Concetti Chiave
- Nietzsche juxtaposes the Apollonian and Dionysian elements in Greek tragedy, arguing that the true spirit of Greek art is a synthesis of order and chaotic vitality.
- He critiques traditional morality as a social construct, emphasizing that moral sentiments arise from human instincts rather than objective truths.
- The concept of the Übermensch (Superman) represents the transcendence of conventional human limitations, encouraging self-overcoming and the affirmation of life in its entirety.
- Nietzsche's idea of 'eternal return' suggests a cyclical view of time, advocating for the acceptance of life's recurring nature without seeking escape through moral judgments or future expectations.
- His notion of 'will to power' highlights an intrinsic drive for self-affirmation and exertion of influence, challenging the values of equality and state dominance.
Contesto:
Indice
Il contesto storico e la figura di Nietzsche
nel 1848 fu pubblicato il manifesto partito comunista.
In questo periodo c’era fiducia nel progresso
accentramento politico dello stato tedesco.
Polemica di schopenhauer contro hegel, ritenuto filosofo del sistema.
1 vita e opere
nasce in germania nel 1844.
Nietzsche è un filosofo difficile da comprendere.
Ritenuto il filosofo di hitler, quello da cui si sviluppa il nazismo.
È antidemocratico.
Cade e inizia ad avere crisi di follia (tema della sua filosofia) che lo portano alla morte nel 1900 un periodo in cui cadono tutte le certezze perché è il secolo che vede la teoria della relatività di einstein, la psicoanalisi di freud, viene messo in discussione il passato.
Sua sorella contribuì a renderlo l’immagine del nazismo perché quando morì lei curò l’archivio, sposa un militare antisemita
scrive opere ricche di aforismi (cioè brevi sentenze da interpretare) metafore, parabole.
La nascita della tragedia e la critica alla civiltà greca
2 la nascita della tragedia
“la nascita della tragedia dallo spirito della musica” è la sua prima opera, essa suscitò polemiche in quanto contiene l’ipotesi sull’origine della tragedia, e anche un’interpretazione della civiltà greca.
Secondo la tradizione l’arte greca è armonia, perfezione formale: apollo è il dio della misura, dell’equilibrio.
Per Nietzsche questa immagine è falsa, perché sotto la perfezione formale si nasconde un mondo oscuro e violento: ed ecco che introduce accanto al concetto di apollineo, quello di dionisiaco.
Dioniso è il dio dell’ebbrezza, della vitalità.
Il dionisiaco si esprime nella musica perché quest’ultima grazie ai suoni riesce a rapire, a trasportare.
In questa danza ebbra le differenze si confondono, e si annulla la distinzione fra uomo e individuo, capiamo che la realtà è un processo eterno di distruzione e rinascita.
Nella tragedia il dionisiaco viene plasmato in forme dall’apollineo, il principio di ordine che dal caos riesce ad estrapolare l’individualità.
Per Nietzsche, come per schopenhauer il fondo della natura è l’irrazionalità, è dolore.
Il dionisiaco diventa l’elemento che da origine alla tragedia greca.
La tragedia è il “canto dei capri”: il coro era il protagonista della tragedia che raggiunse la perfezione con la sintesi di apollineo e dionisiaco.
Il miracolo dello spirito greco fu quello di trasformare in arte il dolore universale.
Sofocle e eschilo avevano rappresentato l’uomo tragico, vittima del suo destino.
Nella tragedia di eschimo e sofocle si erano fusi questi due elementi
si era creato un equilibrio tra quella parte irrazionale, istintiva, quell’ebbrezza che è in ognuno di noi e l’ordine, la regolarità.
Successivamente euripide ha cambiato tutto eliminando il coro, ha falsificato in un certo senso la tragedia perché il pubblico stesso era cambiato e voleva una spiegazione razionale.
Per Nietzsche noi siamo vittime del razionalismo.
Per Nietzsche la grecia vera era quella presocratica, cioè prima di socrate che è ritenuto il responsabile insieme a platone di aver rovinato tutto, col suo razionalismo.
I temi della nascita della tragedia sono la vita come irrazionalità, il dolore insopportabile dell’esistenza e la critica al cristianesimo: infatti è inferiore alla religione greca (schiaccia l’uomo promettendogli una vita migliore nell’aldilà)
3 Nietzsche critico della cultura
Nietzsche critico della cultura e della morale
in un primo periodo era vicino al pensiero di schopenhauer e wagner, poi si allontana da schopenhauer che aveva detto la vita è sofferenza perché arriva alla noluntas, Nietzsche invece vuole il mondo completamente, e anche da wagner che non ha saputo portare a termine il suo pensiero perché scrive il parsifal opera in cui si avvicina al cristianesimo.
4 Nietzsche illuminista
per Nietzsche la ragione non è lo strumento di emancipazione sociale, religione e ideali egualitari sonno solo superstizioni.
La comprensione della realtà è frutto del lavoro scientifico fatto da chi ha passione del conoscere. Gli spiriti liberi sono coloro a cui basta la conoscenza per stare bene: essi distruggono le certezze della civiltà, perciò la società li allontana.
Sono in grado di smascherare le false credenze, i pregiudizi.
Vogliono conoscere la realtà, non illudersi di padroneggiarla con formule magiche.
5 critica della morale
indagine sulla morale
alla critica della civiltà segue la critica della morale.
I sentimenti morali nascono da impulsi, bisogni, istinti umani.
Può esserci anche egoismo al fondo dell’altruismo: l’amore per il prossimo può nascondere odio per qualcuno, il desiderio di giustizia può nascondere la voglia di vendetta.
La morale è un inganno, inconsapevole.
Innanzitutto è autoinganno: chi inganna per primo se stesso è creduto proprio perché sembra sincero.
L’errore principale è credere nella libera volontà dell’uomo.
L’uomo non è libero, e di conseguenza non è moralmente responsabile.
I suoi istinti non sono né buoni né cattivi perché in natura non c’è nulla di buono o cattivo in sé.
Genealogia della morale
“non ci sono fenomeni morali, ma solo interpretazioni morali dei fenomeni” dice Nietzsche.
La morale è soltanto una costruzione sociale, rappresenta l’insieme dei valori che tendono unita la comunità.
Certi comportamenti sono ritenuti utili dopo che sono stati imposti da dai gruppi dominanti. Per imporre il dominio bisogna domare e addomesticare l’uomo, deve cioè imparare a controllare i suoi istinti e a non compiere atti che rovinano la società.
L’uomo che non si adatta viene isolato, punito, ucciso.
L’uomo gode nell’imporre la propria volontà e nell’infliggere dolore, lo dimostrano le pene che hanno inventato nel corso della storia.
Persa la libertà, l’uomo è diventato un animale abitudinario, sottomesso alle usanze, ai costumi.
La moralità rappresenta proprio l’interiorizzazione di usanze sociali.
Nietzsche chiama questo periodo “eticità del costume”, in cui la morale rappresentava il conformarsi alle usanze.
Si pretendeva il sacrificio dell’individuo per il bene della comunità.
Il diverso non veniva tollerato, ma emarginato.
La morale è un autoinganno che ha permesso all’uomo di avviarsi verso la cultura e la civiltà.
L’addomesticamento forzoso dell’uomo lo ha reso debole, malato.
E’ l’unico animale che fa dal male a se stesso, il motivo viene spiegato nella genealogia della morale: gli istinti aggressivi che prima si scaricavano all’esterno, ora sono rivolti all’interno contro se stessi.
Questa fu l’origine della cattiva coscienza.
Bisogna annullare la moralizzazione del mondo, arrivando ad una trasvalutazione di tutti i valori: atto con cui l’umanità sostituisce ai vecchi valori (che portano alla rinuncia della vita) a valori nuovi che deriva dall’accettazione entusiastica della vita, anche i suoi aspetti più crudeli.
Morale dei signori e morale degli schiavi
i danni sono stati creati dai sacerdoti: in epoca medievale comandavano i cavalieri, poi nel tempo alla morale aristocratica dei forti si è sostituita la morale degli schiavi.
Introduce questa famosa parola risentimento, o ritorsione: vuole dire che i deboli, in particolare i sacerdoti odiano i forti, e hanno creato dei valori come la fedeltà bontà, e li hanno fatti passare per valori positivi, mentre i valori negativi erano la forza la violenza.. Nel tempo la morale degli schiavi si è sostituita a quella dei forti.
Per Nietzsche se utilizzai la forza la violenza dopo un po’ ti senti in colpa perché pensi di essere nell’errore, invece non è così bisogna dare valore alla vera morale che è quella dei forti.
6 nichilismo
Il nichilismo e la morte di Dio
Nietzsche critica il cristianesimo e la filosofia occidentale.
Socrate e platone hanno spaccato l'essere in due mondi: uno trascendente, e uno apparente, sensibile.
Se la verità non è di questo mondo, perché il vero mondo è un altro, irraggiungibile, allora il nostro mondo viene svalutato, annullato.
Con socrate si è passati dall'uomo tragico a quello teoretico, egli col suo razionalismo ha rovinato tutto.
Platone invece ha creato l’iperuranio, ha svilito il nostro mondo che è diventato una copia del mondo vero.
Di questo mondo si è appropriato il cristianesimo: per i cristiani la vita su questo mondo non vale nulla rispetto alla vita eterna.
Nella gaia scienza Nietzsche afferma, dio è morto : ciò rappresenta la fine della religione cristiana e soprattutto il crollo di quell’illusoria fiducia nei valori: libertà, giustizia uguaglianza
nichilismo: mancanza totale di senso, perché dopo la morte di dio, non esiste più nulla di reale e di certo. C’è una sensazione di smarrimento, e mancanza di riferimenti.
Gli uomini moderni iniziano a voler sostituire nuovi valori a quelli vecchi.
Secondo Nietzsche bisogna rinunciare anche al bisogno di verità, in cui si rifugiano gli spiriti deboli e incapaci di costruire se stessi.
Bisogna passare da un nichilismo incompiuto a un nichilismo compiuto, attivo.
Esso sarà tipico degli spiriti vitali, grandi, e si manifesta nella partecipazione alla distruzione delle illusioni vecchie e nuove.
Nietzsche infatti vuole distruggere “a colpi di martello” i valori che si sono consolidati nel tempo, perché sono solo pseudovalori.
7 il superuomo
Il concetto di superuomo e l'eterno ritorno
così parlò zarathustra è la sua opera più importante, ricca di metafore e parabole.
Zarathustra è un personaggio realmente esistito, ed è il fondatore dello zoroastrismo, religione che dominava l’iran.
Secondo la leggenda nacque ridendo: simboleggia dioniso che dice sì alla vita e ama il destino.
In realtà lo zarathustra di Nietzsche e quello storico hanno in comune soltanto il nome.
Si tratta di un saggio che scende dalla montagna dopo 10 anni per raccontare la verità ai suoi simili.
Superuomo/oltreuomo:
“l’uomo è una corda tesa tra l’animale e il superuomo”
il superuomo rappresenta il superamento degli impulsi, delle passioni dell’uomo attuale.
Parla anche di ultimo uomo, che è quello della società di massa, che si adagia nel conformismo e nella mediocrità.
Nietzsche disprezza umanità e anche le sue opere sono destinate a pochi, perché ritiene che la maggior parte delle persone sia gregge, pochi sono i veri uomini.
Questi ultimi devono allontanarsi dalla massa, attraverso l’autosuperamento, ideale incarnato nel superuomo.
Ma affinché nasca il superuomo devo essere aboliti tutti i valori, l’unico valore è la vita che il superuomo vive in tutta la sua pienezza. Non bisogna cercare rifugio in un mondo al di là del presente.
Il superuomo accetta il presente, ma anche ciò che è stato e che sarà.
Occorre liberarsi del passato, affermandolo, dicendogli “sì” come diciamo sì alla vita.
Ci saremo liberati del passato solo dopo averlo accettato.
Per d’annunzio il superuomo è l’esteta superiore agli altri, per Nietzsche è un oltreuomo cioè l’uomo che realizza la sua essenza al di là della dimensione umana, non è un esteta che cerca solo il piacere, ma accetta anche la sofferenza accetta l’eterno ritorno (riprende un aspetto dello stoicismo classico, cioè tutte le cose si ripetono, per noi la storia è un progresso per Nietzsche no: dobbiamo pensare che tutto si ripete)
8 eterno ritorno
secondo Nietzsche non possiamo giudicare la realtà moralmente, come se non ne facessimo parte.
Perché i criteri morali sono invenzioni dell’uomo che non hanno corrispondenze in natura.
La realtà è un processo che non ha un senso, uno scopo.
Innocenza del divenire: ogni evento accade perché è necessario e connesso con tutto il resto. Gli esiti di ogni azione vanno accettati senza sentirci premiati o vittime di ingiustizia.
Dobbiamo accettare l’eterno ritorno, cioè il ripetersi degli eventi tutti uguali. E’ inutile stare con la speranza che le cose cambino.
Nietzsche ha una concezione circolare del tempo: quest’ultimo ritorna eternamente su se stesso.
Questa concezione si contrappone a quella lineare, che è la concezione cristiana.
Il fatto che Nietzsche rifiuti la concezione lineare del tempo sostiene la sua idea riguardo la vita, che va vissuta qui e ora, senza pensare al futuro o rimpiangere il passato.
Il superuomo è l’unico che accetta l’eterno ritorno in quanto egli non ha desiderio di vendetta nei confronti della vita, ma dice sempre sì a quest’ultima.
Il suo sì è un “amor fati”: che non vuol dire rassegnazione, ma fatalismo gioioso, identificazione con il divenire, un apertura totale.
Rappresenta l’espressione più alta della volontà di potenza essenza della vita
il superuomo è in grado anche di redimersi dal tempo
metafora dell’eterno ritorno quella del pastore che morde il serpente: in “così parlò zarathustra” zarathustra era un profeta iraniano che scende dalla montagna dopo 10 anni per raccontare la verità ai simili, incontra questo pastore.
Zarathustra gli dice di mordergli la testa ma il pastore ha ribrezzo, alla fine gli stacca la testa. Il serpente è la concezione del tempo, il pastore ha ribrezzo perché noi in realtà abbiamo paura di questo eterno ritorno, noi dobbiamo vincerla così come la vince il pastore mordendo la testa al serpente.
9 volonta’ di potenza
La volontà di potenza e le polemiche
la volontà è un impulso originario irrazionale, presente in ogni forma della vita e in tutte le attività vitali.
Rispetto a schopenhauer la volontà non deve essere negata, ma affermata.
La potenza è dominio su tutti gli aspetti della realtà.
La volontà di potenza è l’opposto della ricerca del piacere.
Infatti essa spinge all’affermazione di sé, a realizzare al massimo le proprie potenzialità, ad andare sempre oltre. Un po’ come l’impulso che spinge l’animale a rischiare la vita per cercare cibo.
Ogni essere vivente per Nietzsche è egoista in quanto tende a realizzare sé stesso.
Polemiche:
- socialismo: valore fondamentale è l’uguaglianza.
Anche questo è uno pseudo valore: non è vero che tutti devono essere uguali
- statalismo tedesco: perché lo stato deve essere tutto e l’individuo niente? Quello che conta è l’individuo con le sue capacità
Domande da interrogazione
- Qual è la visione di Nietzsche sulla tragedia greca e come si differenzia dalla tradizione?
- Come Nietzsche critica la morale tradizionale?
- Cosa intende Nietzsche con il concetto di "superuomo"?
- Qual è la critica di Nietzsche al cristianesimo e alla filosofia occidentale?
- Come Nietzsche interpreta il concetto di "volontà di potenza"?
Nietzsche vede la tragedia greca come una sintesi tra l'apollineo e il dionisiaco, contrariamente alla tradizione che la considera solo armonia e perfezione formale. Per lui, sotto la superficie ordinata si nasconde un mondo oscuro e violento.
Nietzsche sostiene che la morale è un inganno sociale, un'autoinganno che nasce da impulsi e istinti umani. Egli afferma che non esistono fenomeni morali, ma solo interpretazioni morali dei fenomeni.
Il superuomo è l'individuo che supera gli impulsi e le passioni dell'uomo comune, accettando la vita in tutta la sua pienezza. È un ideale di autosuperamento che rifiuta i valori tradizionali e abbraccia l'eterno ritorno.
Nietzsche critica il cristianesimo e la filosofia occidentale per aver svalutato il mondo reale a favore di un mondo trascendente e irraggiungibile, portando al nichilismo e alla perdita di senso nella vita.
La volontà di potenza è un impulso irrazionale e originario che spinge gli esseri viventi ad affermare sé stessi e a realizzare le proprie potenzialità, andando oltre la semplice ricerca del piacere.