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Concetti Chiave

  • Protagora di Abdera è un sofista celebre e influente sia culturalmente che politicamente, coinvolto nella costituzione della colonia di Turi su incarico di Pericle.
  • Platone lo descrive come un "maestro di pensiero", sottolineando il suo impatto culturale ad Atene per oltre quarant'anni.
  • La sua opera principale, "Verità", enfatizza l'importanza dell'essere umano, asserendo che l'uomo è misura di tutte le cose.
  • Protagora è accusato di empietà per le sue idee agnostiche, portando alla distruzione delle sue opere e al suo esilio.
  • La sua celebre sentenza nega l'esistenza di verità e norme assolute, affermando che il bene e il giusto sono relativi e dipendono dai soggetti che li giudicano.

Indice

  1. Protagora e il suo ruolo
  2. La centralità dell'essere umano
  3. Interpretazioni della misura umana

Protagora e il suo ruolo

Protagora di Abdera (485-420 circa a.C.) è senz’altro il sofista più celebrato e popolare, che ha ricoperto un ruolo significativo non solo in ambito culturale, ma anche nella scena politica; lo stesso Pericle gli affida importanti incarichi, tra cui quello di redigere la costituzione della colonia panellenica di Turi. Platone lo presenta come un vero e proprio maître à penser (letteralmente “maestro di pensiero”, cioè colui che riesce a dare un orientamento culturale all’ambiente in cui vive): non vi è dubbio infatti che egli abbia influenzato la cultura ateniese esercitando per ben quarant’anni la professione di sofista.

La centralità dell'essere umano

Nella sua opera più importante, intitolata Verità, egli esprime già nella celebre apertura la centralità dell’essere umano. Come altri filosofi dell’epoca però, Protagora viene accusato di empietà per le sue teorie agnostiche riguardo alla divinità, le sue opere vengono bruciate pubblicamente ed egli viene condannato all’esilio. Ma in che senso l’uomo sarebbe misura di tutte le cose? E poi, di quali cose esattamente? Bisogna ammettere che non è così semplice rispondere in modo univoco a questi due interrogativi (del resto gli stessi antichi forniscono soluzioni diverse).

Interpretazioni della misura umana

Secondo l’interpretazione più comune e diffusa, la sentenza intende in primo luogo negare l’esistenza di verità e di norme assolute; le cose sono solo come e nel momento in cui appaiono agli uomini: non esistono un bene assoluto, un giusto assoluto, ma un bene e un giusto per gli uomini, e dunque un bene e un giusto che si modificano nella misura in cui cambiano i soggetti che li giudicano.

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