Concetti Chiave
- Socrate è considerato un pioniere della filosofia critica, introducendo l'idea di concetti universali e promuovendo il confronto razionale.
- Nonostante la sua vasta cultura, Socrate rifiutava la retorica dei sofisti, sostenendo l'esistenza di una verità assoluta da scoprire attraverso la filosofia.
- Il dialogo socratico, caratterizzato da ironia e maieutica, stimolava la riflessione e il dubbio, favorendo una ricerca cooperativa della verità.
- Socrate fu condannato a morte per empietà e corruzione dei giovani, ma accettò la condanna come un atto di coerenza con il suo pensiero.
- Per Socrate, la virtù era legata alla razionalità e al miglioramento dell'anima, considerando la conoscenza del bene come essenziale per raggiungere la felicità.
Socrate (469 a.C. – 399 a.C.), nasce, vive e muore ad Atene; decise di spostarsi soltanto quando intraprese la vita militare.
Indice
- Il pensiero filosofico di Socrate
- Socrate e la libertà di pensiero
- Le origini e la carriera militare
- Il successo tra i giovani
- La condanna a morte
- Le difficoltà nel ricostruire il pensiero
- Le testimonianze indirette
- Il dialogo socratico
- L'ironia e la maieutica
- Il processo e la condanna
- La virtù secondo Socrate
Il pensiero filosofico di Socrate
Socrate è un personaggio fondamentale per la filosofia antica.
Socrate e la libertà di pensiero
La sua importanza deriva:
a) È il primo ad utilizzare il metodo di ricerca tipico della filosofia come lo conosciamo noi oggi, è stato infatti il primo ad inserire il termine concetto (definizione universale applicabile a più casi individuali), porta ad una astrazione logica, la filosofia diviene una filosofia critica, si ha il passaggio di una riflessione che porta a razionalità e infine si ha il confronto razionale e problematico, dopo aver fatto i concetti posso fare dunque dei paragoni;
b) È un pensatore differente dagli intellettuali contemporanei, soprattutto dai sofisti, sicuramente come i sofisti aveva una vasta cultura e un’ottima capacità linguistica, ma lui rifiutava l’uso della retorica per prelevare sugli altri;
c) Rifiuto del relativismo: la verità esiste, anche se è difficile da trovare e lo scopo della filosofia è la conoscenza della realtà;
d) È un martire della libertà di pensiero, viene condannato a morte a causa delle sue idee.
Le origini e la carriera militare
Socrate nasce ad Atene ed è figlio di artigiani, il padre è uno sculture, mentre la madre è una levatrice.
Si allontanò presto dallo studio della natura e si concentrò sull’uomo, infatti la sua filosofia si concentra proprio su esso.
Partecipò alla guerra del Peloponneso come soldato, quello è l’unico momento in cui si allontanò da Atene.
Durante la sua vita, Socrate ricoprì incarichi politici, e in questi incarichi ha una vita attiva all’interno della polis (in questi incarichi inoltre si distingue per il coraggio e per la libertà di pensiero).
Daimon. una sorte di voce interiore che lo guidava nelle scelte e che gli faceva da senso critico.
Il successo tra i giovani
Durante la propria vita si dedicò in modo appassionato e profondo alla filosofia, ottenne infatti un enorme successo tra i giovani e la Pizia (sacerdotessa di Apollo) lo definisce “Il più sapiente tra gli uomini”.
La condanna a morte
Nel 399 a.C. la sua vita si concluse con una condanna a morte per empietà, venne infatti accusato di corruzione dei giovani e di voler introdurre nuove divinità.
Le difficoltà nel ricostruire il pensiero
“difficoltà che abbiamo nel ricostruire il pensiero di Socrate”.
..perché..?
1. Socrate intenzionalmente non scrive nulla, riguardo ai suoi pensieri, perché secondo lui la scrittura non si adatta alla filosofia:
- può essere fraintesa;
- può portare alla presunzione del sapere, perché utilizzato come manuale dagli allievi e quindi impedire il percorso individuale verso la conoscenza;
- le domande inoltre devono nascere dentro di me, non devono essere scaturite da “agenti esterni”.
2.
Le testimonianze indirette
Le testimonianze indirette che sono arrivate fino a noi, sul pensiero e sulla figura di Socrate sono in alcuni casi contrastanti tra di loro:
- Aristofane scrittore di commedie, contemporaneo a lui, scrisse “Le Nuvole” una commedia dove si presenta una caricatura del filosofo in cui vengono messi in evidenza gli aspetti per cui egli viene processato, ma non sappiamo dove finisce la verità e inizia la finzione;
- Platone: è il più illustre dei suoi allievi, è una fonte ricchissima di informazioni, ma non si distingue facilmente dal proprio maestro, infatti non capiamo dove finisce il pensiero di Socrate e inizia quello di Platone.
- Senofonte: storico, contemporaneo a lui, quindi ha riconosciuto, Socrate come un personaggio storico, ma non filosofico.
- Aristotle: allievo di Platone, riesce a indicarci la linea di confine tra pensiero di Socrato e quello di Platone.
Il dialogo socratico
Il dialogo socratico:
“il dialogo è la principale modalità di fare filosofia”
perché?
1. Favorisce una riflessione aperta e continua, che stimola dubbi in opposizione ai dogmi (principio fondamentale di una convinzione filosofica) delle verità rivelate e presunte;
2. In qualche modo aumenta l’efficacia della ricerca perché si fonda sulla cooperazione tra gli interlocutori;
Come detto in precedenza, Socrate era convinto che il dialogo fosse la modalità principale di fare filosofia, questa convinzione ha portato il filosofo ad intraprendere una cessante attività di conversazione con chiunque incontrasse.
Questa attività incessante ebbe due risultati:
1. Socrate ebbe un numeroso successo tra i giovami che trovarono il suo modo di riflettere affascinante;
2. Suscitò preoccupazione ai governatori perché messi in discussione.
L'ironia e la maieutica
Il dialogo socratico si suddivide in due principali passaggi, l’ironia e la maieutica.
1. L’ironia: Socrate si fingeva ignorante rispetto ad una questione di fronte al proprio interlocutore, si poneva dunque inferiore. Si fingeva ignorante così in qualche modo coinvolgeva il proprio interlocutore, senza il rischio di essere giudicato e una volta coinvolto mi dirà senza nessun problema le proprie posizioni, a quel punto potrò smentirlo. La domanda da cui Socrate partiva sempre è “…cos’è..?” Il filosofo mirava sempre a raggiungere il concetto, ovvero quella definizione generale in cui posso fare ricondurre tutti i singoli casi. Successivamente utilizzava la tecnica della Brachilogia, ovvero poneva al proprio interlocutore domande precise; lo scopo di queste domande era di mandare in crisi l’interlocutore e far “precipitare” tutte le convinzioni sulla sua conoscenza. A questo punto l’interlocutore è pronto a iniziare il suo percorso di conoscenza.
2. Maieutica: “arte di far partorire le anime, ostetrico delle anime”, l’obbiettivo di questa tecnica è quella di approfondire, di andare sempre di più verso il concetto.
La maieutica si basava sul metodo induttivo (ovvero dal particolare al generale) e molto spesso arrivavano alle aporie, ovvero a delle strade senza uscita.
Il processo e la condanna
Meleto accusò Socrate con due condanne: aver istituito nuove divinità e la corruzione dei giovani.
Socrate dunque si trovò ad un processo, dove venne decisa la pena di morte, egli prima di far confermare la sentenza aveva a disposizione un discorso per potersi salvare.
Socrate ironicamente propose come pena, per la sua attività filosofica un premio, infatti egli non considerava la morte come il peggiore dei mali, infatti Socrate presentava la morte come una liberazione dei mali e la guarigione della malattia della vita.
Infine, Socrate sdegna la trasformazione della condanna a morte in esilio, è ad Atene che egli vuole vivere, continuando la sua vita virtuosa.
Il responso dell’oracolo di Delfi, giudicò Socrate come il più sapiente di tutti gli uomini, ma alla fine Socrate capirà il messaggio del dio Apollo: nessuno è più sapiente di Socrate, perché egli sa di non sapere.
La virtù secondo Socrate
“etica”: tema legato alla “virtù”, ovvero gli aspetti positivi di una persona.
La virtù dunque è un tema fondamentale nella filosofia di Socrate, infatti si parlava di aretè, eccellenza che ci permette di distinguerci.
Esistono molteplici tipi di virtù, soprattutto legate al campo militare, un dono naturale legato a origini nobili.
I sofisti avevano in qualche modo rivoluzionato in modo importante il concetto di virtù:
• Aggiunsero le virtù legate al linguaggio e alla comunicazione;
• Secondo loro la virtù si poteva imparare.
Socrate intende la virtù come cura di se stessi (quindi migliorare la propria anima), la funzione più elevata dell’uomo è la razionalità, la virtù dunque consiste nell’esercizio della propria ragione e di conseguenza la nostra virtù/razionalità è rivolta verso il bene.
Secondo il filosofo la felicità si trova con il bene e la conoscenza del bene è già virtù, chi conosce infatti il bene non può volerlo.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza di Socrate nella filosofia antica?
- Perché è difficile ricostruire il pensiero di Socrate?
- Quali sono i passaggi principali del dialogo socratico?
- Quali furono le accuse mosse contro Socrate nel suo processo?
- Come Socrate interpretava la virtù nell'etica socratica?
Socrate è fondamentale per la filosofia antica perché ha introdotto il metodo di ricerca filosofica basato su concetti universali e il confronto razionale, rifiutando il relativismo e la retorica dei sofisti.
È difficile perché Socrate non ha lasciato scritti e le testimonianze indirette, come quelle di Aristofane, Platone, Senofonte e Aristotele, sono spesso contrastanti.
I passaggi principali sono l'ironia, dove Socrate finge ignoranza per coinvolgere l'interlocutore, e la maieutica, che mira a far emergere la conoscenza attraverso il dialogo.
Socrate fu accusato di introdurre nuove divinità e di corrompere i giovani, portando alla sua condanna a morte.
Socrate vedeva la virtù come cura di sé stessi, legata alla razionalità e al bene, sostenendo che la conoscenza del bene è già virtù e conduce alla felicità.