gioventù ha compiuto studi umanistici, in particolare studi classici e teologici (appassionato di filosofia antica). Inoltre è stato considerato come “filosofo fino all’ultima fibra”.
Sempre insegnato filosofia, anche all'università dove poi divenne RETTORE, università di Berlino (capitale della prussia: stato che avrebbe dato vita alla Germania nel 1870); per diventarlo era necessario condividere quella cultura diffusa in Prussia a quel tempo: nazionalista.
Considerato anche uno dei padri della Germania.
Hegel è uno di quei filosofi che crea una sorta di “prima Hegel” e “dopo Hegel”, dato che il suo pensiero ha influenzato la cultura tedesca ed europea.
Pretesa di Hegel: spiegare la realtà nella sua totalità:
Si collega ai filosofi greci e ai loro ideali (Parmenide/Aristotele/Platone).
Filosofo che “riprende la pretesa della filosofia antica”: di trovare una definizione della realtà nella sua totalità = filosofia idealista.
Idealismo: idee che Platone intendeva della realtà metafisica, dalle quali dipendeva la realtà naturale.
L’idealismo è una filosofia per qui la realtà (insieme di tutte le cose) non è l’insieme di tutte le cose diverse da loro, ma la realtà è un’unica entità.
Per comprendere la realtà come un’unica entità serve la filosofia: Hegel propone la dialettica.
Capisaldi del sistema hegeliano
Risoluzione del finito nell’infinitoHegel afferma che la “realtà non è un insieme di sostanze autonome, che sussistono separatamente, ma è un organismo unitario di cui tutto ciò che esiste è parte o manifestazione”.
I singoli aspetti (per Aristotele sono le sostanze) della realtà sono parte di un insieme più grande e unitario.
La realtà è tutta quella che Hegel chiama infinito, i vari enti del mondo sono il finito.
Infinito = per Hegel significa compiuto/che ha un senso.
N.B. = Finito e infinito non sono 2 realtà statiche, ma bensì dinamiche, in completo divenire (tutto ciò che esiste è momento o tappa del tutto). Hegel cerca di mettere insieme Eraclito e Parmenide.
Identità tra ragione e realtà
Alla base della realtà (rapporto tra finito e infinito), c’è la ragione.Hegel dice: “tutto ciò che è razionale è reale, tutto ciò che è reale è anche razionale”.
I parte: Hegel non intende qualcosa di astratto, ma intende la forma stessa di ciò che esiste.
Come per Aristotele quando afferma che la realtà è un sinolo di forma e materia.
Non si può parlare di ragione senza, allo stesso tempo, parlare di realtà.
II parte: la realtà non è caotica, ma è il dispiegarsi di una struttura razionale che si manifesta inconsapevole nella natura e consapevole nell’uomo.
N.B. = Hegel fa uso del concetto di necessità (ciò che non può essere diverso da quello che è).
Se tutto ciò che è reale è razionale, quindi, tutto ciò che accade, non solo ha una causa, ma è necessario che accada.
Le cose hanno e si muovono in un determinato ordine, ecco perché la realtà ha una sua fisionomia quando noi la comprendiamo.
Funzione giustificatrice della filosofia
Il compito della filosofia è quello di descrivere (spiegare) la realtà: perché la realtà è ragione. E quando io con la mia ragione comprendo la realtà, ho compreso il senso.Nella realtà c’è già tutto, l’unico scopo che ha la filosofia, è spiegare ciò che già c’è, cioè comprendere il rapporto tra il particolare e l’universale (lancetta e orologio). Solo nell'insieme il particolare ha senso.
Hegel paragona la filosofia alla nottola di Minerva: rapace che esce a cacciare in quel momento della giornata in cui il sole è già sotto la linea dell’orizzonte, ma c’è ancora luce (già e ancora).
Questo senso va compreso, sennò non si comprende completamente il tutto. La filosofia di Hegel diventa in questo senso, una sorta di razionalismo: “il senso delle cose non è nelle cose stesse, ma nella ragione che lo comprende”.
N.B. = L’idea che la realtà sia razionale, comporta nel modo di ragionare di Hegel che, tutto ciò che accade in ogni momento/particolare della realtà, è necessario
Se la realtà è razionale, non può accadere qualcosa di irrazionale, magari non se ne capisce subito il senso, ma c’è sempre.
Dialettica
Struttura stessa della realtà, per questo motivo la uso per comprendere la realtà. Per Hegel è la dinamica propria della realtà.Per Hegel la realtà è dialettica infatti, tutto ciò che esiste, è generato da un suo opposto, ossia la realtà è tutta uno scontro-incontro tra opposti.
La dialettica si compone di 3 elementi:
Tesi;
Antitesi;
Sintesi, in quest’ultima ci sarà sempre qualcosa sia della tesi che dell'antitesi.
Aufhebung = superare mantenendo qualcosa di ciò che si è superato (processo di formazione della sintesi).
Hegel attribuisce grande importanza a questo momento di passaggio: “ogni sintesi è sempre anche tesi”.
La storia è sempre storia contemporanea, non è passato.
Storia = dispiegarsi della ragione della realtà.
Tutto è storia: tutto è un dispiegarsi di qualsiasi cosa. Hegel nega nella storia come nell’individuo la libertà (dinamica servo-padrone).
Fenomenologia dello spirito
Fenomeno = la cosa come appare (come noi la percepiamo con i nostri sensi);Logia = logos;
Spirito = senso/ragione/logica.
Senso delle cose che appaiono: senso di ciò che noi percepiamo con i sensi.
La fenomenologia dello spirito è il dispiegarsi dello spirito/ragione attraverso ciò che noi percepiamo della realtà.
Fenomenologia = è quel tipo di sapere che studia il manifestarsi dello spirito.
Hegel ci fa fare un percorso che ci conduce all’assoluto (totalità).
Il percorso serve per ripercorrere la storia dell’uomo:
Nel percorsi ci sono momenti significativi.
Arrivati sulla cima della fenomenologia, si comprende tutto ciò che si è fatto e si diventa spirito (ossia si prende coscienza dell’assoluto).
La cima della montagna della fenomenologia è Hegel stesso.
Struttura dell’opera
Si compone di 3 elementi:
Coscienza:
Certezza sensibile;
Percezione;
Intelletto.
Autocoscienza:
Dinamica servo-padrone;
Stoicismo e scetticismo
Coscienza infelice.
Ragione:
Ragione attiva;
Ragione pratica;
Individualità in sé per sé.
Accidenti = dinamiche casuali che non sono determinanti (rientrano) nella razionalità della realtà, ossia è un particolare che non incide sulla totalità di una cosa. Perché la struttura della realtà è razionale.
Fenomenologia dello spirito: Hegel ci spiega attraverso il tempo, l’uomo prende sempre più coscienza di sé, fino a diventare l’assoluto.
Coscienza
Questa prima parte, si può capire meglio attraverso le dinamiche del singolo individuo.
Mentre tutto il percorso, tratta invece, sia le dinamiche del singolo individuo che di tutta la civiltà.
La coscienza tratta dell’ambito gnoseologico: la coscienza dell’uomo che si accresce grazie alla conoscenza, quindi si arriva a definire che più l’uomo conosce tutto ciò che ha attorno, più prende coscienza di sé.
Gnoseologia = filosofia che studia la conoscenza.
L’individuo entra in rapporto con qualcosa che è altro da sé.
Certezza sensibile: L’uomo è in continuo rapporto con qualcosa che è altro da lui e lo percepisce con i sensi.
È il momento più basso di autoconsapevolezza dello spirito, ossia quel momento in cui il soggetto si rapporta all’oggetto come altro da sé (bambino che ancora non conosce e quindi l’unica cosa che può fare è osservare): 0 coscienza di sé e 0 conoscenza.
A questo punto, si oppone (perché tutto è dialettica) il secondo momento:
Percezione: È quel momento in cui l’uomo si rende conto di ciò che ha di fronte. Quindi qui, inizia ad avere una percezione (giudizio di conoscenza).
Momento in cui le cose che già vedevo inizio a capirle: cresce la coscienza della realtà.
Intelletto: È il momento in cui l’uomo comprende che se può vedere le cose (certezza sensibile) e capirle (percezione), è grazie al suo intelletto.
Rapporto con la realtà: è il primo passo verso la coscienza di sé.
Adolescenza = momento in cui la propria coscienza cresce con le altre coscienze, ossia momento in cui l’autocoscienza cerca conferma/riscontro nel rapporto con le altre autocoscienze; infatti è un periodo di conflittualità.
Autocoscienza
Questo processo di crescita passa attraverso il rapporto tra autocoscienze e non più dal rapporto con la natura.Dinamica servo-padrone: È una dinamica storico-sociale, perché prende spunto proprio dai rapporti sociali nella storia.
Servo = categoria di persona che durante i pericoli, ha avuto paura della morte e ha deciso di rinunciare alla propria libertà in cambio di protezione (del padrone). Infatti, il servo lavora: questo gli dona la possibilità di ritagliarsi autonomia rispetto al padrone. Perciò il servo è dinamico, perché mette nel lavoro qualcosa di sé.
Padrone = non avendo paura di sfidare il pericolo, la società in cui vive ha deciso di dargli valore: sotto il punto di vista morale il padrone rimane fermo, perché dipende così tanto dal proprio servo da diventare “servo del suo servo”.
Stoicismo e Scetticismo: In questo rapporto dinamico, il servo prende sempre più coscienza di sé.
Capisce che, nonostante il padrone dipenda da lui, la realtà non cambia e lui rimarrà lo stesso un servo: questo atteggiamento viene incarnato nella storia dallo stoicismo. Infatti gli stoici hanno un giudizio negativo sulla realtà e affermano che “la realtà è un’esistenza che noi al massimo possiamo sopportare e che la felicità non esiste”. Da qui, la posizione dello stoico si radicalizza in una posizione ancora più estrema:
Da qui nasce lo scetticismo: colui che estremizza questo giudizio fino a definire che ma realtà non ha senso/significato e pone il dubbio sul tutto.
Coscienza Infelice: In questo momento, l’individuo arriva all’intuizione che la realtà è brutta e cattiva, da qua, va ricercato qualcosa fuori da sé, e quindi poi nasce il concetto di dio.
Il popolo che ha incarnato questo rapporto con dio per la prima volta sono stati gli ebrei: hanno il rapporto con dio simile a quello servo-padrone (dio che ordina, ebrei che lo seguono). In questi caso, si parla di rapporto giuridico, ossia guidato dalle leggi che, se l’ebreo segue, si guadagna il favore di dio.
Dopo questo rapporto cambia, perché un dio che prima era lontano, è venuto tra il popolo (da padrone è diventato amico). Da qua la coscienza diventa felice. Dopo però, il dio muore e ascende al cielo.
Per Hegel (protestante) questo viene percepito come abbandono: “rapporto tra l’uomo e dio quando ascende al cielo si riduce ad una corsa verso un sepolcro vuoto”. Per questo motivo, la coscienza sprofonda nell’infelicità più totale.
Da questo momento in poi, l’uomo cerca di ricomporre questa frattura tra l’uomo e dio, e il cristianesimo medievale cerca di costruire dei “ponti” per arrivare a dio: in quel periodo, si arriva alla creazioni di pratiche di auto macerazione e auto fustigazione (mortificare il corpo per evolvere l’anima).
Ragione
Quando la coscienza tocca il suo punto più basso, capisce che il senso si sé non lo deve cercare fuori da sé (dio), ma bensì dentro se stesso perché “io sono dio” (l’uomo è quindi fautore del proprio destino).Quello che prima veniva attribuito a dio, non conta più, ma adesso la
strada per la propria felicità, ci se la costruisce da soli.
Hegel dio lo intende come “sinonimo del senso di sé e del tutto”. Ecco che questa consapevolezza apre l’ultimo momento della fenomenologia: la ragione.
Questo è un momento particolare, perché l’individuo ha compreso che deve capire dentro di sé l’universale.
Infatti la ragione, è definita come quel momento in cui la coscienza ha preso consapevolezza di essere, per l’appunto, ragione.
Ragione attiva/osservativa: Questo periodo si sviluppa principalmente durante la rivoluzione scientifica e teologica (1500-1600), dove si espone una vera e propria critica nei confronti della “Critica alla ragione pura”: proprio in questo periodo, la ragione, ha preso consapevolezza della sua grandezza ed ha una pretesa, ossia quella di verificare la propria onnipotenza conoscendo ed utilizzando la natura per i propri scopi. Infatti, questo momento non è risolutivo, perché la ragione si scontra con un’evidenza inevitabile: cioè che la ragione non può conoscere tutto (entra in contrapposizione con Kant), infatti, pensava che la ragione fosse infallibile, invece, la ragione è tutto quello che è percepibile.
Devo utilizzare la ragione pratica (morale), non la ragione teoretica (osservativa) per conoscere le “3 idee” (dio, il mondo e l’anima).
Ragione = attraverso le pretese di conoscere la natura, si dimostra la propria grandezza: ossia essere capaci di universalità. Questo tentativo, però, finisce di essere universale perché è destinato a fallire nel momento in cui si parla di una cosa (la natura), che è molto più grande rispetto alle capacità dell’uomo. Infatti non si cerca più questa universalità nella ragione attiva ma in quella pratica (legge morale che sia vera e valga per tutti).
Ragione pratica : L’uomo cerca di manifestare la propria grandezza nell’elaborazione di una legge morale ed universale. Nella critica alla ragione pura, Hegel afferma che l’etica si può fondare solo sulla ragione, non sull’esperienza. Inoltre aggiunge anche che il difetto che si pone all’origine di questo pensiero è che “l’uomo, si pone con la prospettiva che è lui ad arrivare all’universalità”, invece, la risoluzione del finito nell’infinito è un dato già presente nella realtà e che si realizza solo quando l’uomo ne prende coscienza, tutto questo grazie proprio alla filosofia di Hegel (funzione giustificatrice).
Individualità in sé per sé: L’entità concreta/storica/reale che fa parte di un certo sviluppo/popolo che ha preso spirito delle nazioni, tutto questo prende forma nello stato. Ossia quella realtà storico-sociale in cui il singolo si risolve. Inoltre, lo stato, ha il diritto di stabilire il bene ed il male (concetto di ethos).
Da questo pensiero, si sviluppa anche il concetto di totalitarismo: “io sono fondato dalla società in cui vivo”.
Tant’è vero che, secondo Hegel, quando uno si riconosce nello stato, ha realizzato in via definitiva la propria coscienza. Inoltre, lo stato deve essere etico.
Il fine della storia è la libertà dello spirito, che per Hegel si manifesta nello Stato. I mezzi per conseguire questo fine sono gli individui e le loro passioni: queste spingono ogni individuo ad imprimere al mondo, alla realtà e alla storia, questa o quella direzione, in modo sempre necessario e in progressione.
Domande da interrogazione
- Quando è nato Hegel?
- Dove ha insegnato Hegel?
- Qual è la pretesa di Hegel?
- Cosa significa "finito" per Hegel?
- Qual è il compito della filosofia secondo Hegel?
Hegel è nato nel 1770.
Hegel ha insegnato all'università di Berlino.
La pretesa di Hegel è spiegare la realtà nella sua totalità.
Per Hegel, "finito" significa compiuto o che ha un senso.
Il compito della filosofia secondo Hegel è descrivere e spiegare la realtà.