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Concetti Chiave

  • Platone descrive uno Stato ideale governato da filosofi, con l'obiettivo di realizzare la giustizia tramite la divisione in tre classi: governanti, guerrieri e lavoratori.
  • La giustizia è vista come l'armonia tra Stato e individuo, con ogni cittadino che svolge il proprio compito, riflettendo le virtù di saggezza, coraggio e temperanza.
  • La società platonica prevede una divisione in classi sociali basata sull'inclinazione naturale e non sulla nascita, con il mito delle stirpi che differenzia tra nature auree, argentee e ferree.
  • Il "comunismo" platonico elimina la proprietà privata per le classi superiori, promuovendo la comunanza dei beni e delle unioni, per favorire una gestione pubblica senza interessi personali.
  • Platone vede l'aristocrazia come la forma ideale di governo, elencando le sue degenerazioni: timocrazia, oligarchia, democrazia e tirannide, ognuna con caratteristiche e individui corrispondenti.

Indice

  1. Lo Stato ideale di Platone
  2. Le virtù delle classi sociali
  3. La giustizia nello Stato e nell'individuo
  4. Divisione delle classi sociali
  5. Proprietà e comunanza dei beni
  6. Felicità e restrizioni dei governanti
  7. Degenerazioni delle forme di governo
  8. Critica alla democrazia e riforma politica
  9. Organizzazione gerarchica dello Stato
  10. Educazione e ruolo dei custodi

Lo Stato ideale di Platone

I risultati fondamentali dei dialoghi sono ordinati nella Repubblica, intorno alla descrizione di uno Stato ideale, una comunità politica governata da filosofi.

Ciò presenta due problemi: qual è lo scopo e il fondamento di una tale società? E chi sono i filosofi?

Le virtù delle classi sociali

Il fine di una società governata da filosofi è la giustizia, la condizione fondamentale della vita associata. Lo Stato ideale è costituito da tre classi: i governanti, i guerrieri e i lavoratori. La saggezza è la virtù caratteristica dei governanti, poiché a essi spetta rendere saggio lo Stato. Il coraggio è la virtù dei guerrieri, che devono difendere lo Stato. La temperanza, il governo della ragione sui sensi (quindi rispettare il principio per cui l’inferiore è subordinato al superiore), è una virtù comune a tutte le classi.

La giustizia nello Stato e nell'individuo

La giustizia comprende tutte e tre queste virtù: essa si realizza quando ciascun cittadino svolge il proprio compito e ha ciò che gli spetta, garantendo la forza dello Stato. Essa garantisce anche l’unità e l’efficienza dell’individuo. Infatti, anche nel singolo la giustizia comprende in sé le tre virtù di saggezza, coraggio e temperanza, e si avrà quando ogni parte dell’anima (razionale, coraggiosa e desiderante) svolgerà solo la propria funzione.

La giustizia, pertanto, consiste nell’unità e nell’armonia tra Stato e dell’individuo.

Divisione delle classi sociali

Platone sostiene che lo Stato vada diviso in classi per la presenza di compiti diversi, che devono essere esercitati da individui diversi. Secondo lui le destinazioni sociali variano in base alla prevalenza di una parte dell’anima sulle altre. Gli individui razionali (portati alla sapienza e al governo), gli individui impulsivi (portati al combattimento) e gli individui soggetti ai desideri del corpo (portati al lavoro manuale).

La divisione degli individui in classi non dipende dalla nascita, ma da dall’inclinazione naturale. Il mito delle stirpi afferma che c'è chi nasce con una natura “aurea”, chi “argentea” e chi “ferrea”. La comunità platonica non rispecchia un sistema di caste chiuse: un bambino “ferreo” nato tra gli “aurei” dovrà essere retrocesso di classe. Però, in genere i figli assomigliano ai padri e quindi rimangono nella classe di provenienza.

Proprietà e comunanza dei beni

Platone desidera l’eliminazione della proprietà privata e la comunanza dei beni per le classi superiori, così che, non avendo interessi propri da tutelare, si occupino efficacemente della gestione pubblica. I governanti-filosofi dovranno avere solo il necessario per vivere.

Il sistema sociale si presenta come una sorta di comunismo, riguardante solo la classe al potere. I governanti dovranno condividere anche le donne. Queste saranno eguali agli uomini e saranno parte dello Stato. Le unioni matrimoniali saranno temporanee e stabilite dallo Stato in base a criteri eugenetici volti alla procreazione di figli sani. Tutti i bambini saranno tolti ai loro genitori: nessuno saprà chi sono i loro figli o parenti. In tal modo, si vivrà come in una grande famiglia.

Felicità e restrizioni dei governanti

Ci si può chiedere se i governanti, sottoposti a queste restrizioni, siano felici. Platone sostiene che la felicità risiede nella giustizia, ossia nell’adempimento del proprio compito, per l’armonia complessiva dello Stato. Inoltre, i filosofi, che godono della beatitudine più alta, la conoscenza, sono felici di per sé e non hanno bisogno dei beni materiali.

Degenerazioni delle forme di governo

L'ideale società platonica può essere definita come un’aristocrazia di filosofi. Qui il potere è esercitato dai migliori. Questa è la forma fisiologica di governo, di cui Platone elenca le possibili degenerazioni con i corrispondenti individui che la compongono.

  • la timocrazia è fondata sull’onore e nasce quando i governanti perseguono l’affermazione personale; vi corrisponde l’uomo timocratico, amante del comando e degli onori

  • l’oligarchia è fondata sul censo, nel quale il comando è riservato a pochi; vi corrisponde l’uomo avido e che pone il risparmio e il lavoro al primo posto

  • la democrazia, il cui avvento è causato dalla ribellione dei poveri contro i ricchi; a ogni cittadino è concesso di fare ciò che vuole; vi l’uomo democratico, che si abbandona a desideri

  • la tirannide, nasce come reazione all’eccessiva libertà personale concessa dalla democrazia. Per Platone è la forma più spregevole, perché il tiranno, per difendersi dall’odio dei cittadini, si circonda di individui disonesti e crudeli. Il tiranno è l'uomo più infelice

  • Critica alla democrazia e riforma politica

    La politica di Platone è mossa da una ostilità verso la democrazia. Il progetto di riforma della comunità nasce in antitesi alla degenerazione della democrazia ateniese. Platone critica anche i politici che avevano riformato la democrazia, compreso Pericle.

    Organizzazione gerarchica dello Stato

    La divisione in classi nella Repubblica non obbedisce a un semplice criterio funzionale, ma anche all’idea della necessità di un modello statico e gerarchico basato su ruoli fissi e differenziati (per cui vige il principio della subordinazione dell’inferiore al superiore). Sotto questo aspetto, la teoria platonica è una forma di organicismo politico, poiché considera lo Stato come un organismo che necessita dell’accordo tra le sue parti.

    Secondo lui, la politica non è destinata a tutti, ma solo alla parte “aurea” della popolazione. Lo statalismo esasperato di Platone prevede la regolamentazione della vita sociale nei minimi particolari. Lo Stato platonico non è una semplice aristocrazia, ma è aristocratico in quanto vi governano i “migliori”, che sono tali per il possesso del sapere. La ragione al potere e i filosofi al governo rendono lo Stato è una forma di sofocrazia (“governo dei sapienti”) o di nòocrazia (“governo dell’intelligenza”).

    Educazione e ruolo dei custodi

    Platone presuppone che i governanti (o “custodi”) siano in grado sia custodire gli altri che sé stessi. Da ciò deriva l’importanza che attribuiva al sistema educativo. Infatti, lo Stato è configurato come una sorta di Accademia con lo scopo di formare dei buoni custodi.

    L’educazione al sapere e alla virtù di cui parla Platone riguarda solo le prime due classi. Platone non è convinto che il sapere sia una prerogativa delle classi superiori.

    Domande da interrogazione

    1. Qual è lo scopo principale di uno Stato ideale secondo Platone?
    2. Lo scopo principale di uno Stato ideale secondo Platone è la giustizia, che rappresenta la condizione fondamentale della vita associata e si realizza quando ogni cittadino svolge il proprio compito e ha ciò che gli spetta.

    3. Come si originano le classi sociali nello Stato platonico?
    4. Le classi sociali nello Stato platonico si originano in base alla prevalenza di una parte dell’anima sugli individui, non dalla nascita, ma dall’inclinazione naturale, con individui razionali, impulsivi e desideranti che si dedicano rispettivamente al governo, al combattimento e al lavoro manuale.

    5. In cosa consiste il “comunismo” platonico?
    6. Il “comunismo” platonico consiste nell’eliminazione della proprietà privata e nella comunanza dei beni per le classi superiori, affinché i governanti-filosofi si occupino efficacemente della gestione pubblica senza interessi personali.

    7. Quali sono le degenerazioni dello Stato secondo Platone?
    8. Le degenerazioni dello Stato secondo Platone includono la timocrazia, l’oligarchia, la democrazia e la tirannide, ciascuna caratterizzata da specifici difetti e corrispondenti individui che ne incarnano i valori distorti.

    9. Qual è il ruolo dell’educazione nello Stato platonico?
    10. L’educazione nello Stato platonico è fondamentale per formare buoni custodi, con un sistema educativo che si concentra sulle prime due classi, poiché Platone ritiene che il sapere e la virtù siano essenziali per i governanti e i guerrieri.

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