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Concetti Chiave

  • Zenone di Cizio è il fondatore della scuola stoica, nata nel "Portico dipinto", con allievi come Cleante e Crisippo, considerato il secondo fondatore.
  • La filosofia stoica si divide in fisica, etica e logica, con una visione panteistica e provvidenzialistica, dove la libertà è vista nella necessità.
  • Gli stoici credono in un ordine immutabile e razionale, identificato con Dio, composto da un principio attivo (ragione) e uno passivo (materia).
  • Secondo l'etica stoica, vivere secondo natura significa armonizzarsi con l'ordine cosmico, cercando la virtù tramite il dovere e razionalità.
  • L'etica stoica nega il valore delle emozioni, viste come malattie della stoltezza, e promuove l'apatia, la libertà dalle emozioni tramite la virtù.

Indice

  1. Origini della scuola stoica
  2. Principi fondamentali dello stoicismo
  3. Ordine cosmico e destino
  4. Etica e dovere stoico
  5. Virtù e indifferenza emotiva

Origini della scuola stoica

Il fondatore della scuola stoica è Zenone di Cizio (Cipro), nato nel 336-335 a.C. e morto di morte volontaria nel 264- 263 a.C.( gli stoici giustificano il suicidio). Zenone è allievo di Stilpone e di Diodoro Crono. Intorno al 300 a .C. fonda la propria scuola nel “Portico dipinto” (Stoá poikíle), da cui i suoi scolari prendono il nome di “ stoici”. Uno dei suoi allievi, cleante di Asso, succederà nella direzione della scuola e poi ci sarà Crisippo di Soli considerato il secondo fondatore dello stoicismo, forse più del primo.

Principi fondamentali dello stoicismo

Degli Stoici, ci restano pochi scritti e frammenti, in generale il concetto di filosofia coincide anche qui con “virtù”, il suo fine è il raggiungimento della sapienza e si divide in tre parti: fisica, etica e logica. La loro è una visione panteistica e provvidenzialistica, infatti alla domanda “se tutto è destinato e preordinato, dove sta la libertà?”, loro rispondono “nella necessità”; altra frase iconica era “ anche uno schiavo può essere libero tramite la mente”; allo stesso tempo considerano fondamentale la scienza. La logica stoica è dialettica (studia i discorsi divisi in domande e risposte), si occupa dei concetti intesi come segni delle cose e individua il ragionamento per eccellenza nel ragionamento anapodittico (non-dimostrativo) cioè un nesso tra preposizioni che parte da premesse ipotetiche e descrive relazioni empiricamente verificabili fra tratti.

Ordine cosmico e destino

Per gli stoici, esiste un ordine immutabile, razionale, perfetto e necessario, che governa e sorregge tutte le cose, facendo in modo che esse esistano e si conservano e lo identificano con Dio. Considerano il principio attivo e il principio passivo, che sono materiali e inseparabili l'uno dall'altro: il principio passivo è la sostanza spoglia di qualità, cioè la materia, essa è inerte e ha bisogno di essere mossa; il principio attivo, invece, è la ragione, cioè Dio, la causa che muove la materia (il principio passivo). Questi, cioè la causa e la materia, sono corporei. Per loro esistono solamente quattro specie di cose incorporee: il significato, il vuoto, il luogo e il tempo. Per gli stoici Dio è corpo, ma anche fuoco non aggressivo, un soffio caldo e vitale che conserva, alimenta, accresce e sostiene. Il soffio caldo di Dio è la «ragione seminale del mondo», poiché è seme di tutti i semi da cui tutto si genera. Ogni parte dell'universo nasce dal proprio seme razionale, le ragioni seminali sono mescolate l'una con l'altra, ma sviluppandosi si separano e danno vita a esseri diversi: non esistono nel mondo due cose identiche tra loro. Dopo il «grande anno», cioè un lungo periodo di tempo, gli astri tornano nella posizione iniziale in cui si trovavano e avviene una «conflagrazione», cioè una combustione che comporta la distruzione di tutti gli esseri. L’universo si rigenera mantenendo lo stesso ordine cosmico, e si verificano gli stessi avvenimenti del ciclo precedente senza nessuna modificazione: ci saranno le stesse identiche persone. Il destino è la legge necessaria che regge le cose, è l’ordine del mondo e la concatenazione necessaria che l’ordine pone tra gli esseri viventi. C’è un ordine necessario, per questo motivo ad ogni fatto ne consegue un altro, ed ogni causa è seguita da un’altra.

Etica e dovere stoico

Secondo l'etica ogni essere tende a conservare se stesso in armonia con l'ordine perfetto del mondo tramite istinto e ragione, l'adattamento o l’appropriazione o oikéiosis è lo sforzo compiuto dal singolo individuo per conciliare sé stesso con l’ordine perfetto, raziona le, immutabile e necessario. Bisogna vivere la propria vita secondo natura, l'ordine razionale, perfetto e necessario, Dio stesso o il destino. L'etica stoica è l’etica del dovere, poiché gli uomini devono vivere in maniera conforme alla natura, è una ricerca razionale volta ad individuare il comportamento morale da perseguire: grazie alla ragione gli uomini riescono a conciliare le proprie azioni con la legge della razionalità cosmica. Per gli stoici il dovere si distingue in retto (perfetto e assoluto, è del saggio) e intermedio (comune avuto con una buona indole e l’istruzione). Il sapiente deve abbandonare la propria vita, anche se si trova nel colmo della felicità, se si accorge di non aver compiuto il proprio dovere. Per questo motivo, gli stoici giustificano il suicidio.

Virtù e indifferenza emotiva

Il dovere si distingue dal bene che compare quando la scelta indicata dal dovere viene ripetuta, mantenendo la propria conformità alla natura, fino a diventare una disposizione uniforme e costante, cioè una virtù. La virtù è il bene in senso assoluto che raggiunge il sapiente dopo aver adempiuto il proprio dovere. Il vizio è il male, un disvalore in cui cade lo stolto e non esistono vie di mezzo. Esistono altre cose degne di essere scelte: esse sono le cose indifferenti, come ad esempio la bellezza, la ricchezza ecc. non sono beni, ma valori, non sono necessarie per vivere felici, ma preferibili ad altre, come ad esempio la miseria, la cattiva fama ecc. L'etica stoica è anche l’etica della negazione totale del valore delle emozioni poichè sono frutto di stoltezza e di ignoranza e non contribuiscono alla razionalità dell'ordine perfetto del cosmo, ma sono malattie che colpiscono gli stolti. Le emozioni sono opinioni o giudizi dettati dalla leggerezza tipica della stoltezza, quelle fondamentali sono quattro: due hanno origine dai beni presunti: la brama dei beni futuri e la letizia per i beni presenti; due traggono origine dai mali: il timore dei mali futuri e l’afflizione per i mali presenti. Il sapiente è immune da queste malattie, poiché adotta l'indifferenza verso le emozioni, cioè l'apatia, una condizione che libera dalle emozioni tramite l’esercizio continuo delle virtù.

Domande da interrogazione

  1. Chi è considerato il fondatore della scuola stoica e quali sono le sue origini?
  2. Il fondatore della scuola stoica è Zenone di Cizio, nato a Cipro nel 336-335 a.C. e morto nel 264-263 a.C.

  3. Qual è la struttura della filosofia stoica e quali sono le sue componenti principali?
  4. La filosofia stoica si divide in tre parti: fisica, etica e logica, e il suo fine è il raggiungimento della sapienza attraverso la virtù.

  5. Come gli stoici concepiscono Dio e l'universo?
  6. Gli stoici vedono Dio come un corpo e un fuoco non aggressivo, un soffio caldo e vitale che è la "ragione seminale del mondo", e credono in un universo governato da un ordine immutabile e razionale.

  7. Qual è la visione stoica del destino e della libertà?
  8. Gli stoici credono che il destino sia una legge necessaria che regge le cose, e la libertà risiede nella necessità, poiché ogni evento è parte di un ordine cosmico perfetto.

  9. Come gli stoici interpretano le emozioni e quale atteggiamento adottano verso di esse?
  10. Gli stoici considerano le emozioni come malattie della mente, frutto di stoltezza e ignoranza, e promuovono l'apatia, ovvero l'indifferenza verso le emozioni, attraverso l'esercizio delle virtù.

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