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Concetti Chiave

  • Zenone di Elea era un seguace di Parmenide e difendeva le sue idee radicali e controintuitive.
  • Considerato da Aristotele e Platone come l'inventore della dialettica, Zenone usava argomenti complessi per confutare gli avversari di Parmenide.
  • Zenone prendeva un assunto di Parmenide, lo negava e dimostrava le conseguenze assurde della negazione per sostenere la verità originale.
  • Gli argomenti di Zenone dimostravano che l'essere parmenideo è vero, poiché la sua negazione portava a risultati paradossali.
  • La struttura del metodo dialettico, basata sulla dimostrazione della verità tramite la falsità della negazione, influenzò Platone e Aristotele.

Indice

  1. Zenone di Elea e la difesa di Parmenide
  2. Il metodo dialettico di Zenone

Zenone di Elea e la difesa di Parmenide

Allievo e seguace di Parmenide è Zenone di Elea (490-440 ca. a.C.). Il senso dell’opera di questo affascinante autore consiste nel tentativo di difendere Parmenide dagli attacchi che inevitabilmente vennero mossi a un pensiero tanto radicale quanto controintuitivo (ossia contrario, o diverso, da come intuitivamente ci aspetteremmo che stiano le cose).

Il metodo dialettico di Zenone

Zenone, infatti, mise a punto una raccolta di complessi argomenti che miravano a dimostrare l’erroneità delle tesi sostenute dagli avversari del suo maestro: per questa ragione Zenone viene considerato da Aristotele (e in qualche misura già da Platone) come l’inventore della dialettica, ossia del metodo confutatorio (capace cioè di mostrare l’infondatezza di una dottrina o di una tesi filosofica). Zenone procede pressappoco in questo modo. Prima di tutto prende uno degli assunti di Parmenide, cioè una delle caratteristiche dell’essere (i famosi “segnali”) enunciate dal maestro; poi si mette nei panni di un avversario di Parmenide e nega questo stesso assunto, sostenendo, per esempio, che l’essere non è uno ma molteplice, oppure che non è immobile ma in moto; quindi dimostra che dalla negazione di questo assunto discendono conseguenze assurde, oppure in contrasto con la stessa premessa o semplicemente paradossali: in questo modo può concludere che l’assunto parmenideo deve essere per forza vero, dal momento che la sua negazione determina esiti inaccettabili.

Per inciso, occorre segnalare che la dimostrazione della verità dell’affermazione A attraverso la falsità dell’affermazione contraddittoria non-A rappresenta la struttura del metodo dialettico, e in questa forma verrà ripresa da Platone e Aristotele.

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