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Concetti Chiave

  • I sofisti propongono un'istruzione enciclopedica che integra scienze matematiche, astronomiche e musicali, con enfasi su educazione linguistico-retorica ed etico-giuridica per la virtù politica.
  • La paidéia sofistica si basa sulla trasmissione organizzata di un sapere esistente, non attraverso scuole fisse, ma con maestri itineranti in cerca di nuovi studenti.
  • Il progetto educativo dei sofisti riflette un'epoca di vivacità politica e culturale nell'età di Pericle, caratterizzata da ottimismo e ricchezza intellettuale.
  • Platone, operando in un periodo di crisi post-guerra del Peloponneso, vede la polis come un luogo di corruzione piuttosto che di educazione.
  • Platone ritiene necessaria una riforma della paidéia greca, dato il "vuoto morale" dell'epoca, anche tra gli individui più virtuosi.

Il progetto educativo Sofista

All'esigenza di una formazione globale, i sofisti rispondono con un'istruzione encic1opedica, che fornisca una cultura polivalente, in cui abbiano particolare importanza le scienze matematiche e astronomiche e la musica. Al centro della paidéia sofistica vi sono tuttavia l'educazione linguistico-retorica, utile a sostenere opinioni e confutazioni con discorsi ben costruiti (dialettica) e la formazione etica e giuridica, per lo sviluppo della virtù politica.

I sofisti utilizzano il patrimonio culturale del tempo, inserendolo all'interno delle prime lezioni, sviluppando così per primi un'idea di educazione come trasmissione in forma organizzata di un sapere già esistente. Tuttavia, essi non istituiscono delle vere e proprie scuole: è infatti consuetudine dei maestri, dopo aver concluso un corso, per lo più della durata di qualche anno, spostarsi in un'altra città, alla ricerca di nuova clientela.

Il programma educativo di Platone

Nato prima della guerra del Peloponneso, il progetto educativo dei sofisti riflette, nel suo ottimismo, il clima di vivacità politica e di ricchezza culturale che caratterizza la civiltà urbana nell'età di Pericle. Platone, invece, opera durante la crisi successiva alla guerra e alla ricostruzione della democrazia, e quindi valuta il problema dell'educazione da un diverso punto di vista. Egli giudica il suo tempo come un'epoca di crisi e di disorientamento morale e ritiene che, in una simile situazione, la polis invece che svolgere una funzione educativa sia piuttosto, di fatto, una fonte di corruzione. Anche gli uomini migliori, anche gli «Ateniesi onesti», in questa situazione, non possono essere buoni educatori: essi non riescono neanche a rendere buoni i propri figli. Questo "vuoto morale" rende necessaria, per Platone, una vera e propria riforma della paidéia greca.

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