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Concetti Chiave

  • Hannah Arendt, a prominent philosopher, analyzed totalitarianism after Auschwitz, highlighting its impact on modern society and individual isolation.
  • "Eichmann in Jerusalem" explores the trial of Adolf Eichmann, emphasizing the concept of the "banality of evil," where ordinary individuals commit atrocities by simply following orders without moral judgment.
  • In "The Origins of Totalitarianism," Arendt examines the rise of regimes like Nazism and Communism, linking them to the dehumanization of individuals as isolated atoms in modern society.
  • The book distinguishes between imperialism, driven by economic motives since the 1870s, and colonialism, which involves territorial and cultural domination.
  • Arendt critiques totalitarianism for eradicating personal and social life through terror, aiming to reshape human nature and history by designating and eliminating perceived enemies.

Tra i filosofi che ritengo necessario dopo la tragedia di Auschwitz, un confronto con il fenomeno del totalitarismo sicuramente c’è Hannah Arendt.

Indice

  1. Vita e carriera di Arendt
  2. Opere principali di Arendt
  3. Il processo di Eichmann
  4. Concetto di banalità del male
  5. Esperienza morale secondo Arendt
  6. Analisi del totalitarismo
  7. Struttura del regime totalitario

Vita e carriera di Arendt

Nasce il 14 ottobre del 1906, a Linden-Mitte,Haannover in Germania da una famiglia ebraica. Allieva del fenomenologo Husserl e di Heidegger ( fervente nazista) con cui avrà una relazione appassionata. Si laurea in filosofia all'università di Ruperto Carola di Heidelberg.( Portando avanti una presentazione sull’amore di Sant'Agostino).

Poiché ebrea dovrà scappare dalla Germania e si rifugerà a Parigi dove sarà politicamente molto attiva. In questo periodo si occuperà anche di molti bambini ebrei facendoli emigrare segretamente in Palestina. A causa delle persecuzioni da parte dei nazisti fu costretta a trasferirsi negli Stati Uniti dove morì del 1975.

Opere principali di Arendt

Le sue opere più famose sono: L’origine del totalitarismo ( che sarà oggetto di grande dibattito nel 900), La condizione umana (1958), Tra passato e futuro (1961) e infine Eichmann a Gerusalemme ( 1963 noto come La banalità del male ).

Il processo di Eichmann

È una delle opere più conosciute della filosofa, scritte nel 1963. Descrive un processo a cui Hannah Harendt aveva assistito in prima persona poiché era un inviata speciale del neworker ( un giornale statunitenze). Il processo avvenuto a Gerusalemme, data la grande importanza attribuita alla città dal popolo ebraico. Era portato avanti un processo contro Adolf Eichmann un militare, funzionario e criminale di guerra tedesco considerato uno dei maggiori responsabili operativi dello sterminio degli ebrei nella Germania nazista .Eichmann fu chiuso in una cabina di plexiglass, per evitare attacchi da parte dei parenti delle vittime , che avevo perso un loro caro a causa della violenza inaudita di quest’uomo.

Durante il processo dimenticava date, eventi ricordando solo le grandi promozioni che aveva ricevuto. Eichmann si è sempre dichiarato innocente affermando di aver esclusivamente obbedito agli ordini impartiti. Si dichiarava quasi una vittima di un’organizzazione, di un sistema. Lui infatti diceva di aver semplicemente organizzato il trasporto degli ebrei, invece era responsabile di centinaia di migliaia di morti.

Concetto di banalità del male

Secondo Hannah Arendt questi criminali nazisti vanno definiti non tanto per la loro malignità, ma più che altro per la loro assenza di cogito (pensiero). Quindi uomini che all’apparenza sono normali se inseriti in un contesto infernale come l’organizzazione nazista posso diventare capaci di qualsiasi atrocità.

Il pensiero della filosofa si contrappone con il concetto kantiano,( per kant il male radicale è un tipo di male che ha la sua radice nel cuore del soggetto che la piena volontà di compiere un’azione malvagia) pensava infatti che un’organizzazione cosi meticolosa come quella nazista , non potesse che avere origini in una chiara volontà di compiere il male, e di farlo con lo scopo di giungere allo stato totalitario.

Osservando Eichmann la filosofa arriva alla conclusione che si tratti di un individuo superficiale, banale privo di coscienza ma mosso dal desiderio di fare carriera.

Nasce cosi il concetto di banalità del male.

Esperienza morale secondo Arendt

Per comprenderlo a fondo bisogna sapere cosa intendeva Hannah Arendt per esperienza morale che è differente dal rispetto delle regole.

Esperienza morale significa essere in grado di rispondere la domanda: ‘ Potrei vivere con me stesso se compissi quest’azione?’ Eichamann non sarebbe stato in grado di rispondere poiché privo di giudizio. Ciò che stupisce dell’imputato è la sua efficienza nell’obbedire agli ordini. Lo spiega in 2 punti

1- Eichamman vedeva nell’obbedienza un atto di lealtà verso Hitler.

2- Avendo ridefinito le categorie di giusto e sbagliato, in base all’ideologia del partito era preparato ad seguire le nuove regole non chiedendosi se fossero corrette o no.

Quest’opera fu il primo successo editoriale della filosofa. Pubblicato nel 1951 negli stati uniti. Nasce come un Fied manual cioè un testo che ti illustra come approcciarsi ad una certa disciplina.

Analisi del totalitarismo

Nell’opera analizza le cause e il successo dei regimi totalitari, sostenendo che molto spesso il totalitarismo non è altro che una conseguenza del fatto che l’uomo, nella società odierna viene definito come un atomo , sradicato da qualsiasi relazione umana. Essendo definito un atomo, l’uomo viene reso un oggetto sono dunque dei superflui (uomini che non sono in grado di avere un pensiero critico). Simile a quelle bestie la cui sola preoccupazione è quella di preservare la propria specie.

Analizzando i governi totalitari e i partiti dell’epoca, in particolare il partito nazista, fascista e comunista. La filosofa si rende conto che i maggiori esponenti di questi partiti, nei governi precedenti sono stati messi da parte, poiché troppo stupidi apatici e incompetenti. Invece in questi governi dittatoriali erano stati scelti proprio per la loro propensione ad obbedire agli ordini senza obiezioni .

In quest’opera

analizza i tratti fondamentali della storia europea, sia moderna che antica.

Elabora uno schema generale del regime totalitario, in particolare si sofferma sul nazismo , il comunismo sovietico e il fascismo che lei definisce un semitotalitarismo o totalitarismo mancato.

Struttura del regime totalitario

Il testo è diviso in 3 parti:

L’analisi dell’antisemitismo, non inteso solo come odio verso gli ebrei, considerato trampolino di lancio per il totalitarismo. Facendo una divisione tra antisemitismo moderno alimentato dal razzismo dei nazisti. E l’antisemitismo politico successivo alla grande guerra.

Tratterà anche dell’analisi dell’imperialismo, che è diverso dal colonialismo iniziato con Colombo. L’ imperialismo inizia nel 1870 durante la prima guerra mondiale, quest’ultimo comporta la conquista dei paesi per una motivazione economica. Un paese forte conquista quindi un paese debole per sfruttarlo dal punto di vista finanziario. Il colonialismo invece comporta, la conquista di terre e popolazioni con lo sradicamento delle tradizioni e delle leggi.

Infine c’è l’analisi dei meccanismi del totalitarismo nella società di massa, che instaura il suo potere con l’ideologia del terrore. Che può essere esercitato in diversi modi e mezzi come l’Ovra, la Ceka,la Gestapo.

C’è anche una differenza tra il regime tirannico, che ha una struttura piramidale dove, l’apice c’è il capo che governa. E il regime totalitario che ha una struttura a cipolla con maggiore resistenza agli attacchi esterni.

Il totalitarismo ha la caratteristica di influenzare qualsiasi aspetto della società, della vita delle persone, annullando le persone attraverso il terrore con la polizia segreta e i campi di sterminio.

Dunque il totalitarismo non porta solo alla scomparsa della libera politica ma uccide alla radice la vita personale e sociale.

Il saggio si chiude con una forte critica a questa ideologia totalitaria che la pretesa di spiegare la storia , prescindendo dai fatti concreti pretendendo di voler cambiare la natura umana ( Quasi volendo sfidare Dio).

L’ideologia designa un nemico, indicato come unico ostacolo che impedisce la stabilita sociale e dunque per questo deve essere eliminato. A sostegno dell’ideologia accorre il terrore totale che si applica con il trasferimento e l’eliminazione del nemico. Altro elemento del totalitarismo è la distruzione dei legami umani.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Hannah Arendt e quali sono state le sue principali opere?
  2. Hannah Arendt era una filosofa tedesca di origine ebraica, nata il 14 ottobre 1906. Tra le sue opere più famose si annoverano "L'origine del totalitarismo", "La condizione umana", "Tra passato e futuro" e "Eichmann a Gerusalemme", quest'ultima nota anche come "La banalità del male".

  3. Qual è il concetto di "banalità del male" introdotto da Hannah Arendt?
  4. Il concetto di "banalità del male" si riferisce all'idea che gli atti malvagi possano essere compiuti da individui ordinari che semplicemente obbediscono agli ordini, senza un'effettiva malvagità o intenzione di fare il male, ma piuttosto per un'assenza di pensiero critico e giudizio morale.

  5. Come descrive Hannah Arendt il processo a Adolf Eichmann?
  6. Hannah Arendt descrive il processo a Adolf Eichmann, a cui assistette come inviata speciale, come il giudizio di un uomo che si dichiarava innocente, affermando di aver solo obbedito agli ordini. Arendt osserva in Eichmann un individuo superficiale e banale, privo di coscienza, ma desideroso di fare carriera, evidenziando la sua efficienza nell'obbedire senza questionare le direttive ricevute.

  7. Quali sono le cause e le caratteristiche del totalitarismo secondo "Le origini del totalitarismo" di Hannah Arendt?
  8. Secondo "Le origini del totalitarismo", il totalitarismo nasce quando l'individuo viene considerato come un atomo isolato, privo di relazioni umane significative, rendendolo un oggetto superfluo incapace di pensiero critico. Arendt analizza come i regimi totalitari, come il nazismo, il comunismo sovietico e il fascismo, abbiano sfruttato l'ideologia del terrore per annullare la vita personale e sociale, influenzando ogni aspetto della società.

  9. In che modo "Le origini del totalitarismo" differenzia tra imperialismo e colonialismo?
  10. Nel suo saggio, Hannah Arendt distingue l'imperialismo, iniziato nel 1870 e motivato da ragioni economiche, dal colonialismo, che comporta la conquista di terre e popolazioni con lo sradicamento delle tradizioni e delle leggi. L'imperialismo mira alla conquista economica di paesi deboli da parte di paesi forti, mentre il colonialismo si focalizza sull'espansione territoriale e culturale.

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