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Concetti Chiave

  • Hannah Arendt, filosofa tedesca ebrea, è nota per i suoi scritti sul totalitarismo, tra cui "Le origini del totalitarismo" e "La banalità del male".
  • Il pensiero di Arendt è incentrato sui disastri politici del XX secolo, specialmente il nazismo, e critica il femminismo dell'epoca, sostenendo l'uguaglianza dei diritti.
  • Arendt identifica il totalitarismo come un fenomeno moderno, caratterizzato dall'uso del terrore e dalla propaganda per confondere la sfera pubblica con quella privata.
  • Nel suo libro "La banalità del male", Arendt esplora come persone ordinarie possano compiere atrocità attraverso la deresponsabilizzazione, come dimostrato nel processo Eichmann.
  • In "Vita activa", Arendt analizza l'evoluzione della condizione politica umana, distinguendo le attività umane in lavoro, opera e vita politica, con l'azione politica come forma di libertà.

Filosofa tedesca ebrea, nota per i suoi testi sul totalitarismo tra cui “Le origini del totalitarismo” e “La banalità del male” che è la raccolta di una serie di articoli che riguardano il processo Gerusalemme. È un testo che utilizza il processo per ricostruire il nazismo ma fu controverso ed illegale in Israele.

In tutto ciò Hannah Arendt fu una filosofa politica.

Indice

  1. Relazione con Martin Heidegger
  2. Pensiero politico e totalitarismo
  3. Critica al totalitarismo e società di massa
  4. La banalità del male e il processo Eichmann
  5. Vita activa e condizione politica umana
  6. Condizioni di esistenza e dimensioni attive

Relazione con Martin Heidegger

È nata in Germania nel 1906 e da giovane studentessa universitaria colpi molto i professori per le sue doti e capacità ma in particolare colpi Martin Heidegger (docente che attira molti studenti specialmente per il suo modo di fare lezione) con cui ha una relazione sentimentale finché poi lei si distacca dal proprio maestro e comincia il suo percorso. Il distacco tra i due avvenne a causa dell’avvento del nazismo nel 1933 perché è costretta ad abbandonare la Germania dopo la salita al potere di Hitler mentre Heidegger diventa rettore della sua università e pronuncia un discorso di sostegno incondizionato al nazismo e firma a favore dell’espulsione degli ebrei dall’università.

Hannah scapa negli USA dove vivrà dal 1941 fino alla sua morte nel 1975.

Hannah Arendt non perdonerà mai la scelta di Heidegger infatti i tentativi di riconciliazione vennero respinti.

Pensiero politico e totalitarismo

Il suo pensiero è specialmente legato alla politica. Il centro della sua riflessione sono i grandi disastri e crimini che la politica ha generato nel 1900 soprattutto i totalitarismi (specialmente il nazismo). Nel suo pensiero sono presenti la sua origine ebraica e il confronto con l’identità femminile. Criticò sempre il femminismo della sua epoca. Era a favore dell’uguaglianza dei diritti ma non riconosceva il tema della differenza sessuale. Vedeva tutto ciò come rivendicazione identitaria che metteva in conflitto rapporto pubblico e privato. Il privato deve rimanere fuori da tutto ciò che prevede politica.

Critica al totalitarismo e società di massa

Secondo Hannah Arendt nazismo e stalinismo hanno molto in comune e hanno somiglianza che ci permettono di avere un canone che ci permette di stabilire il concetto di totalitarismo.

In senso negativo il termine viene introdotto da Hannah Arendt. Lei pubblica Le origini del totalitarismo nel 1951 e sottolinea alcuni aspetti:

- nazismo e stalinismo condividono l’idea della dominazione mondiale che è la giustificazione ideologica alla possibilità di eliminati gli oppositori dello stato. Entrambi i regimi condividono l’uso prescrittivo di ogni ideologia. Le persone nelle società vivono un’esperienza di isolamento a livello umano e sociale.

- Hannah Arendt al contrario di Simon sostiene che i totalitarismi siano un qualcosa tipico della nostra epoca e non che deriva dall’antichità, dove gli umani vendono separati e a causa di ciò provano paura e rabbia. Ma la paura diventa strumento di potere tramite il terrore e i cambi di concentramento. Quest’ultimi secondo Hannah sono un qualcosa che serve a rafforzare una paura che porta alla diffidenza. L’individuo viene schiacciato dal regime totalitario.

Hannah Arendt non vede il totalitarismo nell’irrazionalità del passato ma lo vede nella sua società attuale, nella società di massa. Tutto ciò poeta dall’estraniazione dove l’uomo subisce dei controlli da parte della polizia segreta. È proprio qui che la filosofa nota il legame tra controllo e società di massa ai fini commerciali.

I regimi totalitari si basano sulla propaganda che è espressione dell’ideologia.

Sono il fallimento è la negazione della politica perché ciò che fa il totalitarismo è mischiare e confondere la sfera pubblica da quella privata.

La banalità del male e il processo Eichmann

Questo ritolto perché Hannah Arendt viene colpita dalla banalità del personaggio.

Si rifà al fatto che il nazismo e il genocidio degli ebrei fosse stato compiuto da persone ordinarie, normali e secondo una logica di deresponsabilizzazione. Ciò che è raccontando nel libro è il processo ad Eichmann. Lui prova a discolparsi tramite le debolezze alle atrocità. Sottolinea il suo interesse per la cultura ebraica ma anche le sue abilità e le sue competenze nell’organizzare i convogli e i trasporti. Secondo Hannah Arendt e evidenzia la banalità del personaggio che aveva trovato nel regime una soddisfazione alle sue capacità e il valore del suo supporto Ovvero l’obbedire ciecamente. Questo non viene però accettato all’epoca perché la descrizione che fa di Eichmann nel libro è un monito. Chiunque nella modernità può macchiarsi di crimini simili. I meccanismi che hanno portato allo sterminio si possono ripresentare. Tutto ciò porta alla morale rovesciata.

Vita activa e condizione politica umana

Hannah Arendt sviluppa il suo pensiero politico in un opera che si chiama Vita activa. È un testo che ricostruisce i cambiamenti che ha subito la condizione politica umana da un punto di vista esistenziale. Hannah Arendt non ricostruisce l’essenza umana in generale ma cerca di vedere come l’essere umano è cambiato nel corso della storia nell’ambito politico.

Heidegger scrive Essere e tempo che viene ripreso da Satre che parla di esistenzialismo. Il problema è che l’essere umano si trova gettato nel mondo e vive un’esistenza condizionata da questo ma senza fondamenti. L’esistenza è un qualcosa senza significato. Hannah Arendt sostiene che questa visione generale va guardata dalla politica perché e la dimensione collettiva in cui noi viviamo l’esistenza. I punti fondamentali dell’esistenza sono:

  • Vita
  • Natalità
  • Mortalità: parte fondamentale dell’esistenza
  • Pluralità: poi esseri umani condividono il mondo
  • Terra: spazio naturale in cui noi nasciamo, viviamo e siamo radicati

    Mondanità: il fatto che noi viviamo in un mondo fatto di oggetti fabbricati dall’essere umano. Oggetti prodotti della tecnica. Questi oggetti hanno in comune la strumentalità ovvero tutti utilizzabili come strumento per uno scopo. Questa strumentalità tende però a confondere i rapporti umani perché siamo circondati da essi ma non sappiamo come funzionano. Noi dipendiamo da esso. Il problema umano che si genera è legato ad una forma di alienazione che porta gli uomini a strumentalizzare gli altri esseri umani e a vederli come parte di una relazione strumentale e non politica. Come uso gli oggetti uso le persone.

Condizioni di esistenza e dimensioni attive

L’uomo nella propria vita ha 5 condizioni di esistenza e 3 dimensioni attive:

Lavoro: ciò che viene fatto per soddisfare ì proprio bisogno primari. È un qualcosa di meccanico e necessario

Opera: è tutta quell’attività dell’homo faber che utilizza la realtà per ricostruire qualcosa. La manipola. È una via di mezzo tra necessità e libertà

Vita politica (agire): è quello perfettamente libero perché deve essere libero da qualsiasi necessità.

È questo che per Hannah Arendt è la vera divisione tra pubblico e privato. Il totalitarismo invece non distingue la libertà dalle necessità.

L’azione politica per Hannah Arendt è la libertà perché la vita viene corrotta ogni volta che entra in contatto con il lavoro.

Perché lagune politico sia libero deve sapere plurale sincronica e diacronica.

Il modello di Hannah è quello democratico e il modello che segue è basato sulla democrazia antica. Nel 900 è importante il fatto che l’homo pather e l’anima siano intervenuti nella sfera politica con le loro esigenze perché la politica gli permette di ottenere qualcosa di concreto anche a livello economico. L’economia è il provato che corrompe il pubblico.

Qui Hannah Arendt riflette sulle rivoluzioni moderne (francese, russa, americana) e individua l’obiettivo comune della politica nella democrazia radicale espressa nelle rivoluzioni.

Domande da interrogazione

  1. Chi è Hannah Arendt?
  2. Hannah Arendt è una filosofa tedesca ebrea, conosciuta per i suoi scritti sul totalitarismo.

  3. Quali sono i libri più famosi di Hannah Arendt?
  4. I libri più famosi di Hannah Arendt sono "Le origini del totalitarismo" e "La banalità del male".

  5. Perché il libro "La banalità del male" è stato controverso in Israele?
  6. Il libro "La banalità del male" è stato controverso in Israele perché utilizza il processo per ricostruire il nazismo, il che è stato considerato illegale.

  7. Qual è il pensiero principale di Hannah Arendt?
  8. Il pensiero principale di Hannah Arendt è legato alla politica e si concentra sui disastri e i crimini generati dalla politica, in particolare i totalitarismi.

  9. Cosa significa per Hannah Arendt il concetto di totalitarismo?
  10. Per Hannah Arendt, il totalitarismo è caratterizzato dalla dominazione mondiale, dalla prescrizione ideologica e dall'isolamento umano e sociale.

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